Solo politica

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Beato draghi che non vede segnali di recessione, avrà scoperto anche lui il tasto ignora…:jolly:


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"Il sottoscritto è uno di quelli che ha speso tutto il tempo per uscire dalla condizione di percettore del reddito di cittadinanza:
aprendo partita Iva, lavorando tutto il giorno per iniziare un business, rendicontando qualsiasi spesa all’Agenzia Entrate
(così come nessun incasso) senza mai fare un minuto di lavoro nero e senza ricevere regalie da parenti/amici,
ma soprattutto senza ricevere il bonus autoimprenditorialità né offerte di lavoro (congrue o non congrue).

Insomma, ho seguito tutte le regole per risolvere il mio problema di disoccupazione, ho fatto la mia parte ma il governo non ha fatto la sua.

Adesso si sta palesando una situazione paradossale.

Se volessi fare un salto di qualità, ovvero se intraprendessi ulteriori iniziative per risolvere la disoccupazione
(affittare un ufficio, acquistare beni strumentali, noleggiare un auto, iniziare una prova come lavoro dipendente, etc.)
mi verrebbe tolto immediatamente il reddito di cittadinanza.

Perché secondo loro sarebbero mutate le condizioni economiche.

Avrebbero ragione se io facessi queste operazioni con soldi miei,
perché dimostrerebbe che ho la possibilità di farlo e quindi non avevo diritto al sussidio,
ma io invece lo farei senza soldi, cioè farei il passo più lungo della gamba senza avere coperture.

Già, a volte bisogna forzare il destino per sopravvivere.

Come potrei uscirne altrimenti?

Mi spiego:

se per lavorare non faccio più nulla mantengo il reddito di cittadinanza,

se invece sacrifico risorse che non ho, mi ritrovo a non potere più pagare l’affitto…

perché gli introiti da lavoro (autonomo o indipendente che sia) richiedono tempo, mentre lo stop al sussidio è immediato.

Non vogliono aiutare i poveri, vogliono che i poveri restino tali!"



Ahahahahahahah accidenti che eroe. Questo vota pd.
Vuole la botte piena e la moglie ubriaca.
 
Altre "impegnate" pidiote.


“Sono solo canzonette” cantava Edoardo Bennato.

E il fatto stesso che sentisse l’esigenza di giustificarsi dimostra che già quando, diversi lustri fa,
cantava quelle strofe la situazione non era la più propizia per chi non avesse risposte e volesse fare solo rock’n roll (come diceva nel testo).

Delle due l’una:

o scrivi canzoni politiche, quelle ove il “messaggio” che mandi è più importante di quello che suoni e canti,

oppure ti impegni in altro modo o comunque fai qualcosa che ti possa far riconoscere come uno che “sta dalla parte giusta”.


Allora come oggi non avere il “bollino rosso” aveva un immediato riscontro sul portafoglio.

Perché allora non adeguarsi?

Perché fare gli eroi?

Anzi, rinforzare il messaggio dichiarandosi indignati per la “fascista” Meloni che sta per conquistare l’Italia, come fanno le Elodie e Giorgia?

Oggi, in verità, la sinistra Spectre egemonica esige molto di più da quelli che chiama eufemisticamente “artisti”:

non basta una generica dichiarazione o comparsata nei posti giusti per farsi accettare, si punta dritto al contenuto e al messaggio.


D’altronde, il progresso dei progressisti è proprio questo:

avanzare sempre di più, in una marcia inesorabile verso l’obiettivo, e cioè verso la soppressione delle libertà individuali .




Oggi la canzonetta le devi riempire di messaggi “inclusivi”,

devi cantare contro le “discriminazioni” e i razzismi, le xenofobie e la famiglia tradizionale,

la coppia etero e lo Stato nazionale.


Se fai “solo canzonette”, non entri da nessuna parte e anzi sei considerato un “fascista” anche tu.


Sanremo non canta più l’amore o i sentimenti, ma la fluidità gender trionfante
.


In pochi resistono all’andazzo, molti non possono permetterselo.


Il disimpegno e la leggerezza di una “canzonetta” è oggi più rivoluzionario e meno conformista

di un bacio lesbo esibito sul palco o di una bestemmia al Dio cristiano urlato a squarciagola in un microfono.
 
Maltempo, ogni volta che si verifica una tragedia che ha a che vedere con gli elementi,
si scatena Mario Tozzi che spolvera sulla Stampa il solito pezzo: è colpa nostra.

Tutti accusano tutti: sindaci, Protezione civile, algoritmo, cambiamento climatico, egoismo dell’uomo: “La natura è sempre incolpevole”.


Draghi parla e, a parte Calenda che si becca una botta politica, sembra accusare tutti.


Da leggere Andrea Greco su cosa succede con l’elettricità che importiamo dalla Francia e che verrà meno: altro che pale.


Spassosissimo resoconto di Repubblica che rosica come pochi nella città epicentro della vittoria della destra in Svezia.

Titolano il contrario di quanto scrivono e danno dei postfascisti a tutti.

D’altronde Repubblica è quella dell’”abbiamo le prove dei soldi russi all’Italia”, di cui oggi non parla più nessuno.


Il Foglio magistrale contro le panzane antioccidentali del Papa che ama Noriega e Cina.


La festa di Di Maio, un pianto.


Settimana nera dei mercati e sterlina ai minimi.
 
Oggi è una giornata così. Di pidiota in pidiota. Probabilmente li fanno con lo stampino.


Per entrare a Milano, a breve, servirà farsi tracciare.

No, non è una battuta di cattivo gusto né la trama di un film fantascientifico,
ma più semplicemente la conseguenza delle nuove regole che scatteranno dal 1 ottobre.

L’accesso al centro cittadino con l’automobile sarà regolato da nuovi divieti,
in particolare con lo stop nell’area B (quasi l’intera città) a nuove categorie di veicoli.

La decisione è stata inserita nel piano comunale anti-smog per limitare l’inquinamento cittadino.


L’Area B è la zona a traffico limitato (Ztl) che comprende gran parte del territorio del comune di Milano.

Dal 1 ottobre, non potranno più accedervi i veicoli

Euro 2 benzina,

Euro 4 diesel senza FAP,

Euro 4 diesel con FAP di serie e campo V.5 > 0,0045 g/km o senza valore,

Euro 3, 4 diesel con FAP di serie e con campo V.5 carta circolazione <= 0,0045 g/km,

Euro 0, 1, 2, 3, 4 diesel con FAP after-market installato entro il 31/12/2018 e con classe massa particolato pari almeno a Euro 4,

Euro 4 diesel con FAP after-market installato dopo 31/12/2018 e con classe massa particolato pari almeno a Euro 4,

Euro 5 diesel.
 
Il Comune di Milano, guidato dal sindaco dem Beppe Sala, ha poi deciso di “venire incontro” agli automobilisti
che rientrano nelle tipologie coinvolte nelle restrizioni attraverso il sistema Move-In (MOnitoraggio dei VEicoli INquinanti),
servizio di Regione Lombardia e Regione Piemonte che permetterà ai veicoli inquinanti di attraversare le Ztl.

Per farlo, però, gli automobilisti dovranno installare una “scatola nera” a bordo.

Sì, avete capito benissimo.


Grazie a questo strumento, gli automobilisti saranno tracciati e potranno sì entrare nella zona Ztl,
ma rispettando un massimo di chilometri consentiti.

Il dispositivo permette infatti di calcolare i tempi di percorrenza reali e controllare il percorso effettuato.


Un Grande Fratello che controllerà gli spostamenti dei cittadini.


Di fronte al quale molti utenti hanno subito alzato la voce sui social:

“Per entrare a Milano dovremo farci tracciare. Quale sarà il prossimo passo? Un chip direttamente sottopelle?”.


Scenari inquietanti ai quali, purtroppo, la realtà inizia ad assomigliare davvero.
 

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