mariougo
Forumer storico
........buon w.....
Nella «Grande depressione», la politica monetaria restrittiva ha contribuito notevolmente alla spirale ri-
bassista dell'economia e dei prezzi. I banchieri centrali vogliono assolutamente evitare una ripetizione.
La deflazione in sé non deve necessariamente avere effetti negativi: le riduzioni dei prezzi dovute all'of-
ferta rafforzano il potere d'acquisto, per esempio in Svizzera. Anche l'economia del Giappone mostra la
stessa dinamica pro capite degli Stati Uniti, nonostante un lungo periodo di deflazione moderata. L'in-
vecchiamento ha un effetto tendenzialmente frenante sull'inflazione.
Anche per i debitori la deflazione non determina necessariamente un peggioramento della sostenibilità
del debito, grazie agli interessi nominali contemporaneamente inferiori. Sono determinanti gli interessi
reali che in Giappone erano rimasti stabili, diversamente che negli Stati Uniti, durante la «Grande depres-
sione». Dall'altro lato, una maggiore inflazione non alleggerisce i debitori, se i creditori possono adeguare
al rialzo il loro premio di rischio.
Le banche centrali lo impediscono però con la politica della «repressione finanziaria», che con l'aumento
della massa monetaria punta attivamente alla riduzione degli interessi reali. Ciò significa una ridistribu-
zione dai risparmiatori ai debitori. In caso di interessi reali negativi, il potere d'acquisto del patrimonio
monetario scende addirittura. Poiché gli interessi reali nella periferia dell'Eurozona diminuiscono solo da
poco tempo, la BCE non dovrebbe terminare così presto la manipolazione dei tassi per sostenere il pro-
cesso di riduzione del debito. Anche in Svizzera, i valori reali rimangono interessanti nonostante il livello elevato delle valutazioni
Nella «Grande depressione», la politica monetaria restrittiva ha contribuito notevolmente alla spirale ri-
bassista dell'economia e dei prezzi. I banchieri centrali vogliono assolutamente evitare una ripetizione.
La deflazione in sé non deve necessariamente avere effetti negativi: le riduzioni dei prezzi dovute all'of-
ferta rafforzano il potere d'acquisto, per esempio in Svizzera. Anche l'economia del Giappone mostra la
stessa dinamica pro capite degli Stati Uniti, nonostante un lungo periodo di deflazione moderata. L'in-
vecchiamento ha un effetto tendenzialmente frenante sull'inflazione.
Anche per i debitori la deflazione non determina necessariamente un peggioramento della sostenibilità
del debito, grazie agli interessi nominali contemporaneamente inferiori. Sono determinanti gli interessi
reali che in Giappone erano rimasti stabili, diversamente che negli Stati Uniti, durante la «Grande depres-
sione». Dall'altro lato, una maggiore inflazione non alleggerisce i debitori, se i creditori possono adeguare
al rialzo il loro premio di rischio.
Le banche centrali lo impediscono però con la politica della «repressione finanziaria», che con l'aumento
della massa monetaria punta attivamente alla riduzione degli interessi reali. Ciò significa una ridistribu-
zione dai risparmiatori ai debitori. In caso di interessi reali negativi, il potere d'acquisto del patrimonio
monetario scende addirittura. Poiché gli interessi reali nella periferia dell'Eurozona diminuiscono solo da
poco tempo, la BCE non dovrebbe terminare così presto la manipolazione dei tassi per sostenere il pro-
cesso di riduzione del debito. Anche in Svizzera, i valori reali rimangono interessanti nonostante il livello elevato delle valutazioni