xinian70
CROC Analista
Renzi e le rendite finanziarie: quando l'ignoranza va al governo
Renzi e le rendite finanziarie: quando l'ignoranza va al governo -
Di Rossana Prezioso.Renzi ci ricasca: tassare di più calcolando il gettito senza considerare la fisiologica flessione che ci sarà. é stato così per la Tobin tax, poi per l'Iva. Adesso si punta sulle rendite. Senza nemmeno capire bene di cosa si parla
13/03/2014 Trend Online
Ha un che di fantozziano questa storia, come gran parte di quello che accade nella politica italiana in fondo, e non da adesso. Immaginatevi la scena: Renzi che, davanti a un gruppo di esperti (veri) del mercato, bofonchia qualcosa tipo "Dicesi rendita finanziaria.... un... animale estinto del Paleolitico" E in effetti, se si andrà avanti di questo passo, sarà estinta davvero.
Renzi tassa le rendite finanziare perchè la finanza è brutta e cattiva. A giudicare dall’opinione (perchè di certo non si può chiamare conoscenza) che il nostro primo ministro ha della finanza italiana, lobby del Belpaese sono quelle che governano il mondo, che decidono della buona e della cattiva sorte di intere popolazioni. Signor Premier, non è forse in Italia che c’è stato il fallimento della Lehman?? E Goldman e Morgan Stanley dove credete che ordiscano le loro strategie di investimento sui derivati? Ovviamente in Italia. E la balena di Londra? Con ogni probabilità, per il buon Matteo non è altro che una corpulenta donnona dal turbolento passato.
Purtroppo le cose non sono così, anzi. Roma è la patria (o per meglio dire lo era) di un risparmio coscienzioso, quasi religioso, che a volte si tramandava di generazione in generazione. E adesso per i Bot people sarà la strage. Degli innocenti. Si, perchè le “rendite finanziarie” che Renzi vorrebbe tassare al 26% dall’attuale 20% (a sua volta frutto si un aumento da parte del governo Monti dal precedente 12,5%), in realtà sono le rendite sui risparmi, gli stessi che hanno permesso, come sostituto degli ammortizzatori sociali che uno stato inetto è stato incapace di organizzare.
Ecco perciò che l’italiano medio mai come questa volta è stato salvato dal tessuto sociale (famiglia in primis). Il fenomeno dei “bamboccioni”, definiti tali da chi invece è nato e cresciuto senza bisogno di dover mai combattere per guadagnarsi niente.
Ad ogni modo si vuole la tassa sulle rendite finanziarie al 26%. E sia. Ma questo porterà sicuramente nuovi soldi in tasca allo stato? Oppure si tratta di un nuovo passo falso in stile Tobin Tax o Iva dove i grandi esperti di finanza avevano calcolato il gettito senza prevedere, com’è ovvio che sia, e come in effetti poi è accaduto, che aumentando l’imposta diminuiva l’uso dello strumento tassato (o si determinata, nel caso dell’Iva il crollo dei consumi)?
Parrebbe proprio che anche questa volta le cose non siano andate così: in due anni, con tasse al 20% l’entrata è stata poco sopra gli 11 miliardi. Ma adesso, oltre il limite della pazienza, usurata non poco dalla Tobin Tax e dal suo flop, si dovrà sperare che:
1) il mercato regga, per poter garantire un gettito uguale. Una variabile che mai come in questo periodo è sempre più un punto interrogativo per tutti. Il premier, c’è da chiedersi, avrà mai sentito parlare del concetto di volatilità? E proprio per l’Italia, il rischio è anche maggiore, perchè il mercato, finora con il vento in poppa, sa benissimo che quella attuale in realtà è solo una speculazione data da motivazioni esogene e non certo controllabili dalla volontà dell’azione politica.
2) anche in questo caso la variabile degli operatori resta: a suo tempo venne ignorata dalla Tobin (che alla fine non è arrivata nemmeno a 300 milioni di gettito sul miliardo previsto), oggi potrebbe essere lo stesso. Non solo, ma il pericolo di una focalizzazione su una sola classe di investimento è altissimo, soprattutto per i retails, gli unici che, allo stato attuale, sembrano essere colpiti dal provvedimento.
Attaccato, perciò il risparmio e quella speculazione che aiuta, saltuariamente, e che di certo non è un’entrata sicura. Appunto, il risparmio. Torniamo per un attimo sul concetto. Secondo voi, cosa ha permesso all’Italia e all’italiano di sopravvivere al suo governo, alla sua pressione fiscale (quella avvertita arriva anche al 70%), ai migliaia di fiumiciattoli di sprechi dell’amministrazione, della burocrazia schizofrenica, della disoccupazione al 13% ormai, che ancora miete vittime (l’ultima proprio ieri)? Il fatto che l’italiano aveva una casa propria (tassata) e un rifugio sicuro, i suoi risparmi. Appunto. La volontà dell’Europa? Semplice: far circolare questi soldi considerati una ricchezza ferma, inutile, non produttiva. E chissene, se permette di sopravvivere a migliaia (milioni?) di persone.
Renzi e le rendite finanziarie: quando l'ignoranza va al governo -
Di Rossana Prezioso.Renzi ci ricasca: tassare di più calcolando il gettito senza considerare la fisiologica flessione che ci sarà. é stato così per la Tobin tax, poi per l'Iva. Adesso si punta sulle rendite. Senza nemmeno capire bene di cosa si parla
13/03/2014 Trend Online
Ha un che di fantozziano questa storia, come gran parte di quello che accade nella politica italiana in fondo, e non da adesso. Immaginatevi la scena: Renzi che, davanti a un gruppo di esperti (veri) del mercato, bofonchia qualcosa tipo "Dicesi rendita finanziaria.... un... animale estinto del Paleolitico" E in effetti, se si andrà avanti di questo passo, sarà estinta davvero.
Renzi tassa le rendite finanziare perchè la finanza è brutta e cattiva. A giudicare dall’opinione (perchè di certo non si può chiamare conoscenza) che il nostro primo ministro ha della finanza italiana, lobby del Belpaese sono quelle che governano il mondo, che decidono della buona e della cattiva sorte di intere popolazioni. Signor Premier, non è forse in Italia che c’è stato il fallimento della Lehman?? E Goldman e Morgan Stanley dove credete che ordiscano le loro strategie di investimento sui derivati? Ovviamente in Italia. E la balena di Londra? Con ogni probabilità, per il buon Matteo non è altro che una corpulenta donnona dal turbolento passato.
Purtroppo le cose non sono così, anzi. Roma è la patria (o per meglio dire lo era) di un risparmio coscienzioso, quasi religioso, che a volte si tramandava di generazione in generazione. E adesso per i Bot people sarà la strage. Degli innocenti. Si, perchè le “rendite finanziarie” che Renzi vorrebbe tassare al 26% dall’attuale 20% (a sua volta frutto si un aumento da parte del governo Monti dal precedente 12,5%), in realtà sono le rendite sui risparmi, gli stessi che hanno permesso, come sostituto degli ammortizzatori sociali che uno stato inetto è stato incapace di organizzare.
Ecco perciò che l’italiano medio mai come questa volta è stato salvato dal tessuto sociale (famiglia in primis). Il fenomeno dei “bamboccioni”, definiti tali da chi invece è nato e cresciuto senza bisogno di dover mai combattere per guadagnarsi niente.
Ad ogni modo si vuole la tassa sulle rendite finanziarie al 26%. E sia. Ma questo porterà sicuramente nuovi soldi in tasca allo stato? Oppure si tratta di un nuovo passo falso in stile Tobin Tax o Iva dove i grandi esperti di finanza avevano calcolato il gettito senza prevedere, com’è ovvio che sia, e come in effetti poi è accaduto, che aumentando l’imposta diminuiva l’uso dello strumento tassato (o si determinata, nel caso dell’Iva il crollo dei consumi)?
Parrebbe proprio che anche questa volta le cose non siano andate così: in due anni, con tasse al 20% l’entrata è stata poco sopra gli 11 miliardi. Ma adesso, oltre il limite della pazienza, usurata non poco dalla Tobin Tax e dal suo flop, si dovrà sperare che:
1) il mercato regga, per poter garantire un gettito uguale. Una variabile che mai come in questo periodo è sempre più un punto interrogativo per tutti. Il premier, c’è da chiedersi, avrà mai sentito parlare del concetto di volatilità? E proprio per l’Italia, il rischio è anche maggiore, perchè il mercato, finora con il vento in poppa, sa benissimo che quella attuale in realtà è solo una speculazione data da motivazioni esogene e non certo controllabili dalla volontà dell’azione politica.
2) anche in questo caso la variabile degli operatori resta: a suo tempo venne ignorata dalla Tobin (che alla fine non è arrivata nemmeno a 300 milioni di gettito sul miliardo previsto), oggi potrebbe essere lo stesso. Non solo, ma il pericolo di una focalizzazione su una sola classe di investimento è altissimo, soprattutto per i retails, gli unici che, allo stato attuale, sembrano essere colpiti dal provvedimento.
Attaccato, perciò il risparmio e quella speculazione che aiuta, saltuariamente, e che di certo non è un’entrata sicura. Appunto, il risparmio. Torniamo per un attimo sul concetto. Secondo voi, cosa ha permesso all’Italia e all’italiano di sopravvivere al suo governo, alla sua pressione fiscale (quella avvertita arriva anche al 70%), ai migliaia di fiumiciattoli di sprechi dell’amministrazione, della burocrazia schizofrenica, della disoccupazione al 13% ormai, che ancora miete vittime (l’ultima proprio ieri)? Il fatto che l’italiano aveva una casa propria (tassata) e un rifugio sicuro, i suoi risparmi. Appunto. La volontà dell’Europa? Semplice: far circolare questi soldi considerati una ricchezza ferma, inutile, non produttiva. E chissene, se permette di sopravvivere a migliaia (milioni?) di persone.