ECONOMIA
Crisi della Grecia
La Grecia uscirà dall'euro per un incidente. La Germania e i Pigs non aprono sul debito
Giuseppe Timpone
Aggiornato il 03 Febbraio 2015, ore 08:26
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E' iniziato il tour europeo del governo Tsipras, che chiede la cancellazione parziale del debito contratto con la Troika (UE, BCE e FMI). La proposta non ha trovato aperture sostanziali da parte di alcun governo, specie tra i Pigs.
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Alexis Tsipras, che continua a non avere in agenda alcun incontro con la cancelliera Angela Merkel.
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Le reazioni europee
Sinora, la proposta di Atene di una cancellazione parziale del debito non ha riscosso successo in Europa. Se la posizione della Germania è arcinota, forse Tsipras si aspettava maggiore solidarietà dagli altri paesi del Sud Europa, in particolare, da quelli che hanno ottenuto come i greci un salvataggio con fondi europei. Invece, il premier portoghese
Pedro Passos-Coelho ha invitato la Grecia a rispettare gli impegni, ricordando come il suo paese abbia fatto il proprio compito. Sulla stessa linea la Spagna, dove il vice-ministro delle Politiche europee, Inigo Mendez de Vigo, ha dichiarato che non ci si dovrà attendere che con il nuovo governo la Grecia non onorerà il suo debito, mentre il premier irlandese Enda Kenny ha risposto picche all'idea di convocare una conferenza per il condono del debito ellenico.
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Le economie di Portogallo, Irlanda, Spagna sono state colpite anch'esse dalla necessità di attuare politiche di austerità fiscale, ottenendo buoni risultati, in particolare, Dublino, oggi in pieno boom. Al loro interno, tutti e tre i paesi (la Spagna ottenne solo un salvataggio europeo delle banche) devono fare i conti con un forte malcontento interno, che si sta traducendo nel sostegno a movimenti e partiti di opposizione, anche se al momento sembra che solo a Madrid vi sia l'effettivo rischio di uno scenario in stile Syriza. Il movimento anti-austerità spagnolo
Podemos è dato dai sondaggi primo, infatti, al 28%.
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Lo stesso ministro francese dell'Economia,
Michel Sapin, pur molto accomodante con Varoufakis, ha dichiarato durante l'incontro bilaterale tenutosi due giorni fa a Parigi che "in ogni caso, non cancelleremo il debito".
L'incidente per il Grexit
Dunque, si ragiona su un allungamento delle scadenze e un taglio degli interessi, anche se a Berlino e a Bruxelles si crede che queste misure non avranno un impatto significativo sui conti pubblici in Grecia, dato che già oggi è previsto che il rimborso del debito e il pagamento degli interessi scattino non prima del 2020.
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La stampa tedesca sembra concorde su un punto: la palla è ora nelle mani di Tsipras. I tedeschi non faranno probabilmente alcuna mossa, ma aspetteranno di capire cosa chieda concretamente il governo di Atene. Il rischio è una paralisi, dato che secondo l'economista di Commerzank,
Christoph Weil, il nuovo governo ellenico non porterà la Grecia con i suoi piedi fuori dall'Eurozona, ma l'Eurozona stessa non caccerà Atene. Eppure, sostiene Weil, la Grecia uscirà dall'euro "per un incidente".
Insomma, sarà una causa scatenante, un pò come il colpo di pistola a Sarajevo nel 1914, a determinare l'uscita della Grecia dalla moneta unica. La Germania ha tra i suoi migliori alleati proprio i Pigs (Italia esclusa), i quali dopo avere compiuto numerosi sacrifici, non vorrebbero presentarsi ai loro elettori come scavalcati dalla propaganda di Tsipras. Se il muro anti-condono del debito regge, non ci sarà alcuna apertura dell'Europa in tal senso. Ma Tsipras non potrà portare a casa un semplice allungamento delle scadenze o un taglio dei già bassissimi tassi. Da qui, l'"incidente" di cui parlava Weil.
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