Titolo: MF ANALISI: il Bollettino di Bankitalia, una chiamata alle armi
Ora: 18/01/2012 08:47
Testo:
MILANO (MF-DJ)--Il Bollettino trimestrale della Banca d'Italia e' come
sempre una miniera di dati e di rigorose analisi e valutazioni. Ma quello
pubblicato ieri e' il Bollettino della guerra del debito sovrano (e, se si
vuole, del credito) combattuta dagli Stati (disordinatamente e con poca
efficacia dalla Comunita'), dal governo italiano e dalle autorita'
monetarie nel tentativo di ridurre la portata degli effetti che la crisi
del debito sta provocando. Un Bollettino preoccupato, ma non pessimista.
La debolezza della domanda interna quale riflesso della debolezza del
reddito delle famiglie - su cui influiscono le manovre correttive, che
pero' il Bollettino giudica indispensabili - l'aggravarsi della crisi del
debito pubblico, il rallentamento del commercio mondiale, sono allabase
della dinamica del prodotto che nel 2011 dovrebbe essere cresciuto solo
dello 0,4% (nel terzo trimestre e' calato dello 0,2% e dovrebbe essere
diminuito anche nel quarto). Qualche nota positiva - pur con tutta la
buona volonta', rara avis - e' data dalla migliore competitivita' delle
imprese, grazie al deprezzamento dell'euro, dall'attenuazione delle
pressioni inflazionistiche, dalla possibilita' che i problemi di raccolta
delle banche, che si ripercuotono sull'offerta di credito, si attenuino a
seguito delle operazioni di rifinanziamento varate dalla Bce, dalla
stabilita' del debito delle famiglie, infine dalla riduzione, in dicembre,
dei premi sui Cds delle banche italiane. C'e', pero', un convitato di
pietra: la riduzione dei tassi sul finanziamento del debito, alla quale il
premier Monti fa spesso riferimento ma senza mai finora avere indicato
come cio' possa avvenire. Eppure, e' questa, ora, la questione chiave, che
chiaramente traspare dal Bollettino. Ma cio' che attira il lettore, per
l'ansia che coglie tutti nello scrutare il futuro, al di la' del quadro
globale, europeo e italiano, e' la parte dedicata alle prospettive di
crescita, straordinariamente incerte e legate in sostanza all'evoluzione
delle difficolta' del debito pubblico. Di qui il ricorso a un duplice
esercizio, anche in questo caso secondo un modo tradizionale di procedere
quando le difficolta' a fare previsioni sono alte ed e' forte la
preoccupazione per i giudizi che si esprimono nell'incertezza. Un primo
scenario parte dal ritenere fermi per un biennio i rendimenti dei titoli
di Stato al livello di questo mese, con un differenziale tra Btp e Bund
intorno ai 500 punti base: in questo caso, il pil si ridurrebbe dell'1,5%
nel 2012, per tornare a crescere solo nel corso del 2013. Ma poi c'e' un
caveat: cioe' il rischio che un peggioramento delle aspettative, che
inasprisca le condizioni sui mercati del debito sovrano e del credito,
porti a una maggiore flessione del prodotto. Se invece (e' il secondo
scenario), le politiche adottate dal governo e le misure concordate in
sede europea ripristinassero almeno in parte la fiducia degli investitori
riducendo i costi di finanziamento per tutti gli attori economici, allora
un ritorno degli spread a un livello inferiore di 200 punti base rispetto
a quello del primo scenario determinerebbe nel 2012 una flessione media
dell'attivita' non lontana da quella del primo esercizio, ma ci sarebbe
una stabilizzazione nella seconda meta' dell'anno e un piu' rapido ritorno
alla crescita nel 2013. Questo secondo esercizio, che naturalmente ci
auguriamo, appare tuttavia una tipica spes contra spem, nelle condizioni
dell'oggi. Bisogna pero' aggiungere, soprattutto per quest'ultima ipotesi,
che le riforme in corso di definizione da parte del governo non sono
incluse negli scenari previsivi: dunque, se ben congegnate e prontamente
attuate, afferma il Bollettino, stimolando la capacita' potenziale di
crescita del prodotto, possono influenzare positivamente le aspettative
dei mercati e le decisioni di spesa di famiglie e imprese, finendo con
l'influire favorevolmente sui risultati di quest'anno e del prossimo. Ma
e' fondamentale il ruolo che dovra' svolgere l'Europa ed e' in particolare
urgente, oltre all'attuazione delle nuove regole di governance, che siano
resi operativi gli strumenti comunitari per la stabilita' finanziaria
(Fondo salva-Stati e Meccanismo europeo di stabilita'). Non si dimentichi
che nel 2013, secondo i patti, bisognera' raggiungere il pareggio di
bilancio. In sostanza, all'azione dell'esecutivo oggi si pone il serio
problema di prevenire l'aggravarsi dello scenario n.1 a seguito di un
peggioramento delle aspettative, e poi di far si' che, da un lato, si
possano impiegare piu' efficaci strumenti per la crescita, in aggiunta
alle riforme a costo zero ora in preparazione e, dall'altro, che cessi la
sola declamazione, da parte dei leader comunitari, delle politiche per la
crescita, e si passi finalmente ai fatti, oltre alla predisposizione dei
firewalls. Non si puo' dare per ineluttabile un calo del pil dell'1,5%. A
cominciare dalle conseguenze da trarre dai risultati dell'analisi in corso
della spesa pubblica, la leva della politica economica italiana non puo'
essere ritenuta non piu' utilizzabile una volta esaurito il pacchetto di
riforme in via di preparazione; ma neppure possono essere accolti ancora i
dinieghi tedeschi: tutti i mezzi vanno utilizzati dal governo, fino al
ricorso al diritto di veto, se permane in Europa un'ottusa chiusura di
fronte a gravi problemi che riguardano non solo singoli Paesi, ma l'intera
area dell'euro, come documenta il Bollettino. Risuonano ancora le parole
di Mario Draghi al parlamento europeo sulla crisi gravissima che interessa
l'intera Unione. Ma risuonaanche, farisaica, l'affermazione di ieri della
cancelleria tedesca, secondo la quale l'Italia puo' fare da sola, che
potrebbe essere un appezzamento, ma che appare piuttosto una separazione
di responsabilita'. Dunque, ulteriori misure concrete, italiane e
comunitarie, e forte coesione politico-istituzionale. Sono questi i
principali elementi di una terapia da praticare con urgenza. Il quadro
presentato dal Bollettino e' un autorevole richiamo, non effettuato con
toni acuti, ma facendo parlare i numeri, le stime e le previsioni,
all'urgenza dell'agire, a partire dai prossimi vertici europei e scadenze
dell'agenda governativa.
Angelo De Mattia
MF - Mercati Finanziari
(fine)
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1808:47 gen 2012