Titoli di Stato area Euro Paesi Baltici ed Est Europa: news, info, analisi

Est Europa

L’indebitamento in valuta estera tra le cause della svalutazioni delle divise dell’Europa dell’Est

20 Mar 2009


A cura di Rocki Gialanella

Ungheria, Polonia e Ucraina sono alle prese con l’indebolimento delle rispettive valute. L’economia ceca si presenta debole ma con un minor peso del debito in divisa estera. Le valutazioni del team di Raiffeisen Capital Management

Quanto sta pesando il rallentamento dell’area euro sui paesi dell’Europa centrale ed orientale?

I paesi dell’Europa centro-orientale nei primi due mesi dell’anno hanno dovuto affrontare grandi difficoltà. I loro forti legami economici con i paesi dell’Europa occidentale, che sembrano slittare in una crisi economica più profonda di quanto anticipato per ora, stanno avendo un forte impatto sulle economie locali. Le previsioni di crescita per i paesi della regione vengono continuamente riviste al ribasso. Le banche centrali dei maggiori paesi della regione per il momento hanno reagito con tagli dei tassi. In seguito alla massiccia svalutazione delle valute dei paesi dell’Europa dell’est nei confronti dell’euro e del dollaro negli ultimi mesi, nell’ultimo periodo politici ed esponenti delle banche centrali della regione si sono fatti sentire sempre più frequentemente e hanno definito questi sviluppi valutari come esagerati e indesiderati e hanno ipotizzato possibili contromisure. Questi interventi, per ora solo verbali, ma apparentemente coordinati, hanno per il momento stabilizzato le valute. Per le prossime settimane dobbiamo però ancora aspettarci una volatilità elevata delle valute dei paesi dell’Europa centro-orientale.

Le quotazioni del petrolio stanno mettendo in difficoltà la Russia. Quali sono le vostre previsioni per il 2009?

Le previsioni relative alla crescita in Russia in un prossimo futuro non sono per nulla rosee. A Febbraio le quotazioni dei titoli azionari a Mosca si sono mossi essenzialmente in modo laterale. Il prezzo del grezzo sembra stabilizzarsi intorno ai 40 - 50 dollari al barile. Impulsi positivi sono sono stati registrati soprattutto dai numerosi titoli del settore acciaio, in primis Evraz e Severstal, che traggono profitto dalle speculazioni circa una ripresa della domanda dell’acciaio in Cina. ll perdurare della crisi di liquidità e il basso prezzo del petrolio hanno messo sotto pressione gli asset russi e il rublo anche a Febbraio. I livelli degli spread dei titoli di stato e delle obbligazioni societarie russe continuano a rimanere molto elevati. A Febbraio il rublo si è stabilizzato sul suo livello già notevolmente ridotto. Per stabilizzare la situazione, la banca centrale continua a utilizzare le proprie riserve valutarie. Accanto alle entrate minori dovute al basso prezzo del petrolio, questo inizia a rappresentare un rischio significativo per il bilancio pubblico.

L’Ungheria è stato uno dei paesi che ha maggiormente sofferto gli effetti della crisi. A che punto è la parziale stabilizzazione della divisa? E’ possibile cogliere delle opportunità di investimento nel comparto obbligazionario?

La generale avversione al rischio degli investitori di nuovo in aumento e il flusso di notizie molto negative riguardanti la regione hanno messo nuovamente sotto pressione il fiorino anche a febbraio. La banca centrale ungherese ha espresso le sue preoccupazioni riguardo al forte deprezzamento del fiorino negli ultimi mesi, causato dall’alto indebitamento in valuta estera delle famiglie, e, dinanzi a questo scenario, ha lasciato invariato il tasso d’interesse di riferimento durante la sua seduta di fine febbraio. Nel contesto congiunturale attuale sarebbe opportuno un taglio dei tassi, potrebbe però scatenare un ulteriore svalutazione del fiorino. Sotto questo aspetto si è stabilizzata la valuta, i rendimenti dei titoli di stato ungheresi si sono mantenuti stabili sui loro alti livelli. A lungo termine il livello dei rendimenti dei titoli di stato sembra molto attraente, a breve termine bisogna però aspettarsi ancora una volatilità elevata sul mercato. Il mercato azionario ungherese a febbraio ha mostrato un quadro simile a tutta la regione. Sono stati soprattutto i titoli finanziari a soffrire, mentre gli altri settori hanno resistito abbastanza bene. Le quotazioni della società petrolifera MOL e del gestore di telefonia Magyar Telecom hanno mostrato un trend relativamente stabile, mentre la banca OTP ha subito notevoli perdite di quotazione.

La Polonia presenta un buon livello di immunità alla crisi, ma lo Zloty ha subito una pesante svalutazione. Quali le cause dell’indebolimento della divisa locale?

Lo zloty polacco ha continuato il suo trend discendente anche a febbraio. Questo movimento è stato motivato con la prospettiva di ulteriori diminuzioni dei tassi e con le paure di un più forte indebolimento dell’attività economica. Come nella maggior parte dei paesi della regione anche in Polonia la produzione industriale è in netto calo rispetto all’anno precedente; le vendite al dettaglio diminuiscono rapidamente e il commercio con l’estero cala a causa della debole domanda estera. A causa dei deboli dati congiunturali e dell’inflazione in calo, la banca centrale, in linea con le aspettative, ha tagliato ulteriormente il tasso d’interesse guida di 25 pb a fine febbraio. Per molto tempo la svalutazione della moneta non era un argomento principale per la banca centrale, ma dopo l’ultima seduta è stata menzionata in modo esplicito. Anche in Polonia una notevole parte dei prestiti alle famiglie ancora da riscuotere sono in valuta estera. Membri delle autorità polacche, dinanzi a questo fatto hanno espresso la loro disponibilità di intervenire sul mercato valutario per far fronte a questo deprezzamento della valuta che, secondo loro, è troppo esagerato. A febbraio i rendimenti dei titoli di stato polacchi sono saliti. Il mercato aveva scontato aspettative diverse sulla velocità e le proporzioni dei tagli dei tassi da parte della banca centrale. A medio termine il quadro congiunturale dovrebbe far scaturire ulteriori abbassamenti dei tassi d’interesse e di conseguenza dovrebbero salire i corsi delle obbligazioni. A breve termine per sostenere la valuta i tassi guida potrebbero però subire persino degli aumenti. A causa del gran numero di titoli finanziari, a febbraio le azioni polacche hanno fatto registrare la performance peggiore tra i maggiori mercati dell’Europa dell’est. La forte svalutazione dello zloty polacco ora mette sotto forte pressione anche alcune imprese che prima della crisi finanziaria avevano speculato su corsi in ulteriore aumento oppure si erano coperti nei confronti di uno zloty troppo forte e ora devono fare i conti con alte perdite derivanti da questi contratti derivativi. Riguardo al volume totale di queste operazioni finora esistono solo delle stime – dovrebbero aggirarsi da 1 a 4 mrd. di euro. Se le imprese non dovessero riuscire a mantenere questi impegni, le istituzioni finanziarie polacche si vedrebbero confrontate con un’ulteriore problema.

La Repubblica Ceca presenta un minor livello di indebitamento in valuta estera ma un pesante rallentamento della produzione industriale. Come si stanno muovendo le autorità monetarie e politiche?

Soprattutto il calo della produzione industriale (-4,6% nel confronto annuo) nonché delle vendite al dettaglio (-2,9% rispetto all’anno precedente) dipingono nel breve termine un quadro molto negativo dell’economia ceca. In questo contesto la banca centrale ceca ha tagliato nuovamente il tasso d’interesse di riferimento a inizio febbraio. Anche se rispetto alla Polonia e soprattutto l’Ungheria il problema dell’indebitamento in valuta estera è nettamente inferiore alla Repubblica Ceca, un massiccio deprezzamento della valuta rappresenterebbe uno chock notevole per l’economia. Per questo motivo la banca centrale ceca ha preventivato un possibile innalzamento dei tassi per sostenere la corona ceca. Se dovesse stabilizzarsi la situazione sui mercati delle valute, bisogna attendersi invece ulteriori tagli dei tassi a causa dell’economia in forte calo e dell’inesistente pressione inflazionistica.

Credete che in Ucraina ci sia il rischio di non riuscire a far fronte alla restituzione del debito estero?

Non vediamo nessun rischio economico imminente riguardo la restituzione del debito con l’estero dell’Ucraina. I rischi maggiori sono rappresentati dall’instabilità politica e dal rapporto di forze poco chiaro in Ucraina, che ritardano tra l’altro anche gli aiuti del FMI. L’economia dell’Ucraina rimane massicciamente sotto pressione. La valuta del paese si è fortemente svalutata a partire da novembre, anche se la dinamica è diminuita a febbraio. Alla fine di febbraio il downgrade da parte dell’agenzia di rating S&P ha provveduto a creare ulteriori notizie negative. Il rifinanziamento dello Stato per il momento dovrebbe essere garantito dalle proprie riserve valutarie nonché grazie al sostegno internazionale.
 
Arrivano i soldi?

Crisi finanziaria. L'Ue raddoppia i fondi anti-crisi

Fondi all'Fmi per il sostegno alle ecenomie emergenti

Il Consiglio europeo di primavera sottoscrive l'accordo sul raddoppio del fondo di sostegno ai Paesi in crisi, che da 25 passa a 50 mld di euro. Sostegni economici anche al Fmi, per il quale si prevede, in vista del g20, una profonda rinnovazione dei vertici e delle modalità di finanziamento.
Si è concluso il Consiglio di primavera dell'Unione europea, che ha riunito il 19 e 20 marzo i leader dei 27 per discutere delle future mosse contro la crisi e preparare una posizione comune da presentare al G20 di Londra che si riunirà il prossimo 2 aprile.

Ieri nella notte, i paesi Ue hanno concluso con l'accordo per spendere 5 miliardi di euro i pacchetti di stimoli per l'economia, da spendersi nell'ambito delle infrastrutture, energia e tecnologia (si veda il report del consiglio del 19 marzo). La giornata di oggi è stata invece dedicata a stabilire con esattezza come questi fondi saranno ripartiti in 39 progetti chiave.

Sostegno ai paesi dell'Est
I premier Ue hanno inoltre deciso di destinare 50 miliardi di euro come aiuti ai paesi che hanno problemi di bilancio e liquidità, raddoppiando di fatto l'importo totale delle misure anticrisi avviate nei mesi scorsi e che ammontavano a 25 miliardi di euro.

Il premier ceco e presidente di turno del Consiglio Mirek Topolánek ha spiegato durante la conferenza stampa che gli aiuti alle economie in grave crisi di bilancio e liquidità dell'Ue (e specialmente per i Paesi dell'Eruopa orientale ai quali era stato negato il mese scorso) ammonteranno a un totale di 50 miliardi di euro. Il sostegno è stato votato dopo l'ok del cancelliere tedesco di togliere il veto, in seguito al peggioramento delle condizioni delle economie dei nuovi stati membri.

Il testo delle conclusioni ufficiali del Consiglio dice che la «Comunità è pronta a provvedere supporto agli stati membri che ne hanno bisogno e, a questo fine, accoglie la proposta della Commissione di raddoppiare il tetto dell'assistenza Ue di supporto a 50 miliardi di euro».

Il presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso ha sottolineato la sua soddisfazione per quello che ha definito un «Consiglio orientato ai risultati», citando i fondi di 5 miliardi di euro per energia, infrastrutture e innovazione oltre al sostegno agli stati membri. «Questi risultati molto concreti danno una dimensione Ue allo spirito di solidarietà», ha poi commentato, specificando che gli aiuti sosterranno in primo luogo Lituania ed Ungheria che avevano fatto richiesta di sostegno; «recentemente abbiamo ricevuto una richiesta dalla Romania e crediamo che potrà essere accontentata attingendo da quegli stessi 25 miliardi».

Sostegno e riforma del Fmi
Altri 75 miliardi di euro vanno al Fondo monetario internazionale (Fmi), come «prestito volontario» che aiuterà il fondo a reagire contro la crisi a livello globale ed a sostenere in particolare le energie emergenti. Il fine è raddoppiare le risorse del Fmi. Il Consiglio ha inoltre proposto di «rivedere il processo di selezione dei manager di Banca mondiale ed Fmi, per rendere quest'ultimo più «adeguato ad affrontare turbolenze nel sistema economico mondiale».

La riforma del Fmi sembrerà avviarsi con la sostituzione dell'attuale presidente, il francese Dominique Strauss-Kahn, con una figura per la prima volta dalla fondazione del Fondo (1946) non europea. Sinora infatti sono stati alla guida del Fmi 4 francesi, due svedesi, uno spagnolo, un belga, un olandese ed un tedesco. La riforma della struttura provvederà anche un adeguamento dei fondi destinati da ogni paese alle effettive risorse economiche di cui dispone. Per esempio, i contributi della Cina saranno aumentati poiché ad oggi sembrano essere molto al di sotto delle possibilità economiche del Paese.

La riforma delle istituzioni finanziarie internazionali, esplicitamente chiesta dalla ex presidenza francese e dalla leadership tedesca in una lettera indirizzata alle autorità Ue, dovrà quindi accontentare le aspettative indicate dal Presidente francese Nicolas Sarkozy e dalla Cancelliera tedesca Angela Merkel. Le modalità di attuazione non sono comunque tutte chiare. Un problema sollevato è ad esempio la guida della Banca mondiale, della quale secondo indiscrezioni gli Stati Uniti non saranno disposti a lasciare il controllo.
 
Ungheria

Ungheria/ Fitch: rischio "downgrade" se non risolve crisi governo
di Apcom
Secondo l'agenzia di rating improbabili elezioni anticipate

Roma, 23 mar. (Apcom-Nuova Europa) - L'Ungheria rischia di veder tagliato il suo "rating" sul debito sovrano se non riuscirà a risolvere in maniera positiva la crisi politica iniziato col preannuncio della crisi di governo, fatto sabato dal primo ministro Ferenc Gyurcsany. L'ha affermato oggi l'istituto di valutazione finanziaria internazionale Fitch. "Un fallimento nell'eleggere un primo ministro con sufficiente ambizione e col sostegno politico necessario a continuare con le misure di austerità fiscale che permettano di mantenere l'accesso al sostegno finanziario internazionale sarebbe negativo per i rating sovrani ungheresi", ha affermato David Heslam, direttore del team sui debiti sovrani di Fitch. La crisi aperta dal preannuncio di Gyurcsany è "al buio". Il Partito socialista, che sostiene il monocolore di minoranza, tratterà con i piccoli partiti centristi per cercare di trovare una maggioranza che, il 14 aprile quando verrà votata la "sfiducia costruttiva" al governo attualmente in carica, possa permettere il passaggio a un nuovo esecutivo dotato di una maggioranza. Il principale partito d'opposizione, la Fidesz, ha annunciato che vuole elezioni anticipate. Fitch spiega che le elezioni anticipate potrebbero essere "un'opportunità per stabilire una maggioranza di governo col necessario sostegno parlamentare per realizzare le riforme delle finanze pubbliche". Tuttavia, giudica che questo sviluppo sia improbabile, anche perché i due piccoli partiti centristi presenti in Parlamento - Alleanza dei liberi democratici (Szdsz) e Forum democratico ungherese (Mdf) - non godono di sondaggi favorevoli e potrebbero non essere interessati a votare in un momento in cui il possibile raggiungimento del quorum del 5 per cento per tornare in Parlamento non è per nulla assicurato. L'Ungheria ha un rating "BBB" sul debito sovrano di lungo termine in valuta estera e "BBB+" per quello in valuta locale. L'outlook è negativo.
index.asp
 
Taglio del rating da parte di S&P.

Afflitta in contemporanea da un lato da un forte calo degli investimenti esteri, dall'altro da un alto livello di debito privato denominato in valute estere ed impossibilitata a svalutare perché legata all'euro da un cambio vincolato, la Lituania è priva di consistenti riserve valutarie, ha poco margine di manovra sul piano delle politiche fiscali ed è inoltre dipendente dai mercati dei capitali per ciò che riguarda il debito pubblico.

Probabile la richiesta di assistenza al FMI, arduo il compito di soddisfare i parametri di Maastricht per un ingresso nell'eurozona nel 2012.

Lo sforzo della Lituania nel varare politiche fiscali e salariali (per il settore pubblico) restrittive, nel tentativo di stabilizzare il quadro macroeconomico e di conservare l'aggancio valutario all'euro rischiano di non avere successo.

Republic of Lithuania Ratings Cut To 'BBB' On External Vulnerabilities; Outlook Negative

LONDON (Standard & Poor's) March 24, 2009--Standard & Poor's Ratings Services today said it had lowered its sovereign credit ratings on the Republic of Lithuania to 'BBB/A-3' from 'BBB+/A-2', and removed the ratings from CreditWatch negative, where they were placed on Feb. 24, 2009. The outlook is negative. The Transfer & Convertibility assessment has also been lowered to 'A' from 'A+'.

In a related action, Standard & Poor's lowered the long-term issuer
credit rating on the City of Vilnius to 'BBB' from 'BBB+', and removed the
rating from CreditWatch negative, where it was placed on Feb. 24, 2009. The outlook is negative.

"The lowering of the ratings reflects our concerns about the
sustainability of Lithuania's current fiscal and monetary mix during a protracted period of declining domestic and external demand," Standard & Poor's credit analyst Eileen Zhang.

Lithuania's political and economic capacity to adjust to a sharp fall in capital inflows continues to be constrained by the high stock of foreign currency-denominated private debt and the rigid exchange rate regime.

Lithuania entered the current crisis without the benefit of significant fiscal buffers or excess monetary reserves, and is therefore dependent on the market to meet its considerable public sector borrowing and external financing needs.

The size of Lithuania's current account deficit is determined first and
foremost by the availability of external financing. In the current economic
crisis, gross external funding needs are likely to be met primarily via public
sector borrowing.

At the same time, we expect private sector debt to gradually decline in absolute terms due to the weakening of foreign parent banks' risk appetite and depressed domestic demand.

As the larger part of Lithuania's debt stock is owed to private sector foreign banks, should these parent lenders fail to fully roll over their local balance sheets, Lithuania's current account deficit will be forced to close over a short time period, leading to a sharp squeeze in investment activity.

In an effort to avoid such pressures, Lithuania may consider financial assistance from the IMF, EU, and other multilateral and bilateral lenders, in addition to the agreement with European Investment Bank that was signed earlier in the year.

Even with additional financial support, however, we expect the economy to shrink by 9% in 2009 and 1.2% in 2010.

The recently elected centre-right government has shifted the policy
stance towards fiscal tightening. There is strong commitment across political parties towards maintaining the country's currency board by implementing a credible macroeconomic stabilization and fiscal austerity plan, which includes an agreement to cut public sector wages by 12%.

However, we expect fiscal deficits to reach 4%-5% in 2009 and 2010, exceeding the 3% limit set by the Maastricht Criteria. As a result, we believe Lithuania is unlikely to join the Eurozone before 2012.

"The negative outlook reflects further downside risks to the sovereign
credit ratings if the Lithuanian government fails to secure concessional
external financing to support the economy, or if authorities fail to adhere to the economic and fiscal stabilization program in a manner that intensifies currency pressures," Ms. Zhang said. "The ratings could stabilize at the current level if the private sector in Lithuania improves its access to external financing, economic prospects improve on the basis of improved competitiveness, the government meets its fiscal targets, and the near-term prospect for Eurozone entry improves."
 
Ungheria

Ungheria/ S&P taglia rating debito a lungo termine


Passa da "BBB/A-3" a "BBB-/A-3"
Roma, 30 mar. (Apcom-Nuova Europa) - L'agenzia di valutazione finanziaria Standard & Poor's ha annunciato oggi di aver abbassato il "rating" sul debito emesso in valuta locale ed estera a lungo termine dell'Ungheria da "BBB" a "BBB-". Nello stesso tempo, ha lasciato invariato ad "A-3" il rating a breve. L'outlook è negativo. S&P ha anche abbassato i rating della Città di Budapest da "BBB/A-3" a "BBB-/A-3", con outlook negativo. "Il 'downgrade' riflette il deterioramento in corso negli indicatori economici e fiscali chiave", ha affermato l'analista di S&P Kai Stukenbrock nel comunicato emesso dall'agenzia. "La pressione sulla finanza pubblica - ha continuato - continua a crescere mentre le entrate sono insufficienti, il rapporto di debito pubblico cresce e il rischio che si materializzino passività contingenti. Il programma del Fondo monetario e Unione europea fornisce un significativo, ma non infinito sostegno al finanziamento del governo". S&P s'attende una contrazione del prodotto interno lordo (Pil) fino al 6 per cento nel 2009 e di un altro 1 per cento nel 2010. Questo renderà difficile riuscire a raggiungere l'obiettivo di deficit pubblico del 2,9 per cento sul Pil per quest'anno, tenendo anche presente la fase d'incertezza politica in corso, col primo ministro Ferenc Gyurcsany che ha annunciato le dimissioni. Nonostante la situazione politica precaria, S&P s'attende che il governo magiaro non effettui deviazioni dal programma imposto dal Fmi per il prestito assegnato, con Ue e Banca mondiale, da 20 miliardi di euro. L'agenzia attende brutte notizie anche per quanto riguarda il rapporto tra debito pubblico e Pil, che dovrebbe crescere all'83 per cento nel 2010, rispetto al 73 per cento del 2008. S&P attedne ancora di capire quali misure strutturali verranno prese per riformare l'ampio settore pubblico e "l'ancora relativamente generoso sistema sociale", che "soffocano" le performance del settore privato. Il peggioramento dell'andamento economico dovrebbe mettere ancor più sotto pressione il settore finanziario, con un aumento del rischio che si sviluppino passività, nonostante il fatto che il sistema sia relativamente solvibile. S&P prevede un aumento delle sofferenze bancarie, spinte verso l'alto dall'indebolimento dell'economia e dal deprezzamento del fiorino, tenendo anche presente che un terzo del credito in Ungheria è denominato in valuta estera. "L'outlook negativo riflette gli accresciuti rischi di ribasso dei rating", ha detto ancora Stukenbrock. "Un ulteriore deterioramento della previsione economica e fiscale dell'Ungheria - ha chiarito -, segno di problemi di liquidità o di solvibilità nel settore finanziario, o un periodo di prolungata paralisi politica potrebbero portare a un ulteriore abbassamento del rating".
index.asp
 
Slovenia

Slovenia/ Moody's modifica outlook su bond rating a stabile


Roma, 31 mar. (Apcom-Nuova Europa) - L'agenzia di rating internazionale Moody's ha rivisto l'outlook sul bond rating della Slovenia da positivo a stabile alla luce della crisi economica internazionale e degli effetti sulla situazione slovena, si apprende dalla nota ufficiale. "In circostanze di questo genere le probabilità che Moody's aumenti il rating di credito della Slovenia nei prossimi 12-18 mesi sono diminuite - ha spiegato Jonathan Schiffer, vicepresidente della sezione Crediti dell'agenzia - Il sistema delle piccole banche sta affrontando la crisi abbastanza bene". La crisi, però, è peggiorata a livello mondiale e il mercato sloveno ne è stato colpito, sottolinea Moody's, con un rallentamento dell'economia e delle esportazioni. "Nello stesso tempo il governo sta agendo rapidamente con l'imposizione di garanzie illimitate sui depositi bancari, con le garanzie sui nuovi debiti da parte delle istituzioni finanziarie e con lo stanziamento dei fondi di bilancio necessario per ricapitalizzare le banche e acquistare asset", conclude Schiffer.
index.asp
 
Baltici

Estonia/ Economia 2009 si contrarrà del 12%. Inflazione allo 0,7%


Previsioni 'nere' della Banca SEB anche per Lituania e Lettonia
Roma, 2 apr. (Apcom-Nuova Europa) - L'economia estone nel 2009 si contrarrà del 12%, mentre l'inflazione a fine anno si attesterà allo 0,7%. Queste le previsioni che emergono dal rapporto dello centro di ricerca della Skandinaviska Enskilda Banken (SEB). "La crisi globale si è ulteriormente aggravata negli ultimi due mesi. È lecito aspettarsi un profondo peggioramento dell'economia in Estonia", ha detto Ruta Eier, macro analyst della SEB, sottolineando come la domanda interna al Paese baltico è diminuita e i tagli imposti dal governo rischiano di aumentare la recessione. La SEB prevede un crollo del Pil anche per la Lettonia e la Lituania, rispettivamente con un -12 e -9%. Il livello dei disoccupati in Estonia dovrebbe poi salire a fine anno al 12%, in Lettonia al 15 mentre in Lituania all'11%.
index.asp
 
Baltici

Crisi/ Fitch abbassa 'rating' di Estonia, Lettonia e Lituania
L'outlook resta "negativo"


Roma, 8 apr. (Apcom-Nuova Europa) - L'agenzia internazionale di valutazione finanziaria Fitch ha annunciato oggi d'aver abbassato i rating sul debito sovrano di lungo termine in valuta locale ed estera e quello a breve termine di Estonia, Lettonia e Lituania. I rating a lungo termine in valuta estera sono ora rispettivamente 'BBB+' per l'Estonia, 'BB-' per la Lettonia e 'BBB' per la Lituania. L'outlook resta "negativo", il che fa presumere che possano essere in vista ulteriori tagli del rating. Il "downgrade" dei rating della Lettonia "riflette il deterioramento delle prospettive per l'economia lettone", si legge nel comunicato, e il rischio elevato di fallimento delle politiche connesse all'utilizzo del prestito da 7,5 miliardi di euro accordato dal Fondo monetario internazionale, dall'Unione europea e da altre istituzioni internazionali a dicembre 2008. Il taglio del rating di Estonia e Lituania è legato principalmente alle prospettive economiche negative, che "accresceranno la pressione sulla cornice di politica macroeconomica".
index.asp
 
Il commento alla rating action da parte di Fitch... per le economie baltiche il 2009 sarà un anno durissimo... tutte rivistte al rialzo le stime sulla contrazione del PIL rispetto a quelle avanzate dall'agenzia a dicembre 2008.

Fitch Downgrades Estonia, Latvia and Lithuania; Outlooks Remain Negative

08 Apr 2009 10:21 AM (EDT)

Fitch Ratings-London-08 April 2009: Fitch Ratings has today downgraded the Long-term foreign and local currency Issuer Default ratings (IDRs) and the Short-term foreign currency IDRs of Estonia, Latvia and Lithuania by one notch. The Long-term foreign currency IDRs are now 'BBB+', 'BB+' and 'BBB' respectively.

The downgrade of Latvia's ratings reflects the deterioration in the prospects for the Latvian economy and elevated risk of policy slippage since the agreement of the EUR7.5bn loan package with the IMF, EU and other international lenders in December 2008.

The downgrade of Estonia's and Lithuania's ratings reflects the deterioration in economic prospects which will increase pressure on their macroeconomic policy frameworks. It also reflects their vulnerability to negative developments in Latvia, where risks have increased, through three channels: trade, common ownership of the banking system and resident confidence in local currencies and the banking system.

While the devaluation of the Latvian LVL is not Fitch's base case, such an event would increase pressure on the Lithuanian LTL and the Estonian EEK.

Fitch has also downgraded Estonia and Lithuania's Country Ceilings by one notch and Latvia's Country Ceiling by two notches. The Outlooks on the Long-term ratings remain Negative. A full list of ratings follows at the end of this announcement.

Fitch is forecasting that the Latvian economy will contract by 12% in 2009, making it much harder for the government to implement its target budget deficit of 4.7% of GDP, which it passed on the assumption of a 5% contraction. On unchanged policies, Fitch estimates that the budget deficit could rise to 10% of GDP in 2009.

Austerity measures implemented following the agreement with the IMF, EU and other international lenders in December 2008 contributed to a public backlash culminating in demonstrations in Riga in mid-January 2009 which led to the collapse of the four-party coalition government led by Prime Minister Ivars Godmanis in February. A new five-party coalition government led by former opposition party "New Era" took office in March 2009, but is only planning to submit draft budget amendments to parliament by late May.

This lack of progress in revising the budget has led to the IMF delaying the disbursement of the EUR200m tranche of funds which was scheduled for payment in Q109. Fitch is concerned that the risk to policy implementation has risen, which could lead to delays in the disbursement of the EUR1.7bn Latvia is scheduled to receive from international lenders in Q209.

Whilst still not Fitch's base case scenario, the risk of devaluation in Latvia has risen as the implementation of the IMF programme has come under pressure. Devaluation would be severely negative given the high level of external debt (128% of GDP at end-2008) and the high proportion of foreign currency bank loans. Nevertheless, retaining the peg to the euro requires substantial falls in nominal wages to restore competitiveness, particularly as the flexible currencies of some non-Baltic neighbouring countries have depreciated, while the global recession is hitting exports, making macroeconomic re-balancing more difficult.

Fitch has downgraded Latvia's Country Ceiling by two notches to 'BBB'. The Country Ceiling is now two notches above the foreign currency IDR. The narrowing of the differential reflects a slightly larger increase in the risk of external financial pressures that could prompt sovereign actions to restrict private capital flows.

Given the deterioration in economic prospects in Estonia and Lithuania, it will be harder for their governments to implement their adopted budget deficit targets of 2.9% of GDP and 2.1% of GDP respectively. Both countries are keen to keep their budget deficits below 3% of GDP to ensure compliance with the Maastricht criteria on public finances so they can adopt the euro as soon as possible.

Fitch is now forecasting that the Lithuanian economy will contract by 10% in 2009, compared to its forecast of a 5% contraction in December 2008, when it downgraded Lithuania's foreign currency IDR to 'BBB+'.

Following the implementation of measures to cut expenditure and raise revenues as pledged in December 2008, the Conservative-led government agreed earlier in April to cut budget expenditure by a further 3.5% of GDP and will submit proposals to revise the budget to parliament in April, with further expenditure cuts possible in June. However, Fitch notes that the implementation of austerity measures in December 2008 led to public protests against the government and the risk of a public backlash against further budget cuts may constrain the government's room for manoeuvre.

The Estonian economy contracted by 3.6% in 2008 (and 17.2% in Q408 on a quarter-on-quarter annualised basis) and Fitch is forecasting that it will contract by 10% in 2009.

The general government budget deficit was 3% of GDP in 2008, although a supplementary budget passed in early 2008 revised the budget target to balance from a 1% of GDP surplus. The government passed the 2009 budget with a target deficit of 1.7% of GDP but subsequently widened the target to 2.9% of GDP with a supplementary budget in February 2009 which made expenditure cuts of around 3.5% of GDP.

However, with the economic downturn now more severe than expected, and revenues falling below-target, the government is set to propose new expenditure-cutting measures by the end of April 2009.

Fitch believes that further measures to improve the budgetary position will be difficult to implement and the budget deficit may well rise above the targeted 2.9% of GDP. Fitch notes that the Estonian government's general government fiscal reserves of 9% of GDP at end-2008 mean it has the flexibility of financing at least part of its budget deficit. Its low general government debt level of 4.8% of GDP at end-2008 is a support to the rating.

Fitch notes that imbalances in all three Baltic countries are being unwound. Current account deficits in Q408 narrowed to 5.5% of GDP in Estonia, 3.8% of GDP in Lithuania and 8.3% of GDP in Latvia and Fitch is forecasting current account deficits in the low single-digits for all three countries in 2009.

Inflation rates are also declining with year-on-year inflation falling to 2.0% in Estonia in March 2009, and 8.5% in Lithuania and 9.4% in Latvia in February 2009 (from respective peaks of 11.6%, 12.7% and 17.7% during 2008). Nevertheless, this rebalancing is taking a toll on the real economy through falling property prices, deteriorating bank asset quality and rising unemployment and will increase political pressure on governments as they seek to impose fiscal austerity measures.

Furthermore, all three Baltic countries' near-term external financing requirements remain high: Fitch estimates that short-term debt at end-2008 and medium and long-term amortisation for 2009 (albeit much of this is to foreign parent banks) is USD16.7bn in Latvia, compared to international reserves of USD5.3bn at end-2008; USD15.5bn in Estonia, compared to reserves of USD3.9bn and USD13.5bn in Lithuania compared to reserves of USD6.4bn.

Estonia:
Long-term foreign currency IDR: downgraded to 'BBB+' from 'A-' (A minus). Outlook Negative
Long-term local currency IDR: downgraded to 'A-' (A minus) from 'A'. Outlook Negative
Short-term foreign currency IDR downgraded to 'F2' from 'F1'
Country Ceiling: downgraded to 'A+' from 'AA-' (AA minus)

Latvia:
Long-term foreign currency IDR: downgraded to 'BB+' from 'BBB-' (BBB minus). Outlook Negative
Long-term local currency IDR: downgraded to 'BBB-' (BBB minus) from 'BBB'. Outlook Negative
Short-term foreign currency IDR: downgraded to 'B' from 'F3'
Country Ceiling: downgraded to 'BBB' from 'A-' (A minus)

Lithuania:
Long-term foreign currency IDR: downgraded to 'BBB' from 'BBB+'. Outlook Negative
Long-term local currency IDR: downgraded to 'BBB+' from 'A-' (A minus). Outlook Negative
Short-term foreign currency IDR: downgraded to 'F3' from 'F2'.
Country Ceiling: downgraded to 'A' from 'A+'
 
Ultima modifica:
Polonia

Dall'Fmi 20,5 miliardi a Varsavia

Il Governo polacco riceverà dal Fondo monetario internazionale una linea di credito per 20,5 miliardi di dollari per far fronte alla crisi economica. Non è il classico standby agreement, ma un prestito preventivo, precautionary, un nuovo schema più flessibile ( con meno condizioni poste ai Paesi e ideato dal nuovo dipartimento anticrisi all'Fmi) per affrontare problemi di liquidità dovuti alla recessione internazionale. In sostanza i Paesi che sono in buone condizioni macro, ma subiscono i riflessi negativi globali, possono accedere a questa linea di credito più snella. I mercati internazionali dei capitali oggi scontano una propensione al rischio eccessivo per i Paesi emergenti e proprio questa linea voluta dal direttore del Fondo, Dominique Strauss-Kahn, mira a risolvere le inefficienze del mercato. A causa dei disavanzi delle partite correnti l'Est fa la parte del leone: fino a oggi sono stati accordati dall'Fmi 97,1 miliardi di dollari all'Europa centro-orientale (Romania, Lettonia, Ungheria, Bielorussia, Serbia, Ucraina e Polonia). Ma hanno già bussano alle porte del Fondo anche Bulgaria, Croazia, Estonia, Lituania, Bosnia (1 miliardo) e Turchia (40 miliardi). Fuori dall'Europa orientale si sono rivolti al Fondo con successo solo la derelitta Islanda, il Pakistan, l'Armenia e il Messico (rispettivamente con 2,1; 7,6; 0,5 e 47 miliardi). In Polonia, il ministro delle Finanze, Jacek Rostowski, ha cercato di minimizzare affermando che la linea di credito non deve essere considerata come «un fondo di emergenza» ma bensì una «riserva extra» di liquidità messa a disposizione della Banca centrale polacca, aggiungendo che renderà la «Polonia immune ai virus della crisi e dalla speculazione». Il direttore generale dell'Fmi, Dominique Strauss-Kahn, ha spiegato che la Polonia ha chiesto una linea di credito per un solo anno e si è detto «soddisfatto che Varsavia abbia accettato di usare questo nuovo strumento che servirà a ridare fiducia all'economia internazionale». La Polonia è il secondo paese dopo il Messico a ricevere dall'Fmi questa linea di credito, uno strumento creato per permettere ai Paesi che gestiscono meglio le proprie economie di avere un più facile accesso al credito. Varsavia ne aveva bisogno? Sì perché a vent'anni dalla caduta del comunismo è un Paese spaccato a metà sull'ingresso nell'euro. In questa situazione di incertezza il cambio ha perso terreno facendo esplodere, dopo i mutui in franchi svizzeri, una bolla speculativa, quella dei currency option, derivati tossici sul rischiovaluta che hanno messo in ginocchio gli esportatori locali.
Vittorio Da Rold
Tratto dal Sole 24 ore-15 aprile 2009
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto