Thread serio: mi serve un consiglio sincero

Claire

ἰοίην
Ho partecipato ad un concorso pubblico che mi è costato una fatica che non potete immaginare.

Ho dovuto studiare da zero argomenti per me assolutamente ostili, per niente nelle mie corde.

Ho passato, con mio enorme stupore, ben 4 prove, 3 scritte e una orale il cui superamento non era per niente scontato.

Ebbene, ho sbaragliato la concorrenza, scalato la graduatoria ed eccomi qui, incredula, a dover scegliere se mollare il mio lavoro e cambiare, oppure no.

Premetto che ho fatto questo concorso più per mettermi alla prova e darmi una opportunità di scelta che per reale interesse alla posizione.
L'ho fatto ben consapevole che per una donna della mia età e con la mia esperienza di vita e lavoro, trovare una posizione simile nel privato sarebbe stato impossibile.

Rifletto e rifletto.

Il lavoro in ufficio, dicono, è più socialmente "prestigioso".
A me interessa questo prestigio?
No, non davvero.
Anche se, dentro di me, so bene che il mio lavoro è umile, socialmente basso e ammetto di avere, in passato, inghiottito più di un paio di volte, qualche amarezza e di aver dovuto superare una sgradevole, vaga, sensazione di umiliazione.
In fondo, ho abbastanza lucidità da ammettere senza paura di essere tacciata di immodestia, di avere cultura, raffinatezza di pensiero e titoli di studio assai superiori a quelli di tutte le colleghe, superiori a quelli di chi, in gerarchia, è sopra di me.
Ma anche questa posizione impiegatizia non posso dire sia elevata, non è un posto da dirigente, ecco.

Quindi fregasega del prestigio.

Ho fatto una lista dei pro e dei contro ma non riesco a decidere.
Lo stipendio, tenuto conto di tutte le indennità da turnista, è migliore nel posto di lavoro attuale.
I turni hanno il vantaggio di lasciarmi mezza giornata libera, anche se limitata dalla colossale stanchezza dovuta agli orari, alle levatacce e al carico di fatica fisica. E inoltre avere giorni liberi infrasettimanali dà una certa libertà se devo fare visite, esami ecc ecc.

Quindi perché esito?
Perché, porca miseria, ho vinto.
Ho dimostrato capacità che non pensavo di avere, ho accesso ad un posto di lavoro che non trovavo perché nel privato nessuno dava opportunità ad una donna colta ma senza esperienza, e lo trovavo ingiusto.
Perché mi sono messa alla prova e ce l'ho fatta, con qualcosa alla mia altezza, in cui si doveva dimostrare di valere.

Nel medesimo tempo, l'umanità e l'arricchimento spirituale che il contatto quotidiano con miserie e sofferenze mi danno, in un polveroso ufficio pubblico sicuramente non li trovo.

Che faccio?
Ho solo 5 gg per decidere.
Se non rispondo o dico di no, decado dalla mia posizione in graduatoria e sicuramente un'altra fatica come quella non la sostengo più.
 
Ho partecipato ad un concorso pubblico che mi è costato una fatica che non potete immaginare.

Ho dovuto studiare da zero argomenti per me assolutamente ostili, per niente nelle mie corde.

Ho passato, con mio enorme stupore, ben 4 prove, 3 scritte e una orale il cui superamento non era per niente scontato.

Ebbene, ho sbaragliato la concorrenza, scalato la graduatoria ed eccomi qui, incredula, a dover scegliere se mollare il mio lavoro e cambiare, oppure no.

Premetto che ho fatto questo concorso più per mettermi alla prova e darmi una opportunità di scelta che per reale interesse alla posizione.
L'ho fatto ben consapevole che per una donna della mia età e con la mia esperienza di vita e lavoro, trovare una posizione simile nel privato sarebbe stato impossibile.

Rifletto e rifletto.

Il lavoro in ufficio, dicono, è più socialmente "prestigioso".
A me interessa questo prestigio?
No, non davvero.
Anche se, dentro di me, so bene che il mio lavoro è umile, socialmente basso e ammetto di avere, in passato, inghiottito più di un paio di volte, qualche amarezza e di aver dovuto superare una sgradevole, vaga, sensazione di umiliazione.
In fondo, ho abbastanza lucidità da ammettere senza paura di essere tacciata di immodestia, di avere cultura, raffinatezza di pensiero e titoli di studio assai superiori a quelli di tutte le colleghe, superiori a quelli di chi, in gerarchia, è sopra di me.
Ma anche questa posizione impiegatizia non posso dire sia elevata, non è un posto da dirigente, ecco.

Quindi fregasega del prestigio.

Ho fatto una lista dei pro e dei contro ma non riesco a decidere.
Lo stipendio, tenuto conto di tutte le indennità da turnista, è migliore nel posto di lavoro attuale.
I turni hanno il vantaggio di lasciarmi mezza giornata libera, anche se limitata dalla colossale stanchezza dovuta agli orari, alle levatacce e al carico di fatica fisica. E inoltre avere giorni liberi infrasettimanali dà una certa libertà se devo fare visite, esami ecc ecc.

Quindi perché esito?
Perché, porca miseria, ho vinto.
Ho dimostrato capacità che non pensavo di avere, ho accesso ad un posto di lavoro che non trovavo perché nel privato nessuno dava opportunità ad una donna colta ma senza esperienza, e lo trovavo ingiusto.
Perché mi sono messa alla prova e ce l'ho fatta, con qualcosa alla mia altezza, in cui si doveva dimostrare di valere.

Nel medesimo tempo, l'umanità e l'arricchimento spirituale che il contatto quotidiano con miserie e sofferenze mi danno, in un polveroso ufficio pubblico sicuramente non li trovo.

Che faccio?
Ho solo 5 gg per decidere.
Se non rispondo o dico di no, decado dalla mia posizione in graduatoria e sicuramente un'altra fatica come quella non la sostengo più.

io accetterei leggere tutto mi è costato una fatica che non potete immaginare.
 
comunque stai presa male forte...

cioè hai buttato via il tuo tempo prezioso che avresti potuto dedicare a cose molto piu piacevoli per poter vincere un concorso e poi adesso non sai se restare o andare

manco la vita fosse eterna !!

pensa te che io ho sempre fatto il contrario: prima ho valutato se restare o andare e poi se ne valeva la pena mi sono impegnato per andare
 
comunque per me vai e basta anche perche secondo me avere sabato e domenica liberi non ha prezzo

ne guadagni in socialità e conseguentemente in tutto il resto
 
Che faccio?
Ho solo 5 gg per decidere.
Se non rispondo o dico di no, decado dalla mia posizione in graduatoria e sicuramente un'altra fatica come quella non la sostengo più.

Se il posto attuale lo puoi mollare ed eventualmente riottenere facilmente, io farei il passo.
Cosi' fai la nuova esperienza e ti dai il tempo di valutare dal vivo se e' quello che fa per te.
Se cosi' non e' molli e torni al tuo attuale impiego.
 
Se il posto attuale lo puoi mollare ed eventualmente riottenere facilmente, io farei il passo.
Cosi' fai la nuova esperienza e ti dai il tempo di valutare dal vivo se e' quello che fa per te.
Se cosi' non e' molli e torni al tuo attuale impiego.
Non so se ho diritto ad una aspettativa, devo informarmi.
 
Ho partecipato ad un concorso pubblico che mi è costato una fatica che non potete immaginare.

Ho dovuto studiare da zero argomenti per me assolutamente ostili, per niente nelle mie corde.

Ho passato, con mio enorme stupore, ben 4 prove, 3 scritte e una orale il cui superamento non era per niente scontato.

Ebbene, ho sbaragliato la concorrenza, scalato la graduatoria ed eccomi qui, incredula, a dover scegliere se mollare il mio lavoro e cambiare, oppure no.

Premetto che ho fatto questo concorso più per mettermi alla prova e darmi una opportunità di scelta che per reale interesse alla posizione.
L'ho fatto ben consapevole che per una donna della mia età e con la mia esperienza di vita e lavoro, trovare una posizione simile nel privato sarebbe stato impossibile.

Rifletto e rifletto.

Il lavoro in ufficio, dicono, è più socialmente "prestigioso".
A me interessa questo prestigio?
No, non davvero.
Anche se, dentro di me, so bene che il mio lavoro è umile, socialmente basso e ammetto di avere, in passato, inghiottito più di un paio di volte, qualche amarezza e di aver dovuto superare una sgradevole, vaga, sensazione di umiliazione.
In fondo, ho abbastanza lucidità da ammettere senza paura di essere tacciata di immodestia, di avere cultura, raffinatezza di pensiero e titoli di studio assai superiori a quelli di tutte le colleghe, superiori a quelli di chi, in gerarchia, è sopra di me.
Ma anche questa posizione impiegatizia non posso dire sia elevata, non è un posto da dirigente, ecco.

Quindi fregasega del prestigio.

Ho fatto una lista dei pro e dei contro ma non riesco a decidere.
Lo stipendio, tenuto conto di tutte le indennità da turnista, è migliore nel posto di lavoro attuale.
I turni hanno il vantaggio di lasciarmi mezza giornata libera, anche se limitata dalla colossale stanchezza dovuta agli orari, alle levatacce e al carico di fatica fisica. E inoltre avere giorni liberi infrasettimanali dà una certa libertà se devo fare visite, esami ecc ecc.

Quindi perché esito?
Perché, porca miseria, ho vinto.
Ho dimostrato capacità che non pensavo di avere, ho accesso ad un posto di lavoro che non trovavo perché nel privato nessuno dava opportunità ad una donna colta ma senza esperienza, e lo trovavo ingiusto.
Perché mi sono messa alla prova e ce l'ho fatta, con qualcosa alla mia altezza, in cui si doveva dimostrare di valere.

Nel medesimo tempo, l'umanità e l'arricchimento spirituale che il contatto quotidiano con miserie e sofferenze mi danno, in un polveroso ufficio pubblico sicuramente non li trovo.

Che faccio?
Ho solo 5 gg per decidere.
Se non rispondo o dico di no, decado dalla mia posizione in graduatoria e sicuramente un'altra fatica come quella non la sostengo più.

devo dire che nonostante le molte parole, non ho capito in concreto di cosa si tratti.

Del prestigio sociale me ne fregherei, so che all'ospedale sei fiaccata dagli orari e i lavori piu' pesanti, e non e' certo un ambiente che mette allegria e fa sognare.

Valuta gli orari del posto alternativo e quanto si incastri con la tua personalita'. I figli ormai sono grandi, una volta tanto pensa solo per te.
Prima di rinunciare, ci rifletterei 2 volte, se ti sei messa sotto ci sara' pure qualche motivo a favore
 

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