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So che questo dispiacerà molto a certi ambienti del MEF,
ma la soluzione al problema è solo una:

dare un termine lungo, settennale o decennale, al rimborso dei crediti
e nel frattempo cartolarizzare e permettere la cessione dei crediti d’imposta ormai creati.



A qualcuno andrà di traverso il boccone
perchè gli verrà da dire “Eh, ma stiamo creando moneta”,
ma comunque sarebbe una moneta a termine,
nel senso che la manovra avrebbe una scadenza.

La cedibilità permetterebbe, pagando fornitori e dipendenti,
di evitare il fallimento delle aziende per mancanza di liquidità.

L’orizzonte di lungo periodo permetterebbe di ammortizzare le cessioni nel tempo.

La cessione a girata comunque garantirebbe la trasparenza delle cessioni.


Un orizzonte decennale permetterebbe di disinnescare la bomba del credito,
anche perché l’inflazione permetterebbe di diluirne il peso reale.

Anzi proprio l’inflazione ne favorirebbe la circolazione.
 
Non ci sono problemi di carattere tecnico,
anzi sarebbe interessante adottare qualche soluzione innovativa,
mentre l’unica limitazione alle movimentazioni
sarebbe la limitazione delle circolazione su base nazionale.


L’alternativa è tagliare seccamente le risorse disponibili per la spesa pubblica,
cioè investimenti e spesa sociale, proprio nell’anno delle elezioni europee.

Un clamoroso autogoal per chi si presenta candidato in questa occasione.

Per un politico di maggioranza

sarebbe facile chiedere il voto presentandosi con un pacchetto di tagli alla spesa pensionistica, sociale o per la sicurezza?

O non preferirebbe invece presentarsi con un’innovazione che comunque salva capra e cavoli?
 
“La storia che sono stati i francesi è abbastanza nota, son cose che si sanno.
Ma il fatto che fu Craxi, secondo Amato, ad avvisare Gheddafi è di una gravità inaudita”


“Parole ambigue e confuse. Nel caso di Ustica è stato uno svarione di Amato.
Mentre considero quella di Amato non una versione inedita, ma plausibile.
Gli omissis sono tutti interni ad una parte delle nostre istituzioni,
molto probabile, e agli Stati stranieri che hanno coperto successivamente”


“Sono indignata. È vero che Craxi avvertì Gheddafi
di un attacco che gli americani stavano organizzando,
tra l’altro quello in cui morì la figlia.
Ma si trattava di un episodio verificatosi sul suolo libico nel 1986,
anno in cui mio padre era alla guida del governo italiano.
L’obiettivo di Bettino era quello di mantenere l’equilibrio nel Mediterraneo
e, visto cosa è successo in Libia dopo l’uccisione di Gheddafi,
quell’avvertimento era lungimirante”.
 
E così 90 milioni ce li siamo presi nel didietro .......

La Moby di Vincenzo Onorato,
che opera le rotte dalla Sardegna verso Livorno e Civitavecchia,
una delle più importanti compagnie di navigazione in Europa,
è diventata al 49% di Msc, il gruppo fondato e controllato da Gianluigi Aponte.

Nei giorni scorsi è avvenuto l’ingresso della società lussemburghese
Sas Shipping Agencies Services Sarl nel capitale della Moby,
di cui ora detiene praticamente la metà del capitale sociale che è di 70,8 milioni di euro.

Un’acquisizione che il gruppo con sede a Ginevra aveva annunciato con una nota il 24 marzo 2022.

La disponibilità di Msc a iniettare liquidità e a prestare garanzie di fronte ai creditori,
soprattutto in relazione alla situazione debitoria di “Tirrenia in amministrazione straordinaria”,
aveva consentito di evitare il fallimento e di arrivare a un accordo con il ministero dello Sviluppo economico
che si era accontentato di incassare in una soluzione unica metà dei 180 milioni di euro
che avrebbe dovuto ancora incassare per le rate rimaste insolute relative al pagamento differito
per il passaggio di Compagnia Italiana di Navigazione (Tirrenia) a Moby avvenuto nel 2012.


NB: Marzo 22 chi era al governo ? .......ma "il migliore".
.......e nel 2012 ? Ma il gemello "monti".
 
So che questo dispiacerà molto a certi ambienti del MEF,
ma la soluzione al problema è solo una:

dare un termine lungo, settennale o decennale, al rimborso dei crediti
e nel frattempo cartolarizzare e permettere la cessione dei crediti d’imposta ormai creati.



A qualcuno andrà di traverso il boccone
perchè gli verrà da dire “Eh, ma stiamo creando moneta”,
ma comunque sarebbe una moneta a termine,
nel senso che la manovra avrebbe una scadenza.

La cedibilità permetterebbe, pagando fornitori e dipendenti,
di evitare il fallimento delle aziende per mancanza di liquidità.

L’orizzonte di lungo periodo permetterebbe di ammortizzare le cessioni nel tempo.

La cessione a girata comunque garantirebbe la trasparenza delle cessioni.


Un orizzonte decennale permetterebbe di disinnescare la bomba del credito,
anche perché l’inflazione permetterebbe di diluirne il peso reale.

Anzi proprio l’inflazione ne favorirebbe la circolazione.

Purtroppo non ci sono soluzioni indolori....
Che l'azienda possa recuperare i soldi in 5 anni e/o cederli ad altri ( che se li compensano in 7 anni vorranno pagarli un 70% visto che oggi il rendimento del decennale italiano gira attorno al 4,30% ) non la vedo bene soprattutto se negli ultimi 2/3 anni il 110% ha rappresentato il core business dell'azienda. Cederli al 70% se non si son commesse truffe ( ovvero prezziari gonfiati fino ai limiti di legge, metrature gonfiate....) vuol dire aver lavorato in perdita.
 

Con l'euro in tasca, oggi l'Italia e i Paesi dell'Eurozona si ritrovano nelle stesse condizioni dei Paesi africani che adottano il Franco CFA e che un tempo erano sottomessi alla Francia. Ci ritroviamo nelle condizioni di non poter stampare la nostra moneta e dunque schiavi del volere dei mercati. Nathan Rothschild affermava nel 1815 che non aveva importanza quali fossero le leggi di un Paese fino a quando erano i banchieri come lui a controllare l'offerta di moneta. Con l'euro è avvenuto esattamente quanto desideravano i Rothschild.
 
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