Sp mib e titoli quando sarà il momento giusto

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Italia deficit

Italia, deficit commercio extra Ue marzo sale a 1.212 mln -Istat

ROMA, 22 aprile (Reuters) - Il commercio italiano con i
Paesi extra Ue ha registrato a marzo 2008 un deficit di
1.212 milioni di euro rispetto al deficit di 877 milioni del
marzo 2007.
Lo rende noto Istat che per il mese in osservazione ha

diffuso i seguenti dati (in milioni di euro):

mar 08 feb 08 mar 07
Saldo -1.212 -1.313r -0,877
Import 14,160 14,210r 13,724
Export
12,948 12,897r 12,847
 
Havas: nel I trimestre crescita organica +7,4%, ricavi saliti a 345 mln
(22 Aprile 2008 - 10:07)
MILANO (Finanza.com) - Un inizio d'anno brillante per Havas. Il sesto gruppo pubblicitario mondiale ha riportato nel primo trimestre una crescita organica del 7,4%, grazie a un ritmo sostenuto in Europa e al dinamismo dell'Asia, e ricavi pari a 345 milioni di euro, in crescita rispetto ai 321 dell'anno precedente. Il colosso francese ha confermando gli obiettivi per il 2008, sottolineando l'assenza di impatti derivanti dalla crisi finanziaria
 
rbs

Royal Bank of Scotland annuncerà aumento e perdite in settimana

LONDRA, 21 aprile (Reuters) - Royal Bank of Scotland <RBS>
annuncerà questa settimana la maggiore ricapitalizzazione mai
vista in Europa e oltre 10 miliardi di dollari di perdite in
investimenti.
Sotto pressione come altri concorrenti per
migliorare i
propri ratio patrimoniali compromessi dalla crisi del credito,
la seconda banca britannica varerà un aumento di capitale fino a
12 miliardi di sterline, secondo quanto riferito da fonti vicine
al dossier.
L'istituto sta pensando
anche di cedere asset, tra cui la
divisione assicurativa.
RBS ha confermato stamani in una breve nota di considerare
la ricapitalizzazione. I dettagli potrebbero essere comunicati
domani, il giorno prima dell'annuale incontro con gli
investitori
a Edimburgo.
RBS dovrebbe anche annunciare svalutazioni tra 5 e 7
miliardi di sterline su alcuni asset, tra cui quelli
appartenenti ad Abn Amro, hanno riferito le fonti. Lo scorso
anno la banca ha svalutato per 2,4 miliardi di sterline.
Il
titolo a Londra alle 10,45 cede lo 0,78%.
 
09:55 - ***Bce: Mersch, forse aumento stime inflazione e riduzione crescita



"Sorpreso" che gli analisti parlino ancora di taglio tassi

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 22 apr - La Bce a
giugno potrebbe alzare le stime di inflazione e ridurre
leggermente le proiezioni di crescita della zona euro. Lo ha
detto Yves Mersch, governatore della Banca centrale del
Lussemburgo e membro del consiglio esecutivo della Bce al
'Financial Times Deutschland'. "Attualmente e' piu' probabile
che a giugno dovremmo rivedere al rialzo le proiezioni
sull'inflazione. Dovremo probabilmente rivedere un po' al
ribasso le stime di crescita", ha detto Mersch, aggiungendo
peraltro di non aspettarsi che le revisioni siano ai livelli
di quelle dell'Fmi. Nel rapporto trimestrale di marzo la Bce
ha rivisto le previsioni per l'inflazione al 2,9% dal 2,5%
nel 2008. "Sono sorpreso che molti analisti di mercato
ritengano che tra le opzioni ci sia quella di un taglio dei
tassi", ha inoltre sottolineato Mersch, che si aspetta che
l'inflazione nella zona euro sia superiore al 3% fino ad
autunno inoltrato.
Red-gli-

(RADIOCOR) 22-04-08 09:55:50 (0065) 3 NNNN
 
Che ne pensi Lulu???

Al pari degli altri mercati azionari, anche Piazza Affari sta portando avanti il recupero avviato dai minimi segnati subito dopo la metà di marzo. L’indice S&P/Mib non è ancora riuscito ad avere ragione dell’area dei 34.000 punti, già testata più volte, e ci si chiede se questo livello possa essere superato nel breve o se invece respingerà nuovamente al ribasso i corsi.
Per capire meglio l’attuale situazione del mercato, con uno sguardo rivolto in particolare ai titoli che offrono le migliori opportunità di investimento in questa fase, abbiamo sentito per Voi Edoardo Mosca, Analista Indipendente.


I mercati azionari stanno portando avanti il recupero avviato a partire dall’ultima settimana di marzo. Visto che nel suo ultimo intervento aveva pronosticato questa ripresa, ritiene che ci siano ancora i margini per ulteriori salite nel breve o si assisterà ad una pausa prima di nuovi recuperi?

Nel mio ultimo intervento avevo indicato un target a 33.500 punti per l’S&P/Mib, dove mi aspettavo una sosta in attesa di conoscere le trimestrali americane. I primi risultati societari che sono stati già pubblicati si sono rivelati in molti casi migliori delle attese, ricordando che ci si aspettava un maggiore pessimismo soprattutto per il comparto finanziario. Le svalutazioni sono state sostanzialmente in linea con le previsioni, e in alcun casi anche migliori delle attese, mentre guardando ad altri settori, come quello high-tech e della grande distribuzione, si sono avute sorprese molto positive.
Questo primo trimestre avrebbe dovuto essere il peggiore delle aziende e il fatto che i risultati siano stati in linea con le stime o addirittura migliori, mi fa pensare che il peggio sia ormai alle spalle. I minimi che sono stati segnati soprattutto dl comparto finanziario non dovrebbero essere più ritoccatidurante l’anno.
Se dalle prossime trimestrali avremo ancora buone notizie, dimostrando che dalla crisi del credito non c’è stato un impatto così profondo sull’economia reale, sono propenso a pensare che gli indici azionari si muovano con più probabilità al rialzo che al ribasso.
E’ ovvio che non avremo un movimento a V per 8/9 mesi, perché avremo comunque delle correzioni intermedie in futuro. Parlando dell’S&P500, mi aspetto che nei prossimi giorni venga raggiunta l’area dei 1.420/1.430, e questo si traduce per il nostro S&P/Mib nel raggiungimento dei 35.000 che potrebbero essere testati già nel corso di questa settimana. Si avrebbe così un’accelerazione abbastanza veloce fino alla metà della prossima ottava, prima di lasciare spazio ad una correzione che possa ridare fiato al mercato, ricordando che siamo partiti dall’area dei 30.000. Lo storno intermedio si dovrebbe concretizzare nell’ordine di 4/5 punti percentuali idealmente fino al 15/20 di maggio. Da lì si dovrebbero gettare le basi per un movimento laterale di un paio di settimane, per poi proseguire lungo il sentiero della positività fino alla fine dell’anno.
Da notare che l’impatto della crisi del credito sull’economia reale non c’è stato, perché i consumi si sono mantenuti sostenuti. Basti pensare a Wal-Mart che è il più rappresentativo del settore si trova sui massimi storici, lasciando pensare che non si sono avute conseguenze particolarmente negative sui consumi finali.

Dai livelli attuali quindi non si attende una correzione? L’indice S&P/Mib potrà superare da subito l’area dei 34.000 che fino ad ora ha retto alle pressioni rialziste nelle ultime giornate?

Il mercato era un po’ tirato, necessitava di alcuni giorni per superare l’area critica dei 33.800/34.000 e in questa settimana si potrebbe avere il terzo tentativo per unarottura al rialzo di questa resistenza. Se nel giro di pochi giorni, magari tra domani e dopodomani, l’indice andrà a testare quei 33.900 non superati fino ad ora, con ogni probabilità riuscirà a superarli, con successiva accelerazione nella seconda parte della settimana, con approdo in area 34.800/35.000, quale punto di arrivo segnalato prima.
A sostegno di questa view vorrei segnalare anche l’andamento del mercato obbligazionario, con particolare riferimento al Bund che è sceso da 118 a 114. Non ci sono al momento segnali per un recupero e credo che le quotazioni possano spingersi verso i 113,2 e questo dovrebbe fornire la spinta decisiva per l’azionario.

Anche se per il momento non si attende una correzione del mercato, per l’S&P/Mib ci può segnalare comunque dei livelli da monitorare con attenzione al ribasso? Su quali aree scatterebbero eventuali allarmi?

La figura di recupero in atto sarebbe negata in caso di discese sui minimi segnati prima che prendesse il via questo rimbalzo delle ultime giornate. Mi riferisco all’area dei 32.500 punti di S&P/Mib che rappresenta ora il supporto principale, in quanto la perdita di questo livello potrebbe portare il mercato a testare i 30.500.
Visti però i risultati delle trimestrali americane, credo che tale scenario difficilmente possa concretizzarsi nel breve.

Quali sono i fattori che potranno disturbare questo recupero delle Borse e quali invece quelli che potranno giocare ancora a favore? Cosa si aspetta in particolare dalla prossima riunione della Fed e quali i possibili impatti sull’equity dalla nuova manovra sui tassi di interesse?

Condivido l’attesa del mercato che sconta per il prossimo meeting della Banca Centra americana una riduzione del costo del denaro nell’ordine dello 0,25%. Sicuramente i tassi non rimarranno fermi e sela Fed volesse dare un taglio netto, potrebbe abbassare di mezzo punto, facendo capire nel comunicato che si tratta dell’ultimo allentamento di politica monetaria.
Più probabile l’ipotesi di una riduzione dello 0,25%, cui si potrebbe accompagnare l’indicazione della possibilità di nuovi interventi al ribasso nel caso in cui lo scenario non dovesse migliorare. Difficilmente i tassi rimarranno fermi, e se anche ciò dovesse accadere, non è detto che i mercati prendano male questa mossa. Se la Fed infatti dovesse decidere di adottare questa soluzione, spiegando che le condizioni stanno migliorando, paradossalmente i listini potrebbero inizialmente vivere male il mancato taglio, salvo poi riflettere sul fatto che il peggio è ormai alle spalle.
Visto che però il settore immobiliare continua a dare segnali di cedimento, credo sia molto probabile una riduzione dei tassi dello 0,25%. In ogni stavolta non credo che ci saranno impatti sull’azionario, né in un senso né nell’altro, perché il mercato ormai sconta questa decisione.
La variabile che può scombussolare un po’ il recupero dei listini è rappresentata dai prezzi del petrolio che non si sono ancora stabilizzati rispetto a quanto accaduto per altre commodities, come ad esempio quelle agricole.
Credo che ci siano ancora 15/20 dollari di speculazione sul prezzo e anche se l’Euro/Dollaro è rimasto tutt’ora sotto 1,6, il petrolio si è spinto ben oltre, senza che tale aumento sia giustificato. Se ci fosse già questa settimana un ritracciamento verso i 108/110, inevitabilmente i mercati azionari ne beneficerebbero.
Al contrario se si andasse da subito oltre la soglia dei 120 dollari e l’Euro/Dollaro bucasse l’area 1,6 sarebbe senza dubbio negativo per l’azionario che potrebbe correggere anche abbastanza velocemente. Per ora tuttavia lo escludo come scenario e se cidovesse essere, magari si potrebbe avere dopo quel rialzo di cui parlavo prima, e sarebbe preso come pretesto per la correzione successiva.

Grazie anche agli elevati prezzi del petrolio, sono tornati gli acquisti sui titoli del settore energy, tra cui in particolare ENI, Saipem e Tenaris. C’è ancora spazio al rialzo per queste azioni? Quali strategie ci può suggerire in merito?

Per quanti volessero entrare in acquisto ora su questi titoli, credo sia un po’ tardi, perché non penso che il prezzo del petrolio si spinga molto oltre i livelli attuali. Storie come Saipem e Tenaris, al di là delle quotazioni del greggio, sono ben impostati. Il primo in particolare può continuare ad andare bene anche se il petrolio dovesse ritracciare, perché la società ha sempre commesse importanti. Inoltre li titolo non aveva gap significativi, a differenza di Tenaris che proprio ieri ha chiuso un gap a 17,3 ed è possibile che ora ci siano uno o due giorni di ulteriori allunghi, ma sono probabili in seguito dei ritracciamenti. In area 17,8 lo venderei, per rientrare più in basso magari a 16 euro in caso di flessione.
Saipem, tra quelli legati ai servizi petroliferi, dal punto di vista fondamentale è tra i migliori del nostro mercato. Penso che il titolo sia già parecchio avanti in confronto ad altri, ha superato i 28 euro e ha costruito una specie di testa spalle inclinato che comunque ha dei target decisamente superiori ai livelli attuali. Se la figura venisse confermata si potrebbe arrivare intorno ai 34/35 euro, ma è da vedere se il movimento al rialzo sarà realizzato tutto di un fiato o se invece ci sarà prima un ritracciamento sui 29 euro, per poi ripartire e attaccare i massimi precedenti a 31,5 prima di arrivare al target finale dei 34/35 euro.
Un po’ diverso il discorso per ENI che è più tranquillo, ha recuperatobene e a prescindere dal discorso dei prezzi del greggio, anche in caso di ribasso delle quotazioni, non si dovrebbero avere grandi impatti sul titolo. Quest’ultimo ha superato l’area molto importante dei 23,5 e siamo all’interno della seconda gamba di rialzo che potrebbe portare anche verso i 25,5 euro. Di spazio ce n’è ancora e arrivati su questi livelli ENI potrebbe tornare a testare i 23,5 euro.

Tra le utilities mentre A2A e Snam Rete Gas sono stati colpiti dalle vendite, allontanandosi dai massimi delle ultime settimane, diversamente da Prysmian che ha realizzato un buon recupero. Come valuta questi titoli e quali indicazioni ci può fornire in merito?

E’ necessario fare un distinguo tra i titoli legati più direttamente all’energia elettrica e le municipalizzate, e guardando a quest’ultime, a mio avviso sono state eccessivamente penalizzate. Nell’ultimo periodo, quando il mercato è ripartito, questi titoli non sono ripartiti, perché in parecchi portafogli erano visti come difensivi, e sono stati venduti in favore del comparto assicurativo e di quello finanziario.
Sui fondamentali ci sono delle stranezze non indifferenti perché se prendiamo A2A, che è sui minimi di mercato, con un price/earning più basso rispetto a British Energy che vanta una performance decisamente migliore.
A mio avviso comprando sui livelli attuali non si sbaglia perché sono sottovalutati e un discorso simile vale per Edison che è passato da 2,4 a 1,7 euro in poco tempo. In generale sono titoli interessanti soprattutto per chi vuole entrare in un’ottica di medio periodo, ricordando che si tratta di società che non presentano particolari rischi.
Per A2A, non è da escludere un recupero anche veloce nel momento in cui sarà fatta chiarezza sugli asset di Endesa, con possibilità di recupero per il titolo anche fino a 2,8euro.
Snam Rete Gas è più lento invece rispetto agli altri, sia nei rialzi che nei ribassi, ma considerando che è più o meno vicino ai minimi segnati a marzo, se viene realizzato un minimo ascendente, è probabile una ripartenza, con possibile ritorno in area 4,65 euro, da dove era iniziata la discesa.

Qual è il suo giudizio sul settore del lusso, che è rimasto molto indietro e non ha ancora beneficiato in maniera significativa del recupero dell’S&P/Mib? Consiglierebbe di puntare su alcune storie come Bulgari, Luxottica o Geox?

I titoli del settore hanno patito parecchio, per via della crisi, ma saranno capaci di offrire spunti significativi nel momento in cui si assisterà ad una ripresa decisa del mercato. Personalmente mi sono posizionato su titoli minori, come ad esempio Damiani, che ha un price/earnings molto basso, con una redditività piuttosto elevata. E’ uno dei 10 titoli più sottovalutati di Piazza Affari da questo punto di vista, segnalando che Damiani sta continuando a fare movimenti con minimi ascendenti. Se le quotazioni dovessero riportarsi al di sopra dei 2,35/2,4 euro, potrebbero favorire una ripresa verso i 3 euro.
Tra le blue chips, Bulgari è stato oltremodo penalizzato e ora sta realizzando un movimento di compressione tra i minimi in area 6,6/6,7 e gli 8 euro. In caso di superamento di quest’ultimo livello, ci sono le condizioni per un ritorno anche veloce in area 10 euro.

Luxottica è più esposto come gruppo all’area dollaro e ovviamente chi crede che il biglietto verde possa indebolirsi ancora eviterà di acquistare il titolo. Personalmente credo che la discesa del dollaro sia ormai verso la fine e di conseguenza penso che Luxottica possa sovraperformare gli altri protagonisti del settore proprio per questo motivo.
Se dai massimi segnati a dicembre intorno ai 23 eurosi va a tracciare una trend-line discendente, si nota che il titolo batte ancora su questa trend-line. Da qui a giugno le quotazioni potrebbero tornare a testare i 19,5 euro e rimanere ancora in questa fascia, ma se poi il dollaro inizierà a recuperare, probabilmente il movimento del titolo sarà molto più veloce.

Infine per Geox, come spesso accade ai titoli che entrano a far parte dell’S&P/Mib, è da notare che il titolo vive di più la ponderazione dell’indice e perde un po’, soprattutto nei movimenti al rialzo, di quello smalto che può avere invece quando non è all’interno del paniere principale.
Il titolo è stato massacrato dal mercato e ciò che è interessante è che se andiamo oltre il movimento discendente realizzato, notiamo che siamo tornati quasi ai livelli del 2006, prima che iniziasse tutto il rialzo partito da 8,5 euro e arrivato fino ai 16 euro. Penso che gli 8,4/8,5 saranno mantenuti, e nell’ultimo periodo abbiamo visto che Geox sta realizzando una base vicino ai minimi già fatti segnare a marzo. Se il titolo dovesse ripartire da qui potrebbe recuperare abbastanza velocemente, ma un vero rialzo si avrebbe con il superamento di 10,5 euro, oltre la quale si avrebbe un target in area 14,5 euro.
 
iociprovo1 ha scritto:
Che ne pensi Lulu???

Al pari degli altri mercati azionari, anche Piazza Affari sta portando avanti il recupero avviato dai minimi segnati subito dopo la metà di marzo. L’indice S&P/Mib non è ancora riuscito ad avere ragione dell’area dei 34.000 punti, già testata più volte, e ci si chiede se questo livello possa essere superato nel breve o se invece respingerà nuovamente al ribasso i corsi.
Per capire meglio l’attuale situazione del mercato, con uno sguardo rivolto in particolare ai titoli che offrono le migliori opportunità di investimento in questa fase, abbiamo sentito per Voi Edoardo Mosca, Analista Indipendente.


I mercati azionari stanno portando avanti il recupero avviato a partire dall’ultima settimana di marzo. Visto che nel suo ultimo intervento aveva pronosticato questa ripresa, ritiene che ci siano ancora i margini per ulteriori salite nel breve o si assisterà ad una pausa prima di nuovi recuperi?

Nel mio ultimo intervento avevo indicato un target a 33.500 punti per l’S&P/Mib, dove mi aspettavo una sosta in attesa di conoscere le trimestrali americane. I primi risultati societari che sono stati già pubblicati si sono rivelati in molti casi migliori delle attese, ricordando che ci si aspettava un maggiore pessimismo soprattutto per il comparto finanziario. Le svalutazioni sono state sostanzialmente in linea con le previsioni, e in alcun casi anche migliori delle attese, mentre guardando ad altri settori, come quello high-tech e della grande distribuzione, si sono avute sorprese molto positive.
Questo primo trimestre avrebbe dovuto essere il peggiore delle aziende e il fatto che i risultati siano stati in linea con le stime o addirittura migliori, mi fa pensare che il peggio sia ormai alle spalle. I minimi che sono stati segnati soprattutto dl comparto finanziario non dovrebbero essere più ritoccatidurante l’anno.
Se dalle prossime trimestrali avremo ancora buone notizie, dimostrando che dalla crisi del credito non c’è stato un impatto così profondo sull’economia reale, sono propenso a pensare che gli indici azionari si muovano con più probabilità al rialzo che al ribasso.
E’ ovvio che non avremo un movimento a V per 8/9 mesi, perché avremo comunque delle correzioni intermedie in futuro. Parlando dell’S&P500, mi aspetto che nei prossimi giorni venga raggiunta l’area dei 1.420/1.430, e questo si traduce per il nostro S&P/Mib nel raggiungimento dei 35.000 che potrebbero essere testati già nel corso di questa settimana. Si avrebbe così un’accelerazione abbastanza veloce fino alla metà della prossima ottava, prima di lasciare spazio ad una correzione che possa ridare fiato al mercato, ricordando che siamo partiti dall’area dei 30.000. Lo storno intermedio si dovrebbe concretizzare nell’ordine di 4/5 punti percentuali idealmente fino al 15/20 di maggio. Da lì si dovrebbero gettare le basi per un movimento laterale di un paio di settimane, per poi proseguire lungo il sentiero della positività fino alla fine dell’anno.
Da notare che l’impatto della crisi del credito sull’economia reale non c’è stato, perché i consumi si sono mantenuti sostenuti. Basti pensare a Wal-Mart che è il più rappresentativo del settore si trova sui massimi storici, lasciando pensare che non si sono avute conseguenze particolarmente negative sui consumi finali.

Dai livelli attuali quindi non si attende una correzione? L’indice S&P/Mib potrà superare da subito l’area dei 34.000 che fino ad ora ha retto alle pressioni rialziste nelle ultime giornate?

Il mercato era un po’ tirato, necessitava di alcuni giorni per superare l’area critica dei 33.800/34.000 e in questa settimana si potrebbe avere il terzo tentativo per unarottura al rialzo di questa resistenza. Se nel giro di pochi giorni, magari tra domani e dopodomani, l’indice andrà a testare quei 33.900 non superati fino ad ora, con ogni probabilità riuscirà a superarli, con successiva accelerazione nella seconda parte della settimana, con approdo in area 34.800/35.000, quale punto di arrivo segnalato prima.
A sostegno di questa view vorrei segnalare anche l’andamento del mercato obbligazionario, con particolare riferimento al Bund che è sceso da 118 a 114. Non ci sono al momento segnali per un recupero e credo che le quotazioni possano spingersi verso i 113,2 e questo dovrebbe fornire la spinta decisiva per l’azionario.

Anche se per il momento non si attende una correzione del mercato, per l’S&P/Mib ci può segnalare comunque dei livelli da monitorare con attenzione al ribasso? Su quali aree scatterebbero eventuali allarmi?

La figura di recupero in atto sarebbe negata in caso di discese sui minimi segnati prima che prendesse il via questo rimbalzo delle ultime giornate. Mi riferisco all’area dei 32.500 punti di S&P/Mib che rappresenta ora il supporto principale, in quanto la perdita di questo livello potrebbe portare il mercato a testare i 30.500.
Visti però i risultati delle trimestrali americane, credo che tale scenario difficilmente possa concretizzarsi nel breve.

Quali sono i fattori che potranno disturbare questo recupero delle Borse e quali invece quelli che potranno giocare ancora a favore? Cosa si aspetta in particolare dalla prossima riunione della Fed e quali i possibili impatti sull’equity dalla nuova manovra sui tassi di interesse?

Condivido l’attesa del mercato che sconta per il prossimo meeting della Banca Centra americana una riduzione del costo del denaro nell’ordine dello 0,25%. Sicuramente i tassi non rimarranno fermi e sela Fed volesse dare un taglio netto, potrebbe abbassare di mezzo punto, facendo capire nel comunicato che si tratta dell’ultimo allentamento di politica monetaria.
Più probabile l’ipotesi di una riduzione dello 0,25%, cui si potrebbe accompagnare l’indicazione della possibilità di nuovi interventi al ribasso nel caso in cui lo scenario non dovesse migliorare. Difficilmente i tassi rimarranno fermi, e se anche ciò dovesse accadere, non è detto che i mercati prendano male questa mossa. Se la Fed infatti dovesse decidere di adottare questa soluzione, spiegando che le condizioni stanno migliorando, paradossalmente i listini potrebbero inizialmente vivere male il mancato taglio, salvo poi riflettere sul fatto che il peggio è ormai alle spalle.
Visto che però il settore immobiliare continua a dare segnali di cedimento, credo sia molto probabile una riduzione dei tassi dello 0,25%. In ogni stavolta non credo che ci saranno impatti sull’azionario, né in un senso né nell’altro, perché il mercato ormai sconta questa decisione.
La variabile che può scombussolare un po’ il recupero dei listini è rappresentata dai prezzi del petrolio che non si sono ancora stabilizzati rispetto a quanto accaduto per altre commodities, come ad esempio quelle agricole.
Credo che ci siano ancora 15/20 dollari di speculazione sul prezzo e anche se l’Euro/Dollaro è rimasto tutt’ora sotto 1,6, il petrolio si è spinto ben oltre, senza che tale aumento sia giustificato. Se ci fosse già questa settimana un ritracciamento verso i 108/110, inevitabilmente i mercati azionari ne beneficerebbero.
Al contrario se si andasse da subito oltre la soglia dei 120 dollari e l’Euro/Dollaro bucasse l’area 1,6 sarebbe senza dubbio negativo per l’azionario che potrebbe correggere anche abbastanza velocemente. Per ora tuttavia lo escludo come scenario e se cidovesse essere, magari si potrebbe avere dopo quel rialzo di cui parlavo prima, e sarebbe preso come pretesto per la correzione successiva.

Grazie anche agli elevati prezzi del petrolio, sono tornati gli acquisti sui titoli del settore energy, tra cui in particolare ENI, Saipem e Tenaris. C’è ancora spazio al rialzo per queste azioni? Quali strategie ci può suggerire in merito?

Per quanti volessero entrare in acquisto ora su questi titoli, credo sia un po’ tardi, perché non penso che il prezzo del petrolio si spinga molto oltre i livelli attuali. Storie come Saipem e Tenaris, al di là delle quotazioni del greggio, sono ben impostati. Il primo in particolare può continuare ad andare bene anche se il petrolio dovesse ritracciare, perché la società ha sempre commesse importanti. Inoltre li titolo non aveva gap significativi, a differenza di Tenaris che proprio ieri ha chiuso un gap a 17,3 ed è possibile che ora ci siano uno o due giorni di ulteriori allunghi, ma sono probabili in seguito dei ritracciamenti. In area 17,8 lo venderei, per rientrare più in basso magari a 16 euro in caso di flessione.
Saipem, tra quelli legati ai servizi petroliferi, dal punto di vista fondamentale è tra i migliori del nostro mercato. Penso che il titolo sia già parecchio avanti in confronto ad altri, ha superato i 28 euro e ha costruito una specie di testa spalle inclinato che comunque ha dei target decisamente superiori ai livelli attuali. Se la figura venisse confermata si potrebbe arrivare intorno ai 34/35 euro, ma è da vedere se il movimento al rialzo sarà realizzato tutto di un fiato o se invece ci sarà prima un ritracciamento sui 29 euro, per poi ripartire e attaccare i massimi precedenti a 31,5 prima di arrivare al target finale dei 34/35 euro.
Un po’ diverso il discorso per ENI che è più tranquillo, ha recuperatobene e a prescindere dal discorso dei prezzi del greggio, anche in caso di ribasso delle quotazioni, non si dovrebbero avere grandi impatti sul titolo. Quest’ultimo ha superato l’area molto importante dei 23,5 e siamo all’interno della seconda gamba di rialzo che potrebbe portare anche verso i 25,5 euro. Di spazio ce n’è ancora e arrivati su questi livelli ENI potrebbe tornare a testare i 23,5 euro.

Tra le utilities mentre A2A e Snam Rete Gas sono stati colpiti dalle vendite, allontanandosi dai massimi delle ultime settimane, diversamente da Prysmian che ha realizzato un buon recupero. Come valuta questi titoli e quali indicazioni ci può fornire in merito?

E’ necessario fare un distinguo tra i titoli legati più direttamente all’energia elettrica e le municipalizzate, e guardando a quest’ultime, a mio avviso sono state eccessivamente penalizzate. Nell’ultimo periodo, quando il mercato è ripartito, questi titoli non sono ripartiti, perché in parecchi portafogli erano visti come difensivi, e sono stati venduti in favore del comparto assicurativo e di quello finanziario.
Sui fondamentali ci sono delle stranezze non indifferenti perché se prendiamo A2A, che è sui minimi di mercato, con un price/earning più basso rispetto a British Energy che vanta una performance decisamente migliore.
A mio avviso comprando sui livelli attuali non si sbaglia perché sono sottovalutati e un discorso simile vale per Edison che è passato da 2,4 a 1,7 euro in poco tempo. In generale sono titoli interessanti soprattutto per chi vuole entrare in un’ottica di medio periodo, ricordando che si tratta di società che non presentano particolari rischi.
Per A2A, non è da escludere un recupero anche veloce nel momento in cui sarà fatta chiarezza sugli asset di Endesa, con possibilità di recupero per il titolo anche fino a 2,8euro.
Snam Rete Gas è più lento invece rispetto agli altri, sia nei rialzi che nei ribassi, ma considerando che è più o meno vicino ai minimi segnati a marzo, se viene realizzato un minimo ascendente, è probabile una ripartenza, con possibile ritorno in area 4,65 euro, da dove era iniziata la discesa.

Qual è il suo giudizio sul settore del lusso, che è rimasto molto indietro e non ha ancora beneficiato in maniera significativa del recupero dell’S&P/Mib? Consiglierebbe di puntare su alcune storie come Bulgari, Luxottica o Geox?

I titoli del settore hanno patito parecchio, per via della crisi, ma saranno capaci di offrire spunti significativi nel momento in cui si assisterà ad una ripresa decisa del mercato. Personalmente mi sono posizionato su titoli minori, come ad esempio Damiani, che ha un price/earnings molto basso, con una redditività piuttosto elevata. E’ uno dei 10 titoli più sottovalutati di Piazza Affari da questo punto di vista, segnalando che Damiani sta continuando a fare movimenti con minimi ascendenti. Se le quotazioni dovessero riportarsi al di sopra dei 2,35/2,4 euro, potrebbero favorire una ripresa verso i 3 euro.
Tra le blue chips, Bulgari è stato oltremodo penalizzato e ora sta realizzando un movimento di compressione tra i minimi in area 6,6/6,7 e gli 8 euro. In caso di superamento di quest’ultimo livello, ci sono le condizioni per un ritorno anche veloce in area 10 euro.

Luxottica è più esposto come gruppo all’area dollaro e ovviamente chi crede che il biglietto verde possa indebolirsi ancora eviterà di acquistare il titolo. Personalmente credo che la discesa del dollaro sia ormai verso la fine e di conseguenza penso che Luxottica possa sovraperformare gli altri protagonisti del settore proprio per questo motivo.
Se dai massimi segnati a dicembre intorno ai 23 eurosi va a tracciare una trend-line discendente, si nota che il titolo batte ancora su questa trend-line. Da qui a giugno le quotazioni potrebbero tornare a testare i 19,5 euro e rimanere ancora in questa fascia, ma se poi il dollaro inizierà a recuperare, probabilmente il movimento del titolo sarà molto più veloce.

Infine per Geox, come spesso accade ai titoli che entrano a far parte dell’S&P/Mib, è da notare che il titolo vive di più la ponderazione dell’indice e perde un po’, soprattutto nei movimenti al rialzo, di quello smalto che può avere invece quando non è all’interno del paniere principale.
Il titolo è stato massacrato dal mercato e ciò che è interessante è che se andiamo oltre il movimento discendente realizzato, notiamo che siamo tornati quasi ai livelli del 2006, prima che iniziasse tutto il rialzo partito da 8,5 euro e arrivato fino ai 16 euro. Penso che gli 8,4/8,5 saranno mantenuti, e nell’ultimo periodo abbiamo visto che Geox sta realizzando una base vicino ai minimi già fatti segnare a marzo. Se il titolo dovesse ripartire da qui potrebbe recuperare abbastanza velocemente, ma un vero rialzo si avrebbe con il superamento di 10,5 euro, oltre la quale si avrebbe un target in area 14,5 euro.

che ha ragione per i livelli, ma non per l'inversione. Cioè se andiamo sotto i 32500, si ritorna nell'area bassa, ma attenzione, mentre lui vede un ritorno a 30.000, io vedo piuttosto una base sui 31300 e da li una laterale e in quella laterale è ben possibile mettere a segno il max prima di scendere.
Cioè se non oltrepassa i 31300, li potrebbe partire un movimento di acquisto, ma se dovesse cedere allora tutto il movimento verrebbe fermato a 33900 e buona notte. é da seguire. abbiamo diverse conferme da mettere nel cassetto. E le aree critiche sono diverse.
In assoluto non condivido la positività fino alla fine d'anno, è un contraddire lo storno su base trimestrale che stiamo effettuando. e come dissi ieri a meno che non si verifichino eventi straordinari, quella proseguirà fra rialzi e ribassi, ma proseguirà
 
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