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TAAAAAC

Chiara Ferragni è indagata per truffa aggravata da minorata difesa nella vicenda del pandoro Balocco.

Lo si apprende da fonti della procura di Milano
che precisa come sia indagata anche con la stessa ipotesi di reato Alessandra Balocco,
amministratrice delegata dell’omonimo gruppo dolciario.

Se vendi gli stessi panettoni dell'anno prima a 6/7 euro in più con la scusa della beneficenza a mio avviso o quei 6/7 euro in più vanno tutti in beneficenza o se anche uno dei 2 ha versato tipo 10 a fronte di un guadagno di 11 a salire è truffa!!! Poi la girino come vogliono personalmente mi son già fatto l'idea.
Poi se la scampano dicendo che con quello che hanno scritto bastava girare in beneficenza solo una parte del maggior guadagno beh allora mi taccio.
 
Acca Larenzia
la pietà verso i giovani missini assassinati, “vittime innocenti”
verso le quali ogni “cittadino repubblicano” dovrebbe avvertire il “dovere” del ricordo.

Il resto, è il senso del suo ragionamento, è marginale e attiene a una ritualità
che in lui non suscita “il benché minimo sussulto antifascista”.

“Ho solo la commozione di ricordare la loro sorte”, scrive Mughini, in una lettera aperta a Dagospia.
 
Mughini ne ricorda l’età:

vent’anni Bigonzetti;
diciotto Ciavatta;
diciannove Recchioni.

Ricorda che sono stati uccisi sì nello stesso luogo e nella stessa giornata,
ma in due momenti, due circostanze e da assassini diversi:

Bigonzetti e Ciavatta “assassinati a freddo da un nugolo di terroristi di sinistra di cui non si è saputo mai più nulla
mentre si apprestavano a distribuire un volantino che reclamizzava un concerto tenuto da un gruppo musicale di destra”;

Recchioni “successivamente negli scontri con la polizia”.

Una scena, ricorda, che “mi è stata vividamente raccontata dall’allora diciottenne Francesca Mambro,
il cui destino assieme criminale e drammatico era stato orientato da quell’episodio”.
 
“Di tutte le azioni delinquenziali compiute dal terrorismo di sinistra
nei confronti di ragazzi di destra quella di Acca Larentia resta forse la più clamorosa,
persino più del brutale agguato al diciannovenne milanese Sergio Ramelli,
che ci si misero in cinque ad annichilirlo a colpi di catene di bicicletta”,

scrive ancora Mughini, sottolineando di aver assistito con piacere al fatto
che alla commemorazione sia andato anche l’assessore Miguel Gotor,
“per dire di un uomo del Pd che stimo”.

“Idealmente parlando c’ero anch’io a quella commemorazione,
com’è dovere di un cittadino repubblicano quando ci sono da ricordare delle vittime innocenti.
E nella mia memoria non conta che le vittime innocenti fossero state di destra o sinistra.
Erano vittime innocenti, punto e basta”.
 
Ultima modifica:
Il '68 l'ho vissuto anch'io.

“Sì, sì, lo so che è un contrassegno del fascismo e che la nostra Costituzione non lo gradisce affatto.
Da questo a dirne che è un segnale che tramortisce e offende ‘l’antifascismo’ duro e puro ce ne passano di chilometri”.

“Ho visto le foto di quei militanti missini o ex missini che levava il braccio.
La buona parte, gente oggi vicina ai sessant’anni
e che magari erano stati compagni di idealità dei giovani missini assassinati a Roma.
Quel braccio levato è innanzitutto un omaggio alla loro giovinezza e alla sua drammaticità,
al fatto che c’era allora una larvata guerra civile tra i ventenni italiani dell’una o dell’altra parte”.

“Me la ricordo bene, benissimo, quella guerra civile.
Me lo ricordo l’odio cieco da cui eravamo segnati gli uni e gli altri”, prosegue,
raccontando di quella volta “che io e il giovane Benito Paolone (a Catania era il leader della Giovane Italia)
venimmo espulsi entrambi dall’aula di un liceo dove si stava tenendo non ricordo più quale dibattito,
e dove noi due stavamo urlando a squarciagola l’uno contro l’altro.
Me lo sono ritrovato davanti Paolone trenta o più anni dopo e l’ho subito abbracciato.
La nostra parte in commedia l’avevamo fatta, solo che quella commedia – la guerra civile fra i ventenni italiani –
era bella e finita e per fortuna nessuno ammazzava più nessuno”.

“Per tornare ad Acca Larentia non ho il benché minimo sussulto ‘antifascista’
nel vedere i nomi di quei poveri ragazzi del gennaio 1978 salutati dal braccio teso dei loro camerati di allora.
Ho solo commozione a ricordare la loro sorte.
E qualcuno non ci provi a farmi lezioni di antifascismo, una materia in cui per la biografia intellettuale e morale che ho
non accetto lezioni da nessuno”.
 
Io continuo a battere quel tasto, per dimostrare quanto sta scitto nel titolo.

Il problema Schlein è l'ignoranza


Il problema di Elly Schlein non è politico,
da questo punto di vista non è poi messa tanto peggio dei suoi predecessori alla guida del Pd.

No, il problema della Schlein è l'ignoranza di ciò che è stato e di ciò che è questo Paese.

La giovane segretaria non ha mai vissuto l'Italia, non ne ha studiato la storia ma neppure la cronaca.

Così arriva a chiamare in causa Giorgia Meloni e il suo governo
per la manifestazione con cui la destra estrema da 45 anni (la prima volta la premier aveva meno di due anni)
ricorda la strage di Acca Larentia (quartiere di Roma),
nella quale terroristi rossi uccisero a sangue freddo due ragazzi attivisti della destra.

E ogni anno, ma la Schlein non lo sa perché è cresciuta su Marte e non si informa,
sotto qualsiasi governo di centrodestra, centrosinistra e pure tecnico,
il rituale è lo stesso: saluti fascisti al grido di «Presente!» da parte di qualche centinaio di militanti.

Non c'è quindi nessun nesso tra l'attuale governo e il rituale di Acca Larentia,
e comunque uno la pensi su ciò che accade ogni 7 gennaio,
la cosa certa è che sì, Acca Larentia è uno scandalo,
ma nel senso che dopo 46 anni ancora non sono stati individuati né autori né mandanti
di una delle più efferate stragi dell'estremismo comunista.
E questo probabilmente in base al principio - caro agli avi del Pd -
che all'epoca uccidere un fascista non era da considerarsi reato.


Su questo punto la mancata giustizia nei confronti dei tre ragazzi
Elly Schlein dovrebbe interpellare il governo,
ma siamo certi che - in linea con i suoi predecessori - non lo farà,
commettendo un ulteriore errore.

No, la piazza di Acca Larentia non è certo una piazza meloniana,
anzi per quello che mi risulta è più lontana dalla premier di quanto lo sia la Schlein
(se fosse l'inverso, il rituale cambierebbe proprio per non creare imbarazzi di sorta)
ma per capirlo, e comportarsi di conseguenza,
bisognerebbe appunto aver studiato il passato e capito il presente.

Probabilmente è chiedere troppo alla segretaria per caso della sinistra.
 
Grande Briatore :rotfl:
 

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