Parmalat (PLT) Parmalat (a) III cosa sarà da grande ? (3 lettori)

salcatal

Come i Panda
Altro aspetto positivo della apertura di un fascicolo a Milano è che a questo punto spero che cessino tante inopportune e fastidiose dichiarazioni a spiovere su Parmalat.

Il silenzio è il miglior viatico verso i 3.:):)
 

dariomilano

novellino
cmq ho una chicca per voi:
se riusciamo a capire come guadagnarci sopra vi ringrazio ma può essere utile a tutti!!!
guardate l'ultimo rally dell'argento e quanto di seguito vado a postare!!
io ho pensato a jpmorgan e l'intenzione sarebbe quella di shortarla però volevo il vostro parere, anche di curfr@ nel caso percepisse in anticipo il sentiment sul titolo (ammesso che sia quello l'asset/titolo a cui si riferisce l'articolo)


Dear Dario,

I doubt you will see this chart in the mainstream media
any time soon... if EVER.

Download


This is a chart of the US monetary base. In simple terms,
it charts how much money the Fed has pumped into the
system... a visual of the Fed hitting the PANIC button.

You'll note that during the Financial Crisis the Fed didn't
do much until the autumn of 2008 when it pumped nearly
$1 trillion into the system.

You'll also note that there's only one other time when the
monetary base went absolutely vertical: TODAY.

Indeed, the Fed has pumped nearly $500 billion into the
system since the start of 2011. Don't even try to tell me
this is QE 2. If it was then the monetay base should have
spiked in late 2010, NOT in 2011.

No, this is the Fed FREAKING OUT about the financial
system again. And it's a freak out on par with 2008.

If you think that all is well "behind the scenes" you're in for
a rude surprise. Something BIG is going down and it's NOT
good.

And rest assured, by the time the mainstream media announces
what it is, it will already be in full swing.

If you want to prepare for it... and even make some money in
the process...
 

starman45

non affrettare il viaggio
insomma :D:D non proprio come al solito: ha fatto un escursione da -7 a +0,36 in giornata!!!

non so che danieli hai seguito oggi hihi perchè ha testato a 20,2 circa e ha chiuso a 21,69:D

Danieli (DAN:D): come ieri :eek:, solo che ieri, appunto, si sono portati a spasso i trader su bassi TF;
Parmalat: close sopra S, dunque siamo ancora in uptrend.
Ciao e buon WE
 

salcatal

Come i Panda
Richiesta appena inoltrata alla CONSOB

Napoli, 23 marzo 2011
CONSOB - Via Broletto, 7 - 20121 Milano
Fax: 02 89010696

Oggetto: obbligo di OPA in capo a BSA SA GROUPE LACTALIS SA (Lactalis per brevità) su azioni Parmalat


Il sottoscritto xxxx


PREMESSO


a) Che detiene azioni della Società Parmalat SpA quotata alla Borsa di Milano;

b) Che la Società in oggetto comunicava, in data 21 marzo 2011, di avere raggiunto il 13,7% di Parmalat, specificando di possedere direttamente l’8,6% e di controllare indirettamente il 5,1% circa, grazie ad un contratto di equity swap che ha ad oggetto una partecipazione fino al 7% di Parmalat, e pertanto una quota potenziale del 15,6%

c) Che il giorno 22 marzo 2011 la Lactalis comunicava di avere acquisito da altri azionisti quote pari al 15,3% di Parmalat, per un totale di 30,9%;

d) Che dal prospetto delle partecipazioni rilevanti in data 22/3/2011 la Società in oggetto risulta possedere solo il 7,278%, il che lascia intendere che la stessa avrebbe ceduto, medio tempore, ma in epoca imprecisata, una partecipazione pari all’1,322% circa;

e) Che dalla tempistica delle operazioni emerge la possibilità che la Società in oggetto abbia, in qualche momento, superato la soglia rilevante a norma del combinato disposto degli artt. 105 e 106 TUF;

Tanto premesso

Lo scrivente chiede a Codesta Spett.le Commissione di svolgere gli accertamenti ritenuti necessari al fine di valutare la consecutio delle operazioni di acquisto/vendita al fine di accertare se, in qualche momento, sia stato superato il limite del 30%, limite oltre il quale maturerebbero in capo allo scrivente, nei confronti della LACTALIS, i diritti previsti dall’ordinamento vigente.


Con osservanza



Dott. xxxx
 
Ultima modifica:

zoccoloduroPa

Forumer attivo
Roma, 25 mar. - Granarolo vuole essere "il braccio industriale" di una cordata italiana con Ferrero e le banche per tenere Parmalat in Italia. E' il vicepresidente Danio Federici a spiegare all'Adnkronos la posizione della societa' bolognese nella partita per il controllo del gruppo di Collecchio. "Stiamo partecipando agli incontri, alle discussioni e alle ipotesi. Facciamo la nostra parte. Bisogna avere pazienza e molta capacita' di creare delle relazioni, usando anche la fantasia. Ci sono scenari diversi, speriamo in una soluzione sensata", dice, evidenziando: "siamo disponibili a entrare in cordata come braccio industriale". Federici pone infatti l'accento sulla possibilita' concreta di "creare sinergie, perche' facendo lo stesso lavoro le sinergie si trovano". Ancora, prosegue, "ci candidiamo ad essere la ditta piu' vicina a Parmalat per affinita' di lavoro e di mercato. Possiamo esaltare i vantaggi di queste sinergie". Anche per questo, il vicepresidente di Granarolo chiarisce che non sembra percorribile l'ipotesi di una alleanza con Lactalis: "o loro o noi, non ho nulla contro i francesi ma loro fanno lo stesso mestiere nostro e a forza di dividere si perdono le sinergie". Quanto ai tempi, Federici auspica siano brevi. "Credo e spero che la vicenda non si trascini per i due mesi che ci hanno concesso. Speriamo a breve si arrivi a una soluzione sostenibile". Ma avverte: "non dobbiamo strappare la Parmalat ai francesi e poi fare disastri. L'italianita' e' un valore ma e' un valore anche tenere in Italia un'azienda che produce valore". Sul piano delle risorse, poi, "e' chiaro che ora bisogna ragionare con numeri diversi". Per questo, secondo Federici, dopo le mosse francesi, l'alternativa passa per "una cordata con banche, Ferrero, che ha logiche internazionali, e Granarolo, che ha logiche piu' locali".

Roma, 25 mar - Mackenzie Financial Corporation e Skagen AS hanno venduto tutte le azioni Parmalat detenute, rispettivamente pari al 7,569% e al 5,017%.
Societe Generale, invece, ha aumentato la quota al 7,5% dal 5,081%, Credit Agricole è entrata in possesso del 7,518% e B.S.A. è salita al 13,969% per diretta ed indiretta proprietà, con il 7,597% tramite il Groupe Lactalis SA. Lo si legge nelle comunicazioni societarie alla Consob.
B.S.A. SA ha specificato che per quanto riguarda il contratto di equity swap, stipulato in data 10 marzo 2011 e reso noto in data 18 marzo 2011, la controparte Societe Generale ha completato la provvista in data 21 marzo 2011 per una percentuale pari al 5,081%. Il dichiarante ha poi aggiunto di aver stipulato, in data 22 marzo 2011, due ulteriori contratti di equity swap, uno con Societe Generale avente ad oggetto il diritto di acquistare direttamente fino ad un massimo di n. 42.035.724 azioni Parmalat pari al 2.419% del capitale, e l'altro con Credit Agricole Corporate and Investment Bank SA avente ad oggetto il diritto di acquistare direttamente fino ad un massimo di n. 130.344.000 azioni parmalat pari al 7,5%. Entrambi i contratti prevedono un meccanismo di physical settlement previsto per il 2 aprile 2012 con possibilità da parte del dichiarante di richiedere, anticipatamente rispetto alla data di scadenza, la consegna di tutte o parte delle azioni ordinarie Parmalat sottostanti i contratti di equity swap, che saranno comunque trasferite alla data di scadenza. In forza di tali contratti la B.S.A. SA detiene una partecipazione potenziale in acquisto pari al 15% del capitale Parmalat.
 

zoccoloduroPa

Forumer attivo
I Francesi hanno in mano il 45% di azioni Parmalat.
Se oggi pom. non saltava fuori l'apertura del fascicolo da parte della procura, nel week kend sicuramente avrebbero lanciato l'OPA, adesso aspetteranno come si muovera' la procura.
Non credo alla cordata Italiana di mangia franchi
 
giusto per condividere un po' di humor in pausa pranzo.. :D:D:D

Vecchia, ma sempre efficace:
Un pastore stava pascolando il suo gregge di pecore, in un pascolo decisamente lontano e isolato quando all'improvviso vede avvicinarsi una BMW nuova fiammante che avanza lasciandosi dietro una nuvola di polvere.
Il guidatore, un giovane in un elegante abito di Versace, scarpe Gucci, occhiali Ray Ban e cravatta Yves Saint Laurent rallenta, si sporge dal finestrino dell'auto e dice al pastore: "Se ti dico esattamente quante pecore hai nel tuo gregge, me ne regali una ? "
Il pastore guarda l'uomo, evidentemente uno yuppie, poi si volta verso il suo gregge e risponde con calma:

"Certo, perche no?"
A questo punto lo yuppie posteggia l'auto, tira fuori il suo computer portatile della Apple e lo collega al suo iPhone.
Attiva il GPS, si collega a internet, naviga in una pagina della NASA, invia i dati di localizzazione a un satellite che scansiona l'area e ne fa una foto in risoluzione ultradefinita.
Apre quindi Photoshop ed esporta l'immagine spedendola a 
un laboratorio di Amburgoche dopo pochi secondi gli spedisce un e-mail confermando che l'immagine e stata elaborata e i dati sono stati completamente memorizzati.
Dopo pochi minuti riceve una risposta e alla fine stampa una relazione completa di 150 pagine, a colori, sulla sua nuovissima stampante HP LaserJet iper-tecnologica e miniaturizzata, e rivolgendosi al pastore esclama:

"Tu possiedi esattamente 1586 pecore".
"Esatto. Beh,prenditi la tua pecora." dice il pastore.
Il giovane sceglie un animale e lo mette nel baule dell'auto.
Allora il pastore fa: "Ehi, se indovino che mestiere fai, mi restituisci la pecora?".
Lo yuppie ci pensa su un attimo e dice: "Okay, perche no?"
"Sei un consulente." dice il pastore.
"Caspita, è vero..... - dice il giovane - come hai fatto a indovinare?"
"Beh, Ë ovvio: sei comparso senza che nessuno ti cercasse, vuoi essere pagato per una risposta che io già conosco a una domanda che nessuno ti ha fatto e non capisci nulla del mio lavoro. E adesso ridammi il cane!"


Troppo forte :)
 

salcatal

Come i Panda
Barricate inutili e veri interessi

di Luigi Zingales
Mentre l'America assiste impassibile all'acquisto del simbolo del capitalismo, la Borsa di New York, da parte dei tedeschi di Deutsche Börse, l'Italia erige le barricate per difendere l'italianità di Parmalat dagli attacchi della francese Lactalis. Ma il governo è così impegnato a proteggere la proprietà italiana delle imprese nazionali che non si accorge di un ben più pericoloso takeover francese: quello della Libia. Approfittando delle difficoltà politiche e finanziarie dei governi Usa e inglese, la Francia si è erta a difesa degli interessi del popolo libico. Peccato che durante i massacri del Darfur i francesi non mossero un dito. E quando la maggioranza hutu sterminò la minoranza tutsi in Ruanda, i francesi fiancheggiarono gli aguzzini.
Non si tratta di spirito umanitario, dunque, ma di spirito commerciale. Con 43 miliardi di dollari di petrolio esportati ogni anno e 24,5 miliardi d'importazioni, la Libia è un partner commerciale che fa gola. Con quest'intervento il governo francese vuole accaparrarsi la fetta più grossa dell'interscambio con la Libia, a spese dell'Italia, oggi dominante. Vi immaginate cosa succederebbe se l'Italia guidasse un'ipotetica forza di pace in Ciad o in Costa d'Avorio, ex colonie francesi? Perché allora dobbiamo cedere la leadership dei rapporti con Tripoli alla Francia? Se non è strategica la Libia, perché dovrebbe esserlo Parmalat?
Perché il Governo finge di assumere il ruolo di difensore dell'interesse nazionale in campo societario quando non è in grado di difenderlo in politica estera? A chi giova questo nazionalismo economico? Non certo al paese. Quando la Ford voleva comprare l'Alfa Romeo, si preferì svenderla alla Fiat. Ci persero i contribuenti, i consumatori e gli operai dell'Alfa. A guadagnarci non fu neppure la Fiat. Il regalo ritardò solo la crisi. Lo stesso vale per l'Alitalia. Invece che venderla ai francesi di Air France, si è preferito svenderla a una cordata italiana, con grave danno di contribuenti, clienti e dipendenti. Non è difficile prevedere che Air France finirà per comprarla a un prezzo più basso.

Il nazionalismo, dunque, è solo un pretesto. Da un lato, il Governo lo usa per proteggere il suo diritto a intervenire nelle scelte societarie, diritto che non avrebbe in caso di proprietà straniera. Dall'altro, l'establishment industriale e finanziario lo usa per difendere le sue posizioni, posizioni sempre più a rischio in un mondo globalizzato. Ma questo "splendido isolamento" culturale è una camera a gas per i giovani. Secondo un'indagine recente, oltre il 60% dei manager italiani non si trova bene in Italia e sarebbe disposto a fare subito le valigie.
Non è un caso che molti tra i migliori manager italiani lavorino all'estero: da Diego Piacentini, vicepresidente di Amazon, a Guerrino De Luca, ex amministratore delegato di Logitech; da Vittorio Colao, amministratore delegato di Vodafone, a Toni Belloni, numero due di Lvmh, solo per citare alcuni esempi.

Il nostro sistema nazional-popolare non premia la competenza ma la fedeltà. Per questo si sente il bisogno di barricarsi contro lo straniero, perché queste scelte di fedeltà, fatte in circoli chiusi invece che sul mercato, rendono le nostre imprese deboli. L'isolamento serve a preservare il potere di chi non se lo merita.
Se questa è la scelta, ben vengano i francesi. Con tutti i loro difetti, hanno un rispetto per la professionalità e la competenza sconosciuto al nostro establishment.





Barricate inutili e veri interessi - Il Sole 24 ORE
 

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