STMicroelectronics (STM) Siamo così sicuri che STM scenderà? (1 Viewer)

Otty

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Busnelli: "Per Nasdaq ed S&P 500 movimenti di pull back"
(1/5/2005 10:56:35 AM)

Non è partito con il piede giusto il Nasdaq, che nelle prime due sedute del 2005 ha lasciato sul campo circa il 3% del proprio valore. Una performace poco lusinghiera se confrontata con quella delle maggiori borse mondiali, che nella peggiore delle ipotesi hanno solo lievemente corretto. “Il movimento del Nasdaq non desta preoccupazione” puntualizza Franco Busnelli, partner di Twice advice. “L’indice americano a fine dicembre ha passato di slancio i massimi del 2004 e uno storno è assolutamente fisiologico. Un classico movimento di ‘pull back’ che potrebbe estendersi fino all’area 2060-2100, un livello dove nell’anno appena chiuso si trovano due top. Stesso discorso anche per lo Standard & Poor’s 500, che potrebbe tornare indietro fino a 1150-1160 punti, senza per questo perdere l’impostazione rialzista”.
 

Otty

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Us: Ism non manifatturiero sopra le attese
(1/5/2005 4:10:43 PM)

In dicembre l'indice Ism non manifatturiero ha registrato, negli Stati Uniti, un valore pari a 63,1 punti superando le attese degli analisti fissate a 61 punti. In novembre l'indicatore si era attestato a quota 61,3.
 

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Cambi: Citigroup, dollaro stretto tra due importanti forze
(1/5/2005 4:47:45 PM)

Il mare del cambio euro dollaro è stato burrascoso tra fine 2004 e inizio 2005. La moneta europea è infatti salita velocemente fino a toccare 1,366 per poi tornare bruscamente sotto 1,33. Un andamento che ha fatto sobbalzare non pochi operatori ma che ha una spiegazione precisa. “Molte società europee che esportano negli Usa hanno dovuto chiudere, entro fine anno, le posizioni ancora aperte in dollari e questo ha causato lo scivolamento della valuta americana per un eccesso di offerta” ha commentato l’esperto di cambi di Citi Fx (Citigroup) Gianmarco Salcioli. “Passata la fine d’anno il mercato ha trovato un maggiore equilibrio e i profit taking sull’euro hanno contribuito a rafforzare il dollaro che potrebbe tornare anche vicino a quota 1,30”. Cosa succederà nei prossimi mesi? “Ci sono due forze contrapposte che guidano al momento il biglietto verde. La prima, tendente a indebolirlo sempre più, è rappresentata dai deficit gemelli americani, che nessuno pensa diminuiranno in modo significativo. La seconda, che dovrebbe sostenerlo, è rappresentata dalle aspettative circa il rialzo dei tassi di riferimento della Federal reserve, che dovrebbe continuare nella sua politica dei ‘piccoli passi’ così come ha fatto per tutto il 2004. Tassi compresi tra il 3,5 e il 4% non sono irreali a fine 2005, tenendo conto che i centri studi governativi pensano che a questi tassi l’inflazione prima o poi si riaccenderà e che quindi la politica monetaria restrittiva non ha alternative Oltreoceano. Se queste sono le aspettative, il mercato pensa già che il differenziale tra rendimenti dei bond Usa ed Europa sarà così ampio per fine anno che non si possa rinunciare a riallocare parte delle risorse verso il debito americano. E questo processo dovrebbe portare sostegno al dollaro. Quale di queste due forze sarà vincente? Penso quella che ha spinto giù il biglietto verde finora. E a fine anno l’euro potrebbe anche valere 1,40. Una situazione difficile per l’Europa, ma non preoccupante Oltreoceano dove non la valuta non sono la prima preoccupazione dell’amministrazione Bush. Ciò che interessa a Tesoro e Fed è che il biglietto verde non sia preda di volatilità e di bruschi cali, che potrebbero allarmare in ultima istanza coloro che devono continuare a finanziare il deficit americano acquistando i bond a stelle s strisce. Penso principalmente ai colossi asiatici, che coprono il deficit americano e, d’altro canto, finanziano la loro crescita del Pil con immense esportazioni proprio negli Usa. Un sistema dal quale è esclusa l’Europa, che in questo momento lo subisce”.
 

Otty

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L'angolo del trader

6.1.05 - 08:57


Riporto un’intervista di ieri a Gianmarco Salcioli di CitiFx, la divisione di Citigroup che si occupa di cambi. Con Gianmarco ho cercato di fare il punto sulle forze che governano l’euro-dollaro in questo momento, e sulla sua visione del livello al quale, in questo momento, si pensa arrivare il dollaro.


Il mare del cambio euro dollaro è stato burrascoso tra fine 2004 e inizio 2005. La moneta europea è infatti salita velocemente fino a toccare 1,366 per poi tornare bruscamente sotto 1,33. Un andamento che ha fatto sobbalzare non pochi operatori ma che ha una spiegazione precisa. “Molte società europee che esportano negli Usa hanno dovuto chiudere, entro fine anno, le posizioni ancora aperte in dollari e questo ha causato lo scivolamento della valuta americana per un eccesso di offerta” ha commentato l’esperto di cambi di Citi Fx (Citigroup) Gianmarco Salcioli. “Passata la fine d’anno il mercato ha trovato un maggiore equilibrio e i profit taking sull’euro hanno contribuito a rafforzare il dollaro che potrebbe tornare anche vicino a quota 1,30”.
Cosa succederà nei prossimi mesi? “Ci sono due forze contrapposte che guidano al momento il biglietto verde. La prima, tendente a indebolirlo sempre più, è rappresentata dai deficit gemelli americani, che nessuno pensa diminuiranno in modo significativo. La seconda, che dovrebbe sostenerlo, è rappresentata dalle aspettative circa il rialzo dei tassi di riferimento della Federal reserve, che dovrebbe continuare nella sua politica dei ‘piccoli passi’ così come ha fatto per tutto il 2004. Tassi compresi tra il 3,5 e il 4% non sono irreali a fine 2005, tenendo conto che i centri studi governativi pensano che a questi tassi l’inflazione prima o poi si riaccenderà e che quindi la politica monetaria restrittiva non ha alternative Oltreoceano. Se queste sono le aspettative, il mercato pensa già che il differenziale tra rendimenti dei bond Usa ed Europa sarà così ampio per fine anno che non si possa rinunciare a riallocare parte delle risorse verso il debito americano. E questo processo dovrebbe portare sostegno al dollaro”.
Quale di queste due forze sarà vincente? Penso quella che ha spinto giù il biglietto verde finora. E a fine anno l’euro potrebbe anche valere 1,40. Una situazione difficile per l’Europa, ma non preoccupante Oltreoceano dove non la valuta non sono la prima preoccupazione dell’amministrazione Bush. Ciò che interessa a Tesoro e Fed è che il biglietto verde non sia preda di volatilità e di bruschi cali, che potrebbero allarmare in ultima istanza coloro che devono continuare a finanziare il deficit americano acquistando i bond a stelle s strisce. Penso principalmente ai colossi asiatici, che coprono il deficit americano e, d’altro canto, finanziano la loro crescita del Pil con immense esportazioni proprio negli Usa. Un sistema dal quale è esclusa l’Europa, che in questo momento lo subisce”.


Buona Epifania da Alfio
 

Otty

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5.1.05 - 19:31


Non vale a Piazza Affari il detto “Non c’è due senza tre”. O, meglio, se si considerano le prime tre sedute del 2005, qualcosa non funzionato in tal senso. L’S&P/Mib non riesce a ripetersi dopo le due prime due giornate dell’anno appena iniziato e chiude la seduta in calo dello 0,38%, tornando leggermente sotto quota 31 mila euro (30.976 punti). La partenza in mattinata era stata anche peggiore, complice il pessimo andamento di inizio anno a Wall Street, ma l’apertura positiva Oltreoceano ha dato fiato a Piazza Affari, che ha recuperato parte della perdita grazie anche all’iniezione di fiducia dell’Ism servizi, cresciuto sopra le attese nella rilevazione di dicembre.
Qualche presa di beneficio si è vista sui titoli più vivaci degli ultimi giorni, come i media. L’Espresso ha lasciato sul campo l’1,03% a 4,5 euro e Mediaset ha perso l’1% a 9,71, mentre Rcs Mediagroup ha ceduto l’1,55% a 4,42 euro. In calo anche ST Microelectronics (-1,55% a 14,01 euro), che subisce la debolezza del settore dei semiconduttori, il più colpito dalle vendite Oltreoceano.
L’attesa per l’incontro al vertice tra i due amministratori delegati di Fiat e General Motors sostiene ancora il titolo della casa torinese nonostante i dati negativi delle immatricolazioni nel mese di dicembre 2004, quando la quota di mercato del Lingotto ha di poco superato il 26,63%, uno dei valori più bassi degli ultimi anni. I titoli hanno chiuso ancora sopra i 6 euro, un valore riconquistato negli ultimi giorni sulla scommessa che i due a.d. riescano a trovare un accordo che chiuda la vicenda in tempi brevi.
Comparto baoncario in terreno misto, con Sanpaolo, Bnl, Unicredito, Antonveneta, Pop. Verona Novara in rosso; in controtendenza la solita Capitalia (+0,91% a 3,45 euro), che mostra una forza relativa decisamente superiore al settore, e Banca Intesa (+0,99% a 3,56 euro), riscoperta dopo qualche seduta in ombra.
 

Otty

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Analisi tecnica

5.1.05 - 17:51


Alla terza seduta del 2005 anche l'America si sveglia e comincia a muoversi in terreno positivo, dopo le prime due sedute vissute a passo di gambero. I principali indici di Wall Street, alla chiusura dei mercati europei, avanzano di oltre 0,20 punti percentuali, un movimento non esaltante ma almeno nella direzione giusta. Mauro Ippolito, analista di TraderMade, vede però lo spazio per un ulteriore discesa di breve termine per l'indice guida S&P500 che si muove nelle vicinanze dei 1.190 punti: "L'S&P500 sta attraversando una fase di breve termine negativa e ha rotto un importante supporto a 1.193 punti aprendosi così la strada per ulteriori ribassi verso 1.180 punti in prima battuta e 1.175 poi". Il tutto non deve però preoccupare troppo, almeno per il momento in quanto, prosegue Ippolito: "Considerando un'pttica più allargata l'indice ha spazio per scendere fino a 1.165 punti senza che ciò comporti un deterioramento della struttura neutral-rialzista in essere da novembre. Veri segnali di debolezza si avrebbero solamente sotto 1.160. Per contro si avrebbero segnali di forza col superamento dei massimi di dicembre a 1.220 punti anche se per il momento l'S&P500 rimane inserito in un canale di laterlae di più lungo periodo".

Alessandro Piu
 

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