Val
Torniamo alla LIRA
Nelle Dolomiti, all’interno del Parco nazionale delle Tre Cime e Patrimonio Unesco,
si possono illuminare di rosa le tre cime di Lavaredo per celebrare il passaggio del Giro d’Italia;
nel Gran Sasso d’Italia, la vetta più alta dell’Appennino, invece no.
A vietare l’illuminazione della parte alta del Gran Sasso
in occasione dei 100 giorni dalla grande partenza del Giro d’Italia,
è stato il Parco Nazionale del Gran Sasso-Laga,
che in risposta ad una richiesta specifica del sindaco di Isola del Gran Sasso
ha espresso parere negativo, senza esprimere alcuna motivazione specifica.
Eppure il primo cittadino del Comune, Andrea Ianni, professore di Princeton,
tornato in Italia per coordinare alcuni progetti di ricerca
all’interno dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare che ha sede nelle viscere del Gran Sasso,
aveva inviato in allegato le specifiche tecniche della tecnologia adottata.
Il sindaco aveva spiegato che l’illuminazione sarebbe stata realizzata
con la stessa tecnologia che da anni illumina le Twin Towers,
e che riproduce un fascio luminoso simile ai raggi solari ma di una intensità irrilevante,
pari a quella di 3,6 lux, mentre i raggi solari in pieno giorno nell’Italia centrale sono di intensità pari a circa 12.000 lux.
Il Parco è stato irremovibile, e addirittura ha inviato il parere contrario
anche alla stazione dei carabinieri forestali di Assergi, in provincia de L’Aquila dove ha sede l’Ente Parco,
compiendo un atto palesemente scorretto, visto il procedimento amministrativo in corso.
si possono illuminare di rosa le tre cime di Lavaredo per celebrare il passaggio del Giro d’Italia;
nel Gran Sasso d’Italia, la vetta più alta dell’Appennino, invece no.
A vietare l’illuminazione della parte alta del Gran Sasso
in occasione dei 100 giorni dalla grande partenza del Giro d’Italia,
è stato il Parco Nazionale del Gran Sasso-Laga,
che in risposta ad una richiesta specifica del sindaco di Isola del Gran Sasso
ha espresso parere negativo, senza esprimere alcuna motivazione specifica.
Eppure il primo cittadino del Comune, Andrea Ianni, professore di Princeton,
tornato in Italia per coordinare alcuni progetti di ricerca
all’interno dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare che ha sede nelle viscere del Gran Sasso,
aveva inviato in allegato le specifiche tecniche della tecnologia adottata.
Il sindaco aveva spiegato che l’illuminazione sarebbe stata realizzata
con la stessa tecnologia che da anni illumina le Twin Towers,
e che riproduce un fascio luminoso simile ai raggi solari ma di una intensità irrilevante,
pari a quella di 3,6 lux, mentre i raggi solari in pieno giorno nell’Italia centrale sono di intensità pari a circa 12.000 lux.
Il Parco è stato irremovibile, e addirittura ha inviato il parere contrario
anche alla stazione dei carabinieri forestali di Assergi, in provincia de L’Aquila dove ha sede l’Ente Parco,
compiendo un atto palesemente scorretto, visto il procedimento amministrativo in corso.