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Quando mi ritrovo questi tipi di coglioniintorno, rispondo senza problemi.
Ahahahahahahah DEMOCRATICI

L’intolleranza del mondo arcobaleno colpisce ancora una volta.

L’ultima vittima dell’avversione dell’universo Lgbt nei confronti della democrazia è Arisa,
rea di aver espresso qualche parola di apprezzamento nei confronti di Giorgia Meloni.

Un gesto inaccettabile secondo certi talebani
che hanno inondato i profili social dell’artista con insulti, offese e minacce.

Ma non è tutto: la cantante è stata costretta a ritirare la sua partecipazione ai Gay Pride di Milano e di Roma,
dove era stata invitata dopo essere stata la madrina della kermesse nel 2022.

Chi invoca più diritti
poi caccia le persone che la pensano diversamente, proprio come nelle dittature.

Una tendenza anti-democratica già riscontrata in passato e confermata ancora una volta in questa occasione.
E tanti saluti agli odiatori a tinte arcobaleno, alfieri della contraddittorietà.
 
“Esprimo la mia solidarietà ad Arisa vittima di un’odiosa e spudorata intolleranza.
È ancora più grave, però, che l’effetto degli insulti subiti non sia stata un’onda di vicinanza nei suoi confronti
ma addirittura l’invito a non presentarsi al Pride di Milano
per il rischio di essere messa in imbarazzo come lei stessa riporta su un post di Instagram.

Ritengo che gli organizzatori del Pride avrebbero dovuto tutelare Arisa e la sua performance
e invitare chi è stato intollerante nei suoi confronti a mettersi da parte.

Invece, ancora una volta assistiamo ad un episodio di discriminazione che esclude chi esprime il proprio pensiero;
ed è ancora più grave che ciò avvenga da parte di chi ha fatto dell’inclusione la propria bandiera.

Invito Arisa a non scoraggiarsi e a prendere spunto dalle parole della sua stessa canzone: non vado via!”.
 
La famosa egemonia culturale di sinistra
non è un concetto astratto di cui discutere alle tavole rotonde o nei forum preposti.

O meglio, non è solo quello.

È qualcosa di concreto e tangibile
che è frutto di un innegabile impegno dell'intellighenzia rossa
di imporre il suo come unico pensiero dominante.

Per tanti anni è stato lasciato colpevolmente campo libero a questo tipo di colonizzazione
ma ora che si cerca di cambiare le carte in tavola,
gli stessi esponenti dell'intellighenzia, che si professano tutori della democrazia,
gridano alla volontà di dittatura.

Eppure, è così facile dimostrare il contrario,
dimostrare cioè la prassi diffusa e radicata di indottrinamento della sinistra fin dalle scuole,
dove viene influenzata la coscienza critica in formazione dei bambini e degli adolescenti.
 
La propaganda della sinistra inizia proprio nelle aule delle scuole milanesi dove,
durante la recita di fine anno della scuola media di via Adriano, i ragazzini intoneranno "Bella Ciao".

"Non è la prima volta che a Milano, ma anche in altre parti d’Italia, la politica si fa largo tra i banchi degli istituti.
Guarda caso con un orientamento sempre di sinistra.
Chiediamo un pronto intervento del Comune di Milano per fermare questa propaganda".

Il problema di base è l'indottrinamento dei più piccoli,
pratica diffusa nelle scuole italiane da parte dei docenti schierati a sinistra:

"Su certi temi le singole famiglie non possono essere scavalcate. Ingerenze politiche negli istituti non sono ammissibili".

"La sinistra non venga a farci la solita lezioncina di moralità ed etica
secondo cui 'Bella ciao' è una canzone di libertà, quando in realtà è diventato l’inno della sinistra per eccellenza
che troppo spesso viene riproposto nelle scuole".

La politica va fatta negli spazi preposti, che non sono certo le aule scolastiche:

"In classe si studia e impara. E non ci risulta che 'Bella ciao' rientri nei programmi scolastici…".
 
Chissà se si trova davanti la ferragni ......

Immigrato si è denudato e sollazzato davanti a una 16enne a Milano
mentre lei aspettava il tram per andare a scuola:
ennesimo atto di un degrado senza fine.

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"Ciao Milano Bella Da Dio, questa è la situazione alle 07:30 del mattino alla fermata del tram di Piazza Ascoli",
si legge nel messaggio pubblicato dalla pagina.

Per questione di decenza e decoro non pubblichiamo il video, che è comunque presente sui canali social.

Ma le immagini sono eloquenti.

"Mi piacerebbe sapere perché una ragazzina di 16 anni mentre aspetta il tram per andare a scuola
si deve ritrovare il cazzo di un vecchio sbattuto in faccia che la guarda sghignazzando mentre si masturba",
si legge nella seconda parte del messaggio, che descrive perfettamente le immagini.

Il video dura 12 secondi e si interrompe nel momento in cui l'uomo, come se nulla fosse, se ne va.

Si potrebbe configurare come una vera e propria violenza sessuale a danno di una minore
ma il responsabile è molto probabile resterò impunito.
Anche perché non è certo l'unico episodio simile in città.

Le immagini pubblicate dal profilo social sono raccapriccianti e disgustose
e fotografano con precisione quello che è diventata Milano.

Il tutto nell'indifferenza del suo sindaco, avulso dal mondo reale e dai suoi problemi.
 

I punti da chiarire

Si capisce, data l’ambientazione, che non sarà affatto un’indagine facile. Da valutare, per intanto, l’eventualità di veri o presunti segreti legati alle missioni del Mossad in Lombardia, con la ricostruzione dei giorni antecedenti la gita. Ecco, la gita. Se pare illogico, considerando i profili, i ruoli e la tipologia stessa del lavoro, immaginare che sulla casa galleggiante si sia tenuto qualcos’altro rispetto a una semplice gita per ingannare il tempo e trascorrere la domenica, nulla a questo mondo dev’essere ovviamente escluso. Ma nel caso, quale sarebbe stato il vero motivo della prolungata sosta sulla barca, peraltro in uno spazio pubblico, alla presenza di turisti? E possibile, sempre date le premesse di sopra, che nessuno, nell’evidenza di un tempo che mutava, e lo faceva pericolosamente, abbia spinto lo skipper a evitare ulteriori spostamenti e ripiegare in fretta verso il porticciolo per guadagnare la salvezza?
 
La sottile linea tra legittima preoccupazione ambientale e ridicolo catastrofismo,
è stata del tutto soppressa a colpi di sconfinamenti tematici,
mescolando le più diverse istanze protestatarie nel nome del comune nemico:

l’Occidente liberale e capitalista;

il “maschio bianco occidentale” come solo responsabile di tutte le peggiori nefandezze.

È quella che, da sinistra, viene definita “convergenza di lotte”,
ossia la convergenza di ecologismo, neofemminismo, genderismo, neosocialismo, ecc…
 
L’ideologia verde è infatti il perno attorno a cui ruotano
tutte quelle istanze che hanno invaso il dibattito pubblico e che mescolano
questioni razziali,
questioni di genere,
diseguaglianze socio-economiche

e che formano una sorta di totalitarismo della bontà che non può essere criticato,
a meno che non si voglia essere squalificati come negazionisti.



Come dice il grande fisico Freeman Dyson,
il punto centrale della scienza è incoraggiare il disaccordo e mantenere una mente aperta.

Ma con l’ecologismo radicale che ha ormai invaso tanto i media quanto la politica non può esserci dibattito.

Non si tratta infatti di scienza ma di ideologia che è però anche una religione cui tutto va sacrificato.

Il nuovo culto,
la nuova religione,
la nuova ideologia

si delinea quindi con chiarezza: è verde, odia gli uomini e la storia.

È un dio che vende bene, galoppa su una psicosi dilagante e si nutre di ipocrisie e contraddizioni.
È un dio di una società che, chiusa nella sua bolla ecosostenibile e ipnotizzata da propaganda elevata a senso comune,
auspica la sua stessa distruzione.
 

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