Parmalat (PLT) Parmalat (a) III cosa sarà da grande ? (1 Viewer)

salcatal

Come i Panda
Leggendo i giornali pian piano, anche se in maniera non ancora chiara vedo che, diradate le varie nebbie, cominciano ad emergere le cose che ho sempre detto:

1) Sole 24 Ore sul rinvio dell'assemblea "Board da convocare a breve. Primi malumori fra i consiglieri"
(e ci mancherebbe con la patata bollente miliardaria che il Governo gli ha amabilmente messo in mano);

2) Sole 24 Ore articolo di Angelo Busani che pur affrontando in maniera completa ed accurata l'impatto della nuova norma di rinvio dell'assemblea, evita accuratamente di prendere posizione sulla legittimità di tale rinvio nel caso specifico di Parmalat.
(che è quello che il CdA ha già provveduto ad approvare il bilancio, mentre il maggior tempo per convocare l'assemblea è legato all'impossibilità di predisporre il bilancio nel termine utile per convocare l'assemblea entro 120 giorni dalla chiusura dell'esercizio);

3) Corriere della Sera articolo di Sideri che chiude così: "Ora sotto la lente c'è anche il complesso meccanismo degli equity swap con cui Lactalis è riuscita a restare sotto il 30%, soglia oltre la quale scatta l'obbligo dell'Opa"

Certo che siete proprio fortunati ad avere chi vi spiega le cose con qualche settimana di anticipo.:D:D:D
 

salcatal

Come i Panda
interpretazione molto interessante sulla guerra in Libia:



Il principale iniziatore del pagamento senza dollari né euro è il leader e guida della rivoluzione in Libia, il colonnello Muammar Gheddafi, il quale ha fatto appello al mondo arabo ed africano per adottare una valuta unica – il dinaro d’oro.

Su questa base finanziaria, il colonnello Gheddafi ha proposto di creare uno stato africano unico con popolazione araba e nero-africana che conti 200 milioni di persone.

L’idea di creare una singola valuta d’oro ed unire i paesi dell’Africa in un potente sistema federale è stata sostenuta attivamente nel corso dell’ultimo anno da una serie di stati arabi e da quasi tutti gli stati africani. Il Sud Africa e la Lega Araba, infestati dalla democrazia, si sono opposti all’idea.

Gli USA e l’UE hanno reagito in maniera molto negativa ad una tale iniziativa. Secondo il “presidente” francese sionista Sarkozy “i libici hanno attaccato la sicurezza finanziaria del genere umano”. I continui appelli del leader della rivoluzione libica hanno prodotto alcuni risultati: Gheddafi ha fatto sempre più passi avanti con lo scopo di creare un’Africa Unita.

Sono stati inventati due falsi motivi per coprire la vera ragione dell’attuale crociata cristiano-sionista contro la Libia: uno ufficiale – “difendere i diritti umani, e l’altro ufficioso – il tentativo di rubare petrolio alla popolazione libica. Entrambi questi motivi non superano l’esame.

La verità è che il colonnello Muammar Gheddafi ha deciso di ripetere i tentativi del generale francese De Gaulle di abbandonare l’uso di quella carta straccia americana chiamata “dollari” e tornare all’oro, cioè sta cercando di attaccare il principale potere della moderna democrazia sionista parassita – il sistema bancario.

Ma dove le riesci a scovare queste stupidaggini ?

Sul sito "Da Mussolini a Che Guevara il motto è sempre quello: occhio al complotto giudo-plutaico-massonico-sionista"?:D:D
 

salcatal

Come i Panda
Per completezza di informazione devo aggiungere al post sopra che il Regolamente CONSOB va interpretato nel senso che la CONSOB con tale disposizione intende comprendere nel computo anche i c.d. derivati cash settled.

Cioè quei contratti che non prevedono nel sinallagma contrattuale originario la consegna fisica dei titoli, ma solo il regolamento in contanti della differenza.

Questo per evitare che con l'uso distorto di questi strumenti si possa aggirare di fatto la norma.

Si dà per scontato, a mio avviso, che invece i contratti c.d. physical settled debbano essere computati.


Anche perchè sarebbe assurdo opinare diversamente.

Infatti se non fosse così per assurdo io potrei vincolare, con questi contratti, anche il 100% delle azioni di una SpA e, quindi, fare il bello e cattivo tempo tanto in assemblea ordinaria quanto in quella straordinaria, possedendo effettivamente poco più del 13%, e senza essere obbligato a lanciare un'OPA.

E, cosa più grave, impedire a chiunque altro di acquistare i titoli sul mercato per contrastare, ad esempio, in assemblea straordinaria delibere di particolare rilievo.
 
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dariomilano

novellino
Ma dove le riesci a scovare queste stupidaggini ?

Sul sito "Da Mussolini a Che Guevara il motto è sempre quello: occhio al complotto giudo-plutaico-massonico-sionista"?:D:D

haha beh leggo tutti i punti di vista.. poi cerco di farmi un'idea.

la certezza per ora è che tra petrolio, acqua e riserve di oro la Libia è un paese ricco
 

gazzella

Nuovo forumer
Cosa farà lunedì mattina è, penso, impossibile da prevedere.

Io ti posso dire quello che farò in assenza di notizie nuove, ovvero di notizie sostanzialmente ininfluenti quali quella dell'indagine aperta dalla Procura.

Se scende in maniera sostanziale (almeno 2%)compro, se sale ne vendo un pò aspettando qualche altra falsa news come quella di venerdì per riacquistare.

Come distinguere le news vere da quelle false?

Impossibile dirlo in anticipo.

Se hai letto sopra la peggiore notizia possibile sarebbe quella di un accordo in base al quale Lactalis trasferisce le sue quote alla eventuale newco Ferrero/Intesa-
Thanks. Buona domenica :up::up:
 

salcatal

Come i Panda
Perchè la borsa italiana fa pena.

Spulciando in giro fra i forum capita spesso di leggere persone, per lo più incastrate su titoli italiani, che, presumo in buona fede, lamentano la incredibile sottovalutazione del loro titolo con un un forte ardore.

Ardore che andrebbe meglio indirizzato altrove.

Ma tant'è, amor che a nullo amato amor perdona.


Qual è l'argomentazione che puntualmente viene tirata in ballo?

I più sofisticati e preparati portano a sostegno della loro tesi i multipli di borsa mettendo a confronto, che so, i multipli dei peer statunitensi o europei con quelli della loro beneamata.

Quelli meno sofisticati, quelli che usano per lo più l'Analisi tecnica (ad es. Mister G:D sul thread UBI di là) continuano ad evidenziare l'enorme gap che si è aperto tra l'andamento degli indici stranieri (SP, DAX, ma anche CAC) e quello italiano, ritenendolo temporaneo e quindi, in quanto tale, presto o tardi destinato ad essere colmato.


Nulla di più errato, come nulla di più errato che mettere a confronto direttamente i multipli delle società estere con quelli delle società italiane.


Infatti, come abbiamo visto nella discussione sempre interessante con DarioMilano, il costo del capitale che deve essere utilizzato per attualizzare i futuri redditi, o meglio flussi di cassa, delle aziende italiane deve essere maggiore di quello utilizzato per attualizzare i redditi delle aziende tedesche, francesi o statunitensi.

Questo per le considerazioni già sviluppate.

Ma di quanto vanno maggiorati?

Io avevo indicato una strada.

Che era quella di sommare al WACC, disponibile per alcuni mercati, il differenziale del rendimento dei titoli di Stato.

In realtà le cose non stanno così. Va sommato un ulteriore valore %, dovuto a quello che possiamo definire lo specifico rischio paese relativo alle imprese.

Che rifletta mediamente, in ultima analisi, l'insieme delle condizioni che influiscono sull'andamento delle Società quotate.

Intendendo per questo il rischio dovuto all'incertezza delle regole, al fatto che i bilanci in realtà possano essere falsi a causa dell'inadeguatezza dei controlli o della tempestività ed efficacia degli stessi prima che la frittata sia fatta, fino ad arrivare a veri e propri casi di malversazione a danno delle società, fatte a volte in maniera tanto evidente quanto illegale, altre volte in maniera apparentemente legale, ma in realtà con il medesimo effetto, che è quello di trasferire ricchezza dalle tasche della Società alle proprie personali (come può essere il caso, nell'esempio più banale, di chiamare i pargoletti, neolaureati nella migliore ipotesi, in CdA ed attribuirgli compensi milionari o comunque gravemente sproporzionati rispetto al contributo che i pargoletti sono in grado di dare alla Società).

Perchè dico questo?

Perchè, ci possiamo scommettere, gli ultimi avvenimenti che hanno interessato Parmalat contribuiranno in maniera decisiva ad alzare questa %.

O qualcuno pensa che Skagen, tanto per fare un nome, continuerà tranquillamente a cercare imprese potenzialmente sottovalutate in Italia, come faceva prima?

Certo che continuerà a farlo, perchè è il suo mestiere.

Ma applicherà dei criteri più restrittivi, su questo possiamo scommetterci.


E come se questo non bastasse ecco che ci si mette anche il grande Prof. Onado a ricordarci e a ricordare che in Italia esistono i Masselli, i Landi e, finanche gli ex Presidenti della Corte Costituzionale.

Per non parlare dell'innominabile signore del Bunga Bunga, di cui all'allegato Pdf riguardante il caso Alitalia.


E così il costo dell'Equity si impenna manco avesse preso una dose di Viagra da elefante.:D:D:D:D:D


LA CONSOB E I FURBETTI DEL MERCATINO

di Marco Onado09.02.2011
La Borsa italiana è troppo piccola e va sistematicamente peggio delle altre: cresce meno quando i mercati salgono e scende di più quando le cose vanno male. La diagnosi del neo-presidente di Consob è condivisibile. Eppure, a partire dagli anni Novanta le riforme non sono mancate. Ma negli ultimi dieci anni l'elenco delle aziende quotate in cui sono stati individuati comportamenti illegali di ogni sorta è impressionante. E allora è forse utile ricordare che le autorità di mercato hanno innanzitutto un ruolo di vigilanza, in modo da dissuadere i furbetti del mercatino.
....................

Lavoce.info - ARTICOLI - Corporate Governance - LA CONSOB E I FURBETTI DEL MERCATINO
 

Allegati

  • dichiarazioni_alitalia.1206967136.pdf
    16,2 KB · Visite: 167
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dariomilano

novellino
dal sito di parmalat:

12 April 2011
Ordinary and Extraordinary Shareholders' Meeting (I call)


ps. metto un po' di tensione predormita :D
pps. Sal ormai perdo il conto dei ringraziamenti per i concetti e idee stimolanti che proponi.. mi sa che seguirò il tuo consiglio di non ringraziarti più :D tanto ormai sai che ti stimo e ti leggo con super interesse!!
 
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gianfri

Nuovo forumer
Buon latte a tutti,
Buonasera,
mie piccole considerazioni.
grazie a Sal anche per la sveglia consob e grazie ai fedelissimi del forum,
non faccio altri nomi perchè non vorrei dimenticare qualcuno.
Un plauso a ENRICO BONDI:
SEI GRANDE, perché nonostante tutto in questa Italia di pagliacci
sei riuscito a dispetto di molti a risanare la parmalat.
A quelli che dicono “poteva fare di più” io rispondo: ha già fatto miracoli,
visti i contesti in cui si trovava.
Si è sempre comportato da signore, non ama apparire, è riservato e si è
messo a LAVORARE per risanare una società.
Ci è riuscito, l’ha fatta diventare una public company (fino a poco tempo fa).
Ora tutti la vogliono, possibilmente “a gratis”, perché è attiva e con le casse piene.
Il signor Bondi, non si è vantato, pur avendone i meriti (altro che i nostri
politici (scusi sal, opininionisti). Sicuramente avrà fatto errori.
il criticato immobilismo per nuove grosse decisioni, visti gli attuali sviluppi
può anche essere valutato come mani legate.
Grazie Enrico Bondi, averne di persone così in Italia.
Quanto sopra mi sembra il minimo dovuto prima che i nostri opinionisti
(date a sal ciò che è suo), si prendano anche tutti i suoi meriti.
Bacchettate pure, più bacchettate più imparo. Grazie.
gianfri
 

zoccoloduroPa

Forumer attivo
Domani vedremo come reagira' il mercato, nessuna notizia in questo fine settimana, non credo che domani mattina il titolo venga sospeso in attesa di comunicato.
Io sono dentro bello carico di azioni:D dopo aver portato a casa il 30% di gain sono rientrato, se dovresse andar proprio male, ci rimetterei il gain, ma non credo che il titolo torni a 1,78.
 

zoccoloduroPa

Forumer attivo


27 marzo 2011 - 18:38

Parmalat, il passaggio del controllo dovrebbe avvenire con un'OpaDovrebbe essere un'Opa, un'offerta pubblica di acquisto, a determinare l'esito della vicenda Parmalat, la società lattiera guidata da Enrico Bondi, di cui la Lactalis detiene attualmente, in modo diretto e indiretto, il 29% del capitale.

Sia che il controllo azionario vada ai francesi, sia che finisca a una cordata italiana alla cui formazione sta lavorando in questi giorni Intesa Sanpaolo, una cosa è essenziale: che il passaggio di mano non sia un beneficio solo per pochi. Ancora prima e al di là della difesa dell'italianità della Parmalat, questo è l'aspetto più importante della questione.
I danneggiati del crack sono stati i risparmiatori, i 123mila piccoli investitori che aderirono al concordato speciale che permise la trasformazione dei crediti in azioni e la quotazione in Borsa nel 2005 della nuova Parmalat e con loro tutti i risparmiatori che non aderirono al concordato o che vendettero le obbligazioni di Collecchio quando erano già carta straccia, dopo l'insolvenza, a banche e hedge fund. Sono questi i soggetti da risarcire oggi, a distanza di otto anni dal dissesto. E l'unico modo per farlo è di imporre un'operazione di mercato. E' auspicabile da questo punto di vista che una cordata nazionale si aggreghi e annunci al più presto un'offerta al mercato e che il parlamento si sbrighi a emendare il decreto anti-scalate da poco varato, con un provvedimento che abbassi la soglia che fa scattare l'obbligo dell'Opa (attualmente del 30%). Su un provvedimento del genere è possibile una comunanza d'intenti tra maggioranza e opposizione.

Di fronte a un'Opa, a Lactalis non resterebbero che due possibilità: rilanciare o ritirarsi. In ogni caso i risparmitori beneficerebbero dell'aumento delle quotazioni della Parmalat. Dev'essere questo l'obiettivo prioritario del governo e non la mera difesa del cosidetto interesse nazionale, che non è altro che la somma di interessi particolari. La Lega è per esempio preoccupata che il passaggio di Parmalat ai francesi danneggi gli allevatori del Nord, che rappresentano un suo bacino elettorale, come dimostra la strenua difesa degli evasori delle quote latte da parte del Carroccio. Timori analoghi emergono dal mondo cattolico, storicamente molto attivo nel settore dell'agricoltura e della zootecnia.

Va bene dichiarare strategico l'agroalimentare. Meglio sarebbe stato pensarci qualche anno fa, quando fallì la Federconsorzi. O l'Iri presieduto da Romano Prodi privatizzò la ex Sme, cedendone a Sergio Cragnotti la Cirio-De Rica e a Unilever la Bertolli. O quando due grandi imprese private come Galbani e Buitoni presero la via dell'estero nell'indifferenza generale. O quando la ex Montedison cedette il colosso dello zucchero Eridania-Beghin Say e le attività negli olii e nella soia. Adesso, dopo un quarto di secolo, siamo ancora qui a parlare di interessi strategici nell'agroalimentare. La Parmalat deve restare in mani italiane? D'accordo. Purché ciò avvenga in modo equo e trasparente e a vantaggio di tutti gli azionisti della società. Grandi e piccoli.
 
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