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L'amara e triste VERITA' :

i social network hanno dato diritto di parola a legioni di imbecilli

che prima parlavano solo al bar
dopo un bicchiere di vino senza danneggiare la collettività.
 
Dell'assassinato in pochi parlano.

La vittima dell’attentato contro Donald Trump è un ex capo dei vigili del fuoco,
rimasto ucciso da uno dei proiettili sparati dall’attentatore nella folle giornata di Butler.

Corey Comperatore, 50 anni, italoamericano, era stato capo dei vigili del fuoco a Buffalo Township,
una borgata della stessa contea di Butler, in Pennsylvania.

Secondo quanto raccontato dai familiari della vittima,
l’uomo è morto subito dopo aver gettato a terra la moglie e la figlia, che erano al comizio con lui,
per proteggerle dopo aver sentito i primi spari durante il comizio.

«L’odio per un uomo ha tolto la vita all’uomo che amavamo di più.
Aveva ancora tanta voglia di vivere, questo sembra un terribile incubo, ma sappiamo che è la nostra dolorosa realtà»,

ha commentato il fratello maggiore.

«Il miglior padre che una ragazza possa mai desiderare.
Ci amava al punto da prendere una pallottola per noi, non voglio altro che piangerlo e dirgli grazie», ha detto la figlia Allyson.

«Era un supereroe della vita reale che ci proteggeva.
È morto come l’eroe che è sempre stato - ha scritto su Facebook la moglie Helen -
Quello che doveva essere un giorno così emozionante per mio marito, in particolare,
si è trasformato in un incubo per la nostra famiglia.
Quello che le mie preziose ragazze hanno dovuto vedere è imperdonabile».





«Corey Comperatore, un pompiere e un grande papà è morto come un eroe cercando di proteggere la sua famiglia»
ha detto il Governatore della Pennsylvania Josh Shapiro, sottolineando come tutta la comunità sia sotto choc:

«Siamo grati che l’ex presidente Trump sia al sicuro ma la nostra comunità è stata colpita duramente»,
ha detto, confermando come nell’attentato siano state colpire tre persone.


Oltre alla vittima, un’altra è stata ferita in maniera lieve
mentre un’altra sarebbe invece in ospedale in condizioni critiche.
 
Un unico aggettivo : VOMITEVOLI

Per gli irriducibili odiatori non c'è sangue al volto o proiettile che tenga:
se alberga a destra, c'è sempre una radice di colpa,
una motivazione intrinseca per cui se la sono cercata
o, peggio ancora, trattasi di una messinscena.


In queste ore gli spargitori di livore diffondono le proprie teorie sui social,
a volte celandosi dietro finte identità, altre vergando messaggi che poi cancellano sperando di farla franca.

Come quello dell'autorevole professoressa dell'Università della British Columbia, Karen Pinder,
che, suscitando lo stupore di altri esimi colleghi, ha scritto:

«Accidenti, così vicino. Peccato. Che giornata gloriosa sarebbe potuta essere».


Ma ci sono anche volti noti del progressismo nostrano che ci mettono la faccia
insinuando dubbi o dispensando discutibili teorie e improbabili paragoni.

Come Roberto Saviano, che ha vergato in un post una versione che ha prestato il fianco all'ambiguità e alla contraddizione:

«Sangue sul viso di Donald Trump.
La storia politica insegna che il proiettile che manca il bersaglio lo rafforza.
Il proiettile che ha sibilato all'orecchio di Trump, ferendolo, ha trasformato Trump in vittima.
Chi in queste ore si danna per quei pochi centimetri
che avrebbero permesso al proiettile di chiudere la partita con uno dei peggiori leader politici dei nostri tempi
..................................».


Ma basta scorrere i commenti in calce al suo post
per capire come il messaggio abbia suscitato non poche controversie.
«Comunisti della peggior specie. Scusi se mi permetto, ma il suo post è indegno di essere letto.
Credo si debba vergognare. Dice una cosa per far intendere un'altra (peggiore)»

E ancora: «Quanta ipocrisia e contraddizione in queste parole...
Prima lo definisce uno dei peggiori leader politici poi parla di violenza...
È proprio questa continua violenza verbale che poi degenera in violenza fisica».


Il conduttore e giornalista Gad Lerner si spinge invece ancora oltre
postando la fotografia che ritrae Silvio Berlusconi con il volto insanguinato
a seguito della statuetta scagliatagli addosso da Tartaglia
e azzardando un ardito paragone condito da una buona dose di dietrologia:

«Da noi era successo nel 2009, sia pure in forma grottesca: il corpo del capo trasformato in bersaglio.
Le democrazie vacillano e non saranno gli uomini forti, gli estremisti al potere,
quelli che se perdo per gli Usa sarà un bagno di sangue, a salvarle».

Un tweet che ha scatenato la reazione di diversi utenti che hanno puntato il dito contro la mancanza di umanità
e il poco spessore dell'opinione dell'intellettuale.


Più o meno sulla stessa linea il pensiero del giornalista di Repubblica, Paolo Berizzi:

«Trump è rimasto vittima della spirale di violenza che lui stesso ha creato e che alimenta da anni. La violenza uccide la democrazia».


In sostanza, il tycoon se l'è cercata e forse anche un po' meritata.


Poteva poi mancare la filosofa Donatella Di Cesare? Domanda retorica.
Infatti, dopo aver incensato le opere della brigatista Barbara Balzerani,
la professoressa ha espresso la sua teoria anche sull'attentato al tycoon:

«È certo che quel sangue sul volto del nemico finisce per rafforzarlo e la violenza bellica, che dilaga ovunque, uccide la democrazia».


Insomma, se un alieno atterrasse sulla Terra oggi e leggesse questo florilegio
non capirebbe un accidenti dal momento che si parla soltanto di altre violenze
e mai di quella esercitata contro Trump che, fino a prova contraria,
si è visto recapitare contro una scarica di proiettili che solo per una fortuita coincidenza
o per un aiuto divino non l'ha ucciso.


E in quel caso c'è da scommettere che qualcuno avrebbe anche brindato.
 
Vergognosa serie di commenti della parte liberal-progressista:
(quelli che vengono votati dal popolo bue)

commenti che, se anche non giustificavano apertamente l'atto ingiustificabile,
comunque sembravano lasciare intendere che Trump se la fosse cercata
e in qualche modo anche meritata.

Gli stessi che hanno fatto del "restiamo umani" il loro motto,
si sono all'occorrenza rivelati decisamente meno umani del previsto.

Perché questo è il punto:

si può pensare quel che si vuole sul piano politico di Donald Trump,

ma non si può che condannare incondizionatamente un gesto vigliacco e inqualificabile come un attentato.
 
E che dire poi del giornalista del rotocalco turbomondialista "La Repubblica", Paolo Berizzi?

Per un giorno ha sospeso la sua caccia ossessiva al fantasma del fascismo
per concentrarsi sull'attentato a Trump, scrivendo quanto segue:

"Trump è rimasto vittima della spirale di violenza che lui stesso ha creato e che alimenta da anni".

Insomma, Trump non solo se l'è cercata, generando l'odio, ma è in qualche modo egli stesso
il vero responsabile dell'attentato ai suoi danni.


Chiudiamo poi con un delirante articolo di "Repubblica",
da sempre impegnata nelle "battaglie contro l'odio" e nella "lotta contro tutte le discriminazioni".

Evidentemente tali battaglie e tali lotte non valgono in universale, ma conoscono ben precise eccezioni.

Questo il surreale titolo del rotocalco turbomondialista,
voce del padronato cosmopolitico e grancassa del nuovo ordine mondiale liberal-progressista:


"Il fucile AR15, icona dei conservatori: il contrappasso per Trump".


Secondo il giornale più vicino alle posizioni della classe capitalistica transnazionale
e più lontano dalle rivendicazioni delle classi nazionali popolari,

Donald Trump sarebbe stato oggetto della legge del contrappasso, come nell'inferno dantesco.
 
Non so se avete letto una delle dichiarazioni di questo essere

ma questo non può accadere.

il Four Seasons di Bill Gates interessato alla dimora estiva di Silvio Berlusconi​

 
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“siamo troppi su questo pianeta, occorre una riduzione della popolazione tramite i vaccini.
Con l’alibi dell’elevata produzione di CO2 ed il riscaldamento globale
vuole decimare la popolazione, la reale motivazione è il controllo sociale”.
 

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