Pensioni: il nodo si è sciolto in favore delle assicurazioni (2 lettori)

giuseppe.d'orta

Forumer storico
Nel passato editoriale ci siamo occupati della riforma del TFR e concludevamo citando le parole del ministro Maroni "ci sono forti pressioni perché la riforma non venga attuata, in pratica abbiamo 23 parti sociali, che rappresentano oltre il 90% del sistema economico italiano che vogliono la riforma e una sola componente, cioè l'Ania, che si oppone. Il governo dovrà decidere se prevale la richiesta delle parti sociali o quella dell'Ania".

Concludevamo l’editoriale con la seguente frase: "Con queste premesse, temiamo di sapere cosa verrà deciso…"
Siamo stati, ancora una volta, facili profeti.
Non era difficile prevedere che le assicurazioni (lobby potente almeno come quella delle Banche, spesso sono la stessa lobby) non avrebbero certo mollato la presa.

Dopo una serie di comiche dichiarazioni di vittoria da parte del ministro Maroni seguite da successivi rinvii della decisione, nella settimana scorsa non è stato più possibile rinviare il testo della riforma e quindi hanno pensato bene di...rinviare l'entrata in vigore della riforma al 2008 così in questi due anni le assicurazioni avranno tutto il tempo per far introdurre i loro correttivi.

In sostanza è stato deciso di rimandare il lancio dei fondi pensione (da tutti ritenuti essenziali per i lavoratori) per far comodo alle assicurazioni.
Riteniamo che la cosa si commenti da sola.

In questi mesi, molti lettori ci hanno chiesto lumi circa la scelta da fare sul TFR, noi abbiamo sempre risposto che fino a quando non avremmo letto il provvedimento governativo non aveva molto senso affrontare il problema.

Purtroppo, adesso, ci sono ancora (almeno) due anni di tempo per pensarci.
 

tycoon

Forumer attivo
Già un bel dubbio .....aderire al fondo pensione chiuso con il contributo del datore di lavoro o attendere ancora perdendo i 2 anni di contributi :-? :-?
 

chicco67

Nuovo forumer
non capisco

Premesso che da che mondo e' mondo le leggi sono sempre state fatte su misura per qualcuno (e in questi anni gli esempi abbondano), puoi spiegare meglio la frase "in questi due anni le assicurazioni avranno tutto il tempo per far introdurre i loro correttivi."? In pratica cosa temi che succeda?
 

Bue nel parco

Nuovo forumer
Un dubbio

Scusate l'ignoranza forse ho capito male io, ma attualmente un'azienda utilizza il TFR come risorsa, mi spiego meglio, é vero che dovrebbe accantonare il TFR per i propri dipendenti, però nella realtà essendo soldi fermi a sua disposizione, li utilizza per investimenti innovazione ecc fino al momento in cui deve versare effettivamente il TFR al dipendente che se ne va. Ora se l'azienda deve versare tutto il TFR dei suoi dipendenti in un fondo é chiaro che questi soldi non li potrà più usare e di conseguenza dovrà farseli prestare pagandone gli interessi. Non solo ma avete idea di quanto costerà questo alle aziende italiane? Facciamo un esempio semplice, un azienda con 20 dipendenti con circa 20 anni di anzianità che percepiscono circa 1000 Euro al mese dovrebbe (correggetemi se sbaglio) versare circa 400.000Euro così di punto in bianco ad un fondo. Pensiamo ad aziende di dimensioni maggiori come Fiat, Pirelli ecc, una cosa del genere é impensabile. Sbaglio?
 

slowdown

Forumer storico
Re: Un dubbio

Bue nel parco ha scritto:


mmmmhhhh, sì , e di grosso !!!




Tfr: Montezemolo, con Abi ottenuto quello che volevamo
ROMA (MF-DJ)--"Con l'Abi abbiamo ottenuto quello che volevamo soprattutto per il fatto che per le Pmi la riforma del Tfr poteva incidere in modo negativo".

E' quanto dichiarato dal presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo durante un convegno organizzato dall'Abi in merito alla riforma sul Tfr.

"Abbiamo due anni per attuare una politica comune - ha aggiunto Montezemolo - dei fondi pensioni, una politica volta a evitare qualsiasi penalizzazione per le Pmi. Per questo insieme a Welfare e Abi abbiamo studiato un fondo di garanzia per l'accesso al credito delle imprese che smobilizzano il Tfr". vs/cat
(END) Dow Jones Newswires - November 30, 2005 10:05 ET (15:05 GMT)




Finanziaria, mancata partenza Tfr libera 400 mln in 2006 -Maroni
mercoledì novembre 30, 2005 12.05

ROMA, 30 novembre (Reuters) - Le risorse rese disponibili nel 2006 in Finanziaria per la mancata partenza della riforma del Tfr non sono pari a 620 milioni, come finora detto dal governo, ma a 400 milioni. Nel 2007 si libereranno 930 milioni e nel 2008 (quando dovrebbe partire la riforma) circa 730 milioni, di quelli che erano stati previsti.

Sono le nuove cifre fornite questa mattina dal ministro del Welfare Roberto Maroni conversando con i cronisti a Montecitorio. Maroni ha anche fornito delle tabelle che ha detto di avere depositato questa mattina in commissione Bilancio.

Nel 2006 si liberano 400 milioni così suddivisi: 200 previsti dall'articolo 13 comma 1 del decreto legge 35/05 sulla competitività, 154 mln dall'articolo 8 comma 1 (fondo di garanzia) e 46 mln dall'articolo 8 comma 2 (comensazione per i datori di lavoro) del decreto legge 203, il cosiddetto decreto fiscale collegato alla Finanziaria approvato ieri in via definitiva dalla Camera, comprendendo ancora questi stanziamenti.

Gli stessi decreti, per effetto degli stessi commi, prevedono 930 milioni di stanziamenti complessivi nel 2007 e 1.130 mln nel 2008. Maroni ha però ricordato che nel 2008 dovrebbe partire la riforma della previdenza complementare e quindi dai 1.130 milioni vanno tolti i 400 previsti come costo della riforma nel primo anno di vita.

Secondo il ministro i risparmi del 2006 dovrebbero essere in parte investiti per migliorare le prestazioni sociali per gli infortuni sul lavoro (con un investimento da 137 milioni) e 100 milioni per venire incontro ai problemi delle cosiddette "donne silenti", cioè quelle lavoratrici che hanno dovuto abbandonare il lavoro per motivi familiari senza raggiungere la quota minima dei versamenti per la pensione.





...abbiamo studiato un fondo di garanzia per l'accesso al credito delle imprese che smobilizzano il Tfr".


tutti quei milioncini che vedi sopra , ti dicono nulla?

... il problema :rolleyes: :rolleyes: chi li pagherà...

:)
 

Joda

Nuovo forumer
Tuttavia, non vorrei che l'espressione di Voltaire
rimandare il lancio dei fondi pensione
fosse equivocata. In realtà quello che viene rinviato (così ha spiegato anche ieri Maroni a Matrix) è il meccanismo del silenzio-assenso. Ma se si vuole trasferire il proprio TFR nei fondi pensione lo si può benissimo fare subito, ottenendo (ed è questo il punto essenziale) il contributo del datore di lavoro. Fondo pensione che è in parte largamente maggioritaria un contenitore di obbligazioni (25% di azioni in media, curiosamente quasi tutte estere) che dovrebbe essere comodamente competitivo con il rendimento del TFR. Ricordo che la remunerazione del TFR è data dal 75% dell'inflazione più una quota fissa dell'1,5%. Certo per le aziende è molto meglio dell'indebitamento con le banche, ma non è che per i lavoratori sia un rendimento travolgente. Questi fondi non sono necessariamente imprigionati nell'azionario italiano (cosa che ha un peso, perchè non è detto che recessioni in Italia ci siano ovunque) e, per loro natura, i fondi pensione sono strutturalmente portati a beneficiare del maggior peso dei tassi a lungo termine. Queste cose fanno sì che lo scontro con il rendimento del TFR non è che sia esattamente proibitivo, ma è il contributo del datore di lavoro quello che fa la differenza. L'unico elemento che giochi potenzialmente a sfavore dell'adesione immediata a questi fondi, senza aspettare il 2008, è che il meccanismo del silenzio assenso gli farà ottenere tanto di quel denaro che gli permetterà di ottenere economie di scala nella gestione. Tuttavia, già adesso i costi di gestione sono ridicoli rispetto a quelli delle assicurazioni e questo per due ragioni evidenti:

A) Le assicurazioni sono aziende ed, ovviamente, vogliono fare utili. E' assurdo criminalizzarle per questo, ma è altrettanto assurdo non capire che per il lavoratore questo le rende strutturalmente meno convenienti dei fondi pensione contrattuali perchè il denaro che costituisce quegli utili viene tolto ai lavoratori.

B) I costi del collocamento, perchè i distributori/assicuratori dovranno pur mangiare. Anche in questo caso è assurdo pensare che lavorino gratis (a chi piacerebbe?), ma è altrettanto assurdo pensare che non incida nei caricamenti.

Considerando che il sistema contributivo c'è dal 1995, che l'ultima generazione andrà in pensione al massimo con il 50% dell'ultimo stipendio (ma è più facile che ci vada intorno al 40%) l'atteggiamento menefreghista e passivo degli italiani nei confronti della previdenza complementare è una cosa che verrà pagata in futuro e verrà pagata cara. Verrà pagata non con tanti poveri vecchi, ma con tanti vecchi poveri. Non c'è particolare ragione per non anticipare il meccanismo del silenzio assenso visto poi che il risparmio degli italiani è largamente imprigionato in conti correnti (che letteramente rendono meno di niente) ed in immobili a rischio bolla. Fra l'altro la bolla immobiliare è strettamente legata al calo dei tassi che rese i mutui ultracompetitivi rispetto agli affitti, ma un trend dei tassi di segno opposto (sebbene su livelli storicamente modestissimi) ha il potere di ricordare che i mutui a tasso variabile possono anche salire e questo incide sul trend immobiliare, eccome se incide.
 

Bue nel parco

Nuovo forumer
Ma secondo te quindi i prezzi delle case crolleranno?
Io personalmente in 43 anni che sono al mondo non mi ricordo di aver mai visto i prezzi delle case scendere, anzi, comunque se i prezzi scendessero credo che in molti ne sarebbero contenti, persone che ora non possono comprarsi la casa dopo qualche speranza ce l'avrebbero. Ne sarebbero meno contenti il governo ed i comuni, IRPEF, ICI, imposte varie di cui non ricordo il nome che devi pagare quando vendi un immobile, ecc ecc.
 

Joda

Nuovo forumer
A più riprese i prezzi degli immobili sono scesi in passato, in tempi "relativamente" recenti dopo i picchi del 1975, 1983 e 1992 (non mi sembra un parallelismo accettabile quello del 1968 perchè era legato a danneggiamenti ed occupazioni). E' vero che sono poco appariscenti perchè quando scendono altri asset si vede subito, per gli immobili no. Inoltre la cosa è molto edulcorata dal fatto che, ai tempi dell'inflazione a due cifre, pure dai picchi la discesa è stata più in termini reali che non in termini nominali. Le variazioni di tassi ed inflazione comportano percezioni degli strumenti di investimento (le case non sono solo tali, ma insomma...) diverse. Tanto è vero che negli ultimi anni ci sono stati molti rimpianti sui titoli di stato dalle cedole alte, mentre in realtà in passato abbiamo avuto anche i BOT al 17% con l'inflazione al 21%. Differenze di percezione, appunto. Ma in realtà ci sono elementi di altro tipo come la differenza enorme fra aree e subaree (ad esempio, nel caso limite di Firenze, i prezzi sono scesi nel 2005 al centro della città anche in termini nominali, mentre sono saliti ancora in periferia). Annoto che Scenari immobiliari, Tecnocasa e Gabetti via via hanno pubblicato studi dei dati sull'andamento complessivo dei prezzi degli immobili e non ne hanno fatto molta pubblicità perchè erano tutt'altro che entusiasmanti. Per far sì che il valore degli immobili tenessero il ritmo dell'inflazione reale nei decenni hanno dovuto togliere il peso delle tasse e delle ristrutturazioni (sulle prime un margine di manovra ci sarà pure, ma gli immobili invecchiano). Sebbene i dati di Scenari immobiliari, Tecnocasa e Gabetti non siano perfettamente sovrapponibili e si tratti di un mercato ben poco trasparente rispetto all'azionario dai picchi succitati (1975, 1983 e 1992, appunto) c'è stato un calo in termini reali di almeno una ventina di punti percentuali in periodi che variavano dai 3 ai 6 anni. Nessun crollo assimilabile alle borse, sono sgonfiamenti che richiedono tempi relativamente lunghi perchè è un settore nel quale l'incontro di domanda ed offerta ha tempi che non hanno assolutamente niente a che vedere con il trading online. Inoltre 1/4 di punto ha un effetto sostanzialmente simbolico, è che si piazza al culmine della bolla. Che tale è, soprattutto perchè qualunque asset finanziario od assimilabile è soggetto ad operazioni speculative nel senso di seguire ed amplificare tendenze in atto. Con questo voglio semplicemente dire che quelli che si sono buttati in un trend crescente solo perchè tale tendono a sfilarsi ed a far saltare quel picco di crescita che loro stessi avevano determinato, quella specie di effetto soufflé. In fin dei conti che la corsa fosse al capolinea si era visto soprattutto quando i Ricucci iniziavano ad uscire. Siamo semplicemente ai massimi, nulla di nuovo, è solo la solita fase ciclica con la differenza che non c'era mai stato un periodo di crescita così lungo e caratterizzato da crescita così forte. Quanto alla tesi che gli immobili crescano sempre, beh, non lo sostengono nemmeno le agenzie immobiliari quando via via pubblicano i loro studi (senza dargli pubblicità, ma sarebbe troppo chiederglielo) e debbono far finta che non esistano tasse e costi di ristrutturazione. Che venga sostenuto in un forum Internet è perlomeno stravagante. La ciclicità del settore è sempre esistita come negli altri settori (vabbè, ai tempi della bolla Internet sull'azionario si sosteneva che i cicli non esistessero più ma, come dire, non era esattamente così...).
 

giuseppe.d'orta

Forumer storico
Joda ha scritto:
In realtà quello che viene rinviato (così ha spiegato anche ieri Maroni a Matrix) è il meccanismo del silenzio-assenso. Ma se si vuole trasferire il proprio TFR nei fondi pensione lo si può benissimo fare subito, ottenendo (ed è questo il punto essenziale) il contributo del datore di lavoro

Infatti. Ad essere rinviato al 2008 non è l'intero settore dei prodotti pensionistici ma "soltanto" (si fa per dire...) le norme che lo agevolano più di quanto avvenga oggi.
 

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