SE TI LASCI ANDARE, LE COSE ANDANO...

I cattocomunisti, e il loro miserevole gregge, non vedevano l’ora di sopprimere la libertà’
e vedendo che il popolo accetta tutto supinamente, rincarano la dose, ebbri di potere.

I kompagni sono coraggiosi solo contro gli italiani, poiché con gli altri (come ad es. i francesi per il Monte Bianco)
i loro attributi diventano invisibili anche ai microscopi più potenti.

Nella loro ubriacatura di potere non possono capire questi versi di Dante:

“… libertà va cercando, ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta”
 
Paura di perdere la poltrona dorata, vero ???

Ma le sanzioni e gli arresti domiciliari per decine di milioni di italiani

valgono anche per i napoletani che commemorano Maradona ?

per i centri sociali ?

per l'ANPI ?

per gli extracomunitari e per i clandestini ?

oppure queste sono tutte categorie in deroga ???


E' innegabile che la popolazione italiana sta troppo bene e quindi non si è ancora accorta della piega
che un tale di nome Conte, con l'appoggio della sinistra, sta dando al paese.

Questo avvocaticchio, appoggiato dal Quirinale, manda avanti il paese a colpi di DPCM
emanati in piena autonomia strafregandosene delle conseguenze che ne derivano.

L'importante è riuscire a piazzare centinaia di suoi leccapiedi nei posti di comando
e nelle commissioni tecniche a botte di centinaia di migliaia di euro a cranio.

Tanto poi chi verrà dopo di lui si arrangerà a risolvere i danni fatti da questi incapaci ed ex-accattoni.
 
Eh, sì, mi stupisce veramente questa assuefazione generale alla prostrazione,
negli altri paesi per molto meno sono scesi in piazza.

Ed anche in Italia, una volta, scendevamo in piazza per molto meno , a partire dagli anni '70.

Ma qui subentra il ricatto dell'informazione, quasi tutta schierata su posizioni governative (orribile sintomo!).

Infatti quelle sparute manifestazioni di protesta hanno dovuto subire il fuoco di sbarramento cattocomunista
che le hanno demonizzate così bene da far bere alla spentissima opinione pubblica che fossero eversive e fasciste.


Qui ci vuole una rivoluzione culturale, ma le rivoluzioni hanno bisogno di grandi leader , e credo sia questo il punto dolente.
 
00:00 L’intervista di Conte sul Corriere della Sera su governance dei fondi europei, roba da matti.

06:10 Caro Brunetta, dopo aver detto che Di Maio è uno statista, potresti dirci se questa struttura piramidale
su come spendere i soldi europei è giusta oppure no. Giustamente Mario Giordano svela la dannata ipocrisia.

07:20 Cosa c’è davvero nei ristori…

08:50 Il presidente Cirio e la lettera alla studentessa che non va a scuola

10:45 Tutti contro lo shopping, scusate cosa dovevamo fare?

11:10 Morra continua ad insultare Jole Santelli e la Rai si scusa pure.

11:50 Gigantesco Giulio Meotti sul Foglio sulla follia inglese politicamente corretta contro J.K. Rowling, l’ideatrice di Harry Potter.

12:30 La fidanzata di Conte si fa aiutare dalla sua scorta per non rispondere alle domande di Filippo Roma.

14:25 Interessante intervista su vaccino dell’ex direttore dell’Ema, Guido Rasi.

15:00 La follia della patrimoniale.

15:40 La battaglia Unicredit e la battaglia per Mps.
 
Ahahahah pura follia.

"Lo voglio ribadire con forza: non siete soli, lo Stato è al vostro fianco", ha affermato il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri.


Il testo riferisce lo stanziamento di risorse aggiuntive, pari a 8miliardi di euro, conseguenti al nuovo scostamento di bilancio,
con l'obiettivo di estendere le misure di sostegno economico rivolte ai settori più colpiti dalla crisi.

Ma, a conti fatti, qualcosa non torna e i rimborsi promessi dal governo risultano delle somme molto più basse rispetto alle perdite,
coprendo poca parte del fatturato sfumato durante la pandemia.


Come riferisce la Nazione, infatti, secondo una simulazione effettuata dalla Fipe-Confcommercio per Qn,
un bar in zona gialla, che nel 2019 aveva un fatturato da 200mila euro, avrebbe subito un calo di oltre 48mila euro.

Ma, il ristoro complessivo, in questo caso, supererebbe di poco gli 8mila euro.


Sempre secondo la simulazione, se lo stesso bar si trovasse in zona rossa, la perdita ammonterebbe a 65mila euro, mentre il rimborso a 10mila euro.


E con un fatturato superiore, pari per esempio a 450mila euro nel 2019, la perdita sarebbe di 108mila in zona gialla e 146mila in zona rossa:
in questo caso, i rimborsi arriverebbero a 14 e 16.800 euro.


La situazione è critica anche per i ristoranti.

Secondo la simulazione, un locale con un fatturato di 350mila euro nel 2019 perderebbe quest'anno circa 110mila euro in zona gialla e 122 in zona rossa,
mentre il risarcimento ammonterebbe a circa 17mila euro.


E con un fatturato superiore, aumentano anche le perdite, ma il rimborso resta sempre basso rispetto alla perdita.


Altri calcoli, rivelati dalla Nazione mostrano che, in media,
"un ristorante o un negozio con 200mila di fatturato 2019, fermato dai divieti nel 2020, riesce a spuntare un indennizzo di circa 6.700 euro".
 

video da ascoltare e riascoltare su tf daily
38min di CONSAPEVOLEZZA


attenzione ai filantropi...
perché la filantropia profittevole agisce da anni per la via retta...lentamente
bisogna temere i filantropi bipedi...:jack:
al cui confronto i pipistrelli del mercato del pesce di Wuhan sono angioletti :angel:
purtroppo per la razza umana
:bye:
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Imparassero dagli altri.

«Non voglio commentare le scelte del vostro governo, ma non capisco perché in Italia sia impossibile sciare.
Noi siamo aperti dal 31 ottobre e da allora non c'è stato un problema»
.

Stefan Kern, portavoce del comprensorio di Andermatt nel cuore della Svizzera - 190 chilometri e due ore di macchina da Milano -
mi aspetta in cima al primo tratto del Gemsstock, una funivia che anche in questo inverno di pandemia lavora a pieno ritmo.

«Il segreto non è rischiare, ma organizzarsi. Noi abbiamo fatto un piano, l'abbiamo concordato con il sindaco e l'abbiamo applicato.
Le regole sono semplici. E non sono più di cinque. La prima è contingentare le presenze.
Fino a quando l'innevamento non ci consentirà di aprire gli altri versanti non porteremo in pista più di mille sciatori al giorno.
La seconda è diminuire del 30 per cento l'affollamento delle cabine. Ma ovviamente serve un sistema di controllo.
Per questo abbiamo introdotto l'obbligo di prenotazione per i fine settimana.
Chi vuole venire il sabato o la domenica va sul nostro sito e prenota per sé e un massimo di 9 amici in base agli orari ancora disponibili sulla funivia.
Così sappiamo esattamente quanta gente avremo in pista.
La quarta indispensabile regola è l'obbligo di mascherina.
Ma per evitare di veder tutto vanificato fin dall'ora di pranzo abbiamo introdotto le prenotazioni elettroniche anche per il rifugio e il bar».

Il risultato è immediatamente visibile.

Nel parcheggio davanti alla stazione del Gemsstock non c'è la minima fila.

Gli sciatori sostano a piccoli gruppi chiacchierando e controllando i telefonini su cui un sms comunica l'orario della cabina loro destinata.

«Questo sistema dovremmo applicarlo anche quando sarà finita l'emergenza del Covid, per la prima volta non vedo file e non perdo ore per salire.
Come sempre nella vita non tutti i mali vengono per nuocere»

se la ride soddisfatto Roberto, un maestro di scii ticinese.

Grazie alla prenotazione elettronica la corsa all'imbarco inizia solo quando un nuovo sms o un whatsapp color verde
mette in movimento la cinquantina di sciatori prenotati per la nuova corsa spingendoli verso i cancelletti
dove gli inservienti controllano il via libera ricevuto dai telefonini.

Ma anche chi arriva senza prenotare ha qualche speranza.

Per provarci basta puntare il telefonino sui QR code affissi davanti all'ingresso e verificare i posti e gli orari ancora disponibili nel sistema.


«Non è come sciare in Val Badia o in Val Gardena, le piste da queste parti sono un po' più strette e ripide, ma di certo è meglio che stare a casa.
Finché l'Italia resta chiusa lo sci me lo godo qui»

confessa Furio un imprenditore italiano residente per lavoro in Svizzera.

Certo all'interno della funivia anche con la riduzione del 30% dei posti il distanziamento resta assai più audace di quello prescritto dai virologi.

Mezzo passo indietro o in avanti finiscono inevitabilmente per metterti a contatto con la mascherina o i gomiti chi sta al tuo fianco.

«Certo questo è vero - ammette Romina una sciatrice di Andermatt in piedi accanto a me -
però abbiamo la mascherina e la salita dura sette minuti se vai in metrò a Milano rischi di più».

E allo stesso modo sembra pensarla il dottor Moriz Schurch, anestesista nella rianimazione di un ospedale cantonale.


«Paura?

E perché mai dovrei aver paura?

Quando lavoro con i malati Covid rischio molto di più.

L'importante è usare la mascherina e il distanziamento.

Non si può vietare tutto e chiudere tutto.


Bisogna anche continuare a vivere».
 
Mai ho pensato o solo immaginato che ci sarebbe stato qualcuno che poteva pensare cose simili.
Dal mio punto di vista dei dementi, ma sotto sotto ho il grande dubbio che ci sia un disegno
pre-ordinato. Se poi diamo pubblicità a degli emeriti cretini .....senza arte nè parte.
Dioci salvi, ma oramai neppure quelli hanno più le palle........
dovrebbero ricordarsi cosa riuscivano a fare certi preti in tempo di guerra.


Le file per lo shopping e gli assembramenti che hanno segnato il week end in tutte le città spingono Palazzo Chigi a una stretta anti-Covid per Natale.

In arrivo, con il prossimo Dpcm, anche misure più rigorose e sopratutto controlli per evitare che,
con l'arrivo delle ormai imminenti festività, saltino tutte le regole, finora applicate poco e con grande difficoltà.

In attesa del provvedimento del Governo, è il ministero dell'Interno che si prepara a dichiarare guerra agli assembramenti
come contromisura per evitare un ritorno di fiamma dei contagi.

Il giro di vite nei controlli arriverà ai prefetti dal Viminale sotto forma di circolare,
firmata dal capo di gabinetto del ministro Luciana Lamorgese, Bruno Frattasi.


Nel mirino shopping e centri commerciali, tema delicatissimo in vista dell'inevitabile corsa ai regali per Natale.

E la circolare, che arriverà per aprire la strada a quanto previsto dal prossimo decreto del governo,
chiederà appunto di aumentare il numero di agenti in azione per far rispettare meticolosamente le regole,
dal numero massimo di clienti ammessi all'interno dei negozi al distanziamento e alla presenza dei dpi.

La raccomandazione è dunque a far rispettare le regole e il rischio, in caso contrario, è che fiocchino le sanzioni.


Anche sul rischio di assembramenti nelle zone più «calde» delle nostre città è in arrivo una stretta,

che dovrebbe prendere in prestito le prescrizioni già attuate negli scorsi anni per combattere il timore di attentati terroristici,

e quindi si valuta di contingentare l'accesso a strade o piazze - individuate dai comitati per l'ordine e la sicurezza
-
con barriere, transenne e tornelli che consentano di tener conto del numero di persone all'interno dell'area ad accesso ristretto.



Una raccomandazione che arriva anche dal presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, che su Twitter ieri ha ricordato come
«non bastino le raccomandazioni» per impedire gli assembramenti, ma servano invece «decisioni e regole».

Inoltre, e questa è materia del prossimo decreto di Palazzo Chigi, anche gli spostamenti verranno limitati,
sicuramente nel periodo immediatamente precedente e successivo alle feste,
probabilmente già dal 18 o dal 20 dicembre e almeno fino all'Epifania,
consentendo all'interno di questa finestra gli spostamenti tra regioni, anche se gialle,
solo a chi ha residenza o domicilio nel luogo in cui è diretto.


Niente «libertà di cenone», insomma, anche se bisogna attendere il prossimo Dpcm del 3 dicembre
per capire se verranno concesse deroghe, e anche per far rispettare il piano natalizio sono previsti controlli e «filtraggi» in stazioni e punti di ingresso e uscita dalle città.

Il caos degli ultimi giorni ha già fatto scattare contromisure a Torino, dove dopo la riunione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza
si è deciso di blindare le regole per evitare che il passaggio da regione rossa ad arancione venga percepito come un «liberi tutti».

Previsti da subito controlli più severi sulle giustificazioni per gli spostamenti
e pattuglie a piedi di agenti di polizia, carabinieri e vigili urbani per verificare il rispetto delle regole in città e nei negozi.

E anche sulla scuola, Conte e il Governo sembrano voler scaricare sui prefetti l'onere della decisione di riaprire o meno le aule di licei e scuole superiori,
demandando ai rappresentanti territoriali del governo il compito di organizzare e coordinare tavoli
con i sindaci, le aziende di trasporto pubblico locale e le autorità scolastiche interessate, ed eventualmente le Asl,
per decidere se e quando riaprire le scuole superiori, che al momento proseguono in didattica a distanza anche nelle regioni gialle.
 
Passano gli anni ma non si affievolisce la fissazione della sinistra (non solo italiana) per la patrimoniale.

Imposta ingiusta, iniqua, destinata spesso e volentieri ad aggredire solo la classe media.

E però di forte presa sul loro elettorato, spesso e volentieri infarcito di variegati personaggi
(magari con conto all’estero) che del “Dagli al ricco!” fanno la propria cifra stilistica.

E’ così che, dopo averla ventilata in primavera, adesso la patrimoniale arriva dritta nella discussione in corso i
n questi giorni al parlamento attorno alla manovra per il prossimo anno.


Nulla di nuovo, verrebbe da dire.

Già poche settimane fa, sulla scorta dei dati sui conti correnti degli italiani, avevamo lanciato l'allarme.

Losche manovre si muovevano attorno al nostro risparmio, sia esso in forma liquida o in beni immobili.
Ora questa serie di “segnali” si traducono in un emendamento che potrebbe finire nella finanziaria.


Partiamo da un presupposto.

Tra Imu e imposte di bollo varie, non che i cittadini italiani non siano già vessati da forme di tassazione di questo tipo.
Anche in maniera indiretta: costringere durante la pandemia gli italiani, nell’incapacità del governo (tra Cig, ristori e via dicendo)
di offrire sostegni concreti, a dover erodere i propri risparmi non è forse una patrimoniale mascherata?


Ora la componente più di sinistra dell’esecutivo (l’emendamento è a firma Leu, ma raccoglie il consenso di alcuni parlamentari Pd) vuole però sganciare il carico.

Mettendo la patrimoniale nero su bianco, con la scusa di accorpare in un’unica imposta tutti gli attuali balzelli.

Ecco allora la proposta:

lo 0,2% sulle basi imponibili fino a 500mila euro, che sale progressivamente fino al 2% per le ricchezze oltre i 50 milioni.

Previsto inoltre un contributo (una tantum) del 3% sui patrimoni al di sopra del miliardo di euro.


Ad un occhio poco esperto sembrerebbe quasi una proposta di buon senso.

Alzi la mano chi non vorrebbe avere un patrimonio di 500mila euro.


Peccato che, agli attuali corsi di mercato, basterebbe il solo possesso di un paio di normalissimi appartamenti in provincia
(magari uno per sé e l’altro comprato, a costo di grandi sacrifici, per i figli) e qualche risparmio in banca per far scattare la tagliola.


Sarebbe sufficiente anche solo un trilocale nel pieno centro di una grande città.

Tanto più alla luce delle sempre più pressanti richieste Ue per riformare (al rialzo, s’intende) i valori catastali.

Certo, gli estensori dell’emendamento parlano della possibilità di detrarre dall’imponibile un eventuale mutuo residuo.
Ma di fatto è come se venisse ripristinata l’Imu sulla prima casa.


Tutto questo per cosa, colpire i paperoni?

Neanche per idea.

Gli esempi appena fatti ci dicono che a finire nel tritacarne non saranno i super-ricchi.

Ammesso che abbiano ancora qualche ricchezza in Italia e non siano già all’estero.

Nel mirino c’è lei: la classe media, sempre più stritolata.
sappiamo, andreotti docet....che i ricchi sono pochi quindi le tasse le metteranno sugli altri,,,,,,,,,,bgiornata
 

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