PARMALAT: iniziano a girare le prime cifre del crack (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
Voltaire ha scritto:
Sempre più chiaro che Parmalat è saltata in aria. Adesso bisogna solo attendere le varie comunicazioni e mosse da parte di Bondi: probabilissima, a questo punto, la richiesta di amministrazione straordinaria.
è meglio l'amministrazione controllata o la Prodi bis?

certo che con la Prodi i nostri politicanti fanno festa... mentre con l'amministrazione controllata mettono meno le mani in pasta.... :rolleyes:
 

fo64

Forumer storico
Parmalat, indagati Tanzi ed ex amministratori

Dal sito del Corriere della Sera:

Parmalat, indagati Tanzi ed ex amministratori
Avvisi anche agli ex revisori. Il pm di Milano: «Abbassata la soglia di punibilità, credono di poter fare quello che vogliono»

MILANO - Ed ora per il caso Parmalat scatta l'azione penale. Alcuni nomi sono stati iscritti nel registro degli indagati della Procura di Milano sulla vicenda Parmalat. Si tratta di ex amministratori e ex revisori del gruppo. Il primo nome venuto fuori è quello dell'ex presidente e patron del gruppo agroalimentare Calisto Tanzi, iscritto nel registro degli indagati per falso in bilancio Le ipotesi di reato per gli altri ingati sono false comunicazioni sociali, false comunicazioni dei revisori, aggiotaggio e truffa. Delle tre persone interrogate nella palazzina della sede della Polizia giudiziaria in via Umanitaria i due ex direttori finanziari, Alberto Ferraris e Luciano Del Soldato sono indagati, il consulente Gianpaolo Zini è sentito come teste.

IL PARERE DEL PM DI MILANO - Per il procuratore aggiunto di Milano, Angelo Curto, responsabile del dipartimento sui reati finanziari, la situazione del dissesto Parmalat, per quanto è di competenza di Milano, è «piuttosto chiara» e «i falsi sono evidenti». «Oltre al falso iniziale - ha commentato Curto - ne stanno emergendo altri». Secondo Curto, «è una cosa palese e i falsi sono evidenti». «Bonlat è una delle tante manipolazioni di bilancio» e i bilanci della Bonlat «in genere non sono attendibili. Da quando si è abbassata la soglia di punibilità per questi reati credono di poter fare tutto quello che vogliono».

DOCUMENTI FALSI - Dagli interrogatori delle persone sentite dai pm milanesi starebbe emergendo, da quanto si è appreso, una totale falsità dei documenti relativi all'esistenza dei 3,95 miliardi di euro che Bonlat vantava presso Bank of America. Sarebbe emerso addirittura l'uso dello scanner per riprodurre il logo della banca Usa, mentre qualcuno, una decina di giorni fa, avrebbe distrutto parte dei documenti che si sta cercando di recuperare dagli archivi informatici.

IL LAVORO DEI GIUDICI - Il magistrato ha anche detto che attualmente intestatario del fascicolo è il solo pm Francesco Greco, ma è prevedibile che verrà affiancato da altri magistrati. Sull'entità del buco Curto non vuole sbilanciarsi. «Cifre io non ne faccio, non do i numeri. Non siamo al lotto», ha detto con una battuta.

MONTI: «INTERVENTO GOVERNO SOLO CON COMMISSIONE UE» - «Se il governo italiano vuole intervenire sul caso Parmalat lo deve fare in stretta collaborazione con la Commissione europea». Lo ha detto Tilman Lueder, portavoce del Commissario alla concorrenza Mario Monti, rispondendo alle domande dei giornalisti su una possibile azione dell'esecutivo italiano sul caso Parmalat. Il portavoce si è detto comunque «fiducioso che tutte le parti interessate rispettino gli obblighi derivanti dai trattati» precisando che «Bruxelles non ha preferenze sul tipo di aiuto che il governo potrebbe mettere in campo».

SI' DI CASINI ALL'INDAGINE - Intanto Pier Ferdinando Casini ha espresso il suo assenso allo svolgimento di un'indagine sui rapporti tra il sistema delle imprese e i mercati finanziari da parte delle commissioni riunite della Camera Finanze e Attività produttive. «Ciò che nel Parlamento sta a cuore a tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione è la necessità di definire le forme più adeguate per proteggere i risparmiatori italiani», ha detto il presidente della Camera

IN BORSA IL TITOLO VALE POCO PIU' DI ZERO Valgono ormai poco più di zero le azioni Parmalat. A Piazza Affari, dove il titolo è in preapertura fino alle 17.35, le proposte di negoziazione inserite dagli operatori fanno emergere un prezzo teorico di 0,1 euro con una calo di oltre il 66% rispetto a 0,3 euro della chiusura di venerdì.

NESTLÉ E DIVELLA: «NON SIAMO INTERESSATI» - Nestlé ha smentito di avere interesse per Parmalat. Un portavoce, contrariamente a quanto era stato riportato domenica dalla stampa svizzera, ha negato che il gruppo alimentare sia un possibile acquirente di Parmalat.
«No, non siamo interessati all'acquisto di eventuali marchi del gruppo Parmalat», ha detto Vincenzo Divella. «Parmalat è un marchio eccezionale e prestigioso, con buona risonanza sui mercati internazionali, ma è furi dal nostro core business, e quindi, in caso di vendita non parteciperemo».
La Danone invece oppone un netto no comment alle domande in merito alla Parmalat.

BNL E ALLEVATORI - La Banca nazionale del lavoro (Bnl) è esposta verso Parmalat per un rischio complessivo di circa 110 milioni di euro, ha detto il presidente della banca, Luigi Abete, precisando che «il rischio è intorno ai 55 milioni di euro per Parmalat e quello con le altre società del gruppo è per un importo equivalente». Abete ha tuttavia sottolineato che il rischio effettivo per la banca romana «resta nell'ambito delle due cifre», cioè sotto i 100 milioni.
Ammonterebbe a 120 milioni di euro l'esposizione finanziaria dei soli allevatori italiani che conferiscono il latte alla Parmalat. A fornire una prima stima è la Confagricoltura che ricorda che sono circa 5 mila i produttori di latte che sono direttamente o indirettamente interessati dalla crisi del gruppo emiliano. Le associazioni dei produttori stanno cominciando a predisporre i decreti ingiuntivi nel caso non fossero rispettate le prossime scadenze di pagamento.

23 dicembre 2003
 

fo64

Forumer storico
Parmalat, Tonna: 13 anni di falsi per "salvare azienda&

Parmalat, Tonna: 13 anni di falsi per "salvare azienda"
di Emilio Parodi

MILANO, 23 dicembre (Reuters) - Un interrogatorio lungo un giorno ha portato i magistrati milanesi ad apprendere da Fausto Tonna, ex direttore finanziario Parmalat, che le perdite, poi mascherate, sono iniziate a Collecchio nel 1990, anno del debutto in borsa, e che del buco - stimato al momento in via conservativa in 7 miliardi di euro - il patron Calisto Tanzi era a conoscenza.
Lo dicono fonti investigative a conclusione dell'interrogatorio durato oggi oltre nove ore con il direttore finanziario storico del gruppo alimentare -- l'ottavo per fatturato nel panorama delle industrie italiane.
Secondo una fonte giudiziaria, Tonna si sarebbe difeso dicendo che si è trattato di falsificazioni per salvare l'azienda e non per interessi personali.
In procura, la mattina è iniziata con la visita di un rappresentante di Bank of America che ha presentato un esposto per falso in scrittura privata.
Già ieri, a proposito del conto corrente della banca Usa da 3,95 miliardi di euro intestato alla cassaforte offshore Bonlat - e che venerdì è stato dato per inesistente - fonti giudiziarie hanno parlato di un falso realizzato con tanto di scanner.
"Era un falso clamoroso" dice una fonte legale dopo l'interrogatorio di uno dei contabili che sarebbe stato responsabile della contraffazione.
A spiegare la necessità, dal punto di vista di Parmalat, di ricorrere a falsi sempre più evidenti è stato Tonna, secondo cui alle prime società offshore che coprivano i primi debiti, si è ricorsi a una rete di società fittizie fino a quando non si è dovuto cambiare il revisore esterno, così come dopo nove anni impone la legge delle società quotate in borsa.
Così a Grant Thornton, revisore dal '90 sospettato dagli inquirenti di compiacenza, nel 1998 fu affidata la revisione di Bonlat, società creata per essere la capogruppo delle offshore -- con sede alle Cayman Islands e un tempo definita la "cassaforte" del gruppo -- , mentre la revisione del resto del gruppo venne trasferita alla Deloitte e Touche.
Da New York Grant Thornton dice di avere agito in modo corretto e di essere probabilmente vittima di una truffa.
Mentre domani mattina a Parma si terrà in procura un vertice tra i pm milanesi Francesco Greco, Eugenio Fusco e Carlo Nocerino, la società ha detto oggi, dopo un consiglio di amministrazione e un'assemblea straordinaria di essere orientata a chiedere l'adozione del decreto Marzano, confezionato oggi dal governo proprio per aiutare il gruppo, che ha 36.000 dipendenti divisi in 30 paesi.
L'inchiesta proseguirà nei prossimi giorni e anche Enrico Bondi, da una settimana al timone del gruppo con la missione di risanatore, dovrà accertare le reali condizioni finanziariarie.
"Fino a questo momento il buco, ossia le attività di cui non si ha traccia, sono intorno a 7 miliardi di euro", ha detto una fonte investigativa in una pausa dell'interrogatorio iniziato in tarda mattinata, ma una seconda fonte ha detto che si tratta di una stima conservativa.
Una seconda fonte ha detto che i 2,9 miliardi di bond che Parmalat ha scritto di avere riacquistato non sono stati di fatto ricomprati integralmente.
False comunicazioni sociali, aggiottaggio e truffa sono le ipotesi di reato che riguardano una ventina di persone, incluso Calisto Tanzi, il fratello Giovanni e il figlio Stefano, tre ex direttori finanziari, i membri del Cda, sindaci e revisori esterni, tutti coloro che hanno partecipato all'elaborazione, alla certificazione e all'approvazione del bilancio 2002.
"Abbiamo iscritto tutti, passando il fascicolo a registro noti - ha detto una fonte giudiziaria - Ma nel corso dell'indagine ci sarà sicuramente una scrematura", riferendosi al fatto che diverse delle persone attualmente indagate potrebbero uscire dall'inchiesta.

TONNA DICE CHE TANZI SAPEVA
Secondo una fonte presente agli interrogatori Tonna si sarebbe assunto le sue responsabilità, aggiungendo però che il patron di Parmalat Calisto Tanzi era al corrente di quanto avveniva in azienda.
Fonti giudiziarie hanno detto che non è escluso che possa svolgersi domani anche l'interrogatorio di Stefano Tanzi, figlio di Calisto, fondatore ed ex presidente e ad della società, il cui avvocato si è presentato in procura per fornire la disponibilità del suo cliente a essere ascoltato.
Una delle persone interrogate ieri, dice una fonte giudiziaria, ha detto che la società Bonlat era in realtà una "scatola vuota", una società "creata nel 1998" costituita "soltanto da un fax" e ideata semplicemente per creare "crediti inesigibili" da mettere a bilancio.
Una fonte giudiziaria ha detto che dall'interrogatorio di Tonna sarebbe stato confermato che fino a domenica nella sede di Collecchio si sarebbero distrutti documenti cartacei che provavano i falsi.
La fonte aggiunge però che magistrati e Guardia di Finanza sono riusciti comunque a ricostruire i documenti grazie al sequestro di computer e materiale informatico.
 

709beppe

Nuovo forumer
Veramente una banda di ladri, quindici anni che falsificano bilanci e

nessuno se ne accorge ma non scherziamo!!!!!!!!!

Intanto nessuno paga,le obligazioni argentine le banche sapevano e

naturalmente le consigliavano ai clienti per toglierseli dalle pa..e,possiamo

continuare con Giacomelli con Cirio con Parmalat negli Stati Uniti il falso

in bilancio può voler dire anche 15 anni di galera in Italia al massimo una

multa. Consob, Banca D'ITALIA UNA VERGOGNA!!!!!! :eek: :eek:

BEPPE
 

709beppe

Nuovo forumer
Argema ha scritto:
Ciao beppe, volevo darti il benvenuto :):):)


Grazie,

Per tornare alla Parmalat è proprio di poco fà la decisione di dichiarare

lo stato d'insolvenza, il buco è di almeno 18.000 miliardi delle vecchie lire!!

A questo punto i risparmiatori che hanno sottoscritto le obligazioni perdono

tutto; se proprio qualcuno prendera dei soldi saranno le banche cioè quelle

che hanno truffato i clienti vendendo i bond pur "sapendo".Vogliamo

scommettere che nessuno di questa banda di ladri andrà in galera :-x

BEPPE
 

giuseppe.d'orta

Forumer storico
Dichiarato ieri lo stato di insolvenza; i creditori (obbligazionisti inclusi) hanno 120 giorni per insinuarsi allo stato passivo.

Tanzi è stato fermato ieri a Milano, ed è interrogato proprio in queste ore.

Inoltre, sta emergendo una vicenda molto poco simpatica riguardante il Procuratore Capo di Parma, e già ci sono richieste di spostare il procedimento Parmalat in altra sede.


Parmalat
Giovanni Panebianco, il procuratore capo di Parma che in questi giorni indaga sullo scandalo Parmalat, potrebbe presto essere chiamato a rispondere a un tribunale di Firenze di una vicenda di prestiti della Cassa di risparmio di Parma. A quanto riferisce in un servizio il Tg3 della Rai, la procura di Firenze ha chiesto già il 7 novembre al Gip il rinvio a giudizio di Panebianco per falso in atto pubblico e corruzione in atto giudiziario.

La vicenda - secondo il servizio televisivo, che non cita le fonti delle proprie informazioni - risale a una denuncia presentata da Gianluca Zanichelli, ex responsabile dell'ufficio Fidi della cassa di risparmio. Secondo le accuse, Panebianco si sarebbe avvalso della sua amicizia con l'allora presidente della Cassa, Luciano Silingardi, per far ottenere un prestito di oltre sette miliardi di lire per l'azienda di un suo amico. Prestito poi non andato a buon fine.

Silingardi fino al 15 dicembre è stato anche membro del consiglio di amministrazione della Parmalat e proprio in quella veste alla vigilia di Natale è stato interrogato per sei ore dai sostituti procuratori di Parma Silvia Cavallaro e Antonella Ioffredi.

Oggi i suoi avvocati hanno precisato che Silingardi - indagato in seguito alla denuncia di Zanichelli - è stato scagionato e che per lui la procura di Firenze ha chiesto l'archiviazione.

"Secondo quanto dichiarato da Zanichelli - afferma il Tg3 - il procuratore capo avrebbe ottenuto da Luciano Silingardi che tre società, facenti capo ad un suo amico, ricevessero prestiti miliardari, che si sono concretizzati, per la banca, in sofferenze per complessivi 7,8 miliardi di vecchie lire".

Inoltre "secondo la sezione criminalità organizzata della squadra mobile di Firenze, una di queste società avrebbe acquisito, a prezzo favorevole, un terreno tramite un concordato fallimentare, nel quale Panebianco era pubblico ministero". In cambio il procuratore "avrebbe ricevuto una retribuzione non dovuta di 80 milioni di lire".

Della vicenda si era occupato nei giorni scorsi il quotidiano della Lega Nord La Padania, il quale aveva pubblicato la denuncia di Zanichelli a Firenze che tra l'altro si lamentava di un presunto "muro di gomma" eretto da procuratore Panebianco per proteggere i propri amici.
 

effezeta

Forumer storico
Parmalat: prezzo bond 2010 stabile in area 18
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Le quotazioni delle obbligazioni Parmalat con scadenza settembre 2010 e cedola al
6,125% hanno aperto oggi a 18 del valore facciale, in linea con la precedente
chiusura. A Piazza Affari i titoli e i warrant Parmalat sono sospesi a tempo
indefinito, dopo che il Tribunale di Parma ha dichiarato insolvente il gruppo
alimentare e dopo l'arresto dell'ex presidente Calisto Tanzi.
 

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