Fed in allerta per l’inflazione il rialzo dei tassi può attendere
”
KEN LEECH, CIO DI WESTERN ASSET MANAGEMENT, ILLUSTRA IL SUO OUTLOOK GLOBALE PER IL 2015 CON UN ATTEGGIAMENTO POSITIVO VERSO GLI USA MA TIEPIDO. PER IL GIAPPONE PREVISTA UNA CRESCITA POSITIVA ANCHE SE MODESTA FIDUCIA NELLA CINA
Roma «I Treasury Usa non offrono oggi grande valore dal punto di vista dei fondamentali, ma è altrettanto vero che, se confrontati con i rendimenti offerti a livello globale, continuano a mostrarsi relativamente appetibili»: Ken Leech, Cio, chief investment officer, di Western Asset Management (Gruppo Legg Mason) - vincitore per l’ennesima volta nel 2014 del premio Morningstar Stati Uniti come “best Us fixed income manager” - illustra il suo outlook globale per il 2015. A partire dagli Usa, verso il quale manifesta un atteggiamento positivo, ma tiepido. «I consumi si mantengono su buoni livelli e il mercato immobiliare ha dato segnali di miglioramento, ciò nonostante vorremmo vedere un rafforzamento per quanto riguarda gli investimenti operativi e nel settore manifatturiero». Questo fa pensare a un ulteriore fase di temporeggiamento sui tassi? «La Fed intende chiaramente concludere la politica dei tassi a zero, ma è altrettanto vero che le condizioni economiche attuali - e in particolare l’ulteriore riduzione dei rendimenti - rendono improbabile che il rialzo possa avvenire a giugno, nella ragionevole convinzione di riuscire a raggiungere l’obiettivo di inflazione al 2%. La Fed ha infatti reindirizzato il suo focus dal mercato del lavoro - in miglioramento, tanto da indurre alcuni osservatori ad aspettarsi un rialzo più rapido dei tassi - all’inflazione e ha eliminato ogni riferimento all’atteggiamento più o meno “paziente” dall’ultimo
comunicato della Fomc, Federal open market committee, affermando che ogni misura adottata dipenderà dall’andamento dei dati macroeconomici. La Banca centrale statunitense non ha inoltre ribadito la volontà di rialzare i tassi a giugno ». E’ verosimile che questo aumento avvenga a settembre? «Sì, anche se il processo sarà probabilmente più graduale del previsto. Sul fronte valutario il dollaro si è apprezzato sensibilmente dalla fine del 2014 e anche questo ha pesato nella revisione delle previsioni formulate dalla Fed, un ulteriore motivo di cautela sul fronte di un possibile rialzo dei tassi» Passiamo all’Europa «La nostra visione è più ottimistica e questo ci ha indotto a rialzare le previsioni per il 2015. Anche la Bce ha da poco innalzato le sue aspettative e perciò siamo in linea con il consensus. Il settore del credito è in ripresa e anche i dati del Pil indicano un leggero progresso. Nonostante i ritardi nell’attuazione di questa politica monetaria, prevediamo una crescita più sostenuta nel secondo semestre. Sul fronte dei rendimenti non pensiamo sia possibile sostenere rendimenti al di sotto dello zero per molto tempo e riteniamo difficile che un’economia solida come quella tedesca, per esempio, arriverà mai ad affrontare tassi di lungo periodo negativi» Per quanto riguarda Cina, Giappone e mercati emergenti? «Siamo convinti che le autorità cinesi abbiano la volontà e le risorse economiche necessarie per istituire misure atte a riportare la crescita sul giusto percorso. In Giappone, prevediamo una crescita positiva, anche se modesta, con il proseguimento dell’iniezione di liquidità operata dalla Bank of Japan. I mercati emergenti hanno attraversato un periodo di turbolenza, a causa del crollo dei prezzi delle commodity e soprattutto del greggio. La crescita si è comunque mantenuta di segno positivo, anche se si è rivelata inferiore a quanto previsto, tuttavia, a nostro avviso, i rendimenti restano appetibili rispetto a quelli dei mercati sviluppati, soprattutto in un contesto in cui gli investitori sono alla ricerca di rendimenti più elevati». Passando ai settori, l’energia è quella che desta maggiori preoccupazioni. « Nonostante la contrazione dei prezzi del greggio, il settore dell’energia ha reagito con grande prontezza e le società del settore energia hanno già ridotto notevolmente le spese per gli impianti di trivellazione ed in generale la propria capital expenditure rispetto al 2014, adottando misure proattive a livello di bilancio, come l’emissione di nuovo capitale di rischio, nonostante le quotazioni molto basse. Siamo convinti che il settore possa presentare alcune interessanti opportunità d’investimento e riteniamo che alcune società energetiche siano ben posizionate per affrontare un lungo periodo in cui i prezzi oscilleranno nell’ordine dei 40-50 dollari Usa anche se siamo convinti che, se le nostre previsioni sulla crescita globale si riveleranno corrette, i prezzi dell’energia dovrebbero avviarsi verso una stabilizzazione». (p.jad.) Ken Leech Ceo di Western AM (Gruppo Legg Mason)
(18 maggio 2015)