Cristianesimo e comunismo applicate alla lettera (cosa mai accaduta) funzionerebbero se ci si accontentasse di sopravvivere, sarebbero ottimi principi di coesistenza.
Purtroppo l'uomo Occidentale (non si sa perchè solo lui) si è messo in testa che sopravvivere non basta, deve assolutamente avere anche il superfluo, anzi deve averne sempre di più.
Addirittura è arrivato a dire: "Toglietemi tutto ma non il superfluo".
Inoltre, disgraziatamente, l'occidentale nel corso del tempo ha trasmesso il morbo che provoca questo delirio (sebbene in forma attenuata) in tutto il Globo.
Ad aggravare la situazione ci è messo anche l'inopportuno e scandaloso aumento della popolazione mondiale.
Molta più gente e tutti che pretendono il superfluo, qui Cristianesimo e comunismo vanno in crisi.
Hanno entrambi il difetto di non premiare l'efficienza, senza la quale non si riesce a soddisfare lo sciame vorace che oramai infesta il Pianeta.
Fatte queste strizzate d'occhio al Malthulsianesimo, vengo alla questione di partenza: comunismo vs fascismo.
Non mi metto ad elencarli ma, anche nella versione originale, il primo fa salvi molti più principi fondamentali dell'uomo del secondo.
Secondo me, pensare che le persone,
tutte le persone, si accontentino di sopravvivere, è... come dire: inumano, contro natura.
In effetti esistevano popoli non occidentali, come gli indiani d'America, in cui non era presente la propensione all'accumulazione del capitalismo. E nemmeno l'inquinamento e lo sfruttamento delle risorse. Gerarchia snella, qualcosa di simile all'ideale del comunismo, ma senza industrie.
Un modello sostenibile (beh, si facevano anche da quelle parti le guerre tra diverse tribù, ma passiamo oltre).
Ma solo i malthusiani ambirebbero ad ad un modello compatibile con la presenza di poche decine o centinaia di milioni di persone (popolazione molto variabile in funzione di epidemie e carestie) in tutto il pianeta.
Per noi occidentali, "sopravvivere" ha avuto e ha un range di interpretazioni enorme: può voler dire "disporre di un pugno di riso al giorno ma rischiare di morire in massa alla prima polmonite, alluvione, siccità ecc." (cosa del tutto normale in tutto il mondo prima dell'arrivo del capitalismo), oppure "avere a disposizione analisi e strumenti medici da decine di migliaia di euro per arrivare a 100 anni".
Siamo diversi: c'è chi si sposta in bicicletta e rifiuta l'idea di prendere la patente, chi punta ad una Smart, e chi vuole una Lambo o un SUV da 3 tonnellate.
Un giorno un docente di un corso di gestione delle risorse disse che, tra i collaboratori che può capitare di avere, in media, sei su sette aspirano ad avere còmpiti prevedibili da svolgere in modo sempre uguale, mentre uno su sette preferisce cimentarsi con cose nuove e, se le cose non cambiano, cerca di gestirle in modo innovativo. Sia i 6 che l'1 sono umani, e imporre al "diverso" di agire come gli altri 6 è, estremizzando, una forma di violenza.
Augh.