Perché vedo i 22300?

lavoro caxxo lavoro :wall:

settimana prossima a malta :wall:

e vedi se a malta c'è qualche cosa di buono da fare... qui oramai c'è solo il deserto... intanto i ns magnifici politici ...

ROMA (WSI) - La minoranza del PD e il suo segretario nonché premier d'Italia Mattero Renzi sono ai ferri corti.

La spaccatura è sempre più probabile dopo che il Partito al governo ha deciso prima di cacciare dalla Comissione Affari Costituzionali della Camera i dieci deputati Dem che avevano protestato contro l'Italicum, poi di porre il voto di fiducia sulla legge.

A essere cacciati sono i deputati che hanno dichiarato di non voler votare né gli articoli né il mandato al relatore dell'Italicum. Pur protestando, sinora la minoranza PD aveva votato la riforma della legge elettorale in aula.

"L'assemblea del gruppo del Pd ha già deliberato di sostituire chi in Commissione non vota il mandato al relatore sull'Italicum", ha spiegato il vicepresidente vicario del gruppo Pd, Ettore Rosato, a margine dei lavori della commissione Affari costituzionali.

"Verremo sostituiti d'imperio - ha osservato uno degli 'epurati, Andrea De Giorgis - perché nessuno ha chiesto di essere sostituito. Siamo nove sicuri: io, D'Attorre, Fabbri, Agostini, Lattuca, Cuperlo, Bersani, Pollastrini, Bindi.
E forse Lauricella. Ci sono già state le telefonate".

"Non ci sono - ha aggiunto - altre decisioni da assumere. Stasera verranno comunicate all'ufficio di presidenza della Commissione e prima dell'inizio delle votazioni sugli emendamenti saranno comunicati coloro che sostituiranno i componenti rimossi".

Secondo Pippo Civati, un altro esponente molto critico nei confronti della maggioranza del partito, che si è astenuto dal voto sull'Italicum, ha definito "fuori dalla Costituzione", la decisione di sostituire dalla commissione Affari Costituzionali della Camera tutti i componenti della minoranza Pd contrari alla legge elettorale.

Lo ha scritto sul suo blog: "Pazienza se esiste l`articolo 67 della Costituzione, che impone che non ci sia alcun mandato imperativo dei parlamentari: un articolo sbaragliato da queste due decisioni. La sostituzione di massa non ha precedenti nella storia repubblicana, la fiducia sulla legge elettorale è collegata a un episodio del 1953, quando si votò la legge truffa".
 

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