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sulla Padania ancora nulla ....
intanto :
Senato approva risoluzione sul federalismo - Calendarizzati processo breve e biotestamento - Prato pronto a lasciare il demanio - Il Sole 24 ORE
Senato approva risoluzione sul federalismo -
Umberto Bossi, è soddisfatto e sente il federalismo «già in tasca». Il senatur manda un messaggio anche alla
Corte dei conti che ieri aveva sollevato il dubbio che il federalismo potesse favorire la corruzione: «Stupidaggini»,
Il voto al Senato sulla relazione di maggioranza sul
federalismo municipale è un'ulteriore brutta pagina scritta dal governo Berlusconi-Bossi», commenta in una nota il responsabile Economia e Lavoro del Pd,
Stefano Fassina. «La Lega - spiega - approfitta della debolezza di Berlusconi per andare avanti da sola lungo un sentiero sbagliato. Il decreto sul federalismo municipale, imposto a colpi di fiducia al Parlamento, mortifica l'autonomia finanziaria dei comuni, poichè l'impianto è fatto principalmente di compartecipazioni a imposte erariali (all'Irpef, alle imposte sulle transazioni immobiliari, alla cedolare secca sugli affitti)
. Inoltre, aumenta le imposte su cittadini e imprese, nonostante i patetici tentativi del ministro Calderoli di sostenere il contrario: aumenta l'addizionale comunale all'Irpef; arrivano l'imposta di soggiorno e l'imposta di scopo; raddoppia l'Ici, ridefinita Imu, su immobili a uso aziendale di artigiani, commercianti e piccoli imprenditori».
Svimez: il federalismo non garantisce le risorse per i Lep
Sul federalismo si è espresso anche lo
Svimez in audizione davanti alla commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale. È toccato al consigliere
Federico Pica e al direttore
Riccardo Padovani sottolineare come l'impianto proposto «
non garantisca risorse finanziarie sufficienti a sostenere i livelli essenziali delle prestazioni (Lep)» e che «l'autonomia fiscale consentita riguarda pressochè esclusivamente l'addizionale Irpef, che non è distribuita in modo tendenzialmente uniforme». Nel mirino anche la copertura del fabbisogno extra Lep «che dovrebbe basarsi su due addizionali (Irpef e Irap) e su contributi condizionati allo sforzo fiscale finanziati dallo Stato». «La determinazione dei livelli essenziali si presenta precaria», spiega lo Svimez: «anche dove ci si riferisca alla sola assistenza sanitaria». Secondo recenti elaborazioni dell'Istituto, il divario nell'importo del prelievo per contribuente, tra centro-nord e Mezzogiorno, nel 2008 è pari al 41%; il divario tra il Pil pro capite, al 42%; il divario nella capacità del tributo di finanziare le spese locali, al 51 per cento». Insomma, »il tributo non consente, sul territorio, una distribuzione del potere fiscale accettabile«, evidenziano Pica e Padovani. Svimez propone, per coprire il fabbisogno eccedente i Lep, di istituire un'addizionale regionale Irpef e una Irap. A queste si dovrebbero aggiungere contributi condizionati riferiti allo sforzo fiscale »finanziati con risorse provenienti dal bilancio dello Stato, tali da compensare lo scarto tra il valore medio del gettito pro capite dei relativi tributi e il gettito della regione di cui si tratta«.
Federalismo fiscale. Per Svimez sul ddl dubbi di costituzionalità
http://www.ilsole24ore.com/art/Sole...e-26610f932962&DocRulesView=Libero&fromSearch
L'impianto della riforma è stato al centro anche dell'audizione dell'Isae: se si intende mantenere fermo l'obiettivo di un contenimento della pressione fiscale, occorre vigilare attentamente sull'eventualità che le amministrazioni comunali ricorrano ad aumenti delle tariffe «che non rientrano nella riserva di legge prevista dalla Costituzione». Il tutto all'interno di un quadro complessivo che con il nuovo federalismo fiscale dovrebbe condurre lo Stato a «rinunciare» a 170 miliardi di imposte in favore degli enti locali. Secondo i calcoli messi a punto dell'Isae, contenuti in un rapporto presentato oggi alle commissione Bilancio e Finanze della Camera, lo spostamento di imposte sui tabacchi, i giochi e il patrimonio immobiliare garantirebbe un gettito di 48 miliardi. «Ma lo sbilancio complessivo», nel caso in cui si dovessero eliminare i trasferimenti oggi in atto e non previsti tra le fonti di finanziamento dell'articolo 119 della Costituzione, sarebbe di 121 miliardi, «circa 6 volte più elevato, ed andrebbe coperto con compartecipazioni a tributi erariali o con flussi del fondo perequativo». Per l'Iva si avrebbe un'aliquota pari al 66% e il fondo perequativo dovrebbe finanziare tutte le altre Regioni, «alimentandosi sull'Irpef o sulla fiscalità generale erariale residua. Le necessità di funzionamento verticale del fondo richiederebbero il 55% dell'Irpef».
http://www.ilsole24ore.com/art/noti...fiscale-224252.shtml?uuid=AaycsC9C&fromSearch
«Così si tradisce il federalismo fiscale». Regioni fredde sulle proposte del governo
le modifiche al milleproroghe. Anche in questo caso Errani non s'è tirato indietro: «Ci sono norme caratterizzate da un impianto a-federale». Come l'obbligo per le regioni di pagare in proprio con le addizionali le calamità naturali, senza trasferimento di risorse dal fondo nazionale. O i 70 milioni per la sanità destinati agli enti lirici o ancora le risorse sottratte per le alluvioni in Veneto, Toscana e Liguria. Insomma, conti che non tornano. E dubbi che crescono.
Il raccordo tra i diversi decreti applicativi del federalismo fiscale, ha ribadito Errani, dev'essere chiaro e coerente: «Se si interviene sulle addizionali Irpef dei comuni e poi su quelle delle regioni e poi ancora sulle addizionali per le calamità naturali e in un comma si dice "senza aumentare la pressione fiscale", la domanda è: come?». Interrogativo che vale per la «missione impossibile, impraticabile, irrealizzabile» di arrivare a un fantomatico azzeramento dell'Irap. E ancora: i dubbi che i governatori seminano a piene mani sulla gestione del fondo transitorio e perequativo, sulla progressività dell'Irpef, sul finanziamento dei Lep (livelli di assistenza nel sociale), sui piani di rientro dal debito sanitario da allungare, su benchmark e costi standard sanitari. Mentre per le province Nicola Zingaretti (Pd, Roma) ha contestato l'autonomia insufficiente e il rischio di non poter svolgere le funzioni essenziali dalla scuola alla formazione professionale, dai servizi per il lavoro all'ambiente. E i sindaci non sono stati da meno: attenti al centralismo regionale, occhi aperti per arrivare a una perequazione con criteri precisi e separati. E questi sono paletti per i governatori.