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翠鸟科
La definizione "classica", già valida ai tempi dell’Ici, fa riferimento alle unità immobiliari censite nelle categorie catastali A/1 (abitazioni di tipo signorile), A/8 (ville) e A/9 (castelli e palazzi di pregio storico-artistico). Il guaio è che queste abitazioni sono appena 73.680 in tutta Italia, contro 19,7 milioni di abitazioni principali. Come dire: una cifra puramente simbolica, che farebbe risparmiare pochi spiccioli allo Stato – in termini di gettito complessivo – e che d’altra parte non fotografa certo la vera platea dei proprietari di abitazioni di lusso. Al contrario, proprio gli elevati costi di manutenzione degli immobili storicoartistici, uniti alla necessità di rispettare i vincoli delle Soprintendenze, fanno sì che questi fabbricati siano se mai meritevoli di un’attenzione particolare, testimoniata dal fatto che già il Governo Monti ha previsto la riduzione a metà dell’imponibile.
Il problema è che la fotografia catastale del patrimonio edilizio non è più adeguata. E questo, al di là di tutte le altre iniquità del sistema, per due motivi di fondo:
*** da un lato, il 70% delle case è accatastato come A/2 o A/3, il che rende impossibile modulare il prelievo in base alla categoria;
*** dall’altro, tra A/2 e A/3 ci sono differenze di rendita catastale piuttosto significative, che non sempre corrispondono al reale valore di mercato degli edifici. Detto in altri termini, due vicini di casa possono pagare importi di Imu molto diversi – a fronte di prezzi immobiliari identici – solo perché le abitazioni sono state costruite in anni diversi e accatastate in categorie diverse.
Il problema è che la fotografia catastale del patrimonio edilizio non è più adeguata. E questo, al di là di tutte le altre iniquità del sistema, per due motivi di fondo:
*** da un lato, il 70% delle case è accatastato come A/2 o A/3, il che rende impossibile modulare il prelievo in base alla categoria;
*** dall’altro, tra A/2 e A/3 ci sono differenze di rendita catastale piuttosto significative, che non sempre corrispondono al reale valore di mercato degli edifici. Detto in altri termini, due vicini di casa possono pagare importi di Imu molto diversi – a fronte di prezzi immobiliari identici – solo perché le abitazioni sono state costruite in anni diversi e accatastate in categorie diverse.