TAV-Incredibile Azione Violenta di una Manifestante No TAV ai Danni delle Forze dell'

[ame=http://www.youtube.com/watch?v=5VkntpRyAKc&feature=autoplay&list=ULOuqMzSUn2VM&playnext=1]No Tav provano a fermare il treno che trasportava scorie nucleari in Francia - YouTube[/ame]
 

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Finanzieremo le banche, all’infinito: ecco spiegata la Tav

Scritto il 08/6/12 • nella Categoria: segnalazioni
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Svelato il “mistero” della Torino-Lione: il vero motivo per cui si vuole realizzare a tutti i costi la maxi-infrastruttura più inutile d’Europa sarebbe l’incremento illimitato del debito pubblico. I “mandanti” dell’operazione? Le banche, innanzitutto: di fronte a cui passerebbero in secondo piano la potente “casta” politica Pro-Tav, gli interessi di Confindustria e persino le infiltrazioni della mafia, considerata in pole position nell’aggiudicazione “a cascata” degli appalti faraonici. Secondo analisti e critici, chi eredita l’affare del secolo è prima di tutto la finanza, a cui lo Stato dovrebbe ricorrere sia per la costruzione dell’opera, sia poi per il mantenimento. Per la sola sicurezza, senza che sia ancora stato impiantato il cantiere, a Chiomonte la “militarizzazione” del sito è già costata 27 milioni di euro: grossomodo, il 10% di quanto sborserebbe l’Unione Europea, per una linea Tav che costerà almeno 20 miliardi. Spesa nominale: perché poi, avverte la Corte dei Conti, il costo potrebbe aumentare anche di otto volte, in vent’anni di cantieri, arrivando alla teorica cifra-mostro di 100 miliardi di euro.

Finanzieremo le banche, all’infinito: ecco spiegata la Tav | LIBRE




Per i 265 chilometri della nuova linea, scrivono Paola Baiocchi e Alberto Nigro su “Valori”, il mensile della finanza etica italiana, si potrebbero spendere anche 35 miliardi – che l’Italia non ha – se il costo reale ammontasse a 1.300 euro per ogni centimetro di binario. Costo che potrebbe salire anche a 5.000 euro al centimetro, se si incontrassero imprevisti scavando. «In questo giro di miliardi – aggiungono i giornalisti di “Valori” – chi eseguirà i lavori ha tutto l’interesse a trovare intoppi che ne prolunghino la durata, perché saranno comunque coperti dal denaro dei contribuenti, che dovranno pagare senza poter esercitare alcun controllo». Certo, la cordata Pro-Tav ha raccontato che l’opera sarebbe “prescritta” dall’Unione Europea. Sbagliato, spiega Luca Rastello in un recente reportage su “Repubblica”: il “corridoio 5” Kiev-Lisbona prevedeva collegamenti intermodali, non per forza l’alta velocità ferroviaria.

Difatti, l’Ungheria ha puntato sulle autostrade, mentre il Portogallo si è ritirato e la Spagna cambierà solo lo scartamento della attuale linea mediterranea, per ospitare qualsiasi tipo di treno e far viaggiare le merci a 80 all’ora. Nella nuova rete europea “Ten-T”, la Torino-Lione è sopravvissuta: ma sarebbe coperta con appena 300 milioni provenienti da Bruxelles. E il 90% restante chi lo metterebbe? Indovinato: noi.



Una follia? Non per tutti, ovviamente: per le banche, che presteranno miliardi allo Stato, la Torino-Lione sarà una miniera d’oro. Un affare colossale, senza precedenti. Ed ecco spiegata l’irremovibile insistenza nel volere a tutti i costi l’assurda ferrovia dei record, che inguaierebbe generazioni di italiani. Articoli collegati


 
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Europa, frenata storica sulla Torino-Lione: costa troppo

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troppi progetti faraonici di dubbia utilità, ormai proibitivi in tempi di crisi



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Il commissario europeo Siim Kallas è esplicito: «La Commissione Europea ha un ruolo limitato, la Tav è un progetto di Italia e Francia e da questi due Paesi devono venire i finanziamenti principali». Il tabù che ha tormentato per vent’anni la valle di Susa sta perdendo i pezzi: l’Europa fa sapere che non è certo Bruxelles a premere sulla “grande opera inutile”,
 
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Tav, corridoio fantasma: e Torino resterebbe senz’acqua

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poi se da Torini corri velocemente a Lione e vicevrsa
da Lione a Torino-Milano
poi ti fermi lì

perchè tutti si sono ritirati spendere così tanto per una cattedrale nel deserto che non servirà se non ad arricchire banche-politici-mafia




E l’ipotetico Corridoio Mediterraneo, continua il reportage di Rastello, si incaglia nuovamente dove meno te l’aspetti, tra Brescia e Padova. Nella piattissima pianura padana «l’alta velocità si farà attendere ancora molto: il progetto è in fase preliminare e Rfi (Rete ferroviaria italiana) nega il proprio contributo, anche se il tratto padano doveva essere completato entro il 2010». Dal 2008 è pronto un segmento di 28 chilometri tra Padova e Mestre, «ma non fai in tempo ad aprire la falcata che sei di nuovo in una palude, fra Venezia e Trieste». Qui, «per non perdere i soliti fondi spesi in studi di progettazione, a dicembre 2010 fu presentato in fretta e furia un progetto preliminare purchessia: era la “Tav balneare”, che doveva portare bagnanti alle spiagge della “grande Jesolo”, poi bucare le friabili doline del Carso, sfiorare Monfalcone dove Unicredit intendeva finanziare la triplicazione del porto, superare Trieste in galleria ed entrare in Slovenia». Ma a frenare è stato l’ad di Trenitalia, Mauro Moretti: «Fece notare che la Tav serve le grandi città e non gli jesolotti». Inoltre, «i sindaci locali documentarono il disastro ambientale in vista», e per giunta «la città di Trieste rifiutò l’interramento: una Caporetto».
Peggio ancora oltre Trieste: la crisi diplomatica fra Italia e Slovenia per il finanziamento europeo delle infrastrutture adriatiche ha innalzato una sorta di “Muro di Lubiana”. La frontiera ormai la si attraversa solo in pullman, per raggiungere il porto di Koper (Capodistria) e lo snodo di Divaca, «che nessuna ferrovia collegherà mai all’Italia». ................
 
poi se da Torini corri velocemente a Lione e vicevrsa
da Lione a Torino-Milano
poi ti fermi lì

perchè tutti si sono ritirati spendere così tanto per una cattedrale nel deserto che non servirà se non ad arricchire banche-politici-mafia




E l’ipotetico Corridoio Mediterraneo, continua il reportage di Rastello, si incaglia nuovamente dove meno te l’aspetti, tra Brescia e Padova. Nella piattissima pianura padana «l’alta velocità si farà attendere ancora molto: il progetto è in fase preliminare e Rfi (Rete ferroviaria italiana) nega il proprio contributo, anche se il tratto padano doveva essere completato entro il 2010». Dal 2008 è pronto un segmento di 28 chilometri tra Padova e Mestre, «ma non fai in tempo ad aprire la falcata che sei di nuovo in una palude, fra Venezia e Trieste». Qui, «per non perdere i soliti fondi spesi in studi di progettazione, a dicembre 2010 fu presentato in fretta e furia un progetto preliminare purchessia: era la “Tav balneare”, che doveva portare bagnanti alle spiagge della “grande Jesolo”, poi bucare le friabili doline del Carso, sfiorare Monfalcone dove Unicredit intendeva finanziare la triplicazione del porto, superare Trieste in galleria ed entrare in Slovenia». Ma a frenare è stato l’ad di Trenitalia, Mauro Moretti: «Fece notare che la Tav serve le grandi città e non gli jesolotti». Inoltre, «i sindaci locali documentarono il disastro ambientale in vista», e per giunta «la città di Trieste rifiutò l’interramento: una Caporetto».
Peggio ancora oltre Trieste: la crisi diplomatica fra Italia e Slovenia per il finanziamento europeo delle infrastrutture adriatiche ha innalzato una sorta di “Muro di Lubiana”. La frontiera ormai la si attraversa solo in pullman, per raggiungere il porto di Koper (Capodistria) e lo snodo di Divaca, «che nessuna ferrovia collegherà mai all’Italia». ................

A questi guitti alla fine rimarrà questo qua sotto.:D
 
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HAI capito la SEVERINA
fa manganellare a sangue i NO TAV
persone oneste ed intelligenti che difendono il loro territorio dalla devastazione
che difendono gli italiani dall'enesimo furto a favore della Mafia Politica bancaria

e lei la Severina che fa?
per non smentirsi si schiera a fianco degli usurai!


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