Bce: analisti, tutto fermo giovedi' ma ombre piu' dense su Eurozona - FOCUS
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 06 ago - La Bce riunisce il Consiglio direttivo domani a Francoforte per decidere se variare la politica monetaria. Secondo gli analisti delle principali banche europee, non ci saranno variazioni al tasso base, ridotto al minimo storico dello 0,15% a inizio giugno e che, secondo gli esperti, dovrebbe restare a questo livello, deciso assieme a tutta una serie di misure per sostenere la crescita e rivitalizzare il credito a famiglie e imprese, almeno fino a tutto il primo trimestre del 2015. Soltanto un netto peggioramento delle prospettive dei prezzi, dice Robert Kuenzel di Daiwa Capital, nel senso di uno scenario pienamente deflazionistico, giustificherebbe una mossa dopo soli due mesi dall'ultima tornata di interventi, nel bel mezzo della valutazione dei bilanci bancari e degli stress test, e in pieno clima vacanziero. Un primo effetto positivo e' pero' gia' ben visibile con la costante discesa dell'euro a livelli vicini a quelli del novembre scorso (1,3351 oggi). L'inflazione, intanto, e' scesa nell'Eurozona allo 0,4% in luglio, un nuovo minimo degli ultimi quattro anni e mezzo (ottobre 2009) dallo 0,5% del mese prima a causa del forte calo dei prezzi dell'energia (-1%). Il tasso e' lontanissimo dal quasi 2% annuo chiesto dalla Bce come garanzia per la stabilita' dei prezzi e anche dall'1% che, secondo quanto indicato da esponenti della Bce in passato, rappresenta gia' un rischio per i prezzi e che, ormai, non viene piu' raggiunto da dieci mesi. La Bce continuera' in questo periodo estivo a monitorare gli effetti delle misure decise a inizio giugno, secondo gli esperti, mentre prepara la prima asta Tltro (18 settembre con scadenza fra quattro anni). La riunione di domani dovrebbe essere, quindi, improntata alla normalita' con una conferma dei toni 'accomodanti' da parte di Mario Draghi che ribadira' l'intenzione della Bce di ricorrere a mezzi piu' forti - leggi 'QE', l'acquisto massiccio di titoli di debito pubblico e privato - se le cose dovessero peggiorare. Per Marco Valli, capo-economista UniCredit per l'Eurozona, l'unico cambiamento nel discorso di Draghi potrebbe essere relativo a un controllo piu' attento da parte di Francoforte dei rischi di peggioramento dovuti alle tensioni geopolitiche visto che le sanzioni contro la Russia iniziano a far sentire i loro effetti (per ora limitati) su alcuni settori dell'economia reale, mentre l'incertezza e' in aumento soprattutto dopo la tragedia aerea di Malaysian Airlines in Ucraina. I Paesi piu' esposti al rallentamento, tuttavia, sottolinea Holger Schmieding di Berenberg, e cioe' Austria e Germania "sono in grado di assorbire il colpo" mentre negli altri gli effetti appaiono marginali. Se da un lato gli indicatori diffusi in queste settimane hanno confermato lo scenario di base dell'Eurotower con crescita debole e irregolare, inflazione sempre molto bassa e segnali positivi dagli impieghi bancari, dall'altro l'Italia, una delle principali economie dell'area, e' ripiombata in recessione tecnica per la terza volta dal 2008 con un pil a -0,2% nel secondo trimestre, la Germania prevede una stagnazione e la Francia appare molto debole (i dati saranno resi noti la settimana prossima). In attesa dell'aggiornamento delle stime Bce su pil e inflazione dell'Eurozona a inizio settembre, l'attenzione sara' concentrata anche, durante la conferenza stampa di Draghi alle 14.30, sul piano per l'acquisto di Abs, titoli con sottostante in prestiti, che alcuni esponenti della Bce hanno sonoramente bocciato, un po' a sorpresa, nelle ultime settimane.
mir-
(RADIOCOR) 06-08-14