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Lo ripeto da mesi. In Italia noi paghiamo un DAZIO del 22% su tutti i prodotti.
Ora avranno il 15% anche all'estero. AMEN


In stile mosche cocchiere,
i leader dell’opposizione si ricompattano miracolosamente sul tema caldo dei dazi imposti da Donald Trump.

A parte Carlo Calenda che, con qualche fondamento, ha criticato l’apparente arrendevolezza di Ursula von der Leyen,
tutti gli altri hanno puntato il dito anche contro il Governo italiano.

“Quello raggiunto dall’Ue – sostiene Elly Schlein – con Trump non è un buon accordo come sostiene il governo Meloni.
Ha i tratti di una resa alle imposizioni americane, dovuta al fatto che il governo italiano,
insieme ad altri governi nazionalisti totalmente subalterni a Trump,
ha spinto per una linea morbida e accondiscendente che ha minato l’unità europea
e indebolito la posizione negoziale dell’Ue”.

RIDICOLA
 
Ultima modifica:
MASTRO 110% PARLA ANCORA. Proprio lui.

Stessa linea per Giuseppe Conte, il quale dichiara:

“Alla fine la lunga partita dei dazi è giunta a conclusione.
E come in ogni duello c’è un vincitore – il presidente statunitense Trump –
e uno sconfitto, anzi due: l’Unione europea e Giorgia Meloni”.
 
Idem con patate per Nicola Fratoianni, secondo cui, riferendosi all’accordo raggiunto,
“Trump, von der Leyen e Meloni contenti, portano al disastro sociale”.

AHAHAHAH Parla proprio lui che si porta a casa 2 lauti stipendi
 
Ancora più duro il “moderatoMatteo Renzi:

“L’accordo tra Stati Uniti ed Europa sui dazi non è un accordo:
è la resa incondizionata dell’Europa al sovranismo di Trump.
La verità è che i sovranisti fanno male al mondo.
E se oggi il governo americano festeggia,
accordi coloniali di questo genere porteranno sul medio periodo gli Stati Uniti a perdere la propria forza morale ed economica.
Con il Piano Marshall l’America ha guidato il mondo per decenni,
con le tariffe l’America fa del male innanzitutto ai propri alleati europei”.


TORNATENE PURE IN ARABIA. Parla proprio lui che è il primo evasore.
 
Ora, a parte alcuni fondamentali dettagli ancora non chiariti
– tra cui comprendere se questo 15 per cento contiene la quota relativa alle tariffe precedenti,
così come sembra, o se esso si deve aggiungere a quest’ultime –
e premettendo che c’è ben poco di logico e costruttivo nella linea commerciale imposta del presidente americano,
perchè i dazi verranno pagati anche dai suoi concittadini,

viene spontaneo rivolgere una domandina delle cento pistole ai citati esponenti dell’opposizione:

c’era forse una alternativa ad una guerra commerciale?

In questo senso, vista la determinazione del tycoon sui dazi,
che in soldoni non sono altro che nuove tasse che pagheranno i contribuenti statunitensi,
esistevano solo due possibilità:

scendere a patti, così come è avvenuto,

o

iniziare una inevitabile escalation a base di contro tariffe dagli esiti catastrofici
.


Tertium non datur, quindi, checché ne dicano i leader di un campo largo che,
in quanto alle difficili questioni della politica estera, mostrano una visione alquanto ristretta.
 
D’altro canto,
quando buona parte della stessa opposizione
utilizza strumentalmente ogni argomento,
senza peraltro avanzare proposte degne di questo nome,
per contrastare chi governa,
non si rende certamente un buon servizio al sistema democratico.

Oltre, naturalmente,
candidarsi a restare a tempo indeterminato sui banchi della medesima opposizione.
 
Zitti zitti, sotto sotto, lontano dai riflettori........

Estate ricca per Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi.

Qualche giorno fa, infatti, i figli di Miriam Bartolini (alias Veronica Lario)
e del defunto Silvio Berlusconi si sono divisi una cedola di 12 milioni di euro,
pari a 4 milioni a testa, a valere sull’utile segnato nel 2024 dalla loro cassaforte H14
che controllano pariteticamente al 33,3%.

Il family office H14, presieduto da Luigi Berlusconi,
ha visto l’attivo crescere anno su anno da 454 milioni a 507 milioni,
costituito da partecipazioni in aziende piccole e grandi e quote in hedge fund e fondi di private equity.
 
Contestualmente al bilancio di H14,
i tre Berlusconi hanno approvato anche quello della loro Holding Italiana Quattordicesima
che detiene come unico asset il 21,4% di Fininvest.


L’esercizio, a causa della minore cedola incassata dalla quota nel Biscione,
ha visto il profitto calare anno su anno da 24,5 milioni a 8,8 milioni
e in questo caso i Berlusconi hanno deciso di mandarlo tutto a riserva
facendo così salire il patrimonio netto ad oltre 170 milioni.
 
Bernard Arnault, il re del lusso e patron di LVMH, non ha dubbi:
gli Stati Uniti restano il mercato chiave, anche nel pieno della guerra dei dazi.

Con il 25% delle vendite del gruppo generate oltreoceano, ogni escalation commerciale sarebbe un boomerang.

Ma Arnault aveva già messo le cose in chiaro: "Non possiamo permetterci di scontrarci con gli Stati Uniti".

E così, mentre Bruxelles e Washington trattano, LVMH accelera sul suolo americano:
tra fine 2026 e inizio 2027 aprirà un quarto laboratorio di pelletteria a Dallas, aggiungendosi ai tre già attivi.

"Per i nostri clienti americani, comprare un prodotto fatto negli USA non è un problema", ha spiegato Arnault.
 
La sindaca di Nibionno, Laura Di Terlizzi, vittima di un'aggressione verbale da parte di un uomo
il quale di fronte a un giusto richiamo per un parcheggio irregolare,
ha replicato con volgarità arrivando perfino a urinare in mezzo alla strada.

Più di recente anche il sindaco di Cernusco Lombardone, Gennaro Toto,
è stato vittima di un vile atto vandalico:
la sua auto, parcheggiata sotto casa, è stata imbrattata con vernice spray e danneggiata.

“Non si tratta di semplici gesti di inciviltà, siamo di fronte a vere e proprie intimidazioni che mirano a colpire chi, ogni giorno, si assume la responsabilità di amministrare la cosa pubblica.​

Questi atti non solo violano la dignità personale degli amministratori,​

ma minano il senso stesso di comunità e di democrazia”.​


“È inaccettabile che il confronto politico, per quanto acceso, degeneri in violenza, minacce e vandalismo.
Il dissenso è legittimo e necessario in una società democratica,
ma non può e non deve trasformarsi in odio personale, aggressioni verbali o azioni vigliacche compiute nell’ombra”.


“Questi episodi devono farci riflettere su una deriva preoccupante:​

la crescente polarizzazione e l’imbarbarimento del linguaggio politico​

stanno alimentando tensioni che sfociano in atti estremi anche a livello locale.​

È tempo che tutti - istituzioni, cittadini, forze politiche e sociali -​

facciano un passo indietro rispetto a questa spirale pericolosa,​

recuperando il rispetto reciproco e il senso di responsabilità”.​


“Esprimiamo piena solidarietà al Sindaco Laura Di Terlizzi e al sindaco Gennaro Toto,
condannando con forza ogni forma di intimidazione.
Chiediamo alle autorità competenti di fare piena luce su questi episodi
e di garantire sicurezza e tutela a chi è in prima linea nell’amministrazione pubblica.

La politica non può trasformarsi per nessuno e per qualsiasi bandiera o colore politico in un campo di battaglia personale:
il confronto resta sempre e solo nelle idee, non nei gesti di odio”.
 

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