TAV-Incredibile Azione Violenta di una Manifestante No TAV ai Danni delle Forze dell'

Poche idee e confuse.




NO TAV/ L'esperto: ha ragione la Camusso. Vi spiego i vantaggi delle grandi opere INT. Oliviero Baccelli lunedì 12 marzo 2012
Foto InfoPhoto Approfondisci NO TAV/ Da Lenin a Perino, qual è il filo rosso? PRO TAV/ Il Sindaco: questa guerra sta uccidendo la Valle, oramai è ideologia vai allo speciale No Tav
NO TAV E GRANDI OPERE, IL PARERE DELL'ESPERTO DOPO LE DICHIARAZIONI DI SUSANNA CAMUSSO (CGIL) «Per quanto riguarda le grandi opere nel settore dei trasporti, il sistema italiano soffre in particolare di due grandi problematiche: innanzitutto di una serie di punti di congestione molto rilevante intorno ad alcune aree metropolitane, e poi di una fortissima dipendenza dal settore autostradale che crea una serie di problemi di carattere ambientale, sociale ma anche di tipo economico, soprattutto nei periodi in cui il costo del petrolio e dei suoi derivati è così elevato». IlSussidiario.net ha contattato Oliviero Baccelli, vicedirettore Certet (Centro di economia regionale dei trasporti e del turismo dell’Università Bocconi) e docente di Economia dei trasporti, per spiegare l’importanza di investire in grandi opere in un momento economico così delicato per il Paese, in particolare dopo le affermazioni del leader della Cgil Susanna Camusso che, intervistata da Il Corriere della Sera riguardo la Tav, ha detto che "il Paese ha un disperato bisogno di investimenti, è utile per l'occupazione ma serve il dialogo. È impensabile fare i lavori per anni con la valle contro".
Quali sono quindi i maggiori vantaggi nell’investire in grandi opere?
Le grandi opere sono importanti per rispondere a diverse esigenze: innanzitutto sbloccare tutti i colli di bottiglia, ridurre il grado di dipendenza rispetto ai combustibili fossili e creare quelle condizioni, attraverso la riduzione dei costi dell’interscambio commerciale, per favorire in particolare i flussi di import/export che sono poi quelli che guideranno la crescita del settore manifatturiero italiano.
In più si crea occupazione nel breve periodo.
Sì, ma quello dell’occupazione non lo considererei un elemento cruciale per prendere decisioni di questo tipo. Se si guarda solo all’occupazione di breve periodo si rischia di avere una visione distorta di scelte che incidono sul territorio e sulle imprese sul lungo periodo, per cui questa non può essere una “giustificazione” per la scelta delle grandi opere.
Quali sono allora quelle principali?
In particolare le questioni economiche di medio-lungo periodo, la riduzione dei costi del trasporto e le questioni di carattere ambientale. Inoltre si punta a far fare un vero salto di qualità al sistema italiano del settore, che dipende moltissimo soprattutto sui traffici nazionali dall’autotrasporto, una tipologia di lavoro in termini qualitativi e salariali che si cerca di superare attraverso incentivi al trasporto combinato strada-rotaia o altre modalità.
Quali sono invece i vantaggi sul lungo periodo?
Quando le grandi opere vengono scelte bene, innanzitutto si riduce il costo del trasporto per le imprese e per i cittadini, e questo è fondamentale soprattutto quando si vanno a sostituire reti particolarmente obsolete. Questo è davvero importante anche per le famiglie, visto che il costo dei trasporti è in media la seconda spesa per una famiglia italiana dopo quelle per la casa, e che spesso viene anche prima dell’alimentare.
Altri vantaggi?
Si va a favorire il settore manifatturiero, perché ridurre i costi dell’interscambio commerciale permette alle nostre esportazioni di rimanere competitive. Inoltre, il settore del trasporto e della logistica crea di per sé occupazione, tanto che intere nazioni come Olanda, Belgio e Svizzera ne fanno un proprio punto di forza anche attraverso professionalità qualificata.
A suo giudizio in questo periodo di particolare crisi l’Italia può permettersi importanti investimenti in grandi opere?

segue
 
Guarda, se proprio volessero puntare sull'implementazione del traffico su rotaia questa opera mi sembra avere un impatto scarsamente rilevante dato che c'è il resto della rete nazionale al collasso con buona pace di faccia di bronzo moretti.

Io critico la frase della camusso che è un'idea a prescindere dall'utilità dell'opera cioè lei non entra nemmeno nel merito dell'utilità, per lei l'importante è spendere a prescindere in modo da creare occupazione.
Dal mio punto di vista sono affermazioni di gente che di economia non ha capito una sega per dirla con un eufemismo perchè è colpa di questa mentalità che siamo arrivati a un debito pubblico "monstre" con crescita negativa. Secondo questo fernomeno la cura della crisi sarebbe aumentare la spesa pubblica in un Paese che fino a quale settimana fa era (lo sarebbe ancora se non fosse per le distorsioni dei LTRO BCE) a un passo dal baratro? Se non fosse intervenuta la BCE a salvare il sistema bancario che a sua volta "salva" lo Stato altro che TAV...

La riduzione della spesa pubblica è sempre la strada più difficile, perchè comporta una contrazione del PIL ma a lungo andare elimina le distorsioni, libera risorse e le stesse vengono impiegate in modo più efficiente. Invece la camusso crede nella teoria keynesiana "scava la buca riempi la buca" solo perchè si da occupazione e spera evidentemente anche lei nello Stato salvatore e interventista.
 
INVECE DI SPRECARE DENARO PUBBLICO PER IL TUNNEL ALL'AMIANTO CHE SOLO I MAFIOSI VOGLIONO


Ambiente: Clini, per dissesto servono 40 mld in 15-20 anni ROMA (MF-DJ)--La stima del Ministero dell'Ambiente e' che "i diversi interventi per mettere in sicurezza il territorio richiedono 40 miliardi di euro in 15-20 anni". A dirlo e' il ministro Corrado Clini, nel corso del suo intervento al convegno della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, spiegando che la stima e' che questi fondi sarebbero "per il 60% pubblici e per il 40% privati, in qualche modo sostenuti dal credito d'imposta".
Clini ha voluto sottolineare che "in 20 anni, il costo dell'investimento sarebbe quindi di 2 miliardi di euro l'anno, a fronte del quale il ritorno stimato e' di 6 miliardi. Se si confronta con la stima di danni per 1,5 miliardi solo in Liguria -prosegue Clini- si capisce che la scelta della prevenzione ha effetti molto positivi rispetto alla mancanza di investimenti".
Clini ha parlato tuttavia del "confronto complicato" con il Tesoro sulle misure incentivanti per l'ambiente: "c'e' una visione, incardinata nella Ragioneria generale dello Stato, che identifica la misura incentivante come misura che ha bisogno di una copertura nell'esercizio di bilancio dell'anno in cui viene erogata; l'incentivo e' considerato un costo che deve avere una copertura. C'e' poi un altro approccio, che chiede di collegare un incentivo a un conto economico. Ad esempio sulla detrazione fiscale del 55% per il risparmio energetico -ha fatto notare Clini- i numeri dicono che i vantaggi per le entrate e la produzione di valore aggiunto nell'economia reale e' di gran lunga superiore al costo degli incentivi". ren [email protected]
(END) Dow Jones Newswires
 
è solo una ferrovia, come ne hanno sempre costruito l'italia e gli altri paesi sviluppati
avete rotto i coglioni
basta, fate lavorare
 
Rogo doloso lungo la ferrovia, treni a rilento
Su una centralina trovata scritta No-Tav
In fiamme nella notte un impianto elettrico tra Rogoredo e Lambrate, trovata una bottiglia di benzina


Il luogo dell'attentato incendiario (Salmoirago)
MILANO - Un incendio doloso è stato appiccato, nella notte tra domenica e lunedì, a una centralina elettrica che serve da meccanismo di sicurezza per la circolazione ferroviaria nel nodo di Milano, tra le stazioni di Rogoredo e Lambrate. Su una seconda centralina, accanto a quella incendiata, è stata trovata una scritta «No Tav»; vicino, una bottiglia vuota che aveva contenuto benzina. Altre due bottigliette incendiarie, che però non hanno preso fuoco, sono state trovate nelle vicinanze. Il pronto intervento dei Vigili del Fuoco e dei tecnici di Rfi, tra le 2.47 e le 5 del mattino, ha permesso di contenere i disagi e le ripercussioni. Secondo le prime indagini della Digos, i messaggi rivelano una matrice anarco-insurrezionalista: oltre alla sigla «No Tav» è stata vergata anche la frase «Sole e Baleno vivono», un chiaro rimando a due «bandiere» della lotta estrema. Non è la prima volta che i No Tav prendono di mira la stazione Rogoredo: il 9 marzo scorso una trentina di persone aveva bloccato due degli otto binari, causando ritardi nella circolazione.
LA SCRITTA - A scoprire l'attentato è stata una pattuglia della Polfer che stava perlustrando il cavalcavia Bucari, da cui si vede la parte di massicciata ferroviaria, tra le stazioni di Lambrate e Rogoredo, sui cui si è verificato l'incendio. In quel punto, a poca distanza l'una dall'altra, si trovano quattro centraline di smistamento. Una è stata incendiata e un'altra imbrattata con le scritte «No Tav» e «Sole e Baleno vivono» tracciate con la vernice. Vicino è stata trovata una bottiglia di plastica vuota, usata probabilmente per trasportare la benzina.

Incendiata centralina Fs

GLI ANARCHICI - Sole e Baleno, alias Maria Soledad Rosas e Edoardo Massari, sono i nomi di due giovani anarchici morti suicidi in carcere dieci anni fa, dopo essere stati sospettati - in seguito fu provata la loro innocenza - di alcuni atti violenti contro la linea ad alta velocità Torino-Lione. I due, compagni nella vita sentimentale, si uccisero a pochi mesi di distanza l'uno dall'altro dopo l'arresto, diventando due simboli della lotta No Tav più estrema e dell'anarchia internazionale, tanto da essere commemorati non soltanto dagli insurrezionalisti italiani, ma anche da quelli greci.

I RITARDI - La circolazione, comunica Fs in una nota, si è sempre svolta nella massima e completa sicurezza, anche se nelle prime ore di lunedì si sono registrati rallentamenti nella corsa dei treni regionali in partenza e in arrivo a Milano, provenienti da Genova e Bologna. Un regionale Piacenza Milano è stato cancellato. Intorno alle 8 i tecnici Rfi hanno ripristinato l'efficienza degli impianti sulla direttrice Milano - Bologna, e intorno alle 8.30 la circolazione è tornata regolare anche sulla direttrice Milano - Genova.

LA CENTRALINA - La centralina danneggiata è una cabina di modeste dimensioni che serve da cosiddetto Pba (Posto di blocco automatico), un meccanismo di sicurezza che serve le linee ferroviarie Milano-Genova e Milano-Bologna, appunto quelle interessate dai ritardi. I treni, quindi, hanno dovuto procedere «marcia a vista» accumulando minuti di ritardo, per i rischi di sicurezza. Ma all'ora dell'attentato, intorno alle 2.30, non c'erano treni e comunque la circolazione non è mai stata interrotta. L'intervento dei vigili del fuoco, chiamati alle 2.47, si è concluso alle 5. È stato confermato che l'incendio è stato appiccato con una bottiglia di benzina, e sui materiali plastici ed elettrici sotto tensione le fiamme hanno subito attecchito.

Redazione Online
 

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