tontolina
Forumer storico
Portogallo desaparecido? Promosso dal FMI ma c’é miseria nera.
21 settembre 2012 Di Giuseppe Sandro Mela
Lisbona - Torre Belem
Riportiamo questo articolo pubblicato da Yahoo Finanza, che sintetizza bene sia la attuale situazione del Portogallo, sia preannunzia quella che potrebbe verosimilmente esserci in Italia entro breve tempo.
Buona lettura.
21 settembre 2012 Di Giuseppe Sandro Mela
Giuseppe Sandro Mela.
Lisbona - Torre Belem
Riportiamo questo articolo pubblicato da Yahoo Finanza, che sintetizza bene sia la attuale situazione del Portogallo, sia preannunzia quella che potrebbe verosimilmente esserci in Italia entro breve tempo.
Buona lettura.
Yahoo Finanza. 2012-09-13. Fmi promuove i conti del Portogallo. Ma nel Paese è crisi nera.
Da una parte c’è il plauso del Fondo Monetario Internazionale che ha espresso approvazione per le manovre messe in campo dal Portogallo, dall’altra ci sono i sacrifici che il ministro delle finanze Vitor Gaspar sta chiedendo ai propri connazionali. I notiziari e le prime pagine dei quotidiani portoghesi sono ormai diventati cahiers de doléance di un paese nelle mani della Trojka che lo scorso anno ha approvato un piano di salvataggio da 78 miliardi di euro finalizzato alla stabilizzazione dei conti pubblici e al rientro nel mercato dei bond governativi entro il settembre 2013. Ora dopo la missione di Abebe Selassie a Lisbona, il FMI attende che la Banca Centrale Europea giochi il suo ruolo decisivo nel favorire il rientro attraverso il piano di OMT.
Intanto, per domani, è in programma una mobilitazione generale in tutte le piazze del Paese. Negli ultimi dodici mesi, l’impatto delle manovre del governo di Pedro Passos Coelho sull’economia reale è stato devastante. L’amministrazione pubblica, oltre al taglio degli stipendi, si è vista cancellare in un sol colpo le ferie pagate d’agosto e di Natale. Nelle scuole le classi sono state accorpate con la conseguente confluenza di molti insegnanti nelle liste di disoccupazione, tanto da mettere in discussione, oltre ai precari, anche i professori di ruolo.
Negli scorsi giorni Gaspar ha annunciato l’aumento delle tasse sul reddito (IRS), una trattenuta del 26,5% su guadagni effettuati in Borsa e l’aumento dall’11% al 18% dei contributi pensionistici per i lavoratori autonomi.
Anche il settore dei trasporti è diventato un importante serbatoio per risanare le casse dello Stato: negli ultimi mesi molte strade statali sono state trasformate in autostrade, la benzina è salita alle stelle così come i biglietti di treni, bus e metropolitane.
La ristorazione pubblica ha subito un rincaro dell’Iva di 10 punti passando dal 13% al 23%,
mentre il junk food (cibo spazzatura) ha visto un aumento dal 6% al 23% dell’Iva. Bibite e patatine fritte, insomma, hanno subito un aumento analogo a quello che ha interessato i ticket di partite di calcio e manifestazioni sportive: panem et circenses più cari per tutti.
Dopo l’abolizione del Ministero della Cultura, cinema, teatro, arti figurative e musica si ritrovano a dover operare senza alcun appoggio pubblico.
Anche RTP, la televisione pubblica portoghese, sta per essere privatizzata e pare che le maggiori offerte arrivino proprio dall’Angola, con una colonizzazione al contrario che saprebbe di rivincita della storia. Verso lo stesso destino sembra essere indirizzata anche la TAP, la compagnia aerea di bandiera. UE, FMI e BCE, insomma, hanno teso la mano destra a Grecia, Irlanda e Portogallo tenendo nella sinistra la lista della spesa. Questi ultimi due paesi sperano di arrivare con i conti in regola all’appuntamento con il ritorno sul mercato dei bond governativi ma per farlo bisognerà che l’economia torni a funzionare: non sarà facile con stipendi ridotti all’osso a fronte di un sistema di tasse e tariffe ai limiti della sostenibilità. Non è un caso che 40mila portoghesi l’anno facciano le valigie approdando in Brasile, Angola e Mozambico, tre ex colonie che stanno vivendo una fase di grande espansione economica. La sfida più sottovalutata dal governo portoghese sarà proprio questa: arginare la fuga dei cervelli in grado di togliere il Paese dalle secche della peggiore crisi economica della sua storia democratica.
Da una parte c’è il plauso del Fondo Monetario Internazionale che ha espresso approvazione per le manovre messe in campo dal Portogallo, dall’altra ci sono i sacrifici che il ministro delle finanze Vitor Gaspar sta chiedendo ai propri connazionali. I notiziari e le prime pagine dei quotidiani portoghesi sono ormai diventati cahiers de doléance di un paese nelle mani della Trojka che lo scorso anno ha approvato un piano di salvataggio da 78 miliardi di euro finalizzato alla stabilizzazione dei conti pubblici e al rientro nel mercato dei bond governativi entro il settembre 2013. Ora dopo la missione di Abebe Selassie a Lisbona, il FMI attende che la Banca Centrale Europea giochi il suo ruolo decisivo nel favorire il rientro attraverso il piano di OMT.
Intanto, per domani, è in programma una mobilitazione generale in tutte le piazze del Paese. Negli ultimi dodici mesi, l’impatto delle manovre del governo di Pedro Passos Coelho sull’economia reale è stato devastante. L’amministrazione pubblica, oltre al taglio degli stipendi, si è vista cancellare in un sol colpo le ferie pagate d’agosto e di Natale. Nelle scuole le classi sono state accorpate con la conseguente confluenza di molti insegnanti nelle liste di disoccupazione, tanto da mettere in discussione, oltre ai precari, anche i professori di ruolo.
Negli scorsi giorni Gaspar ha annunciato l’aumento delle tasse sul reddito (IRS), una trattenuta del 26,5% su guadagni effettuati in Borsa e l’aumento dall’11% al 18% dei contributi pensionistici per i lavoratori autonomi.
Anche il settore dei trasporti è diventato un importante serbatoio per risanare le casse dello Stato: negli ultimi mesi molte strade statali sono state trasformate in autostrade, la benzina è salita alle stelle così come i biglietti di treni, bus e metropolitane.
La ristorazione pubblica ha subito un rincaro dell’Iva di 10 punti passando dal 13% al 23%,
mentre il junk food (cibo spazzatura) ha visto un aumento dal 6% al 23% dell’Iva. Bibite e patatine fritte, insomma, hanno subito un aumento analogo a quello che ha interessato i ticket di partite di calcio e manifestazioni sportive: panem et circenses più cari per tutti.
Dopo l’abolizione del Ministero della Cultura, cinema, teatro, arti figurative e musica si ritrovano a dover operare senza alcun appoggio pubblico.
Anche RTP, la televisione pubblica portoghese, sta per essere privatizzata e pare che le maggiori offerte arrivino proprio dall’Angola, con una colonizzazione al contrario che saprebbe di rivincita della storia. Verso lo stesso destino sembra essere indirizzata anche la TAP, la compagnia aerea di bandiera. UE, FMI e BCE, insomma, hanno teso la mano destra a Grecia, Irlanda e Portogallo tenendo nella sinistra la lista della spesa. Questi ultimi due paesi sperano di arrivare con i conti in regola all’appuntamento con il ritorno sul mercato dei bond governativi ma per farlo bisognerà che l’economia torni a funzionare: non sarà facile con stipendi ridotti all’osso a fronte di un sistema di tasse e tariffe ai limiti della sostenibilità. Non è un caso che 40mila portoghesi l’anno facciano le valigie approdando in Brasile, Angola e Mozambico, tre ex colonie che stanno vivendo una fase di grande espansione economica. La sfida più sottovalutata dal governo portoghese sarà proprio questa: arginare la fuga dei cervelli in grado di togliere il Paese dalle secche della peggiore crisi economica della sua storia democratica.