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Il Tribunale di Catania ha accolto il ricorso di tre migranti tunisini,
sbarcati a metà settembre a Lampedusa e poi portati nel nuovo centro di Pozzallo,
giudicando il recente decreto del governo "illegittimo in più parti".



Secondo il giudice civile di Catania, Iolanda Apostolico,

è illegittima e confligge con la normativa dell'Unione europea​

oltre a non essere in linea con i principi costituzionali.​

E' quanto basta per innescare uno scontro​

e rinnovare polemiche tra esponenti della maggioranza di governo e la magistratura.​


Due dei tre migranti erano già stati espulsi​

Resta da capire ora, nel caso di nuove ondate di migranti provenienti dai Paesi cosiddetti sicuri
come la Tunisia (con la quale l'Italia ha specifici accordi per il rimpatrio),
quali saranno le decisioni dei giudici, anche di altri Tribunali, alle prossime richieste di convalida di trattenimento.

Intanto si apprende che due dei provvedimenti di Catania
riguardano due cittadini tunisini destinatari di provvedimenti di espulsioni già eseguiti,
e dunque rientrati in Italia nonostante l'espulsione.


In un caso era stata chiesta la protezione per un caso di persecuzione per caratteristiche fisiche,
nell'altro caso per dissidi con i familiari della ragazza di uno dei migranti.
 
Iolanda Apostolico è il magistrato che non ha convalidato il fermo dei migranti
nel centro richiedenti asilo di Pozzallo, non proprio perseguitati politici.

Uno di loro ha dichiarato di essere scappato perché inseguito dai creditori,
un altro perché minacciato dai familiari della fidanzata.

Uno ha chiesto asilo perché nel suo Paese le cure sono a pagamento
e l'ultimo perché perseguitato dai cercatori d'oro.


Tutti loro ora sono liberi grazie ad Apostolico,
definita dalla stampa vicina alla sinistra come un «cane sciolto».

Dal profilo Facebook di Apostolico emergono indicazioni ben precise sulle sue preferenze politiche,
tanto che, poche ore dopo la pubblicazione dell'articolo sul quotidiano,
ha pensato bene di chiuderlo.

Siamo riusciti a dargli un'occhiata prima che lei si auto-censurasse.
 
Il primo post che compare nella bacheca di Apostolico è una petizione,
condivisa nel luglio 2018, che chiedeva una «mozione di sfiducia» nei confronti di Matteo Salvini,
che a quei tempi era da poco stato nominato ministro degli Interni.

Nessun commento da parte sua ma solo una pubblicazione sulla bacheca.

Lo stesso ha poi fatto nel giugno dello stesso anno con un articolo dal titolo
«Open Arms e Sea Watch: la richiesta di archiviazione della procura di Palermo».

Le sorti delle Ong sembrano stare a cuore ad Apostolico,
che nell'elenco delle pagine seguite su Facebook ha «Free Open Arms»
ma anche quella dedicata a «Open Arms», Ong che ha portato il leader della Lega a processo.

La giudice, da tempo sposata con Massimo Mingrino,
funzionario giudiziario vicino agli ambienti politici rossi e simpatizzante di Magistratura Democratica,
ha un forte interesse verso i temi migratori, come dimostra anche il like a «Presidio permanente No Borders - Ventimiglia».

O, ancora meglio, il reportage fotografico da lei stessa realizzato nel maggio 2011
sull'attracco a Catania del traghetto «Flaminia» con 1300 migranti che arrivarono a Lampedusa
e vennero poi distribuiti nei centri di accoglienza locali.

Immagini che la Apostolico definisce simbolo di «moderna deportazione»(questo il titolo che dà alla gallery).

Sulla suo profilo abbiamo trovato anche il «follow» alle pagina del «Progetto 20K»,
associazione che si definisce una «rete di solidarietà e aiuto concreto per la libertà di movimento»,
e di «Caravana Abriendo Fronteras», che sostiene l'ideologia no border.

Nel 2016 la Apostolico condivide un'altra petizione dal titolo:
«L'Europa apra le porte ai migranti e usi i finanziamenti per garantire viaggi aerei sicuri».

È un richiamo a un appello della Rete femminista «No muri, no recinti».

Nella petizione, chiusa a poco più di 3600 firme, si chiedeva al governo di
«accogliere le persone migranti con dignità, umanità e sicurezza,
sottraendole alla violenza e allo sfruttamento degli scafisti e dei passeur»
ma anche di «non finanziare più la Turchia o altri paesi del Nord Africa
allo scopo di trattenere migliaia di richiedenti asilo in campi di raccolta».

E ancora, proponeva di usare «questi fondi per garantire viaggi sicuri a partire dai luoghi d'origine».

Scartabellando le pagine seguite da Apostolico troviamo, tra le altre degne di nota,
anche quelle di «Potere al popolo», (sezione di Catania), movimento fondato dal centro sociale «Je so' pazzo» di Napoli,
che nello scacchiere politico si colloca tra le forze della sinistra radicale.

E ancora, troviamo la pagina di «Democrazia e Autonomia», il partito fondato da Luigi De Magistris,
e quella di «Possibile», partito schierato a sinistra e ispirato da Pippo Civati.

Tra le pagine seguite non manca nemmeno quella dell'ultrà dell'accoglienza Aboubakar Soumahoro.

Ognuno nei suoi profili social può seguire e condividere quel che desidera:
è la democrazia della libertà di pensiero e di parola.

In tal senso, Iolanda Apostolico ha dato indicazioni precise su quelle che sono le sue, legittime, idee personali e politiche,
l'importante è che queste rimangano fuori dalla sua aula di tribunale.
 
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