Pechino ha davvero stufato: è guerra valutaria
Il povero segretario al Tesoro Geithner continua a lanciare appelli affinchè il paese opti per una maggiore flessibilità della sua moneta. Ma Pechino va avanti per la sua strada e così facendo rende vani anche gli sforzi della Banca del Giappone.
Pubblicato il 07 ottobre 2010 | Ora 08:43
Fonte: FXCM ITALIA
(WSI) – E’ stata una settimana molto movimentata fin’ora nel mercato FX. Anche ieri con l’Advance Decline in Payrolls (ADP) usciti un calo di 39k a settembre, ne abbiamo viste delle belle, e l’euro vola. Il dollaro continua a scendere in base ai timori che il dato di domani sui Non Farm Payrolls sorprenderà in negativo. Il report di questo mese è denso di incertezza perché di fatto il mercato del lavoro americano è immobile.
L’ISM non manifatturiero ha mostrato che c’è volontà di tornare a crescere, ma l’ADP ha portato tutti di nuovo coi piedi per terra. Questo, nonostante l’ADP sottostimi frequentemente il numero di occupati nel settore privato. Comunque l’ADP è solitamente corretta nel mostrare la direzione degli NFP (positivo o negativo) ed il segno negativo di ieri ha comunque preoccupato il mercato, che attualmente è molto sensibile a dati negativi provenienti dagli USA.
Nel frattempo, c’è stata una escalation della "guerra valutaria" che affligge il mondo in quanto il Segretario del Tesoro americano Geithner ed il PM cinese Wen si danno battaglia sulla stampa (si guardi ad esempio questo articolo di Bloomberg:
Geithner Calls for Currency Cooperation Amid `Damaging Dynamic' - Bloomberg) e contestualmente spingono il UsdJpy sotto 83 (mentre scriviamo siamo a 82,84).
Geithner avverte i leader politici di una "dinamica danneggiante" nelle politiche dei tassi di cambio e ha richiesto "cortesemente" politiche più flessibili dai paesi emergenti. Il governo cinese, d’altro canto, offre ciotole di riso bollito e involtini primavera a vari paesi europei per cercare sostegno. Wen ha apertamente giustificato la forza dell’euro sulla mera debolezza del dollaro, e non sullo Yuan.
In un evento recente a Bruxelles, ha parlato della crescita dei rapporti commerciali tra Cina ed Europa e ha mostrato una crescita delle esportazioni verso l’UE del 42% in H1 2010. Wen ha anche detto che la Cina ha dato sostegno alla Grecia, all’Islanda, Spagna, Portogallo e Italia acquistando le loro obbligazioni che ha aiutato a dare stabilità all’euro.
Certamente ha ammesso la necessità di rivalutare lo Yuan, ma ha aggiunto che "un incremento del 20-40% dello Yuan causerebbe troppo scompiglio in Cina, dobbiamo fare le cose gradualmente".
La Cina è sempre stata una giocatrice di primo livello nelle sfide politiche e non si smentisce. Per quanto il mercato FX sia il più grande e liquido del mondo, la maggior parte dei grandi movimenti ha cause politiche, e ora stiamo vivendo una vera e propria guerra valutaria innescata dal mondo politico.
Passando all’analisi tecnica, vediamo sopra il grafico incrociato tra EurUsd e UsdJpy che mostra la guerra valutaria in corso: Euro che schizza alle stelle sopra 1,3900 ed il UsdJpy che torna clamorosamente sotto 83,00. La Cina ha dunque reso vano ogni sforzo della BoJ.
L’euro continua ad essere sostenuto ma stiamo avvertendo segnali psicologici di congestione imminente: tutti stanno iniziando a parlare di EurUsd, della sua estensione, di possibili target ancora più in alto. Come dice un vecchio adagio "quando anche il barbiere parla di finanza, è ora di vendere".
Dunque mettiamoci nell’ottica dello scettico e vediamo come interpretare i movimenti di stamani. L’euro è ancora in trend rialzista sul daily e sul 4 ore ma sull’orario mostra i primi segni di congestione. Solo una rottura sopra 1,3950 può sfatare questa ipotesi mentre una rottura sotto 1,3890 può aprire la porta a 1,3850 e forse 1,3820.
L’EurJpy invece deve riuscire a stare sopra 115,20 per non cadere sotto 115,00 mentre sopra è il 115,50 a fare da tappo alla sua ascesa. EurGbp invece è costretto in un angusto corridoio tra 0,8762 e 0,8770. Si può giocare decisamente sul break out, magari dopo le 10,30 sui dati UK. Chi volesse qualche speranza (vana) su UsdChf deve invece guardare a 0,9630 che, una volta rotto, porta su a 0,9650 per un veloce mordi e fuggi.
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