Fondi Immobiliari Chiusi Sangue e Arena...avanti il prossimo.

Mentre dall'analisi dell'indice principe e di quello della paura, il mercato pare ancora in balia dell'incertezza, oggi provero' ad analizzare 1 dei molteplici metodi di trading, ovvero quello noto come "contrattazione a coppie, usato dal mitico Jesse Livermore, che parte dal presupposto che i prezzi delle azioni dello stesso settore dovrebbero essere correlati.
Ne consegue, ad es, che i prezzi di Isp ed Uc o Ford GM ecc,dovrebbero fluttuare in rapporto alle stesse informazioni, speculando/affrontando le differenziazioni anomale dei prezzi.
 

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Quindi, lo speculatore che trada la coppia di titoli del medesimo settore, tenderà a vendere, con obbiettivi immediati:cool:l'azione che ha rotto le resistenze, mentre, per il lungo periodo, tenderà a comprare/incrementare l'azione rimasta indietro.:cool:, nelle more il mercato potrà crollare o rimbalzare, ma, se il divario tra i 2 titoli resta invariato, egli non guadagnerà nè...perderà denaro; questa è 1 strategia market neutral, ossia non soggetta ai rischi connessi all'andamento del mercato.
L'efficacia del trade, non dipende tanto dall'andamento del mercato, quanto dalle correlazioni tra società o settori specifici.
Se il divario tra Isp e Uc si restringe, con conseguente caduta DEI PREZZI DI IC E RIALZO DI ISP lo speculatore guadagnerà denaro.....
vi chiederete quanto denaro?...possiamo solo indovinare, ma sappiamo che se per questo Morgan Stanley & C. pagavano profumatamente astrofisici appositamente assunti, la strategia doveva certamente essere remunerativa.;)
 
Un trucco chiave dell'arbitraggio statistico, o "start arb", è fare in modo che 1 strategia sia davvero neutrale rispetto all'andamento del market, non soltanto rispetto alle fluttuazioni delle azioni ma, anke a quelle dei tassi d'interesse (bund tedesco decennale, in primis, in quanto considerato il + sicuro del mondo;))delle valute estere e................
rispetto a tutti i rischi dovuti alla casualità del mercato; wall street pullula di ex impiegati di hedge funds neutrali sul matket, che sono falliti ...
perkè non erano abbastanza neutrali.:D:cool:
 
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Allego esempio semplificato, per vedere il...differenziale.:cool:

Escursione intesa (1.97/2.38) 0,41 dai min. è a 0,16 e 0,25 dai max,
escursione uc 0,47 (1.5772.03) ovvero 0.12 dai min e 0.33 dai max.

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Nelle more, anche se appare fuori tema, allego articolo del Benetazzo PENSIERO.;)




LA PUPA E IL SERMONE (pubblicato in data 29/04/2010)




Con il termine “pupa” nell’immaginario collettivo solitamente si fa riferimento ad un provocante esemplare di mammifero femmina appartenente al Genere Homo Sapiens Sapiens. In vero se volessimo ancora fregiarci di questa nomea senza usurparne il titolo, il termine “pupa” identifica in ambiente scientifico lo stadio incompleto di un processo di metamorfosi (solitamente animale). Si parla sovente infatti di “stadio pupale” riferendosi alle mutazioni che avvengono in natura studiando gli insetti, in cui la “pupa” rappresenta la muta di una larva. Lo stadio pupale si svolge in uno stato di quiescenza, talvolta protetto all’interno di involucri di varia natura all’interno dei quali si verifica il passaggio da uno stadio giovanile a quello adulto: il classico esempio di uno stadio pupale è il bozzolo di un bruco (denominato crisalide) dal quale fuoriesce una farfalla.



Per chi non lo avesse ancora capito il nostro paese sta attraversando uno stadio pupale. Un lento processo di metamorfosi che lo sta cambiando su più fronti: il punto interrogativo che dovremmo tutti porci è quale sarà il risultato finale di questa trasformazione ? Cosa saremo ? Una nuova farfalla oppure un insetto sgradevole e ripugnante alla vista ? Proviamo a fare alcune considerazioni fuori dal coro, che tuttavia moltissimi lettori giudicheranno molto scomode, ma non per questo non veritiere. Il nostro paese sta cambiando in seguito a due sorprendenti mutazioni, la prima riguardante il fronte sociale e la seconda quello industriale. Partiamo dalla prima pertanto. Il tessuto sociale italiano è iniziato a cambiare a seguito di due gradienti evolutivi che la maggior parte di tutti noi ha accettato con eccessiva leggerezza: una emancipazione femminile esageratamente controproducente che ha portato ad eccessi nel costume sociale e nella viat di tutti i giorni e l'ingresso senza alcun genere di controllo di etnie extracomunitarie disposte a tutto pur di migliorare il loro poverissimo stile di vita. Il primo gradiente ha causato la nascita di una fascia sociale (prettamente maschile) dai mezzi di sostentamento economici molto limitati: sto parlando di centinaia di migliaia di padri trentenni e/o quarantenni che sono costretti a pranzare alla Caritas o a ritornare dalla mamma in quanto il peso degli alimenti alla ex moglie rende impossibile una vita decorosa.


Questo chiaramente ha conseguenze economiche che adesso cominciamo appena a percepire. In meno di trent'anni la coesione della famiglia tradizionale italiana (che ha rappresentato uno dei punti di forza del nostro paese ed anche l'invidia che suscitavamo agli altri) si è, anno dopo anno, sempre più ridimensionata sino ormai al suo completo annullamento. I matrimoni “drinkcard” sono all'ordine del giorno: tuttavia l'emancipazione femminile spinta all'eccesso è costata molto cara anche alla donna che vede ora nel maschio un partner demosciato ed insicuro, intimorito dall'idea di intraprendere una relazione seria, per le possibili implicazioni economiche in caso di default matrimoniale. Allora si preferisce piuttosto creare un circuito farlocco di relazioni ed effusioni sentimentali incentrate sulle disponibilità dei “trombamici” (uomini o donne che si rendono disponibili per rapporti sessuali a chiamata senza impegni e vincoli di natura sentimentale). Questo è avvenuto parallelamente in tutti i paesi occidentali, ma nel nostro gli effetti di questa devoluzione sono stati più incisivi: i bamboccioni che stanno a casa con la mamma per paura di un matrimonio che ti metta fuori combattimento fa parte di un pensiero dominante della nostra epoca. Non voglio esprimere giudizi: ma ognuno di voi giudichi se si viveva meglio all'inizio degli anni settanta oppure adesso, chiaramente in termini di stabilità e pianificazione familiare.


Il secondo gradiente ha invece permesso l'entrata di milioni di individui extracomunitari, con il solo scopo di offrire loro una occupazione (solitamente di manovalanza) mal retribuita: questo ha consentito a grandi aziende e gruppi industriali di sostenere minori oneri per l'attività manifatturiera ed al contempo ha abbassato copiosamente i livelli reddituali dei lavoratori italiani. Oltre a questa straordinaria opportunità economica per le maestranze operaie italiane, abbiamo dovuto assistere anche alla proliferazione di deliquenza e criminalità dilagante nelle nostre città. Tutto questo perchè l'integrazione (che non esiste di fatto) ci è sempre stata disegnata come una grande opportunità di crescita per il paese. A distanza di anni abbiamo visto solo crescere la delinquenza, la criminalità, lo spaccio di droga, lo sfruttamento della prostituzione ed il disagio di chi vive nelle città oggetto di insediamento da parte di queste etnie.


La seconda mutazione, quella che ci ha portato allo stadio pupale, riguarda invece la trasformazione del potenziale imprenditoriale ed industriale. Forse piu che di trasformazione si dovrebbe parlare della polverizzazione di quello che rimaneva. Il miracolo economico è scaturito perchè ci siamo messi a produrre e realizzare tutto quello che consumavamo, dalle automobili alle scarpe. L'attività produttiva era il cuore ed al tempo stesso la ricchezza del paese: creando posti di lavoro, generando gettito fiscale e producendo benessere. Da oltre cinque anni abbiamo intrapreso la strada opposta: smobilizzando le fabbriche ed importando da fuori quello che un tempo realizzavamo in casa nostra. Fermatevi un momento a riflettere la mattina quando vi alzate: dal rasoio ai vestiti, dal lavandino alle sedie del salotto, niente di tutto questo viene piu prodotto in Italia. Il che si traduce in milioni di posti di lavoro che mancano all'appello ed in miliardi di euro di gettito fiscale in meno. Da paese un tempo manifatturiero stiamo diventando un paese avventuriero. Non ho dubbi che cosa uscirà dalla crisalide.


Con il termine “sermone” si suole indicare un discorso di ammonimento e/o di rimprovero oppure la predica rivolta ai fedeli da un pastore protestante all'interno di una comunità cristiana. In Italia non piacciono i sermoni, nemmeno quando a farli è lo stesso Benedetto XVI. Stiamo vivendo un mese di profonda tensione finanziaria a causa del possibile default della Grecia. Quello che poteva sembrare impossibile due anni fa oggi è una realtà plausibilissima. Ritengo che anche a voler ascoltare un sermone su quello che potrà accadere, il tutto rimarrà come sempre inascoltato o mal apprezzato. Deltronde anche quattro anni fa mi derisero per quello che ipotizzavo sarebbe accaduto a livello planetario: gli stessi ora mi invitano ai talk show o mi chiedono di scrivere nel loro quotidiano.


L'escalation finanziaria non lascia molto all'immaginario: dopo Grecia, Portogallo e Spagna, toccherà all'Italia (e forse anche all'Inghilterra). Ho già avuto modo di scrivere sull'argomento, la domanda che tuttavia mi pongo ora è che tipo di Italia si troverà a reagire ad un momento infelice avendo subito una metamorfosi cosi radicale, tanto da non riconoscerla quasi più ? La perdita di coesione familiare unita all’incapacità di una coppia moderna separata di supportarsi a vicenda in un momento di ridimensionamento economico, la presenza di individui extracomunitari che sanno come arrangiarsi (a modo loro) quando la tal azienda delocalizza o fallisce, tutto questo difficilmente disegna un quadro di conforto sul come verrà affrontata l’uscita dallo stadio pupale per l’ormai defunto Bel Paese. Come ci raccontava Dante entrando all’Inferno: lasciate ogni speranza, voi che entrate.
 
Sforzandomi:Dposso anke capire l'effetto Grecia:cool:ma quello effimero Ungherese....mi puzza.:-o
 

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Breve sintesi......settimanale.:cool:


Per usare un eufemismo si potrebbe parlare di listini agili. I mercati finanziari nell'ultima settimana si sono mossi come i calciatori che si riscaldano prima delle partite, con movimenti lenti che lasciano spazio a scatti veloci. Ma i risultati portati a casa da molte attività, azioni in testa, sono stati altalenanti, con profonde incursioni al ribasso dei prezzi e qualche recupero in zona cesarini.

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Gli avversari sul campo delle borse erano molti: il declassamento del debito spagnolo, la marea nera, la stima Bce di 195 miliardi di svalutazioni bancarie, il rallentamento della manifattura cinese, e nel lontano Giappone le dimissioni del primo ministro. Infine, ieri, l'allarme dell'Ungheria sui conti governativi ha persino sminuito l'importanza dell'incontro con l'occupazione americana, che aveva tenuto in sospeso tutte le piazze mondiali. La brusca discesa degli impieghi non temporanei, poi, ha fortemente deluso le aspettative.
Nel vecchio continente è finita con il DJ Stoxx dei 600 titoli principali a +0,2% sul venerdì precedente e a Wall Street con l'S&P 500 a -2,25% e le 30 blue chips del Dow Jones a -2,02%. Tra le singole piazze della Comunità europea, Milano ha lasciato sul terreno il 3,5%, Parigi l'1,7%, Francoforte lo 0,1%, Londra l'1,2%; Atene e Madrid il 5,4%. Budapest, il nuovo sorvegliato speciale, il 3%. Ad Oriente, Shangai è scesa dello 0,1% e Tokyo è salita (+1,4%) prima dell'ennesimo scivolone ad occidente, sulle speranze di un nuovo corso politico.
Su Piazza Affari, dove il settore bancario ha un peso rilevante, l'azione di disturbo è stata aggravata da indiscrezioni di perdite ingenti su derivati per Société Générale.
La grande sfida degli investitori, tuttavia, rimane sullo sfondo, ed è quella con la crisi dei debiti sovrani, con la crescita del Pil, con la riforma delle regole finanziarie. Un obiettivo ancora lontano e che genera strategie di breve respiro, non sempre in linea con i tempi delle rilevazioni macroeconomiche. Se la disoccupazione di Eurolandia ai massimi storici (10,1%) ha fatto scivolare la moneta unica sotto 1,21 contro dollaro (poi rimbalzata a breve sopra 1,23 e piombata sotto 1,20), la stabilità dell'Ism dei servizi Usa, un indicatore dell'andamento del settore più vasto dell'economia a stelle e strisce, è stato accolto tiepidamente dal mercato azionario. Anche i dati confortanti sull'attività immobiliare statunitense, con la spesa edilizia e i compromessi in aumento, fanno dubitare degli entusiasmi degli operatori, ben edotti sul fatto che potrebbero essere il colpo di coda di una politica di incentivi al traguardo.

L’articolo continua sotto

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Quello che è certo, è che la volatilità continua a strappare: l'indice Vix, che misura lo scostamento dei prezzi di un paniere di opzioni sull'S&P 500, viaggia dall'inizio di maggio sopra i 30 punti, con puntate vicino ai 50. Ben lontano dagli 80 di fine 2008, ma in pressione, che di solito è sintomo di ribasso delle azioni.
Le oscillazioni sul mercato obbligazionario sono altrettanto elevate: quelle dei Treasuries a 10 anni, rimbalzati tra il 3,2% e il 3,38% di rendimento; quelle dei paesi governativi europei, che allargano il premio sui Bund tedeschi. Il Btp decennale rende il 4,34% (era al 4% solo un mese fa), contro il 2,65% (3% un mese fa) del Bund di pari durata. E anche il costo per assicurarsi il rimborso dei titoli dei paesi periferici o semiperiferici di Eurolandia è tornato a impennarsi.

L'oro, tra un dubbio e l'altro dei mercati, rimane sopra i 1.200 dollari l'oncia. E il petrolio, dopo il disastro di Bp che dovrebbe renderlo più prezioso, ondeggia sotto i 74 dollari al barile, mentre i titoli petroliferi sono sull'ottovolante.
La Fed non ha fretta di cominciare l'exit strategy, né con le dismissioni dei titoli tossici acquistati dalle banche, né con la fine della bonanza fiscale (è in arrivo un altro pacchetto da 80 miliardi). In Europa qualche governo inizia e presidiare i conti pubblici. E gli investitori non hanno premura di prendere posizioni lunghe in portafoglio, in primo luogo sui capitali di rischio delle imprese.
 

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