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In principio fu Greta Thunberg, che lanciò i venerdì di sciopero scolastico a difesa dell’ambiente.

Oggi, al suo posto, ci sono invece gli “imbrattatori“,
che sporcano monumenti e fontante storiche con vernici
o si siedono nel bel mezzo delle strade più trafficate per creare disagi agli automobilisti.

Anche loro dicono di battersi per un pianeta più verde e pulito.

L’ultima “bravata” è stata quella degli attivisti del gruppo Ultima Generazione,
che si sono radunati davanti al Senato per poi versarsi addosso taniche di fango
e sparare acqua con estintori sui muri del palazzo.

Ma chi c’è davvero dietro questi gruppi?

Si tratta solamente di giovani impegnati, a modo loro, in battaglia ecologiste?

No, decisamente no.
si tratta piuttosto di “burattini manovrati da finanziatori miliardari,
con epicentro negli Usa, che se ne servono per ottenere dai governi
provvedimenti green indispensabili per nuove e lucrose speculazioni finanziarie”.

E d’altronde ai tempi del successo di Greta, nel 2019,
il settimanale tedesco Der Spiegel aveva lanciato un’inchiesta
sui retroscena della sua discesa in campo e sui suoi finanziatori,
sostenendo che a “creare” il suo personaggio fossero stati, tra i tanti,
Mark Carney, ex governatore della Banca d’Inghilterra,

e Al Gore, ex vicepresidente Usa e ambientalista.

Oggi è stato invece, il Washington Examiner a rilanciare l’allarme,
pubblicando nomi e cognomi dei miliardari
e delle organizzazioni sedicenti benefiche che,

“dai loro salotti americani di sinistra”,
finanziano le proteste green in tutto il mondo, Italia compresa.
 
Secondo il reporter Gabe Kaminsky,
“molti gruppi sono finanziati dal Climate Emergency Fund (Cef),
un ente di beneficenza con sede a Beverly Hills,
legato alle celebrità di Hollywood e alle principali organizzazioni no-profit liberali
che mirano a modellare l’agenda del Partito democratico”.

Il Cef è stato fondato nel 2019 da personalità americane molto famose,
come Rory Kennedy (figlia del defunto senatore Robert) e l’investitore Trevor Neilson.

Tra i finanziatori ci sono molte celebrità di Hollywood,
ma le somme da loro versate all’ente non sono pubbliche.

Sul suo sito, il Climate Emergency Fund
ammette però di avere distribuito nel 2022 più di 5 milioni di dollari
in sovvenzioni a 44 entità globali e formato 45mila attivisti.

Il direttore esecutivo Margaret Klein Salamon ha affermato in passato di voler raccogliere,
con queste proteste, un consenso nei sondaggi pari al 3,5%,
base necessaria per pianificare un futuro successo politico.
 
Altro giro. Altro settore. Altra porcata.


In Italia si sta dibattendo della possibilità per le coppie dello stesso sesso
di diventare genitori liquidi – genitore 1 e 2 – attraverso pratiche come la maternità surrogata.

A Milano c’è una kermesse itinerante dove si parla di questa frontiera,
destinata a diventare una prassi.

Chi si oppone sarà etichettato come fascista o negazionista, scegliete Voi.
 
Nel silenzio generale, nelle scuole italiane, ha preso piede la cosiddetta “carriera alias”,
cioé la possibilità riconosciuta alla generazione fluida di poter cambiare l’identità sessuale.

E’ un’altra spallata cara alla sinistra, sostenuta dai social.

E’ la disarticolazione presuntuosa di chi pensa di affiancarsi a dio:

l’identità sessuale è una scelta, sostengono loro.



Noi invece pensiamo che sia in corso un lavaggio del cervello costante teso a creare il caos:
mai come in questi anni stiamo crescendo generazioni di gente insicura, imbambolata da mode.

Non è affatto casuale, è – lo ribadiamo – un progetto “sociale”
che tende a smontare le persone creando gente insicura
e quindi sempre più addomesticabile.


Persone che verranno stritolate dai nuovi cittadini, ovvero le macchine.

Si può cambiare sesso quando si vuole,
si può sconfiggere l’età costruendo il mito della eterna bellezza;
si può scegliere il proprio figlio su un catalogo
come fosse un prodotto da consegnare come un pacco.

Tutto è un prodotto.
 
L’uomo che torna a essere prigioniero nella caverna.

Una caverna sociale che rimanda al Panapticon di Bentham,
al Capitalismo della Sorveglianza pilotato dai Big Tech.

Non è causale che in queste ore alla riunione del Bilderberg
i ceo di OpenAi (la società di ChatGpt), di Microsoft e di Google
stiano costruendo un cartello comune

per governare l’intelligenza artificiale, la robotica, gli algoritmi.

Non è complottismo ma una pericolosa realtà la cui evoluzione sfugge ai cittadini.


Siamo alla sfida

tra gli Stati e i MetaStati (Meta, Google, Amazon, Apple…),

tra cittadini e profili nelle mani del DioGitale.



Opporsi alle pratiche della maternità surrogata,

al cambio di sesso come fosse una sfida,

è un dovere politico.

Siamo circondati da continue spallate


tese a promuovere disordine per un nuovo ordine:

che cos’è la carne sintetica se non – anche qui –
il tentativo di misurarsi con la Natura?

Anche qui la tecnologia si impasta con i mega profitti di multinazionali
da anni impegnate a globalizzare per omologare, per standardizzare.

Non c’è nulla di green nell’ecosostenibilità definita dalle nuove norme.

C’è invece un grosso interesse a smontare l’uomo
ed assemblare umanoidi, robot.

C’è quel senso di onnipotenza che va fermato.


Avere un governo che pone degli argini al DioGitale
significa affiancare la più importante delle battaglie.
 
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