C’è una delle divette, la Elodie allergica a Giorgia Meloni, che annuncia l’obiettivo, speriamo circoscritto al festival:
“Voglio essere puttana dall’inizio alla fine”.
Questione di impegnarsi un po’, senza strafare, si spera.
Una, Egonu,che quanto a supponenza se la batte con Elodie, con parole di borgata, cioè parlandole di “bianchi, neri e poco cotti”.
Sarà difficile che Elodie, guadalupegna del Quartaccio, possa giocarsi la stessa carta del razzismo
sbarcando in riviera con la scorta e uno staff da fare invidia a Cleopatra;
non a Chiara Ferragni che, da super manager del nulla,
ha fatto engelsianamente della quantità la qualità, da cui un codazzo di servi esagerato ma coreografico, dunque strategico.
Tanto sfarzo frana miseramente sulla scena, con un monologo di infantile egocentrismo,
letteralmente osceno se vogliamo scomodare Carmelo Bene,
e se c’è da rispondere a una domanda sul marito che scrive canzoni sulle donne al guinzaglio mentre lei pretende di difenderle.
Manichinale e manicomiale in quel delirio onanistico, recitato con pathos contabile, lacrime cinesi comprese.
Mentre assisto, imbarazzato io per lei, quasi sgomento, mi arriva un messaggio:
“La Ferragni è pazza?”.
Parliamo della pazzia alienata e alienante dei dittatori in delirio di onnipotenza.
She Is Crazy, ma è il gioco ipocrita del festival cui non si sottrae il nostro presidente, ubiquo quanto Zelensky:
forse le foto con i Ferragnez al gran premio erano più propedeutiche che innocenti.
Ed eccoci alla funzione di questo Sanremo
che rileva come avanguardia-retroguardia del pensiero unico moralisticamente corretto,
cinghia di trasmissione con l’Unione europea che vuol girare la testa agli europei
come predicano i vari Timmermann, Schwaab e Ursula.
Diciamo un ambasciatore televisivo, spettacolare del progressismo revisionista
che ha definitivamente rinunziato a qualsivoglia velleità canterina, artistica
per abbracciare la causa post occidentalista dell’agenda gender e green.
Di questo si parla, giocoforza, più che delle baggianate selfistiche di apprendisti o vecchie glorie.