diamogli himars cazzi e mazzi e questa e' la situazione da noi !!!
avete fatto un grande affare!
quelli che vogliono dargli armi sono radical chic da tastiera, prob del pubblico impiego, 0 rischi
ne conosco 2, friul intagli e sacca....3000 dipendenti ...a giorni tutti in cassa
Lavoro, l'incubo è arrivato: il 65% degli addetti è già in cassa, a Pordenone la situazione peggiore
Nemmeno pochi giorni dalla pubblicazione, e i rapporti che indicavano uno stato occupazionale ottimo nella nostra regione sono già vecchi. Quelli della Cisl sono dati “freschi”, indicativi del tempo presente. E il quadro è opposto: più di ottomila lavoratori sono già vittime della crisi. E c’è un territorio - quello pordenonese - in cui la spia dell’allarme è già di colore rosso.
Il dipartimento industria del sindacato ha lavorato prendendo un campione di 64 realtà regionali. Alla fine della rilevazione, è stato appurato come siano 8.429 i lavoratori interessati da percorsi di crisi. Il tutto su una platea di 12.997 dipendenti. Un dato che fa riflettere soprattutto se comparato a quello dello stesso periodo pre-Covid, quando le aziende in crisi risultavano 80, ma i lavoratori in difficoltà 7.698 sui 12.165 totali, quindi al di sotto di quelli attuali. Se la mancanza di ordinativi e le crisi di settori rappresentano cause ugualmente pesanti, riguardando rispettivamente 17 e 15 realtà industriali, il caro-energia va ad aggiungere un carico di tensione, con 25 realtà industriali che denunciano la difficoltà di sostenere i costi di gas e luce.
I SETTORI
A pagare il conto più alto, sotto il profilo dell’occupazione, sono anche oggi le aziende metalmeccaniche del Friuli Venezia Giulia, che registrano 2.865 lavoratori in difficoltà sui 4.987 impiegati nelle imprese considerate. Numeri che arrivano a 3.318 se si sommano anche gli addetti della siderurgia. Seguono a distanza i comparti del legno (1.231), delle telecomunicazioni (385) e i cartai (785), i più colpiti dalla crisi energetica. Resta alta anche l’attenzione sul settore della chimica, e soprattutto delle aziende che si occupano della seconda lavorazione del vetro. Su nove aziende in difficoltà mappate, sei hanno già attivato percorsi di crisi, mentre le altre stanno in questi giorni valutando la possibilità di modificare gli orari e turni di lavoro per resistere al caro-bollette.