FTSE Mib Futures solointraday - Cap. 1

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
giornata in parità ( +10 punti)

posizione -------------pmc--------- valori di chiusura

-12 fib ------------20139,17 -------19835
- 2 dax ------------6850,25 --------6833,5
- 4000 fiat ---------13,05 ----------13,22
-4 call 20250---------256 ----------324
-16 call 20000-------428------------444
+ 8 call 20500-------265------------226
-8 call 21000--------293------------99
1000 xtrspoore------15,99----------17,675
2000 etfsshortgold --21,74----------22,265
5000 xbear ---------40,375---------36,215


ri.....epilogo
 
Ultima modifica:
downgap lunedi in open?


129080531411snpcash4ore.png
 
molto probabile il downgap a meno di invenzioni del weekend (per es irlanda) o movimenti lunedi sui cambi
volumi bassi per la festività ma tutti i close sono sotto la ema8 con lo xlf che indica la strada.

buon weekend a tutti

1290805849stockchartdow.png

1290805867stockchartspoore.png

1290805881stockchartxlf.png
 
.Un saluto Solo....oggi in giro.....vedo che cmq non è andata male e mi fà piacere......considera che il mondo chiamava rimbalzo....ma tu impassibile.....



Il rientro agli scambi dopo la pausa di ieri legata alla festività del Thanksgiving Day è stato salutato dalle vendite sulla piazza azionaria americana. Wall Street ha vissuto quest’oggi una seduta breve, visto che le contrattazioni sono terminate con tre ore di anticipo rispetto all’orario regolare. La giornata è stata caratterizzata da volumi di scambio ridotti visto che molti operatori sono rimasti lontani dai mercati anche oggi. In agenda non era previsto alcun aggiornamento macro di rilievo e così la mancanza di spunti particolari ha portato a focalizzare l’attenzione sulle notizie circolate al di fuori dei confini nazionali.
A pesare sono state le tensioni geopolitiche con particolare riferimento alla situazione della Corea, ma gli investitori hanno guardato con apprensione anche all’Europa e alla crisi del debito di alcuni Paesi. Si teme il rischio di un contagio malgrado le smentite odierne dei rumors relativi ad una pressione che sarebbe stata esercitata da BCE e UE sul Portogallo, affinchè quest’ultimo richiedesse aiuti al pari di quanto accaduto per l’Irlanda.
Le vendite così hanno avuto la meglio e a fine sessione i tre indici principali si sono presentati al suono della campanella tutti in flessione. Il Dow Jones e l’S&P500 sono scesi rispettivamente dello 0,85% e dello 0,75%, mentre il Nasdaq Composite ha limitato i danni allo 0,34%, fermandosi a 2.534,56 punti, dopo aver toccato un massimo a 2.541 e un minimo a 2.522 punti.
I pochi investitori presenti sul mercato hanno preferito mantenere una certa cautela in attesa di conoscere le prime indicazioni sull’andamento delle vendite relative allo shopping natalizio che ha preso il via in maniera non ufficiale quest’oggi, nel giorno del cosiddetto Black Friday.

Tra i titoli del Dow Jones, in positivo
solo Cisco Systems che ha chiuso in frazionale rialzo dello 0,15%, mentre si è fermato poco sotto la parità Intel con un calo deloo 0,23%.
Sotto pressione i finanziari con American Express e JP Morgan in rosso dell‘1,7% e dell‘1,6%. seguiti da Bank of America che ha ceduto l‘1,42%.
Vendite anche sui farmaceutici con Pfizer e Merck in discesa dell‘1,2% e dell‘1,05%, e non hanno evitato il segno meno i telefonici con Verizon Communications e AT&T in calo dello 0,43% e dello 0,75%.

Sul tabellone elettronico del Nasdaq Composite, in controtendenza Adobe Systems che è salito dell‘1,13% e ha chiuso in rialzo anche Baidu con un frazionale progresso dello 0,34%.
Si è fermato sulla parità Amazon.com con un calo dello 0,03%, dopo il rally di mercoledì scorso e in attesa di conoscere i dati sulle vendite del week-end del Ringraziamento.
Poco mosso eBay che ha ceduto lo 0,19%, mentre Google e Oracle hanno ceduto quasi un punto, lasciando più indietro Yahoo che è sceso dell‘1,16%. E’ andata ancora peggio a Dell che ha terminato le contrattazioni con un rosso dell‘1,66%.


pensavo che oggi....giorno post - tacchino...avrebbero tenuto ....non sono riusciti....?! strano.....
 
Italia fuori dall'euro? Intanto e' giusto far circolare l'idea
Bisogna reagire, studiando una exit strategy dall'Euroarea e, se necessario, dall'Europa, cercando nuove e più fruttuose alleanze internazionali (Europa mediterranea con Turchia o Cina?). Opinione di Paolo Savona.

Pubblicato il 26 novembre 2010 | Ora 14:18
Fonte: WSI

Paolo Savona, già Ministro dell'industria nel Governo Ciampi, è Presidente della FULM, Professore ordinario di Politica economica e Direttore Scientifico di Economia Italiana e del Journal of European Economic History. Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

(WSI) – La tesi da me espressa in una lettera al direttore di questo quotidiano, pubblicata il 10 novembre scorso, era chiara: tra le ipotesi da esaminare, per uscire dallo stallo dello sviluppo in cui l'Italia si trova, non si può ignorare l'eventualità di un'uscita dall'Euroarea, se non proprio dall'Unione europea. Non era quindi una provocazione, ma la proposta di avere un piano A, come stare in Europa, e un piano B, come uscire. Dati i tempi che corrono è dovere di una classe dirigente approntarlo. Ripeto brevemente le ragioni della mia proposta: per restare nell'Euroarea occorre completare l'unione politica; senza di questa l'euro non può reggere; o, per consentire che regga, richiede l'imposizione di regole che stringeranno sempre più la corda al collo dell'economia italiana, creando disoccupazione e disordine sociale. Anche perché dobbiamo ancora rientrare da un deficit pubblico corrente come minimo di una trentina di miliardi di euro. Il vincolo esterno, per giunta di intensità crescente, è poco dignitoso per gli italiani; è questo il motivo per cui l'Irlanda ha esitato tanto, creando ulteriori problemi alla credibilità dell'euro.

Gli argomenti avanzati da Giorgio La Malfa, Ernesto Felli e Giovanni Tria, Alberto Quadrio Curzio e Giuseppe Pennisi sono meritevoli di considerazione nel mettere a punto sia il piano A che il B. Considero insufficiente l'attuale strategia dell'Italia per restare nell'Euroarea e/o nell'Ue, in quanto porta alla deflazione e al disordine sociale. Prima o dopo la speculazione muoverà sull'Italia e ci troverà impreparati, essendo assente un piano B, anzi si teorizza la non necessità d'averlo affidandosi alle cure di Bruxelles. Poiché una crisi dell'euro attuale è sempre possibile, si intende evidentemente cavalcare lo scontento e il probabile disordine nascente dalle nuove regole gettando le colpe sugli "gnomi di Francoforte" (o altra città a scelta), oppure affidandosi alle cure deflazionistiche dell'Unione europea che tanto preoccupano l'Irlanda.

A Felli e Tria, che mi hanno rivolto il quesito se per raggiungere comportamenti coerenti con le regole della competizione internazionale sia più facile avere il vincolo esterno o non averlo, rispondo rivoltando il loro quesito: potrebbe l'economia italiana uscire dallo stallo gestendo la quantità di moneta o i tassi dell'interesse e potendo svalutare, come fa il Regno Unito? Questa è una parte del piano B che noi economisti dovremmo studiare. Questa politica potrebbe causare una crisi inflazionistica e un crollo di valore del debito pubblico. L'aumento dei prezzi e la perdita di valore del debito pubblico con il conseguente innalzamento del suo costo scuoterebbero il paese dall'illusione di poter vivacchiare sotto un'inesistente ombrello europeo. La storia insegna che una crisi salutare è sempre stata il fondamento di una nostra ripresa di vitalità. Ho più fiducia nell'Italia di quanto non ne abbiano i fautori del vincolo esterno.

L'unico vincolo esterno che funziona in modo dignitoso ed efficace è quello di un mercato concorrenziale, perché richiede una cosciente adesione dei cittadini – attenzione, non solo dei gruppi dirigenti – alla logica dell'efficienza e della meritocrazia così di frequente invocata, ma mai praticata né dalla nostra politica, né dal capitale, né dal lavoro. L'Unione europea ha realizzato un mercato "decente" nel settore industriale, che pesa non più di un quarto del pil; l'agricoltura è invece pesantemente protetta e i servizi lo sono in parte. Il primo dei due pilastri, quello della concorrenza, è costruito per poco più di un quarto e l'altro invece, la moneta unica, per intero. Quale palazzo può reggere a questa asimmetria di costruzione?

Per concludere, non possiamo condannare il paese alla non crescita dovuta al vincolo esterno senza unione politica. Bisogna reagire, studiando una exit strategy dall'Euroarea e, se necessario, dall'Europa, cercando nuove e più fruttuose alleanze internazionali (Europa mediterranea con Turchia o Cina?).

Copyright © Il Foglio. All rights reserved
 
giornata in parità ( +10 punti)

posizione -------------pmc--------- valori di chiusura

-12 fib ------------20139,17 -------19835
- 2 dax ------------6850,25 --------6833,5
- 4000 fiat ---------13,05 ----------13,22
-4 call 20250---------256 ----------324
-16 call 20000-------428------------444
+ 8 call 20500-------265------------226
-8 call 21000--------293------------99
1000 xtrspoore------15,99----------17,675
2000 etfsshortgold --21,74----------22,265
5000 xbear ---------40,375---------36,215


ri.....epilogo



ammazzate O......ma c'hai la segretaria che ti tiene la contabilità....:lol:
 
.Un saluto Solo....oggi in giro.....vedo che cmq non è andata male e mi fà piacere......considera che il mondo chiamava rimbalzo....ma tu impassibile.....



Il rientro agli scambi dopo la pausa di ieri legata alla festività del Thanksgiving Day è stato salutato dalle vendite sulla piazza azionaria americana. Wall Street ha vissuto quest’oggi una seduta breve, visto che le contrattazioni sono terminate con tre ore di anticipo rispetto all’orario regolare. La giornata è stata caratterizzata da volumi di scambio ridotti visto che molti operatori sono rimasti lontani dai mercati anche oggi. In agenda non era previsto alcun aggiornamento macro di rilievo e così la mancanza di spunti particolari ha portato a focalizzare l’attenzione sulle notizie circolate al di fuori dei confini nazionali.
A pesare sono state le tensioni geopolitiche con particolare riferimento alla situazione della Corea, ma gli investitori hanno guardato con apprensione anche all’Europa e alla crisi del debito di alcuni Paesi. Si teme il rischio di un contagio malgrado le smentite odierne dei rumors relativi ad una pressione che sarebbe stata esercitata da BCE e UE sul Portogallo, affinchè quest’ultimo richiedesse aiuti al pari di quanto accaduto per l’Irlanda.
Le vendite così hanno avuto la meglio e a fine sessione i tre indici principali si sono presentati al suono della campanella tutti in flessione. Il Dow Jones e l’S&P500 sono scesi rispettivamente dello 0,85% e dello 0,75%, mentre il Nasdaq Composite ha limitato i danni allo 0,34%, fermandosi a 2.534,56 punti, dopo aver toccato un massimo a 2.541 e un minimo a 2.522 punti.
I pochi investitori presenti sul mercato hanno preferito mantenere una certa cautela in attesa di conoscere le prime indicazioni sull’andamento delle vendite relative allo shopping natalizio che ha preso il via in maniera non ufficiale quest’oggi, nel giorno del cosiddetto Black Friday.

Tra i titoli del Dow Jones, in positivo
solo Cisco Systems che ha chiuso in frazionale rialzo dello 0,15%, mentre si è fermato poco sotto la parità Intel con un calo deloo 0,23%.
Sotto pressione i finanziari con American Express e JP Morgan in rosso dell‘1,7% e dell‘1,6%. seguiti da Bank of America che ha ceduto l‘1,42%.
Vendite anche sui farmaceutici con Pfizer e Merck in discesa dell‘1,2% e dell‘1,05%, e non hanno evitato il segno meno i telefonici con Verizon Communications e AT&T in calo dello 0,43% e dello 0,75%.

Sul tabellone elettronico del Nasdaq Composite, in controtendenza Adobe Systems che è salito dell‘1,13% e ha chiuso in rialzo anche Baidu con un frazionale progresso dello 0,34%.
Si è fermato sulla parità Amazon.com con un calo dello 0,03%, dopo il rally di mercoledì scorso e in attesa di conoscere i dati sulle vendite del week-end del Ringraziamento.
Poco mosso eBay che ha ceduto lo 0,19%, mentre Google e Oracle hanno ceduto quasi un punto, lasciando più indietro Yahoo che è sceso dell‘1,16%. E’ andata ancora peggio a Dell che ha terminato le contrattazioni con un rosso dell‘1,66%.


pensavo che oggi....giorno post - tacchino...avrebbero tenuto ....non sono riusciti....?! strano.....
ciao
beh ieri sera a quest'ora ero alquanto preoccupato dal movimento a mercati usa chiusi
poi oggi vedendo i grafici e soprattutto il rimbalzo dai minimi ne sono uscito ancora più convinto che si possa scendere ancora nei prossimi giorni, e che potrebbero gli usa accontentarsi di una chiusura d'anno anche ben più sotto dei valori attuali ( a fine 2009 lo spoore valeva 1120)
 
ammazzate O......ma c'hai la segretaria che ti tiene la contabilità....:lol:
a parte fiat e dax son sempre le stesse cose. oggi ho messo il riepilogo completo ma la posizione su derivati ( dax a parte) è una unica maschera di cui guardo soprattutto i margini

non è complicato come sembra.

quando smanettavo sulle strutture in opzioni era diverso : tra calendar spread, butterfly, straddle strangle strip strap a volte non riuscivo neanche a capire se ero long o short sul mese borsistico corrente :D:D :lol::lol:
 
ciao
beh ieri sera a quest'ora ero alquanto preoccupato dal movimento a mercati usa chiusi
poi oggi vedendo i grafici e soprattutto il rimbalzo dai minimi ne sono uscito ancora più convinto che si possa scendere ancora nei prossimi giorni, e che potrebbero gli usa accontentarsi di una chiusura d'anno anche ben più sotto dei valori attuali ( a fine 2009 lo spoore valeva 1120)


oggi ero tentato di portare a casa un punticino long...ma oltre al fatto che vado e vengo e spesso faccio fatica a seguire con costanza...il problema (magari solo mio per carità) è il dax.........massimi 6900 (circa) oggi che era 6844.....ma dico almeno un ritraccio minimo per andare sul 23% di fibo no ? salita senza mai storni...?

purtroppo e lo ripeto a noi ci ha fregato la salita ininterrotta degli usa dovuta al qe....perchè non avendoci trascinati o abbiamo la forza di sovraperformare o al loro ritraccio, senza invocare crolli, andiamo più sotto non c'è storia.....anzi prima lo facciamo meglio è.....sarebbe propedeutico per una salita.......

ma che dici è il secondo giorno che scendiamo di brutto e poi ci riprendiamo....vanno a vedere se ci sono compratori...?
 
poi per irlanda.....leggevo i titoli di testa (quelli che leggono tutti) del sole 24 ore ecc......sbaglio o c'è l'evidente tentativo di non creare panico......? o le cose sono a posto.....ma non ci credo....o cercano di rassicurare....non vedo titoli preoccupanti......invece per la grecia i giornali l'hanno menata per diverse settimane...riprendendo proteste ecc.....che siano più preoccupati stavolta...?
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

Users who are viewing this thread

Back
Alto