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Val

Torniamo alla LIRA
La storia del suo martirio deve essere raccontata in altro modo:

nessuno ha mai messo in discussione la sua presenza,
l'unico ad essere stato censurato è il suo portafoglio.

E quella mail, delle 17.42 del 19 aprile, certifica il fatto:
lo staff di Bortone dà l'ok all'arrivo dell' intellettuale gratis.

Nessun oscuramento dell'antifascismo militante.

La controprova,
come documenta Nicola Porro che ha pubblicato alcune carte inedite sul suo sito,
è un'altra mail che parte alle 17.41, un minuto prima,
con il comunicato stampa relativo all'ormai famigerata puntata:

di nuovo il nome di Scurati c'è.

E Scurati leggerà il suo monologo.
Solo che dietro le quinte si è stabilito, per una ragione o per l'altra, di non dargli un euro.

Va detto con lealtà
che tutta la polemica montata per una settimana
e tutta la teologia del martirio
appaiono a questo punto lunari.


L'opinione pubblica
è finita dentro una trappola mediatica
che si scatena la mattina successiva
quando Serena Bortone lancia con un post l'allarme,
le opposizioni si convincono che il premio Strega sia stato imbavagliato
e che la democrazia sia in pericolo.


Insomma, nella giornata di sabato Bortone mette in moto la valanga che travolge tutto e tutti:
Scurati sceglie di non andare a Roma
(e di non partecipare in alcun modo alla trasmissione, per esempio in collegamento da Milano),
l'Italia intera pensa che l'abbiano estromesso per la sua linea politica,
con una mossa orbaniana degna di un paese autoritario.

Ma ancora una volta le carte non mentono:

già la mattina del 19 aprile
erano stati acquistati i biglietti per il treno,
naturalmente in prima classe,
andata e ritorno da Roma.

E poi una camera all'hotel River Chateau della capitale.



L'operazione viene annullata all'ora di pranzo di sabato
quando ormai il caso si é trasformato in una storia da Paese non libero.

Ma fino a quel momento l'occhiuta Rai,
la Rai che voleva cacciare lo scrittore antimeloniano,
aveva prenotato viaggio e pernottamento.


Il monologo di Scurati
diventa il simbolo di una fantomatica resistenza al regime meloniano
che però non c'è.

E tutta la storia si può riassumere nel cambiamento di una lettera:

da to a tg, da titolo oneroso a titolo gratuito.






Intanto, Scurati si scusa con il Tg1:

«Mi accorgo solo ora di aver fatto un'affermazione inesatta» in un'intervista a Repubblica.
 

Dogtown

Forever Ultras Ghetto
Se chiedi cos'è il Totalitarismo ad un ebreo o ad un italiano con ogni probabilità ti risponderà il fascismo, se lo chiedi ad un francese o inglese ti risponderà il nazismo ed infine, se lo chiedi ad un russo, ti risponderà il comunismo.

Totalitarismo è dove vige un regime, a prescindere dal "credo" politico di quel regime.
 

Dogtown

Forever Ultras Ghetto
Le Lobby esistono da sempre e sono pure legali e istituzionazionalizzate, nel senso che la politica vive di Lobby, ergo la politica e le sue Istituzioni son di fatto le lobby stesse, da sempre.
 

Wrangel

Armata bianca, Barone nero
La storia del suo martirio deve essere raccontata in altro modo:

nessuno ha mai messo in discussione la sua presenza,
l'unico ad essere stato censurato è il suo portafoglio.

E quella mail, delle 17.42 del 19 aprile, certifica il fatto:
lo staff di Bortone dà l'ok all'arrivo dell' intellettuale gratis.

Nessun oscuramento dell'antifascismo militante.

La controprova,
come documenta Nicola Porro che ha pubblicato alcune carte inedite sul suo sito,
è un'altra mail che parte alle 17.41, un minuto prima,
con il comunicato stampa relativo all'ormai famigerata puntata:

di nuovo il nome di Scurati c'è.

E Scurati leggerà il suo monologo.
Solo che dietro le quinte si è stabilito, per una ragione o per l'altra, di non dargli un euro.

Va detto con lealtà
che tutta la polemica montata per una settimana
e tutta la teologia del martirio
appaiono a questo punto lunari.


L'opinione pubblica
è finita dentro una trappola mediatica
che si scatena la mattina successiva
quando Serena Bortone lancia con un post l'allarme,
le opposizioni si convincono che il premio Strega sia stato imbavagliato
e che la democrazia sia in pericolo.


Insomma, nella giornata di sabato Bortone mette in moto la valanga che travolge tutto e tutti:
Scurati sceglie di non andare a Roma
(e di non partecipare in alcun modo alla trasmissione, per esempio in collegamento da Milano),
l'Italia intera pensa che l'abbiano estromesso per la sua linea politica,
con una mossa orbaniana degna di un paese autoritario.

Ma ancora una volta le carte non mentono:

già la mattina del 19 aprile
erano stati acquistati i biglietti per il treno,
naturalmente in prima classe,
andata e ritorno da Roma.

E poi una camera all'hotel River Chateau della capitale.



L'operazione viene annullata all'ora di pranzo di sabato
quando ormai il caso si é trasformato in una storia da Paese non libero.

Ma fino a quel momento l'occhiuta Rai,
la Rai che voleva cacciare lo scrittore antimeloniano,
aveva prenotato viaggio e pernottamento.


Il monologo di Scurati
diventa il simbolo di una fantomatica resistenza al regime meloniano
che però non c'è.

E tutta la storia si può riassumere nel cambiamento di una lettera:

da to a tg, da titolo oneroso a titolo gratuito.






Intanto, Scurati si scusa con il Tg1:

«Mi accorgo solo ora di aver fatto un'affermazione inesatta» in un'intervista a Repubblica.
Scurati = l'antifascista a cui piacciono Draghi e Israele

e con questo ho detto tutto ( o quasi )
 

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