Ahahahahahahah povera radical chic.
Non poteva mancare l’esercizio radical –chic dell’utilizzo dell’orribile “Schwa”
e cioè del simbolo grafico della “a capovolta” per indicare una neutralità di genere
che in realtà serve solo a marcarla a fuoco.
Una delle più avanzate frontiere della deturpazione linguistica.
Poi compare un altro mostro linguistico l’omolesbobitransfobia
a cui però bisogna cominciare a replicare con la “cisfobia”
che invece è la paura del normale, cioè dell’eterosessuale.
Poi la Belloni ci vuole far sapere che è una persona di cultura,
magari vede pure i film di Moretti, ed ha letto il libro di Mario Desiati, “Spatriati”,
vincitore dell’ultimo Premio Strega, in cui si identifica pienamente.
Il finale è tra l’ingenuo e il coreografico
e cioè la ragazzə si lamenta perché secondo lei
anche se è la compagna di un personaggio pubblico famoso non dovrebbe essere esposta.
E chi lo dice?
Tutti i compagni, i parenti, gli amici e pure i gatti di personaggi pubblici
sono automaticamente esposti e la Schlein ha vinto proprio anche grazie a questa sua diversità che fa notizia.
La coppia invece vorrebbe avere la botte piena
e la moglie (è il caso di dirlo) ubriaca, ma non è possibile.
Un pessimo esordio pubblico per chi doveva aspettarsi questa naturalissima reazione
anche se si è affetti da “mediofobia” per chi lavora
ed ha il diritto/dovere di informare i suoi lettori.
Quindi tutta la solidarietà a “Diva e donna”.