Recessione futura? sì-no? (1 Viewer)

codam

Forumer storico
la Bce abbasserà i tassi ?

vocegrossabcemaforsetagrr9.jpg
 

tontolina

Forumer storico
Il ‘29 è qui. E adesso?
Maurizio Blondet
21/01/2008
http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=2583&parametro=




Le principali Borse asiatiche hanno vissuto i peggiori ribassi dall'11 settembre: l'indice Nikkei ha chiuso con un - 3,86%, causato dalla delusione per il piano di rilancio dell'economia di Bush

In USA, la parola magica è «stimulus».
Lo decreta il ritardato globale in chief, lo ha deciso Bernanke, lo reclamano tutti i candidati presidenziali.
«Stimulus» è la ricetta imposta dall'ideologia liberista, che non ne ha altre: taglio dei tassi e delle tasse, mettere soldi in tasca ai consumatori perché spendano, rimettano in moto «la mano invisibile del mercato».


A conti fatti, ogni americano avrà in tasca 800 dollari.
Correrà a comprare l'ultimo iPod, un'altra cravatta di Armani, una nuova Toyota?
Illusione.
Ogni americano è indebitato fino ai capelli: il mutuo subprime per la casa che vale il 15% in meno, la rata dell'auto, il mutuo per gli studi, i debiti correnti sulle trenta carte di credito… quegli 800 dollari basteranno a pagare metà mutuo per un mese.

Fine.

Una goccia in una padella rovente, che sparisce sfrigolando.
Se poi comprasse qualche nuovo oggetto, sarebbe un oggetto importato: che aumenta il deficit commerciale USA, già senza precedenti.


E il pacchetto «stimulus» aumenta di 142 miliardi di dollari il debito pubblico USA, già stellare, accelerando per conseguenza l'inflazione.

E' questo che si intende quando si parla di crisi del sistema egemonico americano.

Cina, Emirati, emergenti asiatici che hanno dollari a montagne li hanno prestati agli USA: attratti, come dice Bernanke, dalla «profondità e sofisticazione dei nostri mercati finanziari».

Ma quei soldi prestati non sono andati in investimenti produttivi, che valorizzassero le risorse umane e materiali americane, infrastrutture, macchinari.
Sono andati in consumi importati.
E come «investimenti», gli investitori (Cina, fondi sovrani) si sono visti offrire pacchetti finanziari composti di debiti inesigibili, a cui hanno creduto perché erano valutati AAA.
E dentro, non c'erano che i debiti dei consumatori più indebitati del mondo.

I mercati finanziari sono «sofisticati» nel senso penale del termine: sofisticazione alimentare, veleni spacciati per nutrimento.
E irresponsabilità.
Cieca, frenetica.


Le prime cinque istituzioni finanziarie di Wall Street, fra cui Citigroup e Merrill Lynch, due colossi globali alla bancarotta, hanno mendicato 100 miliardi di dollari in prestiti d'emergenza a fondi sovrani cinesi, sauditi, kuweitiani;
eppure, nel 2007 hanno pagato 39 miliardi di dollari in «bonus» (gratifiche) ai loro gestori sofisticatissimi, quelli stessi che hanno inflitto agli azionisti perdite per 80 miliardi.

Citigroup ha dato 100 milioni al suo presidente per licenziarlo, mentre annuncia 20 mila licenziamenti di dipendenti subalterni.
E del capitale d'emergenza raccolto nelle ultime settimane, ne butterà la metà per pagare un dividendo il mese prossimo.
Un dividendo sul buco nero.

Ciò che da noi è la Casta politico-clientelare, là è la Casta finanziaria: arraffatrice irresponsabile che ha prodotto la rovina, e si paga le gratifiche miliardarie.
E' il «mercato finanziario senza regole» che si avvita nella follia, come è avvenuto sempre, ricorrentemente, in USA.


Ora occorrerà che le teste folli implorino «l'intervento pubblico», il salvataggio a spese del contribuente già a terra per i debiti e il costo delle guerre in corso.

Ma dovrà emergere una classe politica che abbia la lucidità di nazionalizzare le banche demenziali, e metterle sotto la gabbia di severe regolamentazioni e limitazioni (nei bonus, anzitutto), che metta le redini al mercato che sta bruciando denaro pubblico.

Per questo cambio di paradigma, rooseveltiano o keynesiano, occorreranno mesi e forse anni di maturazione intellettuale e di coraggio politico contro gli ideologi monetaristi e Wall Street.

Nel frattempo, gli USA subiscono l'impatto diretto di quella che il sito Europe 2020 chiama «la très grande depression» (1):
crisi socio-economica senza precedenti, con la famiglie duramente colpite fino all'insolvenza,
crisi delle imprese afferrate nella tenaglia fra le insolvenze dei consumatori e la paralisi creditizia delle banche;
e in più, nell'estate o prima, l'implosione del mercato dei «Credit Default Swap», sofisticatissimi prodotti della finanza creativa.

E l'Europa?
Secondo il sito francese (che finora non ha sbagliato previsioni) sarà la meno toccata delle grandi aree del mondo.
Niente di esaltante, anzi: stagflazione e recessione certe, crescita sotto l'1%, ma la vastità stessa della zona euro, il suo mercato di 450 milioni non troppo indebitati, e la preponderanza degli scambi intra-europei nelle bilance commerciali, dovrebbe garantire una certa stabilità nella tempesta monetaria e finanziaria che comincia.

Non a caso Danimarca e Svezia hanno accelerato la loro entrata nell'euro, comprendendo i rischi che corrono piccole economie che restano fuori dall'Arca di Noè.



La Gran Bretagna sarà un fuscello sbattuto dai marosi.
Ma ha cominciato a nazionalizzare la Northern Rock, contro il dogma, di malavoglia, giusto perché non poteva fare altro (nessun privato la voleva).



E' questo il punto: in una crisi di questa entità, il potere politico «deve» riprendere il potere sul libero mercato impazzito ed autodistruttivo, lo «deve» senza volerlo, e senza saperlo più fare.
La forza degli eventi obbligherà a nazionalizzare, a ri-regolare i movimenti di capitali.
Bisognerà governare le divergenze tra le diverse economie della zona euro, che cresceranno, minacciando fratture del sistema monetario tra «Club Med» e «virtuosi» tedesco-olandesi.
Occorrerà una cooperazione più stretta ed efficace tra governi per dare risposte alle opinioni pubbliche, alla disoccupazione;
la BCE continuerà a imporre le sue ricette, che sono il contrario di quelle di Bernanke (aumento dei tassi perché «c'è inflazione», nessun aumento di salari, conti in pareggio) mentre le parti dovrebbero essere scambiate - la follia ideologica comporta a questo, che le ricette giuste sono applicate nelle zone sbagliate.

Ma secondo Europe 2020, quando anche la Germania comincerà a sentire il morso dell'euro fortissimo rispetto al dollaro che stronca le sue esportazioni (oggi il cambio a 1,50 sarà a 1,70 a fine 2008), «l'insieme degli attori del gioco monetario ed economico europeo saranno pronti ad evolvere:
nella forma di un aumento dal 2% al 3% del tetto accettabile d'inflazione per la BCE, con conseguente maggiore flessibilità di fatto nella fissazione dei tassi d'interesse».

Previsione debole, e ancora troppo ottimista, se si pensa ai politici che abbiamo, alla loro tempra intellettuale e morale di gelatina, alla loro autorevolezza dilapidata.
Non c'è nessun Roosevelt in vista.
E non c'è nessuna Europa-nazione, nessuna politica comune con autorità per governare il destino comune nella crisi.




Basti a dirlo questo fatto: il 29 gennaio, il cancelliere britannico Gordon Brown (il britannico fuori dall'euro!) ha convocato a Londra Angela Merkel e Sarkozy per vedere di delineare una linea d'azione concertata durante la crisi.
Prodi si è aggregato dietro sua insistenza, ma non era stato invitato, e probabilmente gli sarà dato uno strapuntino (2).
Barroso, il capo della Commissione Europea, ha fatto il diavolo a quattro per esserci, non poteva sopportare che tre governi politici scavalcassero il non-governo robotico e burocratico UE.
Di fatto, sta avvenendo questo: che i tre governi più forti per forza e capacità decisionale oggettiva (o meno deboli) stanno formando un direttorio, che prenderà decisioni politiche per tutti gli altri.
Il fatto che il convocatore sia il britannico, l'ideologo alla Adam Smith, garantirà che le decisioni saranno politicamente corrette, ossia eviteranno di mettere in questione la dittatura assoluta del capitalismo senza regole.


Si salveranno le banche, non si manderanno in galera i banchieri da preda, e si abbandoneranno i disoccupati alla «austerità», non si parlerà di ristrutturare il debito ai proprietari di case gravati da mutuo variabile, né di redistribuzione equa dei pesi, e anzitutto del maltolto dalle varie Caste a chi davvero ha bisogno.

Insomma, non si farà nulla di quello che suggerisce, con urgenza, Nino Galloni, uno dei pochi che capiscono a fondo la situazione e i rimedi rooseveltiani necessari; Galloni ha detto (3) che occorre «un adeguato sviluppo delle spese pubbliche» ma non per le autoblù e i mastellismi, bensì per «modernizzare la società: per infrastrutture, ricerca, istruzione, sanità e trasporti», che «richiedono interventi urgenti e costosi» (trascurati dalla «mano invisibile» per troppo anni) «capaci di accrescere la produzione e la valorizzazione delle risorse».
Le risorse reali, l'economia reale, le risorse umane.
«Invece si continua a parlare di pareggiare i bilanci come 200 anni fa, quando non erano disponibili le attuali tecnologie e l'economia doveva risparmiare per fare investimenti: senza investimenti non c'è futuro, non c'è sviluppo. Gli stessi fondamenti della civiltà sono erosi.
Dobbiamo capire che la spesa pubblica non può essere finanziata solo attraverso la tassazione dei cittadini e delle imprese».

Parole al vento, che saranno accettate (forse) dopo dieci anni di «très grande depression».
Teniamole presenti, per misurarle con le «decisioni» che prenderanno il britannico, la tedesca, il marito di Carla Bruni, il Barroso ritardato e quell'italiano sullo strapuntino.


Maurizio Blondet

Note
1) «2008 : Phase de plein impact global de la Très Grande Dépression US», Europe 2020, 15 gennaio 2008. Ecco il sommario: Planète Finances 2008 - Fin de la coordination effective des grandes banques centrales mondiales. - Etats-Unis 2008 - Impuissance du pouvoir politique et effondrement du pouvoir financier face à la Très Grande Dépression - La Fed désormais impuissante va osciller entre soutien à l'économie, lutte contre l'inflation et soutien au Dollar 2008-2018 - Dix ans minimum pour sortir de la Très Grande Dépression (Que cela convienne ou non aux agendas des dirigeants à Washington et New-York ne fait aucune différence : La Très Grande Dépression en cours est de dimension historique et va exiger des mesures exceptionnelles d'une ampleur sans comparaison avec aucune politique américaine depuis les années 1930)… 2008 - Après la crise des emprunts immobiliers, voici venir la crise des dettes d'entreprise (La récession en cours va désormais affecter directement et brutalement les profits des entreprises, prises en tenaille entre un consommateur insolvable et des banques en état de choc).
2) «Plutot 1933 que 1929», Dedefensa, 18 gennaio 2008. «Gordon Brown a invité, le 29 janvier à Londres, ses principaux collègues européens (l'Allemande Merkel, le Français Sarkozy, auxquels l'Italien Prodi a réussi à se coller à sa propre insistance). Après une tragi-comédie dans les coulisses, car il n'était pas prévu au départ, il s'avère que le président de la Commission européenne Barroso sera présent. (La Commission était catastrophée d'être ainsi tenue de côté, lors des tractations initiales pour la réunion. Il a fallu une rude bataille pour faire accepter Barroso.) Cette réunion porte sur l'attitude concertée des gouvernements face à la crise. C'est une réunion politique et cela donne un bon éclairage de la situation du pouvoir politique réel en Europe. Le Conseil des 27 sera informé quinze jours plus tard, à la mi-février, des résultats de la réunion du 29 janvier. Face à l'urgence et à l'essentiel, la direction politique est bien, d'abord, dans le chef des trois principaux pays (Allemagne, France, Royaume-Uni). La crise devient objectivement politique. S'il y a décision d' 'intervention massive' des pouvoirs publics, la crise s'affichera, de par la décision de ces pouvoirs, comme fondamentalement politique. Ce que feront les dirigeants politiques de cette 'prise de pouvoir', c'est une autre histoire».
3) «Italy's Galloni Demands Public Spending, or Civilization's Demise», LaRouchePac, 18 gennaio 2008.
 

tontolina

Forumer storico
Panic selling sulle borse
Giancarlo Dall'Aglio - 21/01/2008 6.50.00

Appena sette giorni fa, nel consueto commento settimanale del lunedì, focalizzavo l'attenzione sul sistema finanziario Usa, che appare in crisi acuta, con conseguenze che si allargano a macchia d'olio.

Nell'ultima ottava è toccato, tra gli altri, a Merryl Linch uscire con una pessima trimestrale, peraltro ben assorbita, almeno inizialmente, dai mercati.

Il vero scossone, in realtà, si è avuto con il creditwatch di Ambac, società di bond insurance, i cui bilanci sono stati messi sotto stretta osservazione dalle più importanti società di rating, pronte a downgradare la tripla A di cui ha sempre goduto.
Nelle stesse ore, mentre il titolo perdeva il 60%, il mercato confermava che la fiducia nella Fed, finora incondizionata, comincia a vacillare e dunque, proprio durante il discorso di Bernanke al congresso, a Wally veniva rotto l'importante supporto in area 1375 di S&P500, scatenando un'ondata di vendite ancora più violenta.


Il fatto è che i dati macro continuano ad evidenziare inflazione in aumento e contrazione dei consumi, creando uno scenario che mette la Fed alle corde, rendendole il compito più difficile che in passato.


I future sui Fed Funds scontano ormai al 100% un taglio di 50 punti base, ma stanno salendo le attese per una sforbiciata di entità maggiore (75 cts), di difficile attuazione proprio a causa dei pericoli inflattivi.

Di certo, in un sistema di investimenti a leva globalizzato e con correlazioni sempre più strette e complesse tra i vari strumenti, in questa fase si assiste ad un circolo vizioso per cui, la caduta delle borse e la chiusura dei carry trades, si ripercuotono al contrario sull'economia reale, producendo effetti negativi che amplificano quelli iniziali provocati dal credit crunch.

Attenzione però, a livello operativo la mia sensazione è che, proprio ora che i supporti sono stati violati al ribasso, le probabilità di assistere ad un violentissimo rimbalzo delle borse aumentano, se non altro per smaltire il forte ipervenduto accumulato nelle ultime settimane.
Occhi aperti !!

Il mercato dei cambi ha visto uno Yen in impennata (avevamo segnalato questa probabilità la scorsa settimana) e un Euro che è tornato in area 1.46 dove ha stazionato nei giorni di forte calo delle borse e da dove potrebbe ripartire, nell'attesa di corposo taglio dei tassi Usa nel meeting di fine mese.
Su queste basi ho aperto in settimana una Call spread in opzioni sull'Eurodollaro, scadenza febbraio, comprando le Call 1.475, a 0.0102 e vendendo allo scoperto le Call 1.49 a 0.0056 (rischio massimo a scadenza 46 ticks a contratto). In caso di rottura decisa al ribasso di 1.46 sono pronto a ridurre drasticamente la mia esposizione.


Sul fronte materie prime Gold in leggera flessione dopo i recenti massimi e Petrolio sui supporti in area 89.5; il Crude in particolare, evidentemente sta risentendo del clima recessivo innescatosi e si è mosso in strettissima correlazione con l'azionario.


Lo Zucchero, su cui manteniamo la posizione, giovedì ha avuto una sessione esplosiva con un 6%. Venerdì poi si è rimangiato una buona parte dei guadagni del giorno precedente, disegnando una barra che sa di inversione. Monitoriamo attentamente, pronti ad uscire alzando ancora la stop profit, se si dovesse confermare il movimento al ribasso. (Vi terrò tempestivamente informati).

Venerdì infine, il Calendar spread sul Wheat si è rimangiato un po' del gain accumulato, chiudendo la settimana a -99. Questo mercato è sempre più nervoso, pertanto consiglio a coloro che vogliono tenere un atteggiamento prudente, di spostare la stop loss in pari sul prezzo di carico, mentre il primo tp resta a -80.



Buona settimana.



[email protected]
 

tontolina

Forumer storico
Negli Usa tassi di mercato in calo dopo le dichiarazioni di Bernanke che hanno confermato la forte fase di rallentamento della crescita che pone la banca centrale in una fase più difficile rispetto al 2001, quando i conti pubblici erano in avanzo e l’inflazione era più moderata. Inoltre la crisi del 2001 interessò soprattutto il mercato azionario mentre la crisi in atto sta impattando principalmente sui consumatori attraverso il canale dei mutui.
Bernanke ha anche aggiunto che l’economia Usa non si sta muovendo verso la stagflazione e che bisogna guardare attentamente le aspettative di inflazione. Il capo della Fed ha inoltre anticipato che alcune banche di piccole dimensioni potrebbero fallire come conseguenza del credit crunch.


Il quadro negativo di breve è stato in parte bilanciato dal dichiarazioni di maggior ottimismo sul futuro: le politiche fiscali dovrebbero infatti favorire la crescita nel secondo semestre. Le parole di Bernanke sono state emblematicamente commentate da alcuni economisti Usa sintetizzando la strategia della Fed nei seguenti termini: "cut and hope". In altre parole ulteriori tagli sono possibili, a partire da quello del 18 marzo, data per la quale gli operatori stanno cominciando a prezzare anche l’ipotesi di un taglio più corposo da 75pb. In questo contesto non stupisce osservare l’andamento del tasso biennale, che ieri ha toccato il livello minimo degli ultimi 4 anni. Notizie non positive sul fronte assicurativo dopo che AIG, la più grande compagnia assicurativa mondiale per totale dell’attivo, ha annunciato una perdita record trimestrale di circa 5Mld$ a causa di svalutazioni su contratti CDS. Sul comparto decennale livello di supporto a 3,60%.
Valute: non si arresta il forte deprezzamento del Dollaro verso Euro, dopo la conferma di Bernanke del forte stato di difficoltà dell’economia Usa. Lo stesso Bernanke è sembrato piuttosto accomodante in merito al deprezzamento Dollaro, enfatizzandone anzi gli aspetti positivi inerenti il rientro del deficit commerciale. Alla base della velocità del movimento in atto vi è probabilmente anche la rapida ricostituzione di posizioni nette lunghe di Euro degli speculatori che, nelle ultime settimane, stazionavano ai minimi degli ultimi due anni. Per oggi i livelli di resistenza si collocano a 1,5220 e 1,5290. Yen in marcato apprezzamento vs. Dollaro segnando i livelli massimi da circa 3 anni, sulla scia di timori di rapida chiusura dei carry trade in seguito a possibili fallimenti di piccole banche Usa come indicato da Bernanke. Più contenuto l’apprezzamento vs. Euro. Primo supporto a quota 158 verso Euro.
Materie Prime: in forte rialzo il prezzo del greggio Wti che nella notte ha toccato un nuovo record a 103,05$/barile sulla scia del deprezzamento del Dollaro verso l’Euro. In calo il prezzo del grano (-8,7%) dopo la notizia di un aumento della produzione in Europa. L’International Grain Council inoltre ha annunciato che le scorte globali a giugno potrebbero risultare superiori alle precedenti previsioni. Forte rialzo del nickel (+6,6%) dopo che lo sciopero in Colombia ha bloccato la produzione nelle miniere della BHP Billiton. Nuovo record dell’oro che ha raggiunto i 976,1$/oncia.
 

tontolina

Forumer storico
segnalo
http://icebergfinanza.splinder.com/

VARIABLE INTEREST ENTITY: C'EST LA VIE! Nuovo iceberg sistemico all'orizzonte!



" Non ci sono segreti custoditi meglio di quello che tutti conoscono " amava dire George Bernard Shaw, scrittore irlandese, si tutti quelli che conoscono i "segreti" delle regole di bilancio, sanno della FASB_number_46, forse non tutti ne conoscono la storia e le possibili implicazioni.

Nel fine settimana Michele di Longshortinvest, un sito che vi consiglio di visitare, mi ha inviato una mail con riferimento alle voci che circolavano nel mercato a proposito dei VIE. Devo ammettere che tempo fà rovistando nel sito del FASB alla ricerca della FONTE_DELL'ETERNA_GIOVINEZZA ed esplorandone il contenuto avevo notato questa regola n° 46, ed in maniera superficiale ero passato ad altra lettura visto e considerata la modifica dell'applicazione in seguito allo scandalo ENRON!

Non so quanto di Voi ci abbiano fatto caso, ma martedì è uscita su Bloomberg.com un'esclusiva a firma Mark Pittman, dal titolo: Goldman, Lehman non possono avere eluso la crisi del credito.

In Italia nessuno ne ha ancora parlato, ne sui giornali, ne su internet a parte qualche .......fuga di notizie, vero Paolo!!!!

VARIABLE INTEREST ENTITY ovvero VIE, tenetela bene a mente questa sigla che da oggi in poi si aggiungerà al vocabolario di questa crisi, in buona compagnia con CDO & CLO, SIVs & ABS.

Nell'articolo in questione, queste nuove entità, figlie di questa irripetibile stagione di demenziale, finanza creativa, vengono descritte come una nuova potenziale fonte di perdite, un nuovo potenziale iceberg sistemico aggiungo io. Queste entità sono le sorelle minori dei famigerati SIVs Structured Investment Vehicle che consentono alle istituzioni finanziarie di mantenere ad esempio i titoli di derivazione ipotecaria subprime, fuori bilancio. Secondo l'articolo in questione i VIE potrebbero contribuire secondo la società di ricerca CREDITSIGHTs ad aggiungere ulteriori 88 miliardi di dollari di svalutazioni in maniera particolare a Goldman Sachs che sino ad ora è stata l'unica a non segnalare particolari writedowns.



I VIE come vedremo sono noti come speciali veicoli finanziari ai tempi del crollo della Enron nel 2001 ENRON_USE_AND_ABUSE_or_SPES con la vendita a breve termine di debiti sostenuti da titoli alcuni dei quali, assicurati contro il default.

Sempre secondo l'articolo di Mark Pittman ora che le due grandi Monolines sono sotto pressione ( e la storia non finisce qui.....) le istituzioni finanziarie che hanno utilizzato tali veicoli, saranno costrette a far rientrare nei bilanci tali entità e registrate un minor valore. La separazione del business delle Monolines accenderà la miccia del downgrade sui prodotti strutturati.
Secondo Moody's Investors Service e la Federal Reserve, il nuovo "iceberg" ha un sottostante stimabile in 784 miliardi di commercial paper, dalle " significative conseguenze" !



Un mix di subprime CDOs, SIVs & VIE porterà ad un'ulteriore crollo dei prezzi! Secondo Moody's le perdite sarebbe al massimo di 30 miliardi di dollari, ma si sà le agenzie di rating ultimamente sono dotate di illuminazione ad intermittenza.

Maggiori saranno le possibilità di downgrade sulle monolines, maggiori saranno le pssibilità di avere ulteriori svalutazioni in queste nuove entità, ecco perchè dell'interesse primario del mercato e delle istituzioni finanziarie, al mantenimento dei rating delle monolines.

Sembra di essere in un cartone animato, dove all'improvviso tutti gli attori del mercato accorrono con piccole travi di legno per tenere insieme una gigantesca impalcatura di ferro di un'intero grattacielo!

"Like SIVs, VIEs often issue commercial paper to finance themselves and may have multiple outside owners that share in the profits and losses. Because banks agree to back VIEs with lines of credit, they have to buy commercial paper or notes when no one else will."

Goldman e Lehman sono i due più grandi " dealer " della commercial paper, quelli con minor perdite dall'inizio della crisi ma come abbiamo già visto, spesso in questa crisi ci si focalizza su un settore a rotazione dimenticando l'effetto combinato, ci si dimentica spesso dell'immobiliare commerciale, quello degli uffici, dei centri commerciali, il NEW YORK TIMES, ricorda che Goldman Sachs prevede una discesa delle quotazioni del COMMERCIAL REAL ESTATE del 26 % mentre gli analisti di UBS prevedono ulteriori valutazioni su titoli strutturati subprime, leveraged loans e mutui ipotecari commerciali.


Se posso permettermi una battuta, questi analisti oggi prevedono tutto quanto di peggio sia possibile con il senno di poi, senza aver mai previsto ad esempio, nel caso specifico di UBS il destino della propria banca ed oggi ci raccontano di uno tsunami di 600 miliardi di possibili perdite in arrivo sul settore finanziario, proprio ora che l'onda già giunta a destinazione è di soli 160 miliardi. In seguito vedremo come gli "gnomi svizzeri" amano in maniera particolare i VIE!



Sempre da un'altra fonte di informazione mi sono giunte notizie poco rassicuranti sulle condizioni di alcune realtà finanziarie, banche o istituti tecnicamente falliti.

Molti investitori sono sorpresi dalla bravura di Lehman Brothers nella navigazione attraverso la crisi in questione, ma sul WALL STREET JOURNAL scopriamo che nessuno è immune dall'effetto farfalla. Nelle stive di Lehman Brothers giaciono circa 39 miliardi di dollari di " commercial real estate loans " e sino a poco tempo fà ha attivamente sostenuto il mercato ipotecario commerciale.

Citigroup ha un " significant unconsolidated VIEs " per la modica cifra di 320 miliardi di dollari,
Merrill Lynch 22,6 miliardi, 27 centesimi di dollaro sembrerebbe essere l'attuale valore dei titoli stivati nelle VIEs, stimati su un recente salvataggio di Etrade, ma le previsioni sono pura " nebbia eterna ".



Lascio alla Vostra immaginazione, comprendere la portata di una tale valutazione ai miliardi di Citigroup, uno spettacolare " market to market " dalle implicazioni devastanti per una banca tecnicamente sull'orlo del fallimento.

Venerdì William Poole, della Fed di Saint Louis in un suo_discorso ha rilevato come il detto " Too Big To Fail " va visto alla luce di " No firm should be too big to fail but some may be too big to liquidate quickly. "

"In the context of macroeconomic stability, the main moral hazard issue arises in the context of “too big to fail.” I believe that it was Alan Greenspan who put the issue this way: No firm should be too big to fail but some may be too big to liquidate quickly.

Too Big, To Fail, ma noi tutti sappiamo che in questa irripetibile epoca finanziaria il semplice battito della farfalla subprime ha scatenato uragani di dimensioni mai viste in passato e questa è la madre di tutte le crisi finanziarie, tutto è possibile, anche il fallimento di qualche colosso finanziario!

A proposito di " market to market " serpeggia sempre più la convinzione che il modello in questione ha svolto un ruolo diretto e centrale nella bolla del credito e che ora stia avendo un effetto boomerang di dimensioni esponenziali.

Sul FINANCIAL_TIMES troverete un articolo che ricorda come nel 1993 negli Stati Uniti è stata approvata una regola che ha spianato la strada al " market to market " una regola memore della US Saving & Loan Crisis, quando le perdite furono nascoste tramite il cosidetto concetto del " costo storico ".

Sembra chiaro nell'articolo l'impatto dell'introduzione di questo nuovo modello, una leva più o meno costante nei bilanci delle istituzioni finanziarie, una leva che dovrebbe funzionare esponenzialmente in senso contrario creando un " negative feedback loops " con un impatto distruttivo su ogni tipo di prodotto strutturato, prezzi degli immobili o quotazioni azionarie.

Nell'articolo scritto da Tobias Adrian della Fed di New York che gli amici del blog hanno già conosciuto e Hyun Song Shin della Princeton University dal titolo LIQUIDITY_&_LEVERAGE si evidenzia come questo processo abbia accelerato la velocità con cui le banche possono aumentare il prestito, in quanto riduce la quantità di capitale necessario per ciascun nuovo prestito.
L'utilizzo inoltre dei Conduits & SIVs ha amplificato inoltre tale processo a partire dal 2005 evidenziato dalla crescita del mercato delle asset backed commercial paper ABCP.

Investors need to believe this re-adjustment has at least stabilised before they will return. Each new wave of price falls in leveraged loan markets or asset-backed securities markets – and each post-earnings restatement of losses from the likes of AIG, Credit Suisse or whoever is next – illustrates that the prognosis is not good either for the financial world or the wider economy.

The lesson for regulators is that the solution to one problem almost always contains the seeds of another......la soluzione ad un problema contiene quasi sempre il seme di un'altro, in fondo la Storia insegna come possiamo ricavare dalla vicenda di ENRON & VIE!

" The disclosure on VIEs is hopeless " non si ha idea di come sia la struttura e di come funzioni.


Questo è quanto ho trovato in una relazione di bilancio del 2003 relativa a CNH International del 2003, girovagando su internet, CNH macchine per l'agricoltura e le costruzioni:

8. Effetti attivi e crediti - Nell'ambito del programma di conversione in titoli degli effetti attivi di CNH i crediti finanziari al dettaglio sono venduti a controllate consolidate di CNH con scopi limitati, nell'eventualità di bancarotta.
A loro volta queste controllate creano dei fondi fiduciari separati, in cui trasferiscono gli effetti attivi in cambio dei proventi del debito cartolarizzato ("ABS" - Asset Backed Securities) venduti dai fondi fiduciari.

A causa della natura delle attività detenute dai fondi fiduciari e dalla natura limitata delle attività di ciascun fondo fiduciario, questi vengono classificati come entità qualificate con scopi speciali ("Qualifying special purpose entity", "QSPE") in base alla norma SFAS N. 140 "Accounting for Transfers and Servicing of Financial Assets and Extinguishments of Liabilities" ("Contabilizzazione di Trasferimenti, Servizi di Attività Finanziarie ed Estinzione di Passività"). In conformità con la norma SFAS n. 140 le attività e passività delle QSPE non sono consolidate nel bilancio consolidato della Società.

L'ammontare insoluto in virtù di questi programmi è stato di 3,6 miliardi di dollari al 30 settembre 2003, rispetto a 4,6 miliardi di dollari in data 31 dicembre 2002. In aggiunta ai programmi di conversione in titoli degli effetti attivi, alcune controllate di CNH hanno convertito in titoli o scontato gli effetti attivi senza rivalsa. Alla data del 30 settembre 2003 e del 31 dicembre 2002, nell'ambito di questi programmi, continuano a rimanere insoluti rispettivamente 1,6 miliardi di dollari e 1,2 miliardi di dollari.

Nel gennaio 2003, la FASB ha emesso l'Interpretazione n. 46 "Consolidation of Variable Interest Entities" ("Consolidamento delle Entità a Interesse Variabile") (un'interpretazione dell'ARB 51)" ("Interpretazione N. 46"). Nell'ottobre 2003, la FASB ha emesso la FASB Staff Position ("FSP") FIN 46-4, "Effective Date of FASB Interpretation No. 46 ("Effettiva data dell'interpretazione FASB"), "Consolidation of Variable Interest Entities" ("Consolidamento delle Entità a Interesse Variabile"). La FSP 46-6 posticipa, per quanto riguarda le entità pubbliche, l'effettiva data richiesta per il primo periodo di reporting delle entità che si conclude in data successiva al 15 dicembre 2003.

L'adozione definitiva dell'Interpretazione N. 46 non si prevede che abbia un impatto materiale su CNH. I programmi della Società per la conversione in titoli degli effetti attivi non comportano per CNH alcun interesse particolare nelle Entità a interesse Variabile e quindi non richiede che la Società consolidi le attività, le passività e i risultati delle attività operative delle sue entità qualificate con scopi speciali ("QSPE").


Più chiaro di cosi si muore.... i programmi della Società per la conversione in titoli degli effetti attivi non comportano alcun interesse e quindi nessun consolidamento di entità con scopi speciali........



Sul blog del Financial Times, FTALPHAVILLE inoltre troverete altri particolari ma in sintesi per VIE si intende:

" In general, a variable interest entity is a corporation, partnership, trust, or any other legal structure used for business purposes that either (a) does not have equity investors with voting rights or (b) has equity investors that do not provide sufficient financial resources for the entity to support its activities. A variable interest entity often holds financial assets, including loans or receivables, real estate or other property. "

In generale, un VIE è una società di capitali, corporation, partnership, trust, o una qualsiasi altra struttura giuridica utilizzata per fini commerciali, che
(a) non ha investitori con diritti di voto o
(b) ha investitori che non forniscono sufficienti risorse finanziarie a sostegno delle sue attività.


Semplice no, la possiamo aprire anche noi, basta che qualcuno ci metta dentro qualche zuppa subprime!


Un VIE di solito contiene attività finanziarie, compresi i prestiti o crediti, immobili o altri beni.

Secondo l'attuale interpretazione del FASB regola numero 46 il consolidamento di un VIE avviene se:

a) una società detiene la maggioranza del capitale e ha il controllo della VIE

b) Ha il diritto di ricevere la maggioranza del residuo ritorno del VIE

c) e qui abbiamo il fulcro del discorso......E' un soggetto con un maggiore rischio di perdita dalle attività del VIE.

Un ulteriore articolo sull'argomento lo troverete sul FINANCIAL TIMES dal titolo " LATEST ACRONOMY FROM WALL STREET NOTORIETY"
FIN 46 is "a great way to ruin your summer if you invest in, develop, own or use real estate," said Ernst & Young's Paul Griesmer
Non perdetevi questo articolo, NEW_FASB_RULE_SHIFTING_BILLIONS_IN_REAL_ESTATE_BACK_TO_BOTTOM_LINE non arrivo a tradurvelo, usate i traduttori di Google riescono a darvi un'idea della dimensione di questa " innovazione finanziaria ".
Vorrei però catturare la Vostra attenzione su questo riferimento:
FIN 46 basically sounds the death knell for numerous off-balance-sheet financing schemes. And that bell will toll for a very long list. For the S&P 500 alone, FIN 46 will move some US$379 billion of assets and $377 billion in liabilities onto third-quarter balance sheets, according to projections in a newly released Credit Suisse First Boston (CSFB at www.csfb.com) study.
Ebbene sapete secondo fonti del Financial Times qual'è l'esposizione di Credit Suisse nell'ultima meraviglia, patrimonio della finanza?
119,9 miliardi di dollari, seguita a ruota dall'altra regina svizzera ovvero UBS con 29,9 miliardi e i loro analisti ricordano al mondo che il rischio sistemico è in aguato, conoscono bene la materia prima.
Thanks to BEN_SARGENT
La morale di questa favola è che le sorprese non sono ancora finite, non sono affatto finite e l'unica soluzione o meglio la mia soluzione principe è quella di istituire un sistema virtuoso che identifichi nei risultati di medio e lungo termine la stella polare di qualunque azienda, dimenticando la frenesia del breve termine, la massimizzazione a tutti i costi di qualsiasi risultato aziendale.

Abbiamo già visto insieme che la perdita di fiducia del mercato è stato l'elemento scatenante di questa crisi, abbiamo visto come questa crisi non abbia nulla a che fare con la mancanza di liquidità, che l'azione della Federal Reserve è esclusivamente una pressione psicologica sul mercato che verrà pagata cara nel proseguo di questa crisi ma è indubbio che la fiducia del mercato è stata polverizzata in un istante e come nella vita ci vorranno anni per riconquistarla.
LA LEGGENDA DI COUNTRYWIDE!

La Conquista del West porta con sè alcune leggende indimenticabili come quella di Buffalo Bill o Jassie James, Lucky Luke o Calamity Jane, da Billy the Kid a Butch Cassidy ognuno di loro ha lasciato il segno nella storia della frontiera.

Oggi dopo alcuni anni di conquiste immobiliari, la frontiera " SUBPRIME " vede iscriversi una leggenda dai contorni assolutamente al limite dell'immaginazione, la " Leggenda di CountryWide " la regina dei mutui ipotecari, in assoluto il maggiore istituto di concessione di mutui ipotecari del paese.

L'articolo in questione dal titolo THIS_HOUSE_WAS_A_STEAL è stato pubblicato sul Chicago Tribune in data 24 Febbraio e non vi è alcun dubbio che questa storia riassume in sè il significato di questa stagione di irrazionale follia collettiva e non solo.

In una via di Chicago e precisamente nella 4578 Oakenwald Avenue alcuni nuovi proprietari di una palazzina hanno scoperto uno scheletro umano con vicino un cane morto. I vicini di casa hanno riferito si trattasse di un certo Randy Johnson, un uomo di mezza età che viveva da solo e fin qui niente di nuovo.

L'intrigo che circonda la casa di Oakenwald apre una finestra sull'oscuro mondo della frode ipotecaria, una palazzina questa rilevata in fase di foreclosure che ha permesso di scoprire che Countrywide dopo aver rilevato l'ipoteca dal proprietario inadempiente ha girato per ben tre volte la vendita aumentando man mano il finanziamento. Contabilmente risultava più conveniente rifinanziare il mutuo, piuttosto che inserirlo tra le partite incagliate, scaricando infine il " risk " tramite una classica cartolarizzazione. Nessuno dei clienti ha mai visto dal vivo quella casa, invogliati ad accettare finanziamenti " subprime " per poi rivendere la stessa a prezzi in aumento.

Una catena di San Antonio che si è interrotta appena la facile illusione di quotazioni in aumento è divenuta realtà, attraverso un improvviso ribasso delle quotazioni che non accadeva dai tempi della Grande Depressione.

Un'autentica sorpresa che il WALL_STREET_JOURNAL evidenzia in relazione al forum di Wall Street nel quale si scopre oltre alle perdite potenziali di 400 miliardi di dollari ( ottimisti! ) un costo pari all'1,5 % del PIL da sostenere in comunione tra le istituzioni finanziarie e l'economia americana.

Oltre ad evidenziare il famigerato " accelleratore finanziario " tanto caro a Bernanke, gli autori estrapolano i risultati attraverso tre diversi modi di calcolo. Inoltre ricordano che per effetto della leva finanziaria, le banche dovrebbero ricapitalizzarsi in media del 5 % sino a adeguare i proprio ratio ad una situazione di mercato ad alta volatilità ed aumento del rischio.

Con un l'inserimento di nuovi capitali per 100 miliardi di dollari a ripianare il 50 % delle perdite le istituzioni finanziarie sarebbero costrette a ridurre i loro attivi di 2000 miliardi su un totale di più di 20.000, quindi meno credito e meno portafoglio. Sulla base di un'esperienza storica tale operazione inciderebbe dell'1,3 % in percentuale sul PIL.

Nel frattempo la consapevolezza delle agenzie di rating si spinge sino a declassare 1887_classi_di_ALT-A Mortgage Securities_ per opera di S&Poor's , classi ALT-A formate da prestiti a tasso fisso o variabile applicati a clientela di una media-alta solvibilità, una porzione che rappresenta il 16 % dell'intero mercato immobiliare.

I lettori ricorderanno da quanti mesi stò evidenziando il rischio concreto di trasferimento e contagio oltre ai subprime confermato dalla liquidazione dell'hedge fund inglese Peloton con esclusiva esposizione ai mutui ALt-a, mutui con tassi di default più che triplicati e un oceano di più di 900 miliardi di dollari in circolazione.

Le rivelazioni di UBS riguardo alla loro alta esposizione ai mutui ALT-a ha causato una valanga di " margin calls " e forzato alcune vendite da parte dei maggiori attori del mercato ipotecario. Un bel pacchetto per un totale di 26,6_miliardi_di_dollari!

Complimenti ad UBS attiva su tutti i fronti, sfido io che non hanno chiare le prospettive a venire!

La settimana che verrà porterà con sè un'ulteriore ondata di dati macroeconomici con in primo piano quelli relativi all'occupazione di mercoledi, giovedi e venerdi.

Il mio radar ha segnalato un interessante articolo sul NEWYORKTIMES dal titolo The Buck Has Stopped, dove si evidenzia una nostra vecchia conoscenza ovvero il CES NET BIRTH/DEATH Model ovvero l'incapacità da parte del modello del BLS di prevedere le svolte economiche.

In questo articolo scopriamo una nuova società di rilevazione dell'occupazione, la TRIMTABS la quale ....which estimates employment growth using data from an online job index and an analysis of income tax withheld versus job creation rates, has been far more accurate than the Bureau of Labor Statistics.

In sintesi un metodo di rilevazione in grado di arrivare molto vicino alla cifra reale anticipando la solita revisione del BLS. Bene questa società secondo le proprie stime prevede per il mese di febbraio una perdita di 77.000 unità contro le attese medie di un incremento di 30.000 unità. E pensare che in Germania tra Siemens, Henkel e BMW annunciano tagli per qualche migliaio di posti di lavoro.

Di revisione in revisione, i dati del BLS a breve confermeranno la recessione in corso.

Sempre dal NEWYORKTIMES ci si interroga sulla reale consistenza dell'occupazione americana in questi ultimi anni!

In settimana esplode il bushel di grano con due spike, eccessi direi io, da oltre 20 punti percentuali, una speculazione che se protratta porterà ad una crisi alimentare mondiale. L'altra faccia della medaglia dell'inflazione ovvero il prezzo del petrolio continua a salire della luce riflessa del presidente dell'Opec che preoccupato segnala una caduta della domanda a seguito di una recessione americana, con il conseguente nulla di fatto in quanto ad un aumento della produzione.

In lontananza si ode sempre più l'eco dell'inflazione, che attraverso la politica monetaria americana assume le sembianze della stagflazione, una trappola della liquidità, un invito a nozze per una nuova stagione di carry trade. Alletante vendere dollari ed indebitarsene per andare ad investire in giro per il mondo! In Europa nessuno si illuda ricorda Alex Weber della Bundesbank i tassi restano fermi, con la memoria alla leggendaria inflazione di Weimar.

Si taglia ma nulla accade, i tassi sui mutui continuano a salire attratti dai decennali a loro volta attratti dall'inflazione. Vi ricordate il famoso " conundrum " di Greenspaniana memoria, ebbene in quel caso l'effetto opposto fece si che mentre i FED FUND salivano gradino per gradino, i tassi a lungo termine scendevano per effetto probabilmente degli acquisti dei paesi mediorientali e Cina.

Oggi avremo inoltre l'indice ISM manifatturiero ma dopo la catastrofe degli indici territoriali di Chicago, Philadelphia e New York credo che non vi sia una possibilità su mille che non scenda sotto 50 e forse anche più!

Vorrei concludere questo post ricordando che la settimana entrante potrebbe portare gli indici a testare i minimi di gennaio e molto probabilmente alla formazione di nuovi minimi per indurre la banca centrale ad un taglio dei tassi maggiore.

Non vedo alcuna possibilità di evitare dati economici negativi che confermeranno la recessione in corso. Sento parlare di insider che rastrellano azioni sul mercato, ma in fondo il loro indice di fiducia è ai minimi da tre anni a questa parte CEO_CONFIDENCE e non solo quello del Conference Board ma anche il CEO_INDEX della ChiefExecutives, sento parlare di pessimismo estremo tra gli investitori ma in fondo gli indici sono scesi ben poco in rapporto alla recessione che verrà, alle stime future degli utili che in questo momento sono sopra la media storica di un buon 40 %.









......a proposito, quando ti mettono un pulce nell'orecchio è difficile rallentare.
Ciao Andrea
 

tontolina

Forumer storico
L'economia Usa è in recessione da novembre
di Gaetano Evangelista - 03/03/2008

http://www.smarttrading.it/default.asp?idlingua=1&idContenuto=3936


Si fa un gran parlare in questi giorni della prospettiva di una recessione negli Stati Uniti: il dibattito ferve ancora sul "se", non sul "quando" la contrazione dell'economia è partita. In effetti non è facile stabilire con certezza l'avvio di un ciclo recessivo: ma nell'Outlook di inizio anno abbiamo mostrato con fermezza come il mese di novembre con ogni probabilità contrassegna l'inizio di questa fase negativa per il ciclo economico americano.

Secondo la definizione classica, l'economia è in recessione quando si registrano due trimestri negativi di crescita del prodotto interno lordo: secondo questa accezione, prendendo per definitivo il dato del quarto trimestre 2007 (+0.6%), dovremmo aspettare almeno la fine del mese di luglio prima di conclamare l'economia americana in recessione, sempreché ovviamente i primi due trimestri di quest'annno si chiudano con il segno meno.
La release del PIL per il Q2 infatti è prevista per la fine del primo mese successivo al trimestre in questione. Decisamente troppo tardi per una fase contrattiva che potenzialmente è iniziata alla fine del 2007. Senza contare che di fatto vi può essere recessione senza che l'economia sperimenti una contrazione del prodotto per due trimestri di fila.

Nel 2001 difatti l'economia americana è entrata in recessione, ma tecnicamente il PIL non si è mai contratto per due trimestri consecutivi, anche se ha fatto registrare il segno meno nel Q3-2000 e nel Q1 e Q3 del 2001. In effetti questa condizione dell'economia è un po' più complessa di una semplice definizione algebrica.
In America l'organismo deputato alla formalizzazione pubblica della recessione è il National Bureau of Economic Research (NBER), che fa impiego di una metodologia complessa che tiene conto dell'intera attività economica. E' il NBER che sancisce ufficialmente l'inizio e la fine della recessione. Sfortunatamente, però, non possiamo fare affidamento sul suo operato: nell'episodio del 1981 comunicò al pubblico l'inizio del ciclo recessivo sei mesi dopo l'inizio, e questa è stata la circostanza più tempestiva delle ultime quattro recessioni. In effetti questo organismo è apprezzabile per il suo zelo teorico, ma tutt'altro per la sua tempestività.


Così, abbiamo sviluppato da tempo una metodologia, relativamente semplice, e soprattutto in grado di indicare l'inizio di una recessione negli Stati Uniti sostanzialmente in tempo reale: o meglio, una volta acquisiti i dati mensili delle principali variabili macroeconomiche. Grazie a questo modello, presentato ufficialmente in sede di 2008 Yearly Outlook, siamo stati in grado di stabilire nel mese di novembre l'inizio della recessione negli Stati Uniti. Questo evento è inevitabile quando il nostro Recession Predictor raggiunge la soglia del 50%:

080303-1.gif

US Recession Predictor

Come si può notare, questo livello è stato raggiunto nel penultimo mese dell'anno passato, e ampiamente superato nei due mesi successivi, qualora ce ne fosse stato bisogno. Si notino le quattro recessioni precedenti, contrassegnate dalle linee verticali in grigio: sono le recessioni ufficializzate dal NBER. In tutti i casi, l'inizio della recessione è sostanzialmente coinciso con il momento in cui il nostro Recession Predictor ha raggiunto la soglia del 50%.
Così, mentre l'opinione pubblica si accapiglia sull'eventualità di una recessione e brancola nel buio circa la sua tempistica, noi disponiamo di un enorme vantaggio: sappiamo che è iniziata lo scorso novembre, con un margine di errore di un mese. Questo dato è di estrema importanza, non solo a livello di previsione macroeconomica, ma anche perché utile per formulare previsioni sui mercati finanziari più o meno direttamente coinvolti. Si noti infine come il Recession Predictor si collochi al momento su livelli inferiori a quelli raggiunti in occasione delle precedenti quattro recessioni, come a testimoniare una minore intensità della contrazione dell'attività economica. Sarà interessante verificare se nelle prossime settimane questo dato sarà confermato, e se addirittura si sperimenterà un regresso del dato al di sotto della soglia dell'equilibrio, evento che anticiperebbe in prospettiva l'esaurimento del ciclo recessivo. Ne parleremo ovviamente nei prossimi numero del Rapporto Giornaliero.
 

tontolina

Forumer storico
L' ABECEDARIO DELLA RECESSIONE! PINOCCHIO IN PRIMAVERA.
http://mercatoliberonews.blogspot.com/2008/04/abc.html

Voltaire amava ricordare che " se abbiamo bisogno di leggende, che queste leggende abbiano almeno l'emblema della verità! Mi piacciono le favole dei filosofi, rido di quelle dei bambini, odio quelle degli impostori!

Ebbene purtroppo non c'è nulla di cui poter ridere, da un luogo lontano, il paese dei mandorli in fiore, il vento ci porta il messaggio dell'ovvietà, la crisi peggiore degli ultimi cinquant'anni, aumentano di mese in mese gli anni, nessuno saprà per mesi la sua portata reale, ma tutto si potrà stabilizzare entro i primi mesi del 2009, guardo il cielo e sospiro, grazie di esistere Greenspan!

Ma torniamo per un attimo a parlare di cose serie, dei fondamentali di questa recessione, Abecedario della Recessione, si perchè la profondità o la superficialità di una recessione si identificano spesso con delle lettere, V oppure U, W piuttosto che L.

Con la lettera V si identificano le recessioni brevi e superficiali come le ultime due, quella recente del 2001 e quella degli anni 90, durate circa 8 mesi. Questa sarebbe la recessione che il mercato stà scontando, una recessione veloce e sostanzialmente indolore.

C'è poi la possibilità di assistere a quella che gli economisti chiamano DOUBLE DIP o recessione a W, per fare un paragone quella degli anni ottanta con 22 mesi di recessione complessivi, la stessa recessione che alcuni economisti si aspettano prevedendo i due primi trimestri dell'anno recessivi e ipotizzando poi una ripresa grazie agli incentivi fiscali una tantum alle famiglie ed alle imprese.

Resta infine la lettera L che identifica una recessione di stile sol levante, ovvero la recessione che ha messo in ginocchio il Giappone per oltre dieci anni, la grande deflazione

e la lettera U una recessione che secondo il nostro Nouriel Roubini identifica meglio la recessione che verrà, una recessione lunga 12/18 mesi che agirà in profondità nell'economia.

BUSINESS CYCLE RECESSION by NBER - MONTHS - PEAK TO TROUGH S6P 500

JUL53 MAY54 ...................... 10 ............... -11,12%

AUG57 APR58 ..................... 8 .............. -16,86%

APR60 FEB61 ...................... 10 ............... -9,02%

DEC69 NOV70 ...................... 11 ............... -27,75%

NOV73 MAR75 ...................... 16 ............... - 43,36%

JAN80 JUL80 ........................ 6 .............. -10,72%

JUL81 NOV82 ......................... 16 .............. -18,63%

JUL90 MAR91 ................................. 8 .............. -14,77%

MAR01 NOV01 ....................... 8 ................. -29,68%


Sul suo sito RGEMonitor potrete trovare un parte del suo ultimo post, nel quale spiega i motivi per cui questa sarà una recessione ad U.

Ormai l'abbiamo visto insieme, al di là della istituzionalità delle percentuali variabili che aumentano di giorno in giorno, ora si tratta di scoprire per quanto tempo questa recessione ci accompagnerà.

My view is closer to a U-shaped recession as I expect that the economic contraction will last at least 12 months and possibly as long as 18 months through the middle of 2009..... ci dice Nouriel che basa la sua previsione sul presupposto che le condizioni macro e finanziarie oggi sono molto peggiori rispetto alle due precedenti recessioni.

a) La peggiore recessione immobiliare dalla Grande Depressione e nessun bottom in vista.

b) Nel 2001 era il settore imprese ad essere in difficoltà 10 % del PIL o investimenti mentre oggi si tratta del settore domestico, 70 % del PIL nei consumi privati.

c) La più grave crisi finanziaria dalla Grande Depressione è in atto non solo un tracollo subprime, perdite che contagiano anche i mutui prime e midprime che si diffondono anche alle ipoteche commerciali, carte di credito, credito al consumo per acquisto auto, mutui agli studenti, prestiti leveraged, LBO, muni bond a rischio default, default societari che andranno ad impattare sull'oceano di CDS.

Ebbene la " visione " di Roubini sembra essere supportata nientepochedimeno dallo stesso MARTIN_FELDSTEIN presidente del NBER ovvero National Bureau Economics Research l'ente preposto alla certificazione dell'inizio e della fine di una recessione.

Ascoltate attentamente le sue parole in quanto potrebbero esserci alcune sorprese dal preliminare del PIL in Q1 ovvero il primo trimestre 2008:

He also said the first quarter U.S. gross domestic product number will be a "misleading" number in that it may not reflect the economy was in a recession in the first three months of the year.......quindi sembrerebbe possibile qualche sorpresa tipo, un deflattore benevolo oppure un eccesso di scorte.

Feldstein sostiene inoltre che ......"I think that December/January was the peak and that we have been sliding into recession ever since then," "I think it could go on longer" than the "last two recessions (which) lasted eight months peak to trough," he said, adding the current recession could last about twice as long.........da dicembre e gennaio stiamo scivolando in una recessione che potrebbe essere il doppio della durata della precedente recessione.

Questa è la versione in italiano della notizia apparsa sul SOLE24OREonline. http://www.ilsole24ore.com/art/Sole...b3-11dd-b408-00000e251029&DocRulesView=Libero


Se permettete umilmente vorrei aggiungere un fattore spesso determinante alle considerazioni di Nouriel ovvero la mancanza di fiducia che questa crisi ha disseminato nell'oceano finanziario, una fiducia riflessa nella mancanza di liquidità, negli spread e in particolare riflessa dai tassi euribor e libor, nonostante le manovre monetarie al limite della disperazione.

Senza la fiducia del mercato non è possibile alcun tipo di ripresa e noi tutti sappiamo quanto basta per perderla e quanto tempo ci vuole per poterla riacquistare sempre che questo sia possibile.

Per quanto riguarda la DOUBLE DIP Voi tutti conoscete il mio pensiero, decoupling ed effetti secondari degli stimoli monetari e fiscali potranno attenuare la crisi sempre che la W abbia un senso.

Nouriel esclude la possibilità di una recessione americana a L per la risposta aggressiva delle autorità monetarie e per la sensazione che la ristrutturazione del settore finanziario sia ben avviata rispetto all'esperienza giapponese.

MIKE_SHEDLOCK invece sostiene la possibilità di un'eperienza alla giapponese ovvero un L recessiva in quanto il consumatore americano è maggiormente indebitato rispetto a quello giapponese degli anni novanta, e la percentuale di risparmio è inesistente un'ipoteca enorme sulla spesa futura che rallenterà qualsiasi tentativo di recupero. Altre considerazioni sono sull'inesistenza attuale di un catalizzatore che possa produrre nuova occupazione, come lo era l'era informatica.

La bolla del Commercial Real Estate e le sue conseguenze su alcune banche regionali sovraesposte nei confronti del CRE, inventari e eccedenze di abitazioni produranno un rallentamento nei progetti futuri, minori centri commerciali in quanto i consumi si contraranno inevitabilmente, in seguito ad un incremento della disoccupazione e nulla può fare Bernanke. Inoltre resta da osservare un oceano di 45.000 miliardi di CDS, un oceano inesplorato, come reagirà al moltiplicarsi dei falimenti?


Date ora un'occhiata a questa ulteriore richiesta d'aiuto, proviene dalla FDIC ovvero la FEDERAL DEPOSIT INSURANCE CORPORATION, un'ulteriore socializzazione delle perdite, è probabile che costerà qualcosina al contribuente, una richiesta che si sintetizza cosi:

An activist government response with tax dollars is likely needed as voluntary loan modifications aren't working fast enough.
"We've got a real problem. And I do think we need to have more activist approaches. And I think it will be something we need to be honest with the American public about. We do need more intervention. It probably will cost some money."

Qualcuno di Voi ha visto questa sera REPORT e la possibile socializzazione delle perdite dei famigerati contratti SWAPS di cui sono infarciti i bilanci di numerosi comuni o istituzioni italiane, perdite presunte o reali per milioni di euro? Non un fascio di tutta un'erba ma credo che NON tutti gli amministratori erano a conoscenza del significato di un derivato.

Inoltre Sheila Bair aggiunge ..... Regulators are "increasingly concerned" about the risks posed by high concentrations of commercial real estate loans at banks, especially at financial institutions with between $1 billion and $10 billion in assets.

Ancora una vola la FDIC comunica la sua preoccupazione per il Commercial Real Estate, la sua concntrazione, il suo potenziale sistemico, no signori non è finita, non è affatto finita che vi piaccia o no!

Si parla inoltre del salvataggio della Bear Stearns un salvataggio al limite delle legalità come ci ricorda il grande PAUL_VOLCKER l'uomo che combatte e vinse la Grande Inflazione.....

``What appears to be in substance a direct transfer of mortgage and mortgage-backed securities of questionable pedigree from an investment bank to the Federal Reserve seems to test the time-honored central bank mantra in time of crisis: lend freely at high rates against good collateral; test it to the point of no return,'' he said. ..........un punto di non ritorno, chissà, forse l'inizio di un cammino senza ritorno!

Per il resto è primavera e tutto va bene, l'aria diventa frizzante, il Fondo Monetario Internazionale ci comunica che le perdite potenziali potrebbero raggiungere i 1000_miliardi_di_dollari abs più, cdo meno.
SE lo dice Nouriel Roubini è un pazzo, lo dice l' FMI tutti a sospirare,
ALCOA vede crollare il suo utile del 54% posta straordinaria su, posta straordinaria giù e scendere i ricavi e il fatturato , frutto di un problemino energetico e della debolezza del dollaro oltre che al calo della materia prima, quale.... quella grigia. Meno male che dagli utili di Alcoa e General Electric non dovevano esserci brutte sorprese!

Permettetemi un pò di ironia anche se non c'è nulla da ridere, nulla di nuovo sotto il sole primaverile, Paulson ci racconta un giorno si e un giorno no che l' economia è rallentata drammaticamente, no tutto sotto controllo, l'economia è fondamentalmente solida, la guidance di_UPS trasporti per l'America urla recessione e lancia un profitwarning unitamente a AMD semiconduttori e nelle MINUTE della Federal Reserve scopriamo che il tagli dei tassi servono a ben poco e che una prolungata e severa fase di recessione economica è possibile.

L'inflazione continua a dare fastidio come un'ape che scopre la gioia di un fiore che stà per sbocciare, portando nel cuore il nettare della deflazione che verrà!

Non solo un'ape, ma una vera e propria zanzara invece,la recessione immobiliare che attraverso il PENDING_HOME_SALEX_INDEX che scende anche se sale,a seconda delle revisioni che scendono, gioco di parole che ufficializza la stabilizzazione che ogni mese il National Association of Realtors vede dietro l'angolo.

Sembrerebbe inoltre esserci qualche problemino nell'oceano dei PRIVATE_EQUITY ma forse è un semplice temporale d'estate! Se poi volete sapere cosa ne penso sul dollaro allora il mio pensiero non è molto lontano da quello di KENNETH_ROGOFF.

Vi lascio con un'ultima riflessione, riguardo all'ultima operazione di Lehman Brothers ( FTALPHAVILLE ) una splendida operazione Bloomberg.com

New York based Lehman will hold a piece of the $565 million subordinated note, the riskiest portion, according to the term sheet. The bank sold $2.2 billion of bonds with investment-grade ratings.......



Per chi non lo sapesse il debito subordinato è.....

Con l'espressione debito subordinato si intende il credito caratterizzato dalla clausola di postergazione; detta clausola fa sì che il creditore sottoscrivendo un prestito subordinato rinuncia all'applicazione della par condicio nei suoi confronti, ovvero accetta, nel caso di liquidazione dell'emittente, di rinviare l'esercizio delle proprie pretese di rimborso al soddisfacimento di tutti gli altri creditori concorsuali.
Il vincolo di subordinazione produce effetti qualora l'emittente si trovi in una situazione di liquidazione (volontaria o coatta) e fintanto che tale situazione non si verifica, i prestiti subordinati hanno le stesse caratteristiche e modalità di rimborso di un normale prestito. Tuttavia, anche in caso di liquidazione dell'emittente l'obbligo di restituzione del prestito permane, solo che gli interessi del creditore subordinato saranno tutelati secondariamente rispetto a quelli degli altri creditori non ugualmente postergati. Ringraziamenti a Sandro_Lorusso

According to the prospectus, a slice of Freedom gets you exposure to:

First Data (KKR)
TXU Corp (KKR & TPG)
Sequa Corp (Carlyle)
and bank credit lines to… Imperial Tobacco and… Countrywide Financial. Il prezzo della libertà!

E' primavera, godetevi questi cieli sereni, domani è un'altro giorno e si vedrà!

Postato da: icebergfinanza a aprile 09, 2008 01:15 | link
 

tontolina

Forumer storico
MA INSOMMA QUESTA RECESSIONE AMERICANA DOVE STA?
di Giuseppe Turani -La Reppubblica
Ai fans dell´economia a stelle e strisce si può dare un´ulteriore buona notizia: la Grande Recessione, molto probabilmente, non si farà vedere nemmeno nel terzo trimestre. E per il dopo...


-->Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.
(WSI) – La Grande Recessione Americana è come un gatto che non si riesce mai a prendere per la coda. Era stata annunciata per l´inizio del 2008, ma nel primo trimestre non si è vista. Allora è stata messa in agenda per il secondo, ma qui c´è stata la sorpresa. Nell´ultima revisione statistica è venuto fuori che l´America fra aprile e giugno è cresciuta addirittura (dato annualizzato) del 3,3 per cento: una bomba che ha subito messo le ali alla Borsa e alle chiacchiere di tanti commentatori improvvisati. Gli Stati Uniti corrono come il vento, sono indistruttibili, e via di questo passo.
A questi fans dell´economia a stelle e strisce si può dare un´ulteriore buona notizia: la Grande Recessione, molto probabilmente, non si farà vedere nemmeno nel terzo trimestre. Le proiezioni dicono che nel periodo luglio-settembre, la crescita americana frenerà un po´ e si assesterà sotto il 2 per cento. Ma terrà.
Nonostante questo, comunque, tutti gli esperti di un certo valore sono concordi sul fatto che l´America non può, questa volta, evitare la sua brava recessione. Ma non subito. In negativo dovrebbe andare solo nel quarto trimestre, cioè fra ottobre e dicembre. In pratica, se queste previsioni saranno rispettate, l´America finirà in recessione proprio quando dovrà andare a votare per eleggere il nuovo presidente (4 novembre).
In attesa di vedere quello che accadrà nei prossimi mesi, conviene cercare di capire perché nel secondo trimestre l´economia americana ha fatto molto meglio di tutte le previsioni. Gli elementi sono pochi: 1- Boom delle esportazioni, tirate da una notevole competitività delle aziende e da un dollaro molto basso. 2- Il persistere di investimenti molto forti. 3- Il fatto che i mercati asiatici hanno continuato a correre con grande vivacità, confermandosi come partners commerciali molto importanti. 4- Una flessibilità aziendale che forse non ha uguali nel mondo.
Ma perché gli economisti sono così sicuri che la recessione arriverà? Anche qui ci sono alcuni elementi che vanno considerati. 1- La congiuntura è in rallentamento, e questo produce 60-70 mila posti di lavoro in meno alla settimana. Per un mercato del lavoro come quello americano non sono, per ora, cifre spaventose, ma si tratta comunque di buste paga che scompaiono (e quindi di consumi un po´ meno abbondanti). 2- Il mercato immobiliare deve ancora conoscere la sua stagione più dura (che arriverà appunto in autunno), e allora molti americani potrebbero davvero andare nel panico, schiacciati fra il valore della loro casa che scende e i mutui che comunque vanno pagati.
E i consumi interni, che già fanno fatica a muoversi, potrebbero crollare, scaricando tutto il peso della congiuntura sulle esportazioni (che però hanno già fatto molto). 3- Il mercato finanziario non è affatto a posto. Anche qui il peggio deve ancora arrivare. Risulta, ad esempio, che il fondo di garanzia dei depositi bancari americani (Fdic) ha detto che la lista delle banche a rischio fallimento è aumentata a 117 istituti, dai 90 di tre mesi fa. Il patrimonio totale di queste banche è di 78 miliardi di dollari, il triplo di tre mesi fa. E il Fdic non ha soldi abbastanza per intervenire. E non è nemmeno detto che questo sia tutto, altra polvere può giacere sotto i tappeti.
Una serie di fallimenti bancari potrebbe creare serissimi problemi nel finanziamento dell´economia e potrebbe, ovviamente, contribuire a determinare un certo panico nella gente.
Insomma, come si vede, gli elementi per un big bang abbastanza rovinoso ci sono tutti. E questo spiega perché gli economisti non hanno accantonato (nonostante i buonissimi risultati del secondo trimestre) l´idea della recessione. Ma si intravede una fine? Quando torneranno i tempi buoni? Gli esperti dicono che almeno fino a metà del prossimo anno bisognerà rassegnarsi a vedere un´America al rallentatore. La crisi bancaria, invece, potrebbe durare anche più di tre anni. E questo in sostanza, impedirà all´economia americana di riprendere il suo consueto cammino per molto tempo. Per 3-5 anni sarà insomma una specie di ammalato, bisognoso di cure molto attente.
Nei risvolti di questa crisi, poi, ci sono alcune cattive notizie per quanto riguarda l´Europa. Il Vecchio Continente, infatti, risulta essere l´unico posto (verrebbe da dire "discarica") nel quale gli americani possono sistemare parte della loro crisi (l´Asia è sacra, grande partner commerciale, e non si tocca). E la crisi Usa, quindi, picchierà sull´Europa, attraverso il vecchio e collaudato strumento del dollaro. Poiché negli ultimi tempi la valuta americana è un po´ risalita, molti pensavano che avrebbe proseguito lungo quella strada. Ma non c´è da farsi molte illusioni. Ancora per qualche anno gli americani hanno bisogno di un dollaro non troppo forte. E questo è quello che succederà. Insomma, anche l´Europa deve prepararsi a soffrire insieme all´America. Anzi, dovrà soffrire di più perché l´America è più forte.
 

tontolina

Forumer storico
Commentando cinicamente, i lettori non dovrebbero aspettarsi nessun rimedio alla crisi dal presidente Barack Obama. Il capo del settore finanziario della campagna nazionale di Obama è il miliardario Penny Pritzker, che tra le altre cose è erede degli Hotel Hyatt. Fu Pritzker assieme a Merrill Lynch 10 anni fa che per primo sviluppò il modello per garantire il capitale reale dei mutui subprime, scatenando l’attuale tsunami finanziario.





Obama non è legato solo a Pritzker ma anche al miliardario di Omaha Warren Buffett e a George Soros. McCain dipende dai contributi tradizionali del partito repubblicano, che chiede riforme fiscali per chi percepisce i guadagni più alti e un trattamento di laissez faire per le banche nei confronti di milioni di proprietari di fronte all’impossibilità di riscattare la propria casa e al blocco dei capitali da parte delle banche.
tratti da
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=4971
 

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