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“Però bisogna anche chiedersi: che cos'è oggi la Palestina?

È questo il nodo: se riconosco lo Stato palestinese, chi è che lo governa? È Hamas?

Sono assolutamente a favore: i palestinesi sono miei fratelli, ma anche gli ebrei lo sono.

Il problema è che non tutti quelli che invocano il riconoscimento della Palestina
hanno questo stesso atteggiamento di equilibrio.

Chi dice “riconosciamo la Palestina” pensa anche che gli ebrei siano delle persone degne di rispetto?

E viceversa? Questo mi chiedo”.

“Lo dico con dispiacere. Il riconoscimento, da solo, non cambia nulla.

Ho molta tenerezza per il popolo palestinese, li capisco.

Ma chi li rappresenta oggi? Hamas? È questo il problema politico concreto”.
 
“Però bisogna anche chiedersi: che cos'è oggi la Palestina?

È questo il nodo: se riconosco lo Stato palestinese, chi è che lo governa? È Hamas?

Sono assolutamente a favore: i palestinesi sono miei fratelli, ma anche gli ebrei lo sono.

Il problema è che non tutti quelli che invocano il riconoscimento della Palestina
hanno questo stesso atteggiamento di equilibrio.

Chi dice “riconosciamo la Palestina” pensa anche che gli ebrei siano delle persone degne di rispetto?

E viceversa? Questo mi chiedo”.

“Lo dico con dispiacere. Il riconoscimento, da solo, non cambia nulla.

Ho molta tenerezza per il popolo palestinese, li capisco.

Ma chi li rappresenta oggi? Hamas? È questo il problema politico concreto”.
Detto che a noi ci rappresenta pure Salvini.... è tutto un dire 🥴🤣
 
“Però bisogna anche chiedersi: che cos'è oggi la Palestina?

È questo il nodo: se riconosco lo Stato palestinese, chi è che lo governa? È Hamas?

Sono assolutamente a favore: i palestinesi sono miei fratelli, ma anche gli ebrei lo sono.

Il problema è che non tutti quelli che invocano il riconoscimento della Palestina
hanno questo stesso atteggiamento di equilibrio.

Chi dice “riconosciamo la Palestina” pensa anche che gli ebrei siano delle persone degne di rispetto?

E viceversa? Questo mi chiedo”.

“Lo dico con dispiacere. Il riconoscimento, da solo, non cambia nulla.

Ho molta tenerezza per il popolo palestinese, li capisco.

Ma chi li rappresenta oggi? Hamas? È questo il problema politico concreto”.
ti basterebbe studiare bene la storia, quella dei popoli e degli imperi . senza andare alla bibbia (che nn sarebbe male poi per confrontre gli accadimenti di oggi)a partire dal colonialismo occidentale.
trovi le risposte da te, in te stesso

p.s. potresti scoprire che la parola EBREO nn dice abbastanza.
 
Ultima modifica:
Bla bla bla, ma nessuno che dia una risposta.

E' hamas che rappresenta la Palestina ?

E' quello stesso hamas che ha trucidato più di 1000 giovani ?

Ma non avete vergogna ?
Avete già dimenticato le immagini di quella ragazza seminuda con le gambe e braccia spezzate ?
 
In molti si chiedono perché la direzione nazionale a pochi giorni dal voto nelle Marche?

La risposta - dei beninformati - è che il Pd è quasi certo della sconfitta di Matteo Ricci
contro il Governatore uscente Francesco Acquaroli,
esattamente come è sicuro di perdere in Calabria con Pasquale Tridico contro Roberto Occhiuto,
e quindi in modo scaltro, Schlein avrebbe anticipato i tempi del massimo organo Dem
per evitare critiche post-elettorali e non esporsi a giustificare due sconfitte elettorali,
più pesante quella (probabile dicono nello stesso Pd) nelle Marche.
 
L’alba del 7 ottobre 2023 resterà una ferita aperta per Israele.

La vita quotidiana, fatta di sirene e corse ai rifugi, si è trasformata in tragedia
quando i terroristi di Hamas hanno colpito il Paese con una violenza senza precedenti.

Interi villaggi sono stati presi d’assalto, basi militari annientate,
feste e momenti di spensieratezza trasformati in luoghi di morte.

In quel giorno che ha cambiato Israele, numerose donne sono state uccise dalla furia omicida di Hamas,
ragazze giovanissime cresciute tra sirene e rifugi, che sognavano un futuro di libertà e felicità.

La vita in Israele è da sempre intrecciata con la sopravvivenza.

Lo scrittore Gerald Green, nel suo libro Olocausto (1987), scriveva parole che oggi suonano ancora attuali:
"Non esulto di fronte alla necessità di insegnare a dei bambini il bisogno di combattere per la propria vita;
ma ho appreso molto sulla sopravvivenza e non sarei un buon padre se non facessi sapere loro per tempo quello che so
".
Parole che racchiudono l’amore universale di un padre per i propri figli, al di là di etnia, religione o credo politico.


Il 7 ottobre, però, quell’amore non è bastato a proteggere Shira e Amit,
due ragazze che si trovavano a una festa nel sud di Israele.

Alla prima sirena avevano cercato riparo, su consiglio del padre di Shira.
Ma il suono degli allarmi fu presto coperto dal crepitio degli spari.

Le due giovani fuggirono nella foresta, inseguite da un terrorista che aprì il fuoco alle loro spalle.
Furono ritrovate solo cinque giorni dopo, una accanto all’altra, identificate grazie al test del DNA.


Non lontano da lì, altri memoriali ricordano le soldatesse cadute negli avamposti militari.
Ragazze di 19 e 20 anni, che dopo il diploma servivano il proprio Paese.
Il capitano Shir Eliat, prossima al suo 21º compleanno, era alla guida della base di osservazione di Nahal-Oz.
Per le compagne era un punto di riferimento, una leader sensibile e generosa.
Quel giorno le guidò fino all’ultimo istante, prima di essere uccisa.
Amava ripetere: "Il mondo in cui sei è buono".

Ma proprio in quel mondo ha incontrato il male che le ha negato il futuro.


Tra i tanti volti di quella giornata c’è anche Karina, ventenne solare, appassionata di danza e sport.
Sul suo memoriale, tra i fiori, campeggia una frase che sembra oggi un monito:
"L’unico modo per affrontare le difficoltà è continuare a vivere, con i bei ricordi, con le giornate meravigliose, rialzarsi e sorridere".
Ma per Karina la notte è scesa troppo presto, spenta dalla violenza cieca dei terroristi.


Shira, Shir e Karina sono solo tre dei volti del massacro del 7 ottobre.

Tre simboli di una generazione cresciuta tra allarmi e rifugi, che cercava normalità e libertà.

Tre destini spezzati da un odio che continua a segnare il Medio Oriente
e che rende ogni tentativo di pace sempre più fragile
.
 

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