Solo politica

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È stata la concorrenza, non la burocrazia, a rendere più efficienti le macchine,
più puliti i processi industriali, più sicuri i trasporti.

Nessun decreto ha inventato il motore elettrico o i pannelli solari:
sono nati da imprenditori che hanno rischiato il proprio capitale,
non da funzionari che amministrano quello altrui.

Eppure, si continua a credere che la soluzione consista nell’aumentare regole e sanzioni,
dimenticando che più norme significano meno libertà e meno innovazione.


Dietro la retorica della sostenibilità si cela quindi una realtà di potere.

Ogni nuovo vincolo ambientale diventa una nuova leva fiscale,
un nuovo mercato di permessi, un nuovo strumento di controllo.


Anche la proprietà privata ne esce indebolita:
il valore dei beni immobili e produttivi dipende ormai da parametri “ecologici” decisi altrove.

La casa, la fabbrica, il terreno non sono più garanzie di autonomia,

bensì beni condizionati dalla volontà politica.
 
L’Europa, che un tempo incarnava il principio della libertà economica, sembra ora preferire

la virtù alla responsabilità,

il comando alla fiducia,

la pianificazione alla concorrenza.

Ma non si può salvare il pianeta
negando ciò che ha reso possibile ogni progresso umano:

la libertà di scegliere.


Una politica ambientale compatibile con la civiltà non nasce da un regolamento,
ha origine dal rispetto della proprietà, della conoscenza diffusa e dell’iniziativa individuale.


Finché lo Stato pretenderà di governare l’aria e il clima,
finirà inevitabilmente per governare anche la vita delle persone.

E quando accade questo, come nel mondo delle scimmie,
non c’è più sostenibilità:
c’è solo potere.
 
Ahahahahahahahah poveretta.

"Quanto sarebbe bello lavorare quattro giorni invece di cinque?"

Sono piovute battute e scherzi, soprattutto per la provenienza della proposta. Proposta proprio da Lei ........????

Nelle ultime ore l'europarlamentare è passata all'attacco con insulti verso i partiti che sono attualmente al governo,
con toni che superano il sarcasmo che aveva contraddistinto i commenti in merito alla sua proposta.
 
Ma leggiamo cosa ha scritto.

"La settimana scorsa ho pubblicato un post a favore della settimana corta
e tanto è bastato per far sbraitare la destra becera di questo povero Paese.

(SE NON TI PIACE, TORNA IN UNGHERIA)

Pensate che nelle economie avanzate persino molti liberisti sostengono la riduzione dell’orario di lavoro,
perché è scientificamente provato che aumenti la produttività"

(MAGARI FOSSE VERO, MA NON E' PROPRIO COSI' SEMPLICE, ANZI)

"In Italia, invece, restiamo ostaggio di questi oscurantisti fascistoidi
che difendono padroni e padroncini del capitalismo straccione made in Italy.

(CHE PERO' TI MANTIENE IN EUROPA)

Un sistema sempre più fondato sull’iper-sfruttamento della forza-lavoro
e su un’economia a bassissimo valore aggiunto, sempre meno sul benessere e la creatività dei lavoratori".

(CREDO CI ABBIA CONFUSO CON LA CHINA)

"Un sistema retrogrado che, infatti, condanna milioni di giovani ad emigrare".

(MEGLIO, DIREI DECINE DI MILIONI)


Le proposte dell'europarlamentare di Avs sono sempre piuttosto aleatorie, poco credibili e realizzabili,
frutto di ideologie che si scontrano con la realtà.
Ma al di là di questo, quel che ancora una volta colpisce di Salis sono i toni utilizzati nel suo commento,
più consoni al mondo dell'attivismo da centro sociale che a un contesto istituzionale.


Carola Rackete, che ha una storia di attivismo simile a Salis, ha capito che è diverso dal fare politica
e ha fatto una scelta, lasciando il seggio parlamentare per tornare a fare quel che le è più consono.
 
Questa è la stessa che fino a un mese fa piagnucolava e implorava la 'destra becera' come la chiama lei,
di salvarla dal processo in Ungheria e chiedeva di essere processata in Italia.
Ah salis salis, non si morde la mano che ti nutre e non si sputa nel piatto in cui si mangia, non lo sai?
 
Ma andiamo oltre..... nelle stelle .....

Roberto Fico lo chiama "gozzo".
In realtà è una barca, una super barca, con quattro posti letto, solarium, area relax, cucina e interni rifiniti.

Con documenti alla mano, l'ex presidente della Camera, oggi in corsa per diventare governatore della Campania,
è titolare di un super-barca, un 36 piedi a motore, 9.6 metri, capace di fare anche lunghe traversate,
ospitare amici e parenti per mini-crociere. E battere le coste più belle della Penisola, da Procida alle Isole pontine.

È il "regalino" che Fico si è fatto, una volta smessi i panni istituzionali della presidenza della Camera.
E soprattutto dopo aver mollato il famoso autobus con cui raggiungeva Montecitorio nei primi giorni della passata legislatura.

La barca è stata costruita dai cantieri Navali Sciallino, in Liguria.
Prima di approdare a Procida dove Fico la tiene in ormeggio.

Dai documenti è possibile risalire all'anno di acquisto della barca: 2022.
Ed in effetti, anno che coincide con la fine della legislatura e l'"addio" di Fico alla politica.

Da parlamentare, il candidato grillino sarebbe stato costretto a pubblicare, per la legge sulla trasparenza,
i dati patrimoniali sul sito della Camera. Compreso l'acquisto della barca.

Quanto costa la barca di Fico?
Secondo le stime delle riviste navali il costo di uno Sciallino usato si aggirerebbe sui 120mila euro.
Almeno il doppio, nuovo.

Non stiamo, parlando, dunque, proprio di un gozzo di poche migliaia di euro.


Ora l'affaire "barca di cittadinanza" irrompe nella campagna elettorale per le regionali in Campania.


C'è un altro giallo da chiarire sulla barca.
In base a un'interrogazione parlamentare di un senatore,
la barca di Fico potrebbe essere stata ormeggiata abusivamente
in porto di Nisida nella disponibilità del ministero della Difesa.

"L'area di Nisida non è un semplice tratto di costa:
per oltre quarant'anni ha ospitato un importante comando marittimo Nato
ed è oggi destinata a funzioni logistiche e operative della Marina e dell'Aeronautica Militare.
Gli ormeggi abusivi, le occupazioni illegali e qualsiasi utilizzo improprio
rappresentano una violazione delle norme che regolano l'uso del demanio dello Stato.

La legalità non può essere a geometria variabile e chi aspira a ruoli di governo deve essere il primo a rispettare le regole.
Il rispetto delle istituzioni passa anche da questi gesti: nessuno può sentirsi al di sopra delle leggi della Repubblica".
 

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