Davos: dopo nuova caduta mercati spaccata sullo scenario futuro - FOCUS
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Davos, 20 gen - Dopo le festose cerimonie della vigilia con le star di Hollywood, l'avvio dei lavori del summit del World Economic Forum e' un brusco ritorno alla realta' per il gotha della finanza. La caduta precipitosa delle Borse del pianeta, quasi una Waterloo in alcuni casi, riporta i riflettori sull'instabilita' e le incertezze che dominano il quadro globale. "Ci sono piu' rischi di quanto avevamo previsto", ammette il direttore generale dell'Fmi, Christine Lagarde, che pure si aspetta "una crescita ragionevole" per il mondo. I rischi sono ben noti: il rallentamento della Cina, il calo del petrolio, l'anemica crescita e le incertezze dell'Europa, l'inquietante situazione geo-politica. Ma il pessimismo non e' a senso unico e anche Davos si divide in due partiti. "Alla fine di questa giornata vedo i partecipanti, soprattutto gli investitori, divisi in due gruppi molto distanti", spiega Domenico Siniscalco, numero uno italiano di Morgan Stanley. "C'e' un gruppo di persone che guarda ai fondamentali e ha una visione sostanzialmente positiva sul futuro. Poi c'e' molta gente che guarda ai prezzi e ha una visione estremamente nervosa di queste stesse variabili", spiega l'economista-banchiere. "Bisogna che i due gruppi si riconcilino. Io appartengo al primo, penso che le cose si aggiusteranno nel medio termine, certo non lunedi'". Per il premio Nobel per l'economia Edmund Phelps quello che ha mandato in tilt le Borse e' stato il rimpatrio dall'Asia di capitali. "E' stato uno shock per le Borse e ha causato un bel po' di turbolenze in varie classi di asset". Ma ora "la correzione pare "per la maggior parte avvenuta e non mi aspetto ulteriori sconvolgimenti sulle Borse". Un capitolo a se' sono i commenti sulle banche italiane, oggi tra le piu' bersagliate dalle vendite, a causa delle massa di sofferenze. Il panico e' "assolutamente ingiustificato. Si tratta di fare una comunicazione efficace sugli Npl. E' chiaro che i mercati stanno sovrappesando eventi negativi che francamente non vedo", indica il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina. Su Intesa -comunque - "non c'e' alcun panico perche' la situazione e' chiarissima". Anche per Davide Serra, il 'patron' di Algebris, sulle banche italiane "c'e' una reazione eccessiva delle Borse che deriva un po' dall'instabilita' dei mercati finanziari globali e dal panico a livello retail che e' stato creato con l'intervento sulle 4 piccole banche a novembre". Adesso "il mercato pensa che tutte le banche in Italia possono fare la fine di queste quattro banche. E' follia, non succedera'". Il problema e' che "le autorita' stanno dormendo. Bankitalia, Consob e Tesoro devono capire che non si puo' avere il rischio che le famiglie siano prese dal panico quando non c'e' motivo di panico. Devono intervenire per ricreare fiducia".
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(RADIOCOR) 20-01-16