PORTOGALLO: promosso dal FMI e può utilizzare l'OMT della BCE

Portugallo sfida Ue con piano anti austerity

5 febbraio 2016, di Daniele Chicca


LISBONA (WSI) – Sono passati poco più di due mesi da quando il governo di sinistra è salito al potere in Portogallo e l’esecutivo euro scettico ha già lanciato un guanto di sfida alle autorità di Bruxelles.


La Commissione Ue terrà un incontro speciale per discutere dell’impegno – preso ma non mantenuto – di Lisbona a mettere a punto piani fiscali e di tagli alle spese che rispettino le regole europee.


Se il nuovo budget anti austerity appena varato dal governo dovesse venire respinto, il risultato sarebbe incendiario.

La miccia, dice Ryan Heath sul sito di Politico, sarebbe esplosiva anche perché
“si tratterebbe della prima volta in cui un governo dell’area euro non può varare un piano di bilancio e spese per via del veto imposto dalle autorità europee”.
Che le regole del gioco sono queste, il governo portoghese lo sapeva fin dall’inizio. Probabilmente l’intenzione è cercare di sfidare la politica europea del rigore di bilancio che negli ultimi anni ha creato sopratutto povertà e malcontento nella popolazione dei paesi del Sud d’Europa, e cercare di non fare la stessa fine di Syriza.
Veto Ue, per dare l’esempio all’Italia

In questi giorni i greci protestano numerosi contro il governo di sinistra salito al potere in piene trattative con i creditori della troika (Bce, Commissione Ue e Fmi), accusato di aver deluso le speranze di chi credeva che con Alexis Tsipras premier fosse finita l’epoca dei sacrifici fiscali e dei tagli ai servizi pubblici in nome del rispetto dei parametri sul debito.
“Alcuni hanno il sospetto – scrive sempre il corrispondente in UE della testata Usa – che un piccolo paese sia preso di mira dall’Ue non solo per le questioni di merito nazionali, ma anche per dare l’esempio a paesi più grandi come l’Italia che hanno problemi simili e che l’Ue non osa affrontare a viso aperto”.

In questo caso il Portogallo difficilmente accetterà le condizioni che vengono imposte dall’alto.

Un veto sarebbe un affronto e creerebbe un precedente esplosivo. Ma è da mettere in preventivo

Il budget fiscale del governo socialista è destinato a creare un deficit superiore alla soglia europea del 3% sia nel 2016 sia nel 2017.
Lisbona sta cercando di lasciarsi alle spalle anni di dolorosa austerity, attraverso misure e investimenti che alimentino la crescita di un’economia che a parte il turismo, la pesca, l’agricoltura e il commercio non ha molto da offrire ora che non siamo più nell’era d’oro del 15esimo secolo quando il Portogallo era una potenza coloniale e navale.
Fonti: Politico e Financial Times
 
l'europa si spezzara' il sogno europeo e' morto con i burocrati e le banche

creare una europa sui numeri e non sui popoli e' stato un errore
 
Zero tasse, mare e prezzi "ridicoli". Addio Italia: c'è il paradiso a 2 ore

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Niente tasse sulla pensione per i primi 10 anni se si diventa «residenti non abituali». È questa l’arma con cui il Portogallo ha attratto in questi anni migliaia di pensionari europei. Le regole sono semplici: basta vivere 183 giorni l’anno nel paese necessari per assumere lo status di «residente non abituale» e il gioco è fatto: per dieci anni la pensione è esentasse. L’Inps l’accredita lorda, come previsto dagli accordi bilaterali. E l’erario locale non effettua alcun prelievo.
Guadagna Lisbona (50mila aderenti al programma portano 2 miliardi di Pil l’anno, dice un report Deloitte). È felice il diretto interessato (mille euro netti di pensione italiana possono lievitare a 1.300 sulle rive dell’Atlantico). Il piano portoghese, pensato come una medicina contro l’austerità grazie all’arrivo di clienti di buon reddito viaggia a gonfie vele. Gli inglesi sono arrivati a centinaia. A fine 2015 oltre 5mila francesi, terrorizzati dalle tasse sul lusso di Francois Hollande, si trasferiranno verso sud nella nuova Terra Promessa previdenziale. E l’ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli, a Lisbona pochi mesi fa per una serie di conferenze, ha avuto la sorpresa di esser accolto da una pattuglia di giornalisti emigrati dopo la pensione sulle rive del Tago.
Non c’è da meravigliarsi: grazie alle agevolazioni la pensione può crescere del tutto legalmente del 30%. L’Inps accredita l’importo lordo, come previsto dagli accordi bilaterali. E l’erario locale non effettua alcun prelievo. E così, complice il passaparola cresce il numero degli interesstai all’esilio (quasi dorato) tra Oporto e Cascais.
«Attualmente riceviamo 20-30 richieste di chiarimenti al mese», rivela Marcello Menichetti della Camera di Commercio Italia-Portogallo. Ma l’appeal cresce, grazie alle testimonianze. «Io sono rinata - racconta Luisa Gaiazzi, 63enne ex impiegata - . A Roma con i miei 840 euro al mese faticavo a far quadrare i conti. In Portogallo, a parte la lingua su cui fatico un po’, mi sento una signora». I suoi 840 euro sono diventati 1.150. Non solo: «D’affitto pago il 25% in meno per un bilocale identico a quello che avevo al Prenestino, il paese è sicuro, la gente accogliente, il caffè costa 60 centesimi al bar».
E la cucina, tra baccalà e scaloppine al Madera, non fa rimpiangere troppo i sapori di casa. Anche perché, sia a Porto che a Lisbona, non mancano caffé e ristoranti made in Italy di buon livello.
Un vero affare, per giunta low cost. Le procedure d’espatrio costano attorno ai 400 euro, consulenza legale inclusa. Per ottenere il codice fiscale è sufficiente presentare un contratto d’affitto o l’impegno all’acquisto di una casa. Poi basta aspettare qualche settimana per completare le pratiche in Italia.

Per la rabbia di Tito Boeri, il presidente dell’Inps che già da un po’ di tempo medita di tagliare la parte non contributiva della pensione.


di Ugo Bertone


Portogallo, zero tasse per 10 anni per i nuovi residenti: il paradiso a due ore dall'Italia - Economia - Libero Quotidiano
 

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