News, Dati, Eventi finanziari sara' vero................

Washington, Washington Consensus
Le otto famiglie della manipolazione del petrolio

maggio 15, 2014 Lascia un commento

Dean Henderson 13 maggio 2014
Dopo la seconda guerra mondiale, durante cui il presidente della Royal Dutch Shell Sir Henry Deterding sostenne i nazisti, mentre Exxon e Texaco collaborarono con i nazisti del cartello IG Farben, i Quattro Cavalieri rivolsero l’attenzione al Medio Oriente. C’è il cartello sotto nomi come Consorzio iraniano, Iraqi Petroleum Company e Aramco. Con la nascita dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC) come cartello dei produttori, le aziende escogitarono modi sempre più sofisticati per ridurre la capacità di contrattazione collettiva dell’OPEC. Governi nazionalisti furono destabilizzati, screditati e rovesciati dalla CIA per volere di Big Oil. Henry Kissinger creò l’International Energy Agency (IEA), che i francesi chiamano macchina da guerra. La politica dei Due Pilastri di Nixon e il Consiglio di Cooperazione del Golfo di Reagan (GCC) furono tentativi di dividere l’OPEC tra ricche nazioni bancarie e povere nazioni industriali, con i sauditi che giocano il ruolo di chiave di volta produttivo in entrambi i sistemi. Come il petroliere George Perk una volta commentò il rapporto tra i Quattro Cavalieri e i sauditi, “I mercati del petrolio non sono liberi. I funzionari della compagnia petrolifera corrompono i funzionari dell’Arabia Saudita. Ma solo per controllare il mercato“.
Dopo la guerra del Golfo re Hussein di Giordania commentò il ruolo saudita nel ridurre il potere contrattuale dell’Opec, “A livello base, il vecchio risentimento sommerso della maggior parte degli arabi verso i sauditi, uscì oramai dalla bottiglia. Subiamo il fatto che comprano tutto, tecnologia, protezione, idee, persone, rispettabilità… i popoli arabi dicono che gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita sono indistinguibili, e da ciò concludono che i sauditi appoggiano Israele. I sauditi se ne vergognano?” L’OPEC emerse con l’embargo del 1973 volto ad adottare quelle soluzioni regionali che ne diminuissero la dipendenza dall’occidente per le valute forti necessarie per operare nell’economia globale. Il vertice arabo del 1972 a Khartum, Sudan, che pose fine alla prima guerra tra Nord e Sud Yemen, invitò i ricchi sceiccati del Golfo a dirottare i petrodollari dai buoni occidentali ai programmi di sviluppo delle nazioni povere. I falchi dell’industrializzazione dell’OPEC formarono il fronte della fermezza di Iraq, Libia, Algeria, Yemen del Sud, OLP e Siria. L’OPEC emanò una dichiarazione solenne che chiedeva un più giusto ed equo nuovo ordine economico internazionale. Ciò portò alla Conferenza sulla cooperazione economica internazionale di Parigi, dove 19 Paesi in via di sviluppo del G-77 s’incontrarono con i loro omologhi del G-7 per discutere la creazione di un ambito economico globale più giusto. La leader dell’OPEC, l’Algeria, guidò il blocco politico della conferenza di solidarietà del Movimento dei Non Allineati Sud, che auspicava che la ricchezza petrolifera dell’OPEC si riversasse sulle nazioni in via di sviluppo, invece che nel riciclaggio dei petrodollari nelle mega-banche internazionali di proprietà delle otto famiglie. Oltre a tale balzo, l’influente e fastidioso Movimento dei Paesi Non Allineati non voleva avere niente a che fare con il confronto tra occidente e blocco sovietico. Ma l’IEA di Kissinger si presentò alla conferenza di Parigi chiedendo di concentrarsi esclusivamente sull’energia, senza collegarsi alla più ampia questione dell’ingiustizia economica globale. L’AIE era dominata dai banchieri internazionali, che preferivano puntare sul pagamento degli interessi sui pessimi prestiti all’America Latina finanziati dai petrodollari dell’OPEC che aiutare i poveri del mondo. I banchieri rastrellarono tale vasto pool di valute nelle casseforti occidentali, finanziando l’espansionismo militare degli Stati Uniti e le operazioni segrete della CIA per proteggere i Quattro Cavalieri e creare altre varie multinazionali estrattrici di risorse. Il fronte della fermezza s’incontrò a Damasco nel 1979 per tracciare la strategia per contrastare gli accordi di pace di Camp David tra Israele ed Egitto, che sauditi e statunitensi supportarono saldamente. I falchi dei prezzi sapevano che Israele serviva gli interessi dei Quattro Cavalieri nella regione. Temevano l’ulteriore divisione dell’OPEC se fosse stato sottoscritto tal primo trattato di pace arabo-israeliano. Ma gli Stati Uniti offrirono all’Egitto massicci aiuti militari e gli accordi furono firmati dopo l’intenso sforzo statunitense guidato dall’ex dirigente della Bechtel Philip Habib. Gli accordi, assieme alla creazione reaganiana del CCG (Arabia Saudita, Quwayt, Emirati Arabi Uniti, Bahrayn, Qatar e Oman) nel 1981, raggiunsero gli obiettivi della macchina da guerra di Kissinger. L’anno successivo il Fondo Monetario Internazionale (FMI) venne lanciato ufficialmente. Inondato di petrodollari riciclati del GCC, il FMI legittimò e continuò il sequestro delle risorse patrimoniali mondiali da parte delle otto famiglie. Nacque lo standard internazionale petrolifero.
Il FMI è l’agenzia di raccolta e polizia dei banchieri internazionali rappresentati da Kissinger. Kissinger detiene le sue carte più importanti nella vasta tenuta di Pocantico Hills della famiglia Rockefeller, nello Stato di New York. Su pressione del FMI, i Paesi in via di sviluppo presero in prestito i petrodollari riciclati del CCG con il 15-20% di tasso d’interesse dalle banche delle otto famiglie, aprendo le loro economie alle multinazionali di proprietà di queste stesse banche. Peggio, usurparono la ricchezza petrolifera dell’OPEC. che il G-77 prevedeva di utilizzare per lo sviluppo del Terzo Mondo. Ora i banchieri ebbero l’audacia di prestare questi petrodollari al Sud, per i quali gli sceicchi del GCC ebbero il 6% dei buoni del Tesoro degli Stati Uniti, a tassi d’interesse esorbitanti, gettando le nazioni povere nel ciclo del debito infinito. Una volta che le nazioni non potevano rimborsare, subirono il sequestro dei beni. I negoziati del 1995 sulla “crisi del debito” messicano, portarono la Citigroup, diretta dall’ASARCO dei Rockefeller, a prendere il controllo della società cementiera statale messicana e all’acquisizione delle ferrovie statali da parte della Burlington Northern (ora BNSF). La maggior parte dei prestiti usurai costituivano le operazioni esentasse delle multinazionali o finivano nelle tasche delle élite di questi Paesi, poi spogliate del denaro da vassalli controllati dall’intelligence occidentale come la BCCI. I lavoratori del Terzo Mondo subiscono poi la responsabilità di ripagare il debito sul denaro che non hanno mai nemmeno ricevuto. L’ex-presidente venezuelano Carlos Andres Perez definì tale pratica ingannevole del FMI “totalitarismo economico”. Nel 2001, quando il governo argentino fu costretto al default sui 132 miliardi di dollari “dovuti” ai banchieri, e il FMI annullò un pacchetto di salvataggio quando l’Argentina si rifiutò di accettarne le condizioni draconiane, il ministro delle Finanze del Paese, Domingo Cavallo, chiamò il FMI “vampiro internazionale”. [264] Cavallo fu dimesso, come fecero in successione i quattro presidenti che si rifiutarono di giocare al gioco truccato del FMI. Sotto la guida coraggiosa dell’attuale presidentessa Cristina Fernández de Kirchner, gli argentini sono ancora in arretrato con il FMI.
Un più recente trucco dei Quattro cavalieri è stato aumentare la produzione di petrolio nei Paesi non-OPEC. Nel 1990 Exxon Mobil ottenne il 29% del suo greggio per gli USA dall’Angola, il 16% dall’Oman e il 16% dalla Colombia. RD/Shell acquistò il 19% del suo petrolio per gli USA dal Messico e il 17% dallo Yemen. Chevron Texaco ebbe il 26% del proprio deposito negli Stati Uniti dal Messico. Nessuna di queste nazioni è membro dell’OPEC. [265] Un recente studio dell’American Petroleum Institute ha dichiarato che la crescita della produzione non-OPEC, dal 1980, ha eroso il mercato influenzato dall’OPEC. Nel 1984, le scoperte petrolifere nel Mare del Nord di Norvegia e Gran Bretagna indebolirono ulteriormente il potere contrattuale dei falchi dell’industrializzazione dell’OPEC. Norvegia e Gran Bretagna divennero esportatrici nette di greggio, utilizzando tale leva per abbassare i prezzi mondiali del petrolio. Le nazioni OPEC Venezuela, Iraq, Indonesia e Nigeria sono particolarmente dipendenti dai prezzi alti del greggio dato che il petrolio occupa una grande percentuale delle loro esportazioni. In Indonesia due presidenti furono estromessi dal 1999 per la svalutazione della rupia, spingendo la quarta nazione più popolosa del mondo nei disordini civili e nella crisi economica prolungata. Un articolo del 28 dicembre 1998 su Business Week, dettagliava gli enormi giacimenti e gli impianti petrolchimici della Mobil nella travagliata regione di Aceh, nel Nord Sumatra. Le truppe indonesiane del presidente Suharto, che la CIA installò dopo il colpo di Stato del 1964 guidato da John Hull, rovesciando il governo nazionalista di Sukarno e massacrando i manifestanti accanto a tali strutture della Mobil. Fu un momento di continuità storica. Nel 1882 la tribù degli Aceh attaccò la sede di RD/Shell nella stessa regione. Il governo coloniale olandese schiacciò la ribellione in modo altrettanto brutale. L’Indonesia divenne un caso economico disperato quando un consorzio di banche statunitensi, guidato da Citibank, iniziò il dumping monetario con il generale Ibnu Sutowo, il braccio destro di Suharto che controllava i cordoni della borsa della Pertamina, la compagnia petrolifera di Stato. Sutowo sperperò il bottino con palazzi, una flotta di aeromobili, una catena di alberghi e una Rolls Royce bianca. La Banca centrale indonesiana fu tenuta all’oscuro sull’ammontare dei suoi conti. Nel 1974 Sutowo volò a Göteborg, in Svezia, dove battezzò la nuova superpetroliera Ibnu accanto all’amico e agente della CIA Itzak Rappaport. Poi giocò a golf con Arnold Palmer, Gary Player e Sam Snead. I prestiti della Pertamina superavano i 6 miliardi di dollari. Inoltre, le tangenti prese da decine di ufficiali dell’aeronautica indonesiana negli anni ’70, per assicurare i contratti della Lockheed Martin, passavano attraverso numerosi conti correnti a Singapore conosciuti come Fondo per vedove e orfani. [266] L’Indonesia è ancora gravata da quel debito oggi. A consigliare il governo su questioni finanziarie sono Lazard Freres, Kuhn Loeb e Warburg, un gruppo che si chiamata la Triade. Consigliano anche i governi di Congo, Gabon, Sri Lanka, Panama e Turchia.
In Venezuela l’Exxon Creole Petroleum fu fondata dalla CIA, con cui condivide gli uffici. [267] Exxon è la CIA in Venezuela. Bechtel costruì il gasdotto Mena Grande per gli interessi petroliferi della Creole. Anche se il Paese è un importante fornitore di greggio degli Stati Uniti, il suo bolivar fu fortemente svalutato. La frustrazione pubblica culminò nell’elezione del presidente populista Hugo Chavez, critico dei Quattro Cavalieri e obiettivo di un continuo sforzo di destabilizzazione della CIA. Nel 2002 l’élite benestante del Paese indisse uno sciopero generale che spinse Chavez a dimettersi temporaneamente. Il luogotenente della Rockefeller e insider della Royal Bank of Canada Gustavo Cisneros era esattamente al centro di tale capriccio oligarchico. Nello stesso anno i ricos attaccarono ancora Chavez, che si rifiutò di cedere. Nel 2007 Chavez chiese una maggiore percentuale dalle entrate di Big Oil per il popolo venezuelano. Exxon Mobil e Conoco Philips si rifiutarono e furono costrette a lasciare il Paese.
In Nigeria Royal Dutch/Shell e Chevron Texaco dominano l’industria petrolifera, dove si produce il greggio di riferimento Bonny Light utilizzato nei carburanti per l’aviazione e altri prodotti di alta qualità. Le recenti violenze politiche hanno ucciso oltre 10000 persone. Le operazioni di Big Oil nel Delta nigeriano sono l’epicentro delle violenze. Il 10 novembre 1995 il drammaturgo nigeriano Ken Saro-Wiwa e altri otto leader della protesta furono impiccati dalla giunta militare del generale Sani Abacha, un altro dei pupazzi dei Quattro Cavalieri che hanno governato il Paese. Il regime di Abacha aveva dato il via libera alla Shell per la perforazione delle terre tribali Ogoni, causando le proteste di mezzo milione di ogoni che accusarono la Shell di aver gravemente inquinato la loro terra e la loro acqua. La famiglia di Saro-Wiwa citò in giudizio la Shell per concorso nella sua morte, ottenendo l’attenzione internazionale. L’azione legale accusava la Shell di omicidio colposo, torture, esecuzioni sommarie, arresti e detenzioni arbitrarie. Il fratello di Saro-Wiwa, un attore, dichiarò: “Questo è il classico caso dei metodi utilizzati dalle multinazionali contro chi li sfida. Portare la Shell in tribunale è uno dei tanti metodi di lotta nonviolenta contro il ruolo dell’azienda nel degrado ambientale e dei diritti umani degli ogoni“. [268] Solo un mese dopo le impiccagioni, la Shell provocatoriamente annunciò l’intenzione di imbarcarsi in un progetto da 3,8 miliardi di dollari sul gas naturale in Nigeria, in tandem con la giunta nigeriana, la francese Total e l’italiana Agip. I nigeriani erano indignati. Il 4 marzo 1997 i manifestanti presero prigionieri 127 dipendenti della Shell, bruciarono e saccheggiarono le stazioni di servizio della Shell e occuparono le sue piattaforme petrolifere. La Shell fu costretta a ridurre la produzione in Nigeria e passò sotto un maggiore controllo dei gruppi per i diritti umani nel mondo. [269] Nel luglio 2002 un gruppo di donne nigeriane prese in ostaggio dei dipendenti della Chevron Texaco e ne occupò le strutture. Il giorno dopo la sede di Lagos della società fu colpita da un blitz. La rivolta contro Big Oil in Nigeria continua.
Questi tre casi di atrocità dei Quattro Cavalieri presso nazioni dell’OPEC forniscono un altro motivo, per cui le aziende passano a fonti non-OPEC. Semplicemente non sono più benvenute. Nel 1972 l’OPEC produsse l’84,8% del petrolio al di fuori di Stati Uniti, URSS, Europa dell’Est e Cina. A partire dal 1991, l’OPEC ha fornito solo il 60,9% delle importazioni di petrolio degli Stati Uniti, la maggior parte proveniente dai Paesi del GCC Arabia Saudita, Quwayt ed Emirati Arabi Uniti. Nel 1989, il 18% era saudita. [270] La compiacenza del GCC nella sovrapproduzione di greggio per mantenerne i prezzi bassi per le operazioni dei Quattro Cavalieri, è la chiave che divide l’OPEC. I sauditi giocano il ruolo chiave di swing producer, con la capacità di 10 milioni di barili al giorno dell’Aramco e 261 miliardi di barili di riserve petrolifere. Il litorale sud-ovest del GCC sul Golfo Persico detiene il 42% del petrolio mondiale. E ‘ideale topograficamente per il trasporto a buon mercato del greggio verso le strutture costiere di stoccaggio e raffinazione, e per il carico sulle petroliere. Il giacimento gigante di Burgan in Quwayt è a soli cinque chilometri dal Golfo. Il greggio passa attraverso una pipeline costruita dalla Bechtel da Burgan ad un deposito di stoccaggio su un crinale che domina il golfo di al-Ahmadi. Da lì il petrolio fluisce nelle petroliere in attesa nel porto. [271] Nel 1978 il costo del pompaggio e trasporto di un barile di greggio del Golfo Persico era meno di un centesimo. [272] Fu il lavoro economico nel Golfo Persico che spinse Big Oil a chiudere i pozzi in Texas e Louisiana e a spostarsi nel Golfo. Le quote di produzione nazionali limitano la produzione delle compagnie petrolifere indipendenti. Gli indipendenti non hanno il capitale o i legami politici per divenire globali. Nel 1956-1974 la redditività del petrolio straniero raddoppiò mentre quella del greggio nazionale rimase la stessa. [273] Big Oil importa anche manodopera a basso costo nei Paesi del GCC da luoghi come Bangladesh, Filippine, Yemen e Pakistan. Alcuni indipendenti più grandi sono andati all’estero, ma furono relegati, insieme alle compagnie petrolifere governative del Terzo Mondo, nei compiti più rischiosi dell’esplorazione e della produzione petrolifera. Nel frattempo, i Quattro Cavalieri cavalcano nei verdi pascoli più a valle.
[264] BBC World News. November 2001.
[265] “Scorecards on the Oil Giants”. Susan Caminiti. Fortune. 9-10-90. p.45
[266] Spooks: The Haunting of America-the Private Use of Secret Agents. Jim Hougan. William Morrow & Company, Inc. New York. 1978. p.443
[267] Ibid. p.433
[268] “Shell Sued Over Nigerian Hangings”. AP. Missoulian. 11-9-96. p.A-6
[269] BBC World News. 3-24-97
[270] “Energy Blues and Oil”. Brian Tokar. Z Magazine. January 1991. p.14
[271] Oil, Industrialization and Development in the Gulf States. Atif Kubursi. Croom Helm. Kent, UK. 1984. p.24
[272] “A Reporter at Large: The World’s Resources: Parts I-III”. Richard Barnet. The New Yorker. p.26
[273] Tokar. p.22
Dean Henderson è autore di Big Oil & Their Bankers in the Persian Gulf: Four Horsemen, Eight Families & Their Global Intelligence, Narcotics & Terror Network, The Grateful Unrich: Revolution in 50 Countries, Das Kartell der Federal Reserve, Stickin’ it to the Matrix &
 
Situazione complicata tra Iran e Arabia Saudita – di Viktor Titov
I crimini dei Quattro Cavalieri – Dean Henderson

Pubblicato il 14 gennaio 2014 da Il nodo gordiano
images
In mancanza di una seria azione antitrust contro i Quattro Cavalieri (Exxon-Mobil, Chevron-Texaco, BP Amoco e Royal Dutch/Shell) e/o di un giro di vite del CFTC verso gli speculatori della Goldman Sachs, il velato tentativo del cartello della Federal Reserve di gonfiare l’economia globale spargendo denaro gratuito ai suoi banchieri, continuerà senza sosta.
Il primo tentativo noto dei trust del petrolio di soffocare la concorrenza avvenne nel 1928, quando Sir John Cadman della BP, Sir Henry Deterding della RD/Shell, Walter Teagle della Exxon e William Mellon della Gulf si riunirono nel castello di Cadman, vicino Achnacarry, in Scozia. Qui fu raggiunto un accordo che avrebbe diviso le riserve mondiali e i mercati del petrolio.
L’accordo di Achnacarry divenne noto agli addetti ai lavori dell’industria petrolifera come l’Accordo perché il suo obiettivo era mantenere lo status quo in cui i Quattro Cavalieri controllavano il petrolio mondiale attraverso accordi sulle quote di mercato, la condivisione degli impianti di raffinazione e di stoccaggio, e accordandosi a limitare la produzione per tenere alti i prezzi. [263] Big Oil firmò altri tre accordi nei successivi sei anni. Nel 1930 il protocollo d’intesa per i mercati europei fu seguito nel 1932 dall’accordo quadro per la distribuzione e nel 1934 dal progetto di memorandum sui principi.Tra il 1931 e il 1933 i Quattro Cavalieri ridussero spietatamente il prezzo per il greggio dell’East Texas da 0,98 dollari al barile a 0,10. Molti indipendenti del Texas vennero espulsi dal mercato. Quelli che rimasero furono costretti ad accettare rigorose quote di produzione sotto la minaccia di essere rovinati dalle major, quote che esistono ancora oggi. Servono per mantenere gli Stati Uniti dipendenti dal petrolio del Golfo Persico, dove Big Oil domina, e per tenere a bada le sfide degli indipendenti alla loro egemonia.
Inoltre, licenziarono migliaia di lavoratori del petrolio degli Stati Uniti, in Texas e Louisiana. Durante la seconda guerra mondiale i Quattro Cavalieri mostrarono il loro vero volto, quando Exxon e Texaco collaborarono con i nazisti dell’IG Farben concordando la fornitura di petrolio alla macchina militare di Hitler. Sir Henry Deterding, che gestiva la RD/Shell, fu ancora più netto nel suo sostegno ai nazisti. Dopo la guerra, i quattro cavalieri si concentrarono sul Medio Oriente, dove il cartello agiva sotto i nomi di Consorzio iraniano, Iraqi Petroleum Company e Aramco. Con l’ascesa dell’OPEC a cartello dei produttori, le aziende escogitarono metodi sempre più sofisticati per diminuire la capacità di contrattazione collettiva dell’OPEC.
I governi nazionalistici furono destabilizzati, screditati e rovesciati dalla CIA per volere di Big Oil. Henry Kissinger creò la sua International Energy Agency, che i francesi chiamavano ‘macchina da guerra’. La politica dei due pilastri di Nixon e la GCC di Reagan furono entrambi sforzi per dividere l’OPEC tra ricche nazioni bancarie e povere nazioni industrializzate, con i sauditi che giocavano il ruolo chiave di sabotatori della produzione in entrambi gli schemi. Come il petroliere George Perk ha commentato una volta sul rapporto Quattro Cavalieri/sauditi, “I mercati del petrolio non sono liberi mercati. I funzionari della società petrolifere corrompono i funzionari dell’Arabia Saudita. Cercano solo di dare una correzione al mercato”.
Dopo la Guerra del Golfo, re Hussein di Giordania commentò il ruolo saudita nel diminuire il potere contrattuale dell’OPEC, “In sostanza, il risentimento a lungo sommerso della maggior parte degli arabi verso i sauditi è venuto fuori dalla bottiglia. Infastidisce che comprino tutto, tecnologia, protezione, idee, persone, rispettabilità… i popoli arabi dicono che gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita sono indistinguibili, e da questo concludono che i sauditi appoggiano Israele.
I sauditi non hanno nessuna vergogna?” L’OPEC emerse con l’embargo del 1973 deciso ad ottenere soluzioni che comportassero la diminuzione della dipendenza regionale dall’occidente, ottenendo le valute forti necessarie per operare nell’economia globale. Il vertice arabo del 1972 a Khartoum, in Sudan, che concluse la prima guerra tra Nord e Sud dello Yemen, invitò i ricchi emirati del Golfo a deviare i loro petrodollari dai buoni occidentali ai programmi di sviluppo per i Paesi poveri. I falchi del prezzo per l’industrializzazione dell’OPEC formarono il fronte della fermezza e della resistenza, composto da Iraq, Libia, Algeria, Yemen del Sud, OLP e Siria. L’OPEC rilasciò una dichiarazione solenne che prevedeva un nuovo ordine economico internazionale più giusto ed equo.
Ciò portò alla Conferenza sulla cooperazione economica internazionale di Parigi, dove 19 Paesi in via di sviluppo del G-77 incontrarono i loro omologhi del G-7 per discutere la creazione di un panorama economico globale più giusto. Al vertice, il leader dell’OPEC dell’Algeria guidava un blocco politico chiamato Movimento dei Paesi Non Allineati per la Solidarietà del Sud, che auspicava il trasferimento della ricchezza petrolifera dell’OPEC alle nazioni in via di sviluppo. Ma l’IEA di Kissinger si presentò a Parigi chiedendo che la conferenza si concentrasse esclusivamente sull’energia, senza alcun collegamento con la grande questione dell’ingiustizia economica globale. L’IEA era dominata dai banchieri internazionali che deploravano l’idea che i petrodollari dell’OPEC aiutassero i poveri del mondo.
I banchieri volevano che questa grande riserva di denaro fosse investita nelle banche occidentali, spesa in attrezzature militari degli Stati Uniti e messa a disposizione delle operazioni segrete della CIA a protezione delle loro multinazionali.Il fronte della fermezza e della resistenza s’incontrò a Damasco nel 1979, per tracciare la strategia per fermare l’accordo di pace di Camp David tra Israele ed Egitto, che i sauditi e gli Stati Uniti avevano saldamente appoggiato. I falchi del prezzo sapevano che Israele serviva gli interessi dei Quattro Cavalieri nella regione. Temevano l’ulteriore divisione nell’OPEC se questo primo trattato di pace arabo con Israele fosse firmato. Ma gli Stati Uniti offrirono all’Egitto massicci aiuti militari e gli accordi furono firmati a seguito di un intenso sforzo degli Stati Uniti, guidato dall’ex esecutivo della Bechtel Philip Habib.
Gli accordi, insieme alla creazione del GCC nel 1981, seguivano gli obiettivi della macchina da guerra di Kissinger. Aggiungendo la beffa al danno, l’anno successivo il FMI fu creato ufficialmente. Il FMI è l’agenzia di sostegno e raccolta dei banchieri internazionali, che Kissinger rappresenta, per fare pressioni sulle nazioni del terzo mondo debitrici affinché aprano le loro economie alle multinazionali di proprietà delle banche.
Usurpando le ricchezze petrolifere dell’OPEC, che il G-77 immaginava di utilizzare per sviluppare il Terzo mondo, i banchieri ora ebbero l’audacia di prestare questi petrodollari al Sud a tassi di interesse esorbitanti, facendo precipitare le nazioni povere nel ciclo continuo del debito.
La maggior parte di questi prestiti costituirono le operazioni esentasse delle multinazionali o finirono nelle tasche delle élite di questi Paesi, che poi facevano scomparire il denaro attraverso banche come la BCCI. I lavoratori del Terzo Mondo furono lasciati a ripagare debiti che non avevano mai nemmeno ricevuto. Il presidente venezuelano Carlos Andres Perez, una volta chiamò questa sceneggiata del FMI, “totalitarismo economico”. Nel 2001, quando il governo argentino fu costretto al default per 132 miliardi di dollari “dovuti” ai banchieri, il FMI cancellò un pacchetto di salvataggio quando l’Argentina si rifiutò di accettare le sue condizioni draconiane; il ministro delle Finanze del Paese Domingo Cavallo chiamò il FMI “vampiro internazionale”. [264]
Cavallo si dimise, cosi come una serie di quattro presidenti che si rifiutarono di giocare al gioco truccato del FMI. Un più recente trucco dei Quattro Cavalieri è stato aumentare la produzione di petrolio nelle nazioni non-OPEC. Nel 1990 Exxon-Mobil traeva il 29% del suo greggio estero dall’Angola, il 16% dall’Oman e il 16% dalla Colombia. RD/Shell acquistò il 19% del suo petrolio estero dal Messico e il 17% dallo Yemen. Chevron-Texaco ottenne il 26% delle sue importazioni dal Messico. Nessuna di queste nazioni è membro dell’OPEC. [265] Un recente studio dell’American Petroleum Institute ha dichiarato che la crescita della produzione non-OPEC dal 1980 ha eroso l’influenza del mercato dell’OPEC.
La scoperta del petrolio nel Mare del Nord, nel 1984, da parte di Norvegia e Gran Bretagna, indebolì ulteriormente il potere contrattuale dei falchi del prezzo per l’industrializzazione dell’OPEC. Norvegia e Gran Bretagna divennero esportatori netti di greggio, utilizzando tale leva per decidere i prezzi mondiali del petrolio. Le nazioni dell’OPEC Venezuela, Iraq, Indonesia e Nigeria erano particolarmente dipendenti dai prezzi elevati del greggio dato che il petrolio esportato costituiva una grande percentuale delle loro esportazioni totali. In Indonesia due presidenti furono estromessi al momento della svalutazione della rupia nel 1999, che spinse la quarta nazione più popolosa del mondo in un lungo periodo di disordini civili e tracollo economico.
Il 28 dicembre 1998 un articolo di Business Week dettagliava gli enormi giacimenti e gli impianti petrolchimici della Mobil nella travagliata regione di Aceh, nel Nord di Sumatra. Truppe indonesiane guidate dal presidente Suharto, che la CIA installò al potere dopo il colpo di stato guidato da John Hull, che nel 1964 rovesciò il governo nazionalista Sukarno massacrando i manifestanti proprio accanto alle strutture della Mobil. Fu un momento di continuità storica. Nel 1882 le tribù Aceh attaccarono la sede della RD/Shell nella stessa regione. Il governo coloniale olandese soppresse la ribellione in modo altrettanto brutale.
L’Indonesia divenne un caso economico disperato quando un consorzio di banche statunitensi guidati dalla Citibank, riversò denaro sul generale Ibnu Sutowo, braccio destro di Suharto, che controllava i cordoni della borsa della Pertamina, la compagnia petrolifera di Stato. Sutowo sperperò il bottino in palazzi, in una flotta aerea, una catena di alberghi e una Rolls Royce bianca.
La Banca centrale indonesiana fu tenuta all’oscuro dell’ammontare dei suoi conti. Nel 1974 Sutowo andò a Göteborg, in Svezia, dove battezzò la nuova superpetroliera Ibnu al fianco dell’amico ed ex agente della CIA Itzak Rappaport. Poi giocò a golf con Arnold Palmer, Gary Player e Sam Snead. I prestiti della Pertamina raggiunsero i 6 miliardi di dollari. Si aggiungano le tangenti prese da decine di ufficiali dell’aeronautica indonesiani, nel corso degli anni ’70, per garantire i contratti della Lockheed attraverso conti cifrati di Singapore, noto come Fondo per le vedove e gli orfani. [266]
L’Indonesia è ancora oggi gravata da quel debito. A consigliare il governo sulle questioni finanziarie furono Lazard Freres, Kuhn Loeb e Warburg, e un gruppo che si chiama La Triade. Consigliavano inoltre Congo, Gabon, Sri Lanka, Panama e Turchia. Nel 2001 Megawati Sukarno-Putri, figlia del deposto presidente nazionalista Akhmad Sukarno, fu eletta presidente dell’Indonesia. Ma è stata al governo per un solo mandato.
Nel Venezuela la Creole Petroleum della Exxon fu fondata dalla CIA, con la quale condivide gli uffici. [267] Exxon è la CIA in Venezuela. Bechtel costruì il gasdotto Mena Grande al servizio degli interessi petroliferi della Creole. Anche se il Paese è un importante fornitore di greggio degli Stati Uniti, il bolivar fu nettamente svalutato. La frustrazione pubblica culminò nella recente elezione del presidente populista Hugo Chavez, critico verso i quattro cavalieri e obiettivo dei continui tentativi di destabilizzazione della CIA. Nel 2002 l’élite benestante del Paese invocò lo sciopero generale portando Chavez a dimettersi temporaneamente.
Luogotenente della Rockefeller e insider della Royal Bank of Canada, Gustavo Cisneros fu al centro di tale capriccio oligarchico. Nello stesso anno i ricos ci riprovarono con Chavez, ma lui non cedette. In Nigeria, RD/Shell e Chevron-Texaco dominano l’industria del petrolio, dove si produce il potente Bonny Light crude, utilizzato per i carburanti per l’aviazione e altri prodotti di alta qualità. Le recenti violenze politiche hanno ucciso oltre 10.000 persone. Le operazioni nel delta del Niger di Big Oil sono stati l’epicentro delle violenze. Il 10 novembre 1995 il drammaturgo nigeriano Ken Saro-Wiwa e altri otto leader della protesta furono impiccati dalla giunta militare del generale Sani Abacha, un dei tanti burattini dei Quattro Cavalieri che hanno governato il Paese.
Il regime di Abacha aveva dato alla Shell il via libera per le trivellazioni nelle terre tribali degli Ogoni, causando le proteste di mezzo milione di persone che dissero che la Shell aveva gravemente inquinato la loro terra e la loro acqua. La famiglia di Saro-Wiwa citò la Shell per complicità nella sua morte, ottenendo l’attenzione internazionale. L’azione legale accusava la Shell di omicidio colposo, torture, esecuzioni sommarie, arresti e detenzioni arbitrari. Il fratello di Saro-Wiwa, un attore teatrale, dichiarò:
“Questo è un classico esempio dei metodi utilizzati dalle multinazionali contro coloro che le sfidano. Portare la Shell in tribunale è uno dei tanti metodi nonviolenti di lotta contro il ruolo dell’azienda nel degrado ambientale e dei diritti umani degli Ogoni“. [268]
Solo un mese dopo le impiccagioni, Shell annunciò provocatoriamente l’intenzione d’imbarcarsi in un progetto sul gas naturale in Nigeria da 3,8 miliardi dollari, in tandem con la giunta nigeriana, la francese Total e l’italiana Agip. I nigeriani ne furono indignati. Il 4 marzo 1997 i manifestanti catturarono 127 dipendenti della Shell, bruciarono le stazioni di benzina Shell e ne saccheggiarono e occuparono le piattaforme petrolifere. La Shell fu costretta a ridurre la produzione in Nigeria e finì sotto un maggiore controllo dei gruppi per i diritti umani di tutto il mondo. [269] Nel luglio 2002, un gruppo di donne nigeriane prese in ostaggio dei dipendenti di Chevron-Texaco e ne occuparono le strutture. Il giorno dopo la sede della società a Lagos fu colpita da un fulmine. La rivolta contro Big Oil in Nigeria continua.
Questi tre casi di atrocità dei Quattro Cavalieri in Paesi dell’OPEC forniscono un altro motivo per cui le aziende passano a fonti non-OPEC. Semplicemente non sono più le benvenute. Nel 1972 l’OPEC produsse l’84,8% del petrolio al di fuori di Stati Uniti, URSS, Europa dell’Est e Cina. A partire dal 1991, l’OPEC ha fornito solo il 60,9% delle importazioni di petrolio degli Stati Uniti, la maggior parte proveniente dagli Stati del GCC, Arabia Saudita, Kuwait ed Emirati Arabi Uniti. Nel 1989, il 18% proveniva dai sauditi. [270]
La conformità del GCC nella sovrapproduzione di greggio, per mantenere bassi i prezzi per le operazioni a valle dei Quattro cavalieri, è la chiave per mantenere l’OPEC diviso. I sauditi giocano il ruolo chiave di sabotatori della produzione, con 10 milioni di barile/giorno di capacità dell’Aramco e 261 miliardi di barili di riserve di petrolio. Il litorale del GCC sulle coste sud-ovest
del Golfo Persico, ospita il 42% del petrolio mondiale. E’ topograficamente ideale per il trasporto locale a basso costo del greggio, dai giacimenti costieri agli impianti di raffinazione e di carico sulle petroliere. Il gigantesco giacimento di Burgan in Kuwait è a soli cinque chilometri dal Golfo.
I flussi di greggio passano per l’oleodotto costruito dalla Bechtel, tra Burgan e i serbatoi dei depositi di stoccaggio in cima al crinale al-Ahmadi, che domina il Golfo. Da lì il petrolio fluisce nelle petroliere in attesa nel porto. [271] Nel 1978 il costo del pompaggio e trasporto di un barile di greggio del Golfo Persico era meno di un centesimo. [272] Fu il lavoro a basso costo del Golfo Persico che ha permesso a Big Oil di chiudere i pozzi in Texas e Louisiana e spostarsi verso il Golfo. Le quote nella produzione nazionale limitano la produzione delle compagnie petrolifere indipendenti.
Gli indipendenti non hanno il capitale o le connessioni politiche per divenire globali. Nel 1956-1974 la redditività del petrolio straniero è raddoppiata, mentre la redditività del greggio nazionale è rimasta lo stessa. [273] Big Oil importa manodopera a basso costo nei Paesi del GCC da luoghi come Bangladesh, Filippine, Yemen e Pakistan. Alcuni indipendenti più grandi sono andati all’estero ma sono relegati, insieme alle compagnie petrolifere di proprietà dei governo del Terzo Mondo, ai compiti di esplorazione e produzione più rischiosi. Nel frattempo, i Quattro Cavalieri cavalcano i pascoli più verdi a valle.
Note
[263] The Control of Oil. John Blair. Pantheon Books. New York. 1976. p.50
[264] BBC World News. November 2001.
[265] “Scorecards on the Oil Giants”. Susan Caminiti. Fortune. 9-10-90. p.45
[266] Spooks: The Haunting of America-the Private Use of Secret Agents. Jim Hougan. William Morrow & Company, Inc. New York. 1978.
p.443
[267] Ibid. p.433
[268] “Shell Sued Over Nigerian Hangings”. AP. Missoulian. 11-9-96. p.A-6
[269] BBC World News. 3-24-97
[270] “Energy Blues and Oil”. Brian Tokar. Z Magazine. Gennaio1991. p.14
[271] Oil, Industrialization and Development in the Gulf States. Atif Kubursi. Croom Helm. Kent, UK. 1984. p.24
[272] “A Reporter at Large: The World’s Resources: Parts I-III”. Richard Barnet. The New Yorker. p.26
[273] Tokar. p.22
Dean Henderson è autore di quattro libri: Big Oil & Their Bankers in the Persian Gulf: Four Horsemen, Eight Families & Their Global Intelligence, Narcotics & Terror Network, The Grateful Unrich: Revolution in 50 Countries, Das Kartell der Federal Reserve & Stickin’ it to the Matrix. Potete iscrivervi gratuitamente
 
R IL MONDO
ECONOMICS
FORSE È SCIENZA
C'ERA UNA VOLTA...
LA NERA
EDITORIALI
[URL="http://www.ilnord.it/c-2995_DIBATTITI__ANALISI_DEFINITIVA_SU_EURO_E_EUROPA_COSA_E_ACCADUTO_E_COSA_CI_ASPETTA_SE_LEURO_CONTINUERA_AD_ESISTERE#"]2[/URL] Share on facebook Share on twitter Share on email Share on print Share on gmail Share on stumbleupon More Sharing Services

DIBATTITI / ANALISI DEFINITIVA SU EURO E EUROPA, COSA E' ACCADUTO E COSA CI ASPETTA SE L'EURO CONTINUERA' AD ESISTERE.

sabato 17 maggio 2014
Questa crisi, la più lunga e profonda dall'Unità d'Italia, non finirà, se non uscendo dall'euro che ne è la causa, riconosciuta da TUTTI gli economisti, e riprendendo la piena sovranità monetaria e l'intervento dello Stato nell'economia, applicando il dettato Costituzionale.
La crisi è dovuta agli squilibri commerciali tra i paesi dell'eurozona, è di DEBITO PRIVATO ESTERO, come riconosciuto da TUTTI, compresa la BCE. L'Irlanda, prima ad essere colpita, aveva debito pubblico al 25% nel 2007, dopo i salvataggi delle banche PRIVATE è ora al 124%.
Chi parla di crisi causata dal debito pubblico ha ben altri interessi che risolverla, e soprattutto non fa gli interessi dell'Italia e degli italiani. Chi parla della corruzione omettendo che questa non incide sulla crescita economica, come provano Cina o la stessa Germania la cui Siemens è stata condannata alla multa più alta della storia per corruzione internazionale, compie la stessa disinformazione di chi ha pagato le rivolte arabe e ucraine per eliminare governi eletti.
Chi parla di “mafie” in un contesto di libera circolazione dei capitali, senza controllo, e toglie allo Stato gli strumenti, e le risorse per le forze dell'ordine, non fa gli interessi della società. Chi parla dei costi della politica intende limitare la democrazia in favore dell'oligarchia finanziaria.
Nell'eurozona c'è un unico grande creditore, la Germania, che ha prestato sconsideratamente, attuando, nel 2002, una svalutazione competitiva interna (tagliando stipendi e precarizzando il lavoro – le “riforme” - e ha 10 milioni, il 25%, di lavoratori poveri); ha così impedito l'acquisto di merci estere e tenuto bassi i prezzi, e impedito la redistribuzione del reddito tra i suoi cittadini. Anche quest'anno il suo surplus commerciale è di 200 miliardi, a fronte di una crescita economica ridicola (in media 0,63% all'anno), grazie all'euro il cui valore è tenuto basso (per lei) dalle economie fragili degli altri paesi.
L'Italia ha perso il 10% del PIL, il 25% della produzione industriale, il 30% degli investimenti: è una catastrofe, numeri da Paese in guerra. Nonostante questo si chiede allo Stato di ridurre la spesa pubblica, una delle più basse dell'UE, invece di agire a sostegno dell'economia e della vita delle persone come richiederebbe la razionalità economica e come è scritto nella nostra Costituzione.
Ricordiamo che da ormai 25 anni l’Italia chiude il proprio bilancio con un avanzo primario (il bilancio è in avanzo se non si contano gli interessi! ndVdE), ma che è costretta a nuove emissioni per coprire il deficit che deriva dal costo degli interessi. Una situazione che ha origine nel 1981, quando con una decisione che non ebbe alcun avallo parlamentare fu deciso il famigerato “divorzio” fra Tesoro e Bankitalia, rinunciando così alla possibilità di pagare tassi reali negativi, e dando inizio a una conseguente gigantesca redistribuzione della ricchezza in favore delle rendite e a svantaggio dei redditi. Da allora l’ammontare degli interessi maturati ha raggiunto la cifra di 3.100 mld, di cui i 2.100 dell’attuale debito rappresentano la quota ancora non pagata, sulla quale maturano a loro volta interessi che producono ulteriore debito.
Ricordiamo che nonostante la grave crisi gli Italiani fino al 2013 hanno erogato 50 mld (44 mld ai “fondi salva-stati” ESFS e MES, e 6 mld erogati bilateralmente) contribuendo al salvataggio non dei paesi in crisi, ma delle banche tedesche e francesi che avevano prestato troppo e male a questi paesi (Grecia, Spagna, Irlanda e Portogallo).
I paesi “bombardati” dall'euro sono: Irlanda, Grecia, Portogallo, Spagna, Cipro, Slovenia, Francia. La Finlandia è in recessione, l'Olanda non garantisce più lo stato sociale, Malta, Belgio sono anch'essi colpiti dalla crisi, l'Austria sta effettuando pesanti salvataggi del sistema bancario con soldi pubblici (la Germania ha speso 300 miliardi € in salvataggi bancari).
In Grecia la crisi ha devastato il Paese, peggio della II Guerra Mondiale: 1/3 della popolazione non ha accesso alla sanità, l'80% dei cittadini di Atene non ha riscaldamento, 700.000 bambini non hanno cibo a sufficienza e accesso alle vaccinazioni, la mortalità neonatale è aumentata del 43%. La Grecia, dopo le “riforme” della Troika (Commissione Europea, BCE e FMI) è ORA tra i paesi “in via di sviluppo”.
Le politiche di austerità prescrivono le “riforme” fallimentari del Fondo Monetario Internazionale: svendita dei beni dello Stato, cioè nostri, privatizzazioni dei servizi e taglio alla spesa pubblica, quindi alla sanità, alle pensioni, alla scuola, taglio agli stipendi, riforme per lo più imposte da regimi totalitari e/o venduti al capitale e alle multinazionali, come quelli di Pinochet, Videla, Menem e Yeltsin.
L'euro ha lo stesso ruolo dei golpes: rimodellare le società in senso oligarchico, togliere la ricchezza del 99% (quella di cittadini e Stati) per convogliarla all'1% più ricco.
L'euro è la criminale shock economy della “scuola di Chicago” applicata al continente più ricco e socialmente avanzato, che non avrebbero mai accettato di buttare via lo stato sociale e le tutele frutto di decenni di lotte, insieme ai diritti costituzionali, se non fosse stata scientificamente applicata questa dottrina: approfittare di una stato di crisi, reale o indotto, affinché ciò che prima era politicamente improponibile diventi politicamente inevitabile.
L'ideologo dell'UE è von Hayek, fondatore della “scuola di Chicago” da cui è partita la riscossa della scuola liberista che vede nello Stato che regola il capitalismo e nelle Costituzioni Democratiche il nemico da abbattere, in nome dell'internazionalismo del capitale che non vuole confini né regole: un’ideologia reazionaria e totalitaria, diventata dominante, a cui aderisce chiunque difenda l’euro.
La scienza economica aveva previsto, fin dal 1957, che una moneta unica per paesi così diversi avrebbe condotto a gravi crisi. TUTTI SAPEVANO, e lo hanno ripetutamente confessato, che le crisi sarebbero state lo strumento per imporci quanto deciso da “loro”: l'abbandono dei diritti Costituzionali, per primo il lavoro, che nei trattati UE è considerato SOLO merce e quindi soggetto alle leggi della domanda e dell'offerta, MAI un diritto da tutelare.
Nel sistema euro l'aggiustamento della competitività tra i diversi paesi passa dalla svalutazione del lavoro e dal taglio degli stipendi, dalla contrazione della domanda interna, per arginare le importazioni, ma che fa fallire le Piccole e Medie Imprese: si elimina così, di fatto, il diritto al lavoro e alla dignità delle persone su cui si incardina la nostra Costituzione. Le PMI sono svantaggiate dal cambio dell'euro troppo alto - o sono cannibalizzate attraverso il partneriato finanziario. Nel resto del mondo l'aggiustamento della competitività passa dal riallineamento del cambio rispetto alle altre valute secondo la legge della domanda e dell'offerta.
L'UE è nata per favorire la finanza e le multinazionali, ci sono 15.000 lobbisti registrati a Bruxelles (oltre a quelli non registrati): la lotta contro l'euro è quella dei piccoli contro i grandi e l'UE NON è riformabile: per cambiare i trattati ci vuole l'impossibile unanimità di 28 Paesi.
L'art. 11 della nostra Costituzione “consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tra le Nazioni”: NON parla di “cessione” della sovranità, che appartiene PER INTERO al popolo, compresa quella economica e monetaria, ma soltanto delle “limitazioni” (e in parità con gli altri Stati, mentre la Germania ha assunto il ruolo di comando dell'eurozona), e solo per assicurare pace e giustizia TRA le nazioni, cioé un maggiore benessere, cosa che in eurozona non c'è, e non ci sarà mai, perché il pilastro dei trattati UE NON è la cooperazione/solidarietà tra le Nazioni per il maggior benessere, ma la competizione e il mantenimento del valore della moneta attraverso la svalutazione del lavoro.
Se non ci facciamo sentire niente li fermerà: oltre alla svendita del patrimonio dello Stato, alla svendita delle grandi aziende strategiche come ENI, ENEL e FINMECCANICA a gruppi stranieri, alla delocalizzazione, alla deindustrializzazione dell'Italia, sono pronti l'ERF: lo Stato sarà pignorato delle tasse riscosse e dovrà dare i suoi beni in garanzia del debito pubblico, e il TTIP, accordo di libero scambio con gli USA la cui trattativa è tenuta segreta dalla UE, ma se funzionerà come gli accordi con l'America Latina, significa che le multinazionali imporranno la privatizzazione di servizi come l'acqua e la sanità, le pensioni, il peggioramento delle regole del lavoro, portando a giudizio in arbitrati internazionali gli Stati stessi: l'Argentina è stata condannata a pagare un miliardo di dollari alle multinazionali per NON aver privatizzato l'acqua.
E' ora di dire BASTA a questo immenso trasferimento di ricchezza all'1%. Il tributo di vite umane è troppo alto, si susseguono i suicidi, censurati dall'informazione, acquisita in toto dall'oligarchia, e megafono di politici asserviti che ripetono che non si può uscire dall'euro.
Possiamo scegliere di non essere schiavi, prima che il processo di distruzione dell'economia divenga irreversibili.
Di questa analisi non c'è traccia nelle formazioni elettorali della cosiddetta sinistra, che si condanna all'irrilevanza e ci condanna all'indigenza. Non ce n'è traccia neanche tra quelli che poco più di dieci anni fa hanno preso (o fatto prendere) delle manganellate per lottare contro il neoliberismo e la globalizzazione di cui l'euro è la faccia assunta in Europa.
In tempi "normali" saremmo lontani politicamente dalla Lega Nord, e dal professor Borghi a cui siamo grati per questa battaglia, oggi sono gli unici che presentano il problema per quello che è, e soluzioni che nel '900 sarebbero state considerate tranquillamente di sinistra: Banca Centrale pubblica dipendente dal Ministero del Tesoro, indicizzazione dei salari, difesa del patrimonio industriale e produttivo del Paese, difesa del diritto al lavoro e della DEMOCRAZIA.
Un gruppo di cittadini di sinistra.

ar_image_2995_l.jpg
 
Sono riusciti a far sentire in colpa coloro che vengono depredati





Eppure il concetto è semplice:


il denaro viene creato dal nulla​

al denaro creato viene applicato un interesse, ovvero il denaro porta con sè intrinsecamente un debito​

da dove viene il denaro con cui pagare gli interessi sul denaro?​

da nuovo indebitamento​

in questo sistema è impossibile essere liberi dal debito, il processo è senza soluzione​

c'è un continuo trasferimento di ricchezza e di potere dai cittadini ai padroni della moneta​





Vista cosi', è una truffa.
Un meccanismo infernale che crea un debito infinito.


Ma siccome alle persone non vengono dati gli strumenti per capire questo basilare concetto,






dal punto di vista dell'uomo della strada la cosa appare cosi':




lo stato è indebitato​

abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità​


quindi


E' COLPA NOSTRA​

quindi


la crisi ce la meritiamo​


quindi


è giusto tagliare e privatizzare



E siccome è colpa nostra accetteremo il fiscal compact, la svendita dell'Italia e il Fondo Europeo di Redenzione

Redenzione dai peccati, amen


Morale della favola:


Sono riusciti a trasferire la colpa a coloro che vengono depredati, l'usura avviene col consenso delle vittime

 
% DEGLI ITALIANI DICHIARA DI ESSERE CONSAPEVOLE CHE L'EURO E I VARI TRATTATI INTERNAZIONALI FIRMATI SENZA IL NOSTRO CONSENSO HANNO PORTATO MISERIA E RECESSIONE,
MA SOLO UNA FRAZIONE DI LORO VOTERÀ UN PARTITO APERTAMENTE ANTI-EUROPEIST...A...

ITALIANI, SEMPRE PRONTI AD ALZARE IL TONO MA SOLO A PAROLE, QUANDO SI TRATTA DI IMPRIMERE UN VERO CAMBIAMENTO SE LA FANNO SOTTO E PREFERISCONO RIMANERE SOTTO LE ALI DEI PADRONI DI SEMPRE.

MEGLIO CONTINUARE A STRISCIARE DA SCHIAVI SU UN SENTIERO CHE ORMAI CONOSCONO CHE FIDARSI DEL PROPRIO INTUITO E TENTARE UNA SVOLTA.

GENTE, ABBIATE IL CORAGGIO DI LASCIAR PERDERE LE STRONZATE CHE RACCONTANO AI TELEGIORNALI, CHIEDIAMO INDIETRO LA NOSTRA SOVRANITÀ: MONETARIA, LEGISLATIVA E PERSONALE! Altro...



149Mi piace · Commenta · Condividi


Piace a Sebastian Aquilino, Michela Russo, Dinamite
 
Abbattiamo la Frode Bancaria e il Signoraggio

17 maggiohttps://it-it.facebook.com/pages/Abbattiamo-la-Frode-Bancaria-e-il-Signoraggio/208622872545749#

I responsabili del potere economico provengono quasi tutti dallo stesso mondo, lo stesso giro sociale. Condividono la stessa visione di ciò che dovrebbe essere il futuro mondo ideale.

E’ quindi naturale che si mettano d’accordo e sincroni...zzino le loro azioni verso degli obbiettivi comuni, inducendo a delle situazioni economiche favorevoli alla realizzazione dei loro obbiettivi, come ad esempio: indebolimento degli Stati e del potere politico, deregolamentazione, privatizzazione dei servizi pubblici, disimpegno totale degli Stati dall’economia, compresi i settori dell’educazione, della ricerca e, tra breve, dell’esercito e della polizia, destinati a diventare dei settori sfruttabili da ditte private.

I responsabili delle organizzazioni che esercitano il potere non sono eletti, e il pubblico non viene informato sulle loro decisioni.

Il margine d’azione viene sempre più ridotto da accordi economici internazionali per i quali i cittadini non sono stati né consultati, né informati. Tutti questi trattati elaborati negli ultimi 10 anni (Gatt, Omc, Ami, Ntm, Nafta) hanno un unico scopo: trasferire il potere degli Stati verso organizzazioni non elette, tramite un processo chiamato “mondializzazione”.

Quando una montagna di debiti viene accumulata, i governi sono costretti alla privatizzazione e allo smantellamento dei servizi pubblici. Più un governo è sotto il controllo dei “Padroni del Mondo”, più fa aumentare i debiti del suo paese.

I cittadini continuano a votare, ma il loro voto è privo di senso. Votano per dei responsabili che non hanno più un potere reale. Ed è senz’altro perché non c’è più nulla da decidere. (Libre) Altro...






96Mi piace · Commenta · Condividi
 
“Il Governo dovrà creare, emettere e far circolare tutta la valuta e il credito necessario a soddisfare il potere di spesa del Governo e il potere d’acquisto dei consumatori. Il denaro cesserà di essere padrone e diventerà servitore dell’umanità. La Democrazia si ergerà al di sopra del potere monetario.”

Abraham Lincoln
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto