Quoziente
Forumer attivo
Da qualche tempo ho intenzione di aprire una posizione in Chf,
ho intenzione ma non riesco a decidermi.
La molla che mi spingerebbe all'acquisto di Chf,
o bond denominati in Chf,
è che il cambio con floor vs Euro
non possa essere tenuto tale in eterno;
ma non ho ben chiari gli scenari alternativi.
Partirei da questa analisi di JCAssociati,
che ha il pregio di riportare dati e di chiarire qualche dubbio.
Tenere fisso il cambio con il franco svizzero è sempre più difficoltoso
giovedì, 19 luglio 2012
Dallo scorso settembre la banca centrale elvetica (SNB) ha agganciato il valore del franco svizzero a quello dell’euro con un cambio di 1,20, dopo che moneta elvetica aveva realizzato un corposo apprezzamento vicino al 50% a partire dall’estate 2010, periodo dal quale la crisi di alcuni stati periferici dell’eurozona (a partire dalla Grecia), ha iniziato a palesare tutte le difficoltà politiche e finanziarie di intervento strutturale, piuttosto che con singoli e isolati interventi che di fatto ne hanno poi aggravato la portata, come è purtroppo oggi evidente.
Da oltre dieci mesi quindi la Swiss National Bank compra Eur e vende valuta domestica ad oltranza, con conseguenze sugli asset della banca che possiamo in parte vedere riflesse nell’incremento stratosferico delle riserve in valuta detenute.
Se osserviamo il grafico qui sotto allegato, possiamo vedere per esempio che le riserve oggi sono circa sette volte quelle di quattro anni fa, con un’osservazione importante: nonostante il marcato apprezzamento della moneta elvetica avvenuto fino alla fine dell’estate del 2011, in realtà la SNB aveva già cercato ampiamente di contrastare l’apprezzamento del franco con interventi massicci soprattutto tra gennaio e agosto 2010, visto che solo in quegli 8 mesi le riserve in divisa estera passarono da 100 a 230 miliardi di CHF.
Riserve in valuta estera della Swiss National Bank in MLD di CHF.
Fonte: Soberlook.com, SNB, Bloomberg
Gli interventi però erano continui anche se la SNB, forse confidando in una risoluzione della crisi dell’Eurozona più rapida ed efficace, aveva continuato ad operare sul mercato pur assecondando un movimento di apprezzamento che sarebbe potuto successivamente anche rientrare.
Ma come sappiamo non è stato così e la dichiarazione di un cambio fisso a 1.20 è stata intrapresa proprio per scoraggiare tutti gli acquirenti di divisa elvetica.
Ad oggi possiamo vedere che tale strategia ha certamente sortito effetti positivi, rallentando per un po’ la domanda di franchi svizzeri, domanda che però è ripartita negli ultimi due mesi, in scia alle rinnovate preoccupazioni per il ritardo con cui verrà attivato il fondo ESM, nonché il fatto che a fronte di un continuo aumento delle necessità finanziarie dei paesi in difficoltà, la dotazione dei vari meccanismi di protezione e di “salvataggio” risulta non adeguata.
I cittadini europei sono quindi i primi ad avere scarsa fiducia in una risoluzione miracolosa delle problematiche dell’eurozona e continuano a spostare soldi verso le banche svizzere.
Un altro aspetto evidente del crescente flusso di denaro che esce da alcuni paesi dell’eurozona e si riversa in Svizzera,è relativo ai rendimenti ormai negativi che offrono i titoli di stato elvetici, per i quali gli acquirenti sono disposti a pagare un tasso al Tesoro svizzero, pur di detenere strumenti di investimento giudicati sicuri.
Abbiamo qui sotto allegato la curva dei rendimenti dei titoli di stato svizzeri che palesanorendimenti negativi per titoli fino a 5 anni di scadenza. Solo dai 6 anni in avanti il rendimento torna positivo e solo con scadenze superiori ai 30 anni risulta superiore al punto percentuale!
Curva dei rendimenti dei titoli di stato elvetici
Fonte: Bloomberg. Elaborazione JC & Associati Sim
Se ne deduce che oggigiorno detenere strumenti “sicuri” val bene un rendimento negativo (almeno per molti investitori), e ne sono ulteriore riprova anche i rendimenti di altribond dell’Eurozona. Dopo la Germania infatti, sono entrati in territorio negativo anche i titoli di stato di paesi quali Austria, Olanda, Danimarca,Finlandia e più recentemente addirittura il Belgio.
Il compito che la banca centrale svizzera si è preposto diviene dunque sempre più arduo, ma è probabile che non ci sia altra scelta. Peggiore sarebbe probabilmente l’alternativa ovvero la rinuncia al “peg” di 1,20, che non solo causerebbe un nuovo impetuoso apprezzamento delle moneta elvetica, ma peggiorerebbe ulteriormente le già cupe previsioni di deflazione che il paese sta affrontando negli ultimi mesi.
Fonte: Bloomberg. Consumer Price Index svizzero
La deflazione che caratterizza infatti l’economia svizzera ha anche però una valenza positiva, poiché permette al franco di continuare ad alzare il suo valore reale nei confronti delle divise la cui economia è caratterizzata invece da tassi di inflazione positiva. Nei confronti dell’Euro per esempio, poiché l’inflazione dell’eurozona è pari al 2,7%, il valore reale del franco cresce in un anno di quasi il 4%, che non è gran ché in termini assoluti, ma per lo meno va nella giusta direzione. C’è da aggiungere inoltre la considerazione che il peg all’euro permette al franco di deprezzarsi verso le altre divise mondiali (usd, yen, gbp, sek, aud, e via via le altre) in misura identica a quanto sta facendo la moneta unica.
C’è inoltre una ulteriore considerazione da fare e che obbliga di fatto la SNB a mantenere il cambio fisso ed è legata alle perdite potenziali cui incorrerebbe l’istituto in caso lasciasse andare il cambio, poiché dovrebbe valorizzare le proprie riserve ad un valore ben peggiore di quello di acquisto, incorrendo in perdite finanziarie simili a quelle già accusate lo scorso anno.
Insomma per la SNB un compito sempre più impegnativo, che al momento però non sembra avere valide strategie alternative.E come se non bastasse, nel frattempo il flusso di denaro verso la Svizzera (prevalentemente in Euro), diventa un elemento strutturale di debolezza della divisa europea, poiché la SNB è costretta a vendere Euro e comprare altre valute per bilanciare la composizione delle proprie riserve valutarie.
In buona sostanza,
continuare a comprare Euro vendendo Chf sta diventando impegnativo
per la banca centrale svizzera,
ma togliere il floor a 1,2 potrebbe essere catastrofico.
Pare evidente che, perdurando la crisi, economica e politica, nell'eurozona
la situazione del cambio con floor non dovrebbe, nè potrebbe,
restare immutata all'infinito
"Insomma per la SNB un compito sempre più impegnativo, che al momento però non sembra avere valide strategie alternative"
dice JCA.
Quali potrebbero essere le valide strategie alternative?
Un ringraziamento a chi vorrà contribuire alla discussione.
ho intenzione ma non riesco a decidermi.
La molla che mi spingerebbe all'acquisto di Chf,
o bond denominati in Chf,
è che il cambio con floor vs Euro
non possa essere tenuto tale in eterno;
ma non ho ben chiari gli scenari alternativi.
Partirei da questa analisi di JCAssociati,
che ha il pregio di riportare dati e di chiarire qualche dubbio.
Tenere fisso il cambio con il franco svizzero è sempre più difficoltoso
giovedì, 19 luglio 2012
Dallo scorso settembre la banca centrale elvetica (SNB) ha agganciato il valore del franco svizzero a quello dell’euro con un cambio di 1,20, dopo che moneta elvetica aveva realizzato un corposo apprezzamento vicino al 50% a partire dall’estate 2010, periodo dal quale la crisi di alcuni stati periferici dell’eurozona (a partire dalla Grecia), ha iniziato a palesare tutte le difficoltà politiche e finanziarie di intervento strutturale, piuttosto che con singoli e isolati interventi che di fatto ne hanno poi aggravato la portata, come è purtroppo oggi evidente.
Da oltre dieci mesi quindi la Swiss National Bank compra Eur e vende valuta domestica ad oltranza, con conseguenze sugli asset della banca che possiamo in parte vedere riflesse nell’incremento stratosferico delle riserve in valuta detenute.
Se osserviamo il grafico qui sotto allegato, possiamo vedere per esempio che le riserve oggi sono circa sette volte quelle di quattro anni fa, con un’osservazione importante: nonostante il marcato apprezzamento della moneta elvetica avvenuto fino alla fine dell’estate del 2011, in realtà la SNB aveva già cercato ampiamente di contrastare l’apprezzamento del franco con interventi massicci soprattutto tra gennaio e agosto 2010, visto che solo in quegli 8 mesi le riserve in divisa estera passarono da 100 a 230 miliardi di CHF.
Riserve in valuta estera della Swiss National Bank in MLD di CHF.
Fonte: Soberlook.com, SNB, Bloomberg
Gli interventi però erano continui anche se la SNB, forse confidando in una risoluzione della crisi dell’Eurozona più rapida ed efficace, aveva continuato ad operare sul mercato pur assecondando un movimento di apprezzamento che sarebbe potuto successivamente anche rientrare.
Ma come sappiamo non è stato così e la dichiarazione di un cambio fisso a 1.20 è stata intrapresa proprio per scoraggiare tutti gli acquirenti di divisa elvetica.
Ad oggi possiamo vedere che tale strategia ha certamente sortito effetti positivi, rallentando per un po’ la domanda di franchi svizzeri, domanda che però è ripartita negli ultimi due mesi, in scia alle rinnovate preoccupazioni per il ritardo con cui verrà attivato il fondo ESM, nonché il fatto che a fronte di un continuo aumento delle necessità finanziarie dei paesi in difficoltà, la dotazione dei vari meccanismi di protezione e di “salvataggio” risulta non adeguata.
I cittadini europei sono quindi i primi ad avere scarsa fiducia in una risoluzione miracolosa delle problematiche dell’eurozona e continuano a spostare soldi verso le banche svizzere.
Un altro aspetto evidente del crescente flusso di denaro che esce da alcuni paesi dell’eurozona e si riversa in Svizzera,è relativo ai rendimenti ormai negativi che offrono i titoli di stato elvetici, per i quali gli acquirenti sono disposti a pagare un tasso al Tesoro svizzero, pur di detenere strumenti di investimento giudicati sicuri.
Abbiamo qui sotto allegato la curva dei rendimenti dei titoli di stato svizzeri che palesanorendimenti negativi per titoli fino a 5 anni di scadenza. Solo dai 6 anni in avanti il rendimento torna positivo e solo con scadenze superiori ai 30 anni risulta superiore al punto percentuale!
Curva dei rendimenti dei titoli di stato elvetici
Fonte: Bloomberg. Elaborazione JC & Associati Sim
Se ne deduce che oggigiorno detenere strumenti “sicuri” val bene un rendimento negativo (almeno per molti investitori), e ne sono ulteriore riprova anche i rendimenti di altribond dell’Eurozona. Dopo la Germania infatti, sono entrati in territorio negativo anche i titoli di stato di paesi quali Austria, Olanda, Danimarca,Finlandia e più recentemente addirittura il Belgio.
Il compito che la banca centrale svizzera si è preposto diviene dunque sempre più arduo, ma è probabile che non ci sia altra scelta. Peggiore sarebbe probabilmente l’alternativa ovvero la rinuncia al “peg” di 1,20, che non solo causerebbe un nuovo impetuoso apprezzamento delle moneta elvetica, ma peggiorerebbe ulteriormente le già cupe previsioni di deflazione che il paese sta affrontando negli ultimi mesi.
Fonte: Bloomberg. Consumer Price Index svizzero
La deflazione che caratterizza infatti l’economia svizzera ha anche però una valenza positiva, poiché permette al franco di continuare ad alzare il suo valore reale nei confronti delle divise la cui economia è caratterizzata invece da tassi di inflazione positiva. Nei confronti dell’Euro per esempio, poiché l’inflazione dell’eurozona è pari al 2,7%, il valore reale del franco cresce in un anno di quasi il 4%, che non è gran ché in termini assoluti, ma per lo meno va nella giusta direzione. C’è da aggiungere inoltre la considerazione che il peg all’euro permette al franco di deprezzarsi verso le altre divise mondiali (usd, yen, gbp, sek, aud, e via via le altre) in misura identica a quanto sta facendo la moneta unica.
C’è inoltre una ulteriore considerazione da fare e che obbliga di fatto la SNB a mantenere il cambio fisso ed è legata alle perdite potenziali cui incorrerebbe l’istituto in caso lasciasse andare il cambio, poiché dovrebbe valorizzare le proprie riserve ad un valore ben peggiore di quello di acquisto, incorrendo in perdite finanziarie simili a quelle già accusate lo scorso anno.
Insomma per la SNB un compito sempre più impegnativo, che al momento però non sembra avere valide strategie alternative.E come se non bastasse, nel frattempo il flusso di denaro verso la Svizzera (prevalentemente in Euro), diventa un elemento strutturale di debolezza della divisa europea, poiché la SNB è costretta a vendere Euro e comprare altre valute per bilanciare la composizione delle proprie riserve valutarie.
In buona sostanza,
continuare a comprare Euro vendendo Chf sta diventando impegnativo
per la banca centrale svizzera,
ma togliere il floor a 1,2 potrebbe essere catastrofico.
Pare evidente che, perdurando la crisi, economica e politica, nell'eurozona
la situazione del cambio con floor non dovrebbe, nè potrebbe,
restare immutata all'infinito
"Insomma per la SNB un compito sempre più impegnativo, che al momento però non sembra avere valide strategie alternative"
dice JCA.
Quali potrebbero essere le valide strategie alternative?
Un ringraziamento a chi vorrà contribuire alla discussione.