codam
Forumer storico
da : [email protected] elianto
Vi invio per conoscenza la copia dell'esposto denuncia contro Parmalat Spa presentato oggi (mercoledi 6 febbaio) da un'azionista di Vecchia Parmalat (Parmalat Finanziaria spa) alla Procura della Repubblica di Milano.
Per effetto del decreto Marzano (convertito in legge 347/03) Parmalat Spa ha ereditato le cause di risarcimento promosse dal Commissario Straordinario di Parmalat Finanziaria in AS (Vecchia Parmalat) contro istituzioni (Banche, società di Revisione, ect.) ritenute responsabili dello stato di insolvenza del 2003. Alcuni di queste istituzioni hanno già raggiunto accordi transattivi e le somme ricavate sono attualmente nella disponibilità di Parmalat Spa. Società che appartiene, tra gli altri, anche a quelle stesse istituzioni che hanno ammesso indirettamente la responsabilità nei fatti del 2003 raggiungendo accordi transattivi per chiudere il contenzioso.Se i risarcimenti venissero distribuiti come dividendo agli azionisti, tornerebbero (in parte) nelle stesse tasche dei soggetti ritenuti responsabili dell'insolvenza. Mentre i reali truffati, cioè gli azionisti di minoranza di Vecchia Parmalat si vedrebbero di nuovo esclusi e beffati per l'ennesima volta. Sarebbe un grave torto anche per ex gli obbligazionisti che, sempre per effetto del Concordato, hanno avuto in concambio (in minima percentuale rispetto all'investimento) azioni della Nuova Parmalat: questi risparmiatori che hanno ancora le azioni si vedrebbero "risarciti" dal dividendo alla stessa stregua delle istituzioni che hanno pagato i risarcimenti (e anche loro azioniste di Nuova Parmalat). Peggio ancora per gli ex obbligazionisti che avevano venduto i bond prima della conversione e agli ex obbligazionisti che non sono pià azionisti: anche a loro toccherebbe...niente! E' di tutta evidenza che le somme raccolte come risarcimento non dovranno essere distribuite come dividendo agli attuali azionisti di Parmalat Spa, ma dovranno servire per risarcire i risparmiatori truffati.
L'azionista-risparmiatore chiede alla Procura anche di indagare per quale motivo il processo di ristrutturazione industriale e finanziaria del Gruppo Parmalat abbia proditoriamente tagliato fuori gli azionisti di minoranza di Parmalat Finanziaria, che nessuna responsabilità avevano dell'insolvenza della società, e se in queste e in altre circostanza citate nella denuncia ricorrano estremi di reato. Il denunciante ha chiesto tra l'altro all'Autorità Giudiziaria il sequestro cautelativo dei risarcimenti per un controvalore pari al danno sofferto dall'azzeramento del valore delle sue quote.
ESTRATTO DELL'ESPOSTO DENUNCIA PRESENTATO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI MILANO
Luogo (Omissis), data (omissis)
Spett. PROCURA DELLA REPUBBLICA presso il
TRIBUNALE DI MILANO
Via Freguglia 1
20122 MILANO
Oggetto: ESPOSTO DENUNCIA CONTRO LA SOCIETA’ PARMALAT SPA
Via Oreste Grassi 26, Collecchio (Parma) – Società per azioni
Quotata alla borsa valori di Milano
Io sottoscritto (omissis) nato a (omissis) residente a (omissis) in via (omissis), in qualità di azionista della società Parmalat Finanziaria Spa in AS, via Oreste Grassi 26 Collecchio (Parma) vorrei portare alla Vostra attenzione una serie di “anomalie” sorte in merito alla “Ristrutturazione economica e finanziaria” del Gruppo Parmalat che ha dichiarato lo stato di insolvenza nel dicembre 2003.
1.La legge 347/03 (decreto Marzano) ha dato la possibilità al commissario Governativo di trasformare tutti i debiti della Vecchia Parmalat in azioni di una nuova società quotata alla borsa di Milano dall’ottobre 2005 con l’identica denominazione: Parmalat. La legge 347/03 ha avuto il merito di salvare le attività industriali del Gruppo Parmalat (e i circa 4 mila posti di lavoro della capogruppo) ma ha generato una serie di “sospette” differenze di trattamento tra i creditori del Gruppo (fornitori risarciti fino anche al 300% del loro credito e detentori di obbligazioni che invece hanno avuto una contropartita in azioni molto inferiore all’importo dell’investimento iniziale) e soprattutto ha tagliato fuori gli azionisti di minoranza di Parmalat Finanziaria Spa che alcuna responsabilità hanno avuto nello stato di insolvenza.
2.Lo stesso “Ristrutturazione economica e finanziaria” si sarebbe potuta operare nei modi abituali, cioè ricapitalizzando la Vecchia Parmalat; invece si è scelto – per motivi che nessuno ha mai pubblicamente spiegato – di creare una società ex novo, denominata inizialmente Assuntore, e poi diventata Parmalat Spa (la Nuova Parmalat).
3. Lo scorso 16.01.2008 il Tribunale di Bologna ha rigettato l’opposizione al concordato di alcuni ex obbligazionisti per cui il Concordato Parmalat da quella data è omologato e valido. A partire da quella data (16.01.08) Parmalat Spa (la Nuova Parmalat) rileva legalmente ogni diritto e anche ogni onere maturato dalle Vecchie società del Gruppo Parmalat finite in amministrazione straordinaria. Tra i diritti sanciti dalla legge concordataria c’è la possibilità di promuovere azioni legali di risarcimento contro soggetti ed istituzioni ritenuti responsabili del default. A questo punto però la Nuova Parmalat si assume anche la responsabilità che società del gruppo Parmalat (compresa ovviamente Parmalat Finanziaria spa) hanno maturato nei confronti di soggetti danneggiati dal default, a cominciare dagli azionisti della società Parmalat Finanziaria spa.
4. Nel 2004 il commissario straordinario di Parmalat Finanziaria Spa in AS, dottor Enrico Bondi, ha promosso una serie di cause legali di risarcimento, in Italia e all’estero, contro soggetti e istituzioni ritenute responsabili dello stato di insolvenza del Gruppo Parmalat.
5. Il contenzioso, cioè le cause di risarcimento promosse da Parmalat Finanziaria Spa in AS, sono state trasferire a Parmalat Spa (la Nuova Parmalat, attualmente quotata in Borsa) secondo quanto stabilito dalla legge concordataria 347/03.
6. Dal 2004 al gennaio 2008 la società Parmalat Spa (Nuova Parmalat) ha raggiunto una serie di accordi transattivi con istituzioni ritenute responsabili del default. Gli importi esatti delle transazioni non mi sono noti. Fonti di stampa parlano di € 1,3 miliardi di euro. Questa somma dovrebbe essere attualmente nella disponibilità di Nuova Parmalat (la società quotata).
7. Le somme incassate come risarcimento dovrebbero servire per risarcire (lo dice la parola stessa..) i soggetti che hanno subìto danni nel default, a cominciare dagli azionisti di minoranza di Parmalat Finanziaria Spa che, in conseguenza dei fatti, hanno visto azzerato il valore dei rispettivi risparmi, in quanto le azioni stesse alla data odierna non sono negoziabili.
8. Pare invece che le somme raccolte come risarcimento siano in procinto di essere distribuite agli azionisti di Parmalat spa, società creata nel 2005 e che non ha subìto alcun danno dai soggetti ai quali il commissario straordinario dottor Enrico Bondi ha fatto causa in qualità di Commissario straordinario di Parmalat Finanziaria (la società di cui il sottoscritto è azionista) e con i quali ha poi raggiunto transazioni nella differente carica di Amministratore Delegato di Parmalat Spa. La Nuova società (Parmalat Spa) non ha gli stessi soci della Vecchia Parmalat (Parmalat Finanziaria spa) e gli attuali soci di Parmalat Spa, non avendo subito alcun danno, NON HANNO ALCUN DIRITTO AD ESSERE RISARCITI. E’ da notare specificamente che nell’azionariato di Nuova Parmalat figurano anche quegli stessi enti (Banche, società di revisione, ect.) che la Giustizia (in Italia e all’estero) sta chiamando a rispondere di ipotesi di reato gravissime (aggiotaggio, falso in bilancio, ect). La distribuzione dei risarcimenti come dividendo agli azionisti di Parmalat spa (Nuova Parmalat) farebbe finire la somma frutto delle transazioni ANCHE nelle mani di quegli stessi enti che sono in Giudizio e che – raggiungendo accordi transattivi – hanno indirettamente ammesso la propria responsabilità nei confronti della Parmalat Finanziaria Spa (la Vecchia Parmalat).
9. Se ciò avvenisse, sarebbe l’ennesima beffa per la rispettabilità e la credibilità del mercato finanziario, nonché per gli azionisti di minoranza di Parmalat Finanziaria Spa che si sono stati danneggiati già nel 2003 non solo dai soggetti e dalle istituzioni che sono o andranno in Giudizio per il default, ma anche da un decreto legge (347/03) che li ha incredibilmente esclusi – per motivi mai chiariti pubblicamente da nessuno, neanche dal Commissario straordinario Dott. Enrico Bondi – dal risanamento del Gruppo. Gli azionisti di minoranza di Parmalat Finanziaria spa sono stati “espopriati” del loro ruolo di proprietari di quote del gruppo, nonostante non avessero alcuna responsabilità nel default. Gli azionisti di minoranza di Parmalat Finanziaria spa hanno visto rinascere, due anni dopo, un’azienda che aveva lo stesso core business, la stessa sede, gli stessi cespiti industriali, lo stesso marchio. Ma loro, incredibilmente, non ne erano più proprietari. La società nata dalle ceneri del Gruppo Parmalat fattura circa 4 miliardi di euro l’anno e nel maggio 2007 ha perfino distribuito dividendo agli attuali azionisti. La Parmalat non è affatto “fallita”, ha soltanto cambiato proprietà. E i risparmiatori che avevano azioni della vecchia Parmalat sono stati completamente esclusi ed espropriati da una procedura - per certi versi - molto oscura. Basti pensare che la stessa persona, cioè il dottor Enrico Bondi, ha occupato tre ruoli diversi, in apparente fortissimo conflitto di interessi tra loro: nel dicembre 2003 il dottor Enrico Bondi era Amministratore Delegato di Parmalat Finanziaria spa, quindi “numero uno” del Gruppo al momento del default. (omissis)
Lo stesso dottor Enrico Bondi è stato poi nominato Commissario straordinario e dal 2005 è diventato Amministratore Delegato di Parmalat Spa (Nuova Parmalat), carica che ricopre attualmente.
10. Per stessa ammissione del Commissario straordinario dottor Enrico Bondi, alcuni istituti bancari attualmente in giudizio per reati gravissimi (aggiotaggio, bancarotta fraudolenta, ect.) avrebbero realizzato plusvalenze di varie centinaia di milioni di euro sfruttando a loro favore il meccanismo della conversione del debito (i vecchi bond sottoscritti in gran parte dai risparmiatori) in azioni della nuova società.
11. Il “risanamento” del Gruppo Parmalat ha quindi permesso a vari soggetti accusati di reati gravissimi di speculare prima del default, poi durante le settimane di crisi del dicembre 2003 (scaricando sui risparmiatori obbligazioni e titoli azionari nelle settimane precedenti il default) e soprattutto DOPO il default, cioè durante la fase di ristrutturazione, approfittando delle procedure previste dal decreto legge 347/03 (conversione del debito in azioni). Tutto questo mentre migliaia di azionisti di minoranza, in gran parte piccoli risparmiatori, hanno visto azzerato il loro risparmio senza che nessuno si preoccupasse – nel lungo volgere di quattro anni – di assicurare loro il risarcimento delle somme andate perdute, né di informarli sulle procedure seguite, né su alcun argomento inerente la situazione di Parmalat Finanziaria Spa.
12. In data 28.04.2007 tre azionisti di Parmalat Finanziaria, tra i quali il sottoscritto dottor (omissis), hanno presentato all’assemblea dei soci di Nuova Parmalat (la società attualmente quotata) un “Piano di fusione” (allegato #6) che proponeva un “merger” tra le due società (Vecchia e Nuova Parmalat) e la sottoscrizione da parte degli azionisti di minoranza di Vecchia Parmalat di un aumento di capitale con il pagamento di un euro (€ 1,00) per ogni azione vecchia contro un’azione della Nuova società. Questa fusione avrebbe permesso agli azionisti della Vecchia società di rientrare nel capitale della Nuova Parmalat (a pagamento!) ottenendo un parziale risarcimento del danno subìto. Per i nuovi azionisti questo “Piano di fusione” avrebbe comportato immediati vantaggi economici (incasso dell’aumento di capitale) e soprattutto avrebbe permesso alla Nuova Parmalat di evitare richieste di risarcimento da parte degli azionisti della Vecchia Parmalat. E’ da notare che Nuova Parmalat è attualmente in giudizio presso il tribunale di New York (class action) e il giudice Lewis Kaplan, con sentenza del 28.6.2007, ha dichiarato la piena responsabilità di Nuova Parmalat (la società quotata) nei confronti dei risparmiatori azionisti (e di altri soggetti) danneggiati dal default. Alla data odierna Nuova Parmalat corre il forte rischio di dover pagare un risarcimento di diversi miliardi di dollari alla class action costituitasi negli Stati Uniti. La fusione azionaria tra Vecchia e Nuova Parmalat probabilmente avrebbe evitato questo rischio. La Nuova Parmalat però non ha dato alcun seguito alla proposta di fusione, che pure conveniva a tutti, e in particolare modo a Nuova Parmalat stessa. Perche?
13. (omissis)
14. In conseguenza di fatti sopraesposti chiedo alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano di ordinare alla società Parmalat Spa, via Oreste Grassi 26, Collecchio (Parma) la liquidazione a favore del sottoscritto (omissis) della somma di € (omissi) pari al prezzo di acquisto delle azioni Parmalat Finanziaria, adesso assorbita da Parmalat Spa. A seguito della liquidazione di questa somma io sottoscritto (omissis) mi impegno a restituire alla Parmalat Spa tutte le azioni di Parmalat Finanziaria spa attualmente in mio possesso. In subordine chiedo a codesta spettabile Procura della Repubblica di procedere al sequestro cautelativo a favore del sottoscritto (omissis) della somma di € (omissis) pari al danno da me personalmente sofferto per l’investimento in azioni della Parmalat Finanziaria Spa, adesso assorbita da Parmalat Spa. Riservandomi, in ogni caso, il diritto di chiedere successivamente alla stessa Società Parmalat eventuale risarcimento per danno morale ed interessi. Chiedo anche a codesta spettabile Procura di indagare se l’esclusione degli azionisti di minoranza di Parmalat Finanziaria Spa dal processo di ristrutturazione del Gruppo Parmalat sia avvenuta deliberatamente, e se questo eventuale fatto rappresenti qualsiasi profilo di reato.
15. Mi tengo a vostra totale disponibilità per fornire testimonianza sui fatti e le situazioni presentate nella presente denuncia.
In fede
firma
(indirizzo)
Vi invio per conoscenza la copia dell'esposto denuncia contro Parmalat Spa presentato oggi (mercoledi 6 febbaio) da un'azionista di Vecchia Parmalat (Parmalat Finanziaria spa) alla Procura della Repubblica di Milano.
Per effetto del decreto Marzano (convertito in legge 347/03) Parmalat Spa ha ereditato le cause di risarcimento promosse dal Commissario Straordinario di Parmalat Finanziaria in AS (Vecchia Parmalat) contro istituzioni (Banche, società di Revisione, ect.) ritenute responsabili dello stato di insolvenza del 2003. Alcuni di queste istituzioni hanno già raggiunto accordi transattivi e le somme ricavate sono attualmente nella disponibilità di Parmalat Spa. Società che appartiene, tra gli altri, anche a quelle stesse istituzioni che hanno ammesso indirettamente la responsabilità nei fatti del 2003 raggiungendo accordi transattivi per chiudere il contenzioso.Se i risarcimenti venissero distribuiti come dividendo agli azionisti, tornerebbero (in parte) nelle stesse tasche dei soggetti ritenuti responsabili dell'insolvenza. Mentre i reali truffati, cioè gli azionisti di minoranza di Vecchia Parmalat si vedrebbero di nuovo esclusi e beffati per l'ennesima volta. Sarebbe un grave torto anche per ex gli obbligazionisti che, sempre per effetto del Concordato, hanno avuto in concambio (in minima percentuale rispetto all'investimento) azioni della Nuova Parmalat: questi risparmiatori che hanno ancora le azioni si vedrebbero "risarciti" dal dividendo alla stessa stregua delle istituzioni che hanno pagato i risarcimenti (e anche loro azioniste di Nuova Parmalat). Peggio ancora per gli ex obbligazionisti che avevano venduto i bond prima della conversione e agli ex obbligazionisti che non sono pià azionisti: anche a loro toccherebbe...niente! E' di tutta evidenza che le somme raccolte come risarcimento non dovranno essere distribuite come dividendo agli attuali azionisti di Parmalat Spa, ma dovranno servire per risarcire i risparmiatori truffati.
L'azionista-risparmiatore chiede alla Procura anche di indagare per quale motivo il processo di ristrutturazione industriale e finanziaria del Gruppo Parmalat abbia proditoriamente tagliato fuori gli azionisti di minoranza di Parmalat Finanziaria, che nessuna responsabilità avevano dell'insolvenza della società, e se in queste e in altre circostanza citate nella denuncia ricorrano estremi di reato. Il denunciante ha chiesto tra l'altro all'Autorità Giudiziaria il sequestro cautelativo dei risarcimenti per un controvalore pari al danno sofferto dall'azzeramento del valore delle sue quote.
ESTRATTO DELL'ESPOSTO DENUNCIA PRESENTATO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI MILANO
Luogo (Omissis), data (omissis)
Spett. PROCURA DELLA REPUBBLICA presso il
TRIBUNALE DI MILANO
Via Freguglia 1
20122 MILANO
Oggetto: ESPOSTO DENUNCIA CONTRO LA SOCIETA’ PARMALAT SPA
Via Oreste Grassi 26, Collecchio (Parma) – Società per azioni
Quotata alla borsa valori di Milano
Io sottoscritto (omissis) nato a (omissis) residente a (omissis) in via (omissis), in qualità di azionista della società Parmalat Finanziaria Spa in AS, via Oreste Grassi 26 Collecchio (Parma) vorrei portare alla Vostra attenzione una serie di “anomalie” sorte in merito alla “Ristrutturazione economica e finanziaria” del Gruppo Parmalat che ha dichiarato lo stato di insolvenza nel dicembre 2003.
1.La legge 347/03 (decreto Marzano) ha dato la possibilità al commissario Governativo di trasformare tutti i debiti della Vecchia Parmalat in azioni di una nuova società quotata alla borsa di Milano dall’ottobre 2005 con l’identica denominazione: Parmalat. La legge 347/03 ha avuto il merito di salvare le attività industriali del Gruppo Parmalat (e i circa 4 mila posti di lavoro della capogruppo) ma ha generato una serie di “sospette” differenze di trattamento tra i creditori del Gruppo (fornitori risarciti fino anche al 300% del loro credito e detentori di obbligazioni che invece hanno avuto una contropartita in azioni molto inferiore all’importo dell’investimento iniziale) e soprattutto ha tagliato fuori gli azionisti di minoranza di Parmalat Finanziaria Spa che alcuna responsabilità hanno avuto nello stato di insolvenza.
2.Lo stesso “Ristrutturazione economica e finanziaria” si sarebbe potuta operare nei modi abituali, cioè ricapitalizzando la Vecchia Parmalat; invece si è scelto – per motivi che nessuno ha mai pubblicamente spiegato – di creare una società ex novo, denominata inizialmente Assuntore, e poi diventata Parmalat Spa (la Nuova Parmalat).
3. Lo scorso 16.01.2008 il Tribunale di Bologna ha rigettato l’opposizione al concordato di alcuni ex obbligazionisti per cui il Concordato Parmalat da quella data è omologato e valido. A partire da quella data (16.01.08) Parmalat Spa (la Nuova Parmalat) rileva legalmente ogni diritto e anche ogni onere maturato dalle Vecchie società del Gruppo Parmalat finite in amministrazione straordinaria. Tra i diritti sanciti dalla legge concordataria c’è la possibilità di promuovere azioni legali di risarcimento contro soggetti ed istituzioni ritenuti responsabili del default. A questo punto però la Nuova Parmalat si assume anche la responsabilità che società del gruppo Parmalat (compresa ovviamente Parmalat Finanziaria spa) hanno maturato nei confronti di soggetti danneggiati dal default, a cominciare dagli azionisti della società Parmalat Finanziaria spa.
4. Nel 2004 il commissario straordinario di Parmalat Finanziaria Spa in AS, dottor Enrico Bondi, ha promosso una serie di cause legali di risarcimento, in Italia e all’estero, contro soggetti e istituzioni ritenute responsabili dello stato di insolvenza del Gruppo Parmalat.
5. Il contenzioso, cioè le cause di risarcimento promosse da Parmalat Finanziaria Spa in AS, sono state trasferire a Parmalat Spa (la Nuova Parmalat, attualmente quotata in Borsa) secondo quanto stabilito dalla legge concordataria 347/03.
6. Dal 2004 al gennaio 2008 la società Parmalat Spa (Nuova Parmalat) ha raggiunto una serie di accordi transattivi con istituzioni ritenute responsabili del default. Gli importi esatti delle transazioni non mi sono noti. Fonti di stampa parlano di € 1,3 miliardi di euro. Questa somma dovrebbe essere attualmente nella disponibilità di Nuova Parmalat (la società quotata).
7. Le somme incassate come risarcimento dovrebbero servire per risarcire (lo dice la parola stessa..) i soggetti che hanno subìto danni nel default, a cominciare dagli azionisti di minoranza di Parmalat Finanziaria Spa che, in conseguenza dei fatti, hanno visto azzerato il valore dei rispettivi risparmi, in quanto le azioni stesse alla data odierna non sono negoziabili.
8. Pare invece che le somme raccolte come risarcimento siano in procinto di essere distribuite agli azionisti di Parmalat spa, società creata nel 2005 e che non ha subìto alcun danno dai soggetti ai quali il commissario straordinario dottor Enrico Bondi ha fatto causa in qualità di Commissario straordinario di Parmalat Finanziaria (la società di cui il sottoscritto è azionista) e con i quali ha poi raggiunto transazioni nella differente carica di Amministratore Delegato di Parmalat Spa. La Nuova società (Parmalat Spa) non ha gli stessi soci della Vecchia Parmalat (Parmalat Finanziaria spa) e gli attuali soci di Parmalat Spa, non avendo subito alcun danno, NON HANNO ALCUN DIRITTO AD ESSERE RISARCITI. E’ da notare specificamente che nell’azionariato di Nuova Parmalat figurano anche quegli stessi enti (Banche, società di revisione, ect.) che la Giustizia (in Italia e all’estero) sta chiamando a rispondere di ipotesi di reato gravissime (aggiotaggio, falso in bilancio, ect). La distribuzione dei risarcimenti come dividendo agli azionisti di Parmalat spa (Nuova Parmalat) farebbe finire la somma frutto delle transazioni ANCHE nelle mani di quegli stessi enti che sono in Giudizio e che – raggiungendo accordi transattivi – hanno indirettamente ammesso la propria responsabilità nei confronti della Parmalat Finanziaria Spa (la Vecchia Parmalat).
9. Se ciò avvenisse, sarebbe l’ennesima beffa per la rispettabilità e la credibilità del mercato finanziario, nonché per gli azionisti di minoranza di Parmalat Finanziaria Spa che si sono stati danneggiati già nel 2003 non solo dai soggetti e dalle istituzioni che sono o andranno in Giudizio per il default, ma anche da un decreto legge (347/03) che li ha incredibilmente esclusi – per motivi mai chiariti pubblicamente da nessuno, neanche dal Commissario straordinario Dott. Enrico Bondi – dal risanamento del Gruppo. Gli azionisti di minoranza di Parmalat Finanziaria spa sono stati “espopriati” del loro ruolo di proprietari di quote del gruppo, nonostante non avessero alcuna responsabilità nel default. Gli azionisti di minoranza di Parmalat Finanziaria spa hanno visto rinascere, due anni dopo, un’azienda che aveva lo stesso core business, la stessa sede, gli stessi cespiti industriali, lo stesso marchio. Ma loro, incredibilmente, non ne erano più proprietari. La società nata dalle ceneri del Gruppo Parmalat fattura circa 4 miliardi di euro l’anno e nel maggio 2007 ha perfino distribuito dividendo agli attuali azionisti. La Parmalat non è affatto “fallita”, ha soltanto cambiato proprietà. E i risparmiatori che avevano azioni della vecchia Parmalat sono stati completamente esclusi ed espropriati da una procedura - per certi versi - molto oscura. Basti pensare che la stessa persona, cioè il dottor Enrico Bondi, ha occupato tre ruoli diversi, in apparente fortissimo conflitto di interessi tra loro: nel dicembre 2003 il dottor Enrico Bondi era Amministratore Delegato di Parmalat Finanziaria spa, quindi “numero uno” del Gruppo al momento del default. (omissis)
Lo stesso dottor Enrico Bondi è stato poi nominato Commissario straordinario e dal 2005 è diventato Amministratore Delegato di Parmalat Spa (Nuova Parmalat), carica che ricopre attualmente.
10. Per stessa ammissione del Commissario straordinario dottor Enrico Bondi, alcuni istituti bancari attualmente in giudizio per reati gravissimi (aggiotaggio, bancarotta fraudolenta, ect.) avrebbero realizzato plusvalenze di varie centinaia di milioni di euro sfruttando a loro favore il meccanismo della conversione del debito (i vecchi bond sottoscritti in gran parte dai risparmiatori) in azioni della nuova società.
11. Il “risanamento” del Gruppo Parmalat ha quindi permesso a vari soggetti accusati di reati gravissimi di speculare prima del default, poi durante le settimane di crisi del dicembre 2003 (scaricando sui risparmiatori obbligazioni e titoli azionari nelle settimane precedenti il default) e soprattutto DOPO il default, cioè durante la fase di ristrutturazione, approfittando delle procedure previste dal decreto legge 347/03 (conversione del debito in azioni). Tutto questo mentre migliaia di azionisti di minoranza, in gran parte piccoli risparmiatori, hanno visto azzerato il loro risparmio senza che nessuno si preoccupasse – nel lungo volgere di quattro anni – di assicurare loro il risarcimento delle somme andate perdute, né di informarli sulle procedure seguite, né su alcun argomento inerente la situazione di Parmalat Finanziaria Spa.
12. In data 28.04.2007 tre azionisti di Parmalat Finanziaria, tra i quali il sottoscritto dottor (omissis), hanno presentato all’assemblea dei soci di Nuova Parmalat (la società attualmente quotata) un “Piano di fusione” (allegato #6) che proponeva un “merger” tra le due società (Vecchia e Nuova Parmalat) e la sottoscrizione da parte degli azionisti di minoranza di Vecchia Parmalat di un aumento di capitale con il pagamento di un euro (€ 1,00) per ogni azione vecchia contro un’azione della Nuova società. Questa fusione avrebbe permesso agli azionisti della Vecchia società di rientrare nel capitale della Nuova Parmalat (a pagamento!) ottenendo un parziale risarcimento del danno subìto. Per i nuovi azionisti questo “Piano di fusione” avrebbe comportato immediati vantaggi economici (incasso dell’aumento di capitale) e soprattutto avrebbe permesso alla Nuova Parmalat di evitare richieste di risarcimento da parte degli azionisti della Vecchia Parmalat. E’ da notare che Nuova Parmalat è attualmente in giudizio presso il tribunale di New York (class action) e il giudice Lewis Kaplan, con sentenza del 28.6.2007, ha dichiarato la piena responsabilità di Nuova Parmalat (la società quotata) nei confronti dei risparmiatori azionisti (e di altri soggetti) danneggiati dal default. Alla data odierna Nuova Parmalat corre il forte rischio di dover pagare un risarcimento di diversi miliardi di dollari alla class action costituitasi negli Stati Uniti. La fusione azionaria tra Vecchia e Nuova Parmalat probabilmente avrebbe evitato questo rischio. La Nuova Parmalat però non ha dato alcun seguito alla proposta di fusione, che pure conveniva a tutti, e in particolare modo a Nuova Parmalat stessa. Perche?
13. (omissis)
14. In conseguenza di fatti sopraesposti chiedo alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano di ordinare alla società Parmalat Spa, via Oreste Grassi 26, Collecchio (Parma) la liquidazione a favore del sottoscritto (omissis) della somma di € (omissi) pari al prezzo di acquisto delle azioni Parmalat Finanziaria, adesso assorbita da Parmalat Spa. A seguito della liquidazione di questa somma io sottoscritto (omissis) mi impegno a restituire alla Parmalat Spa tutte le azioni di Parmalat Finanziaria spa attualmente in mio possesso. In subordine chiedo a codesta spettabile Procura della Repubblica di procedere al sequestro cautelativo a favore del sottoscritto (omissis) della somma di € (omissis) pari al danno da me personalmente sofferto per l’investimento in azioni della Parmalat Finanziaria Spa, adesso assorbita da Parmalat Spa. Riservandomi, in ogni caso, il diritto di chiedere successivamente alla stessa Società Parmalat eventuale risarcimento per danno morale ed interessi. Chiedo anche a codesta spettabile Procura di indagare se l’esclusione degli azionisti di minoranza di Parmalat Finanziaria Spa dal processo di ristrutturazione del Gruppo Parmalat sia avvenuta deliberatamente, e se questo eventuale fatto rappresenti qualsiasi profilo di reato.
15. Mi tengo a vostra totale disponibilità per fornire testimonianza sui fatti e le situazioni presentate nella presente denuncia.
In fede
firma
(indirizzo)