Solo politica

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Ahahahahahahah che buffoni....e c'è chi li vota ancora.

Tanto tuonò che piovve.

Solo che la pioggia di cui stiamo parlando
è quella dei milioni entrati nelle casse del Movimento 5 Stelle
grazie al finanziamento pubblico ai partiti.

Proprio il movimento di Conte, che voleva
“aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno”,
è fra quelli che hanno ricevuto più soldi dai contribuenti.
Terzo partito.

Tutto assolutamente legale e regolare, sia chiaro.


Ma è curioso che a registrare questo dato
sia proprio chi della lotta al finanziamento ai partiti ha fatto uno dei suoi cavalli di battaglia.

Una battaglia di facile demagogia, peraltro.

Perché è semplice gridare allo scandalo quando a incassare sono gli altri.


Ma lo è anche uniformarsi
quando la faccenda comincia a portare qualche vantaggio.
Quando parliamo di demagogia, non lo facciamo a caso.
 
Al primo posto troviamo il Partito Democratico, con 8,1 milioni di Euro incassati.

Al secondo posto si piazza Fratelli d’Italia, con 4,8 milioni di Euro.

E al terzo, per l’appunto, il movimento guidato da Giuseppe Conte, che incassa poco meno di 2 milioni di Euro.

Non ci sarebbe nulla di male,
se non fosse che l’abolizione di questo tipo di finanziamenti
è uno dei punti cardine dei Cinque Stelle sin dal momento della loro nascita.



O forse sarebbe meglio dire che “era” uno dei punti cardine.
 
Non riusciranno MAI a vincere.
Ci sarà sempre "uno che corre sulla spiaggia".

Ormai non si nascondono più nemmeno dietro l’alibi dell’inquinamento o degli incidenti stradali.

Sempre più evidente come siano solo dei pretesti.

Il sindaco di Bologna Matteo Lepore,
solo l’ultimo di una lunga lista,
ha giustificato il nuovo limite dei 30 km/h in città
con l’obiettivo di


“cambiare lo stile di vita individuale delle persone”.


Così, senza alcun pudore, dritto al punto.

Se devi andare a prendere le sigarette ci vai a piedi.


Decide il sindaco per cosa è consentito prendere la macchina.
 
Ora, la domanda che dovrebbe sorgere spontanea
ma che invece quasi nessuno si pone:

ma spetta ad un sindaco cambiare il nostro stile di vita,

o dovrebbe forse impegnarsi ad amministrare la città ?

Ora abbiamo non solo la politica europea e nazionale, ma persino quella locale che pretende di forgiare “l’uomo nuovo”, una nuova umanità. Un disegno che nasconde in sé i germi del totalitarismo, sebbene ovviamente un limite di velocità non sia paragonabile ad un gulag.

E se mettiamo insieme tante piccole imposizioni di questo tipo,
se uniamo i puntini, la figura non è certo rassicurante.

Oggi è il limite dei 30 km/h,

ma che dire del bando delle auto a combustione che incombe nel 2035,

delle Ztl sempre più estese,

delle fasce A, B o C,

di autovelox e telecamere disseminate ovunque?

E ancora il folle ETS, l’idea di impronta carbonica

e si staglia la sagoma minacciosa del sistema di credito sociale.


Come alternative propongono dispositivi premiali per chi “si comporta bene”.

Ma comporta bene rispetto a chi e a cosa?

Rispetto a politiche del tutto discutibili, per non dire irrazionali,
dettate dall’ideologia o dalla moda del momento, senza alcun fondamento scientifico né logico.


Ed è evidente che il biennio pandemico
ha rappresentato una sorta di finestra di Overton
per imporre misure sempre più restrittive
finalizzate al controllo dei comportamenti.

Un biennio in cui i cittadini
sono stati abituati a sacrificare un pezzo alla volta
le loro libertà per la “sicurezza”, la logica è la stessa.
 
Un’eresia al giorno leva il cattolicesimo di torno.

Un’idiozia al giorno leva pure il sistema occidentale di torno.


Oggi ne spara un’altra, questa volta a favore dei ladri :

il comportamento dei ladri è “un ammonimento salutare contro il vizio dell’avarizia”.


Pur di contestare il diritto alla proprietà privata, ritiene provvidenziale il furto.


A chi il Paradiso? Ai ladri.

A chi l’Inferno? A chi, facendo sacrifici, ha risparmiato, s’è accollato un mutuo ventennale e s’è comprato casa.
 
Cercheranno di impedirgli in ogni modo di partecipare, a costo di imprigionarlo o di farlo fuori.
É scomodo a troppi, non solo ai dem.
 

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