Thread Ufficiale Unificato delle Discussioni Politiche Generali

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  • Data di Inizio Data di Inizio

favorevole a Monti?

  • si

    Votes: 6 27,3%
  • no

    Votes: 14 63,6%
  • indifferente

    Votes: 2 9,1%

  • Total voters
    22
capito, chiarissimo

è un altro tuo fraintendimento


sarebbe da starci attenti, adesso .... non c'è due senza tre :rolleyes::rolleyes:

vostra Fosforità

perde colpi

é uno dei primi post di stamane

ma visto che non interessa a nessuno, quando lo ritrova, se lo tenga per sé

come magistralmente lei ci ha insegnato
 
Ultima modifica di un moderatore:
buonumore

vostra Fosforità

perde colpi

é uno dei primi post di stamane

ma visto che non interessa a nessuno, quando lo ritrova, se lo tenga per sé

come magistralmente lei ci ha insegnato



comprendo l'equivoco

può essere che io abbia scritto un post in seguito ad uno tuo
esercitando la mia libertà, finchè posso


direi diverso il concetto di evocarti, così, dal nulla
evocare

[e-vo-cà-re] v.tr. (èvoco, èvochi ecc.)


  • • [sogg-v-arg]


  • Far comparire le anime dei morti o i demoni mediante pratiche magiche o medianiche
  • Celebrare, raffigurare qlco. o qlcu. poeticamente


nego di aver usato pratiche magiche
nego che tu sia morto
non sono sicuro che tu sia una anima dannata o no, ma diciamo che per amor di discussione qui lo nego
e soprattutto
nego di averti celebrato poeticamente

quindi, non ti ho evocato





chiarito il fraintendimento ? :)
tranquillo, adesso ?
 
La 'ndrangheta a Roma
dal Cafè de Paris al Time out
A processo gli affari della cosca Alvaro. La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio, con l'accusa di trasferimento fraudolento di quote societarie
di MARIA ELENA VINCENZI
Le mani delle 'ndrine dentro a Roma. In molti locali frequentati, tra cui, soprattutto, il Cafè de Paris, luogo cult della Dolce Vita. La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio, con l'accusa di trasferimento fraudolento di quote societarie per 28 affiliati del clan della 'ndrangheta Alvaro. Teste di legno a cui i capi dell'organizzazione intestavano gli esercizi per non comparire. E che ora rischiano il processo.

Al centro dell'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto e capo della Dda, Giancarlo Capaldo e dal pm Giovanni Bombardieri, l'acquisto di quote societarie che venivano poi intestate a soggetti di comodo molti dei quali già al centro di un procedimento della procura di Reggio Calabria. Un'indagine, affidata al Ros dei carabinieri che punta a chiarire la natura sospetta di una molteplicità di investimenti finanziari in città. Prova, per l'accusa, del fatto che la criminalità organizzata vede nell'economia della capitale un modo per "pulire" i proprio soldi.

Secondo chi indaga, Vincenzo Alvaro, avrebbe avuto la titolarità di numerosi esercizi commerciali intestati a teste di legno. Tra i locali finiti nelle mani della cosca, oltre al Cafè de Paris, anche molti altri esercizi, per lo più ristoranti e bar. Tra questi il Gran Caffè Cellini in piazza Capecelatro, il Time out Cafè di via di Santa Maria del Buon Consiglio, il ristorante La Piazzetta in via Tenuta di Casalotto, il bar Clementi di via Gallia, il bar Cami di viale Giulio Cesare, il bar California in via Bissolati, il ristorante Federico I in via della Colonna Antonina e la società di pulizie Miss Clean.

L'indagine culminò nel giugno 2011 con 17 perquisizioni e il sequestro dei bar Pedone al Tuscolano e Il naturista in zona Salaria. Sulle richieste il gup si pronuncerà il 20 febbraio prossimo.
(26 gennaio 2012)
 
La 'ndrangheta a Roma
dal Cafè de Paris al Time out
A processo gli affari della cosca Alvaro. La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio, con l'accusa di trasferimento fraudolento di quote societarie
di MARIA ELENA VINCENZI
Le mani delle 'ndrine dentro a Roma. In molti locali frequentati, tra cui, soprattutto, il Cafè de Paris, luogo cult della Dolce Vita. La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio, con l'accusa di trasferimento fraudolento di quote societarie per 28 affiliati del clan della 'ndrangheta Alvaro. Teste di legno a cui i capi dell'organizzazione intestavano gli esercizi per non comparire. E che ora rischiano il processo.

Al centro dell'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto e capo della Dda, Giancarlo Capaldo e dal pm Giovanni Bombardieri, l'acquisto di quote societarie che venivano poi intestate a soggetti di comodo molti dei quali già al centro di un procedimento della procura di Reggio Calabria. Un'indagine, affidata al Ros dei carabinieri che punta a chiarire la natura sospetta di una molteplicità di investimenti finanziari in città. Prova, per l'accusa, del fatto che la criminalità organizzata vede nell'economia della capitale un modo per "pulire" i proprio soldi.

Secondo chi indaga, Vincenzo Alvaro, avrebbe avuto la titolarità di numerosi esercizi commerciali intestati a teste di legno. Tra i locali finiti nelle mani della cosca, oltre al Cafè de Paris, anche molti altri esercizi, per lo più ristoranti e bar. Tra questi il Gran Caffè Cellini in piazza Capecelatro, il Time out Cafè di via di Santa Maria del Buon Consiglio, il ristorante La Piazzetta in via Tenuta di Casalotto, il bar Clementi di via Gallia, il bar Cami di viale Giulio Cesare, il bar California in via Bissolati, il ristorante Federico I in via della Colonna Antonina e la società di pulizie Miss Clean.

L'indagine culminò nel giugno 2011 con 17 perquisizioni e il sequestro dei bar Pedone al Tuscolano e Il naturista in zona Salaria. Sulle richieste il gup si pronuncerà il 20 febbraio prossimo.
(26 gennaio 2012)

solo per curiosità
e con la gamba ben flessa
per aiutare la odièns del thread
e con altri nobili intenti e certosine cautele, così da non ferire eccelse sensibilità:

mi spieghi il legame tra questo post con l'expo2015
o è solo una piacevole trovata goliardica ?

grazie :)
 
È la previsione sugli affari illeciti dei prossimi anni formulata nella bozza di relazione conclusiva del presidente della commissione parlamentare Antimafia, Beppe Pisanu:D.


purtroppo è una facile previsione,
anzi una attesa
dati i fatti in corso


pesco a caso dal web
Oltre il processo Perego: da Milano a Ventimiglia, ‘ndrangheta al Nord | Blitz quotidiano
Ma il pericolo principale è la capacità della ‘ndrangheta di fare concorrenza alle banche nel credito agli imprenditori in difficoltà. “Le banche italiane sono “in buona forma in termini di fondamentali, ma il rischio di una sostanziale difficoltà di credito potrebbe esserci nel finanziare l’economia reale”: è la conferma data sabato 28 gennaio nientemeno che dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco.

E come nel 2008 Milano s’è rivelata la capitale italiana della strategia di penetrazione della ‘ndrangheta, con una pioggia di manette a ben 305 persone tra Monza, Pavia, Milano Torino, Genova e la Reggio Calabria della cosca degli Strangio, così nei giorni scorsi Milano s’è rivelata anche la capitale degli uomini delle Fiamme Gialle a libro paga delle cosche calabresi.Due mesi fa è finito in galera il maresciallo Luigi Mongelli, accusato di rapporti stretti con il clan Lampada-Valle, sbarcato alla grande a Milano con le macchinette mangiasoldi, sistemate a centinaia ovunque ci sia gente disposta a infilarvi una monetina con la speranza di vincerne molte di più.
A fine gennaio però hanno raggiunto in galera Mongelli altri uomini della sua squadra investigativa, i marescialli Michele Di Dio, Michele Noto e Luciano Russo. L’accusa è di essersi divisi in quattro dai 40 ai 60 mila euro al mese per non disturbare i titolari delle macchinette, evitando cioè di fa pagare loro quanto dovuto al fisco.

Lo scioglimento, deciso il 3 febbraio 2012 dal ministro dell’Interno, del consiglio comunale di Ventimiglia per infiltrazioni della mafia calabrese, la ‘ndrangheta, ha fatto clamore anche perché segue lo scioglimento nel 2010 dei consigli comunali di Desio, in Lombardia, e Bordighera, in Liguria, comune contiguo a Ventimiglia.

Ma per il sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Milano, Mario Venditti, il caso Perego strade è eclatante ma non isolato: “Una parte del sistema economico lombardo è sceso a patti con la criminalità organizzata, questo è un fatto assodato”. Venditti avverte che sono molti gli imprenditori convinti “di potersi servire degli uomini della ‘‘ndrangheta e, senza neanche rendersene conto, un giorno se li ritrovano dietro la scrivania al posto loro”.
Oltre alla Perego, quali altri casi?
 Venditti indica il processo Cerberus sul settore del “movimento terra” nella zona di Buccinasco, l’inchiesta Parco Sud sui rapporti tra ‘‘ndrangheta, imprenditori immobiliari e politici. Tra le indagini seguite direttamente da Venditti, il caso della famiglia Paparo di Cologno Monzese, subappaltatrice nell’Alta velocità ferroviaria grazie al rapporto con aziende importanti come la De Lieto e la Locatelli.
Una storia da manuale è quella della Makeall, società immobiliare ignota al pubblico, ma proprietaria di alcune centinaia di appartamenti tra Lombardia e Liguria. Il suo titolare, l’ingegnere milanese Agostino Augusto, aveva conosciuto tali Nicodemo Filippelli e Fabio Zocchi, attualmente sotto processo per associazione mafiosa.
Augusto aveva bisogno di soldi, ha cominciato a farseli prestare da quei due, poi il prestito è diventato usura, al punto che non potendo più pagare ha dovuto cedere la Makeall a Filippelli e Zocchi. I quali a onor del vero hanno dimostrato fiuto, concentrandosi sulle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) per anziani non autosufficienti.
Prima di finire sotto processo stavano realizzando cinque Residenze, una a Novara, una in provincia di Brescia, e tre in provincia di Pavia. Puntavano a farle accreditare dal sistema sanitario per mungere i rimborsi delle Regioni.

Spesso le banche, grazie a qualche funzionario locale, sono complici dell’usura facendo finta di non accorgersi di movimenti di denaro molto sospetti. Nel caso della Makeall, una filiale della Deutsche Bank era un ingranaggio del meccanismo”.

Tutto ciò è avvenuto anche grazie all’amicizia con Davide Valia (assessore comunale a Pero)”.- In un’intercettazione Mandelli dice: “Minchia, meglio di Davide che è a Pero… cosa dobbiamo avere?” e “è emerso inequivocabilmente che la licenza per il mini casinò è stata ottenuta anche grazie all’interessamento del politico, il quale si adopera pure per altri favori”.
- In una informativa della Mobile di Milano si afferma che Valia “si prodigò per far ottenere” a Fortunato Valle “le autorizzazioni per l’avvio di esercizi pubblici e a metterlo in contatto con altri amministratori locali di altri Comuni da lui conosciuti per favorirlo nei suoi affari”.
Non si vive di sola attesa dell’Expo. I Ros stanno infatti indagando anche sui lavori edilizi dell’area ex Ansaldo, sul deposito di materiali e mezzi dei vigili in via Marignano e su lavori a Corvetto.


Un altro degli arrestati, l'imprenditore Riccardo Cusenza, si è presentato nel 2009 alle elezioni amministrative del Comune di Cormano, con il omississ . In una telefonata intercettata del 20 marzo 2009, Cusenza chiede a Fortunato Valle «un aiuto per essere eletto alle prossime elezioni amministrative. Cusenza, si legge ancora nell'ordinanza, non risponde subito alla domanda su chi sia il suo «padrino politico». Circa un mese dopo, nel corso di un'altra telefonata, Cusenza spiega che «un paio di famiglie calabresi mi danno una mano, vediamo di fare un po' di numeri che entriamo in un buon giro anche politico». In una conversazione del 27 aprile 2009, Cusenza vanta anche, spiega il gip, «di essere molto vicino all'attuale presidente della Provincia di Milano omississ». Al telefono Cusenza dice: «Con omississ, bravo! Siamo culo e camicia, adesso verrà all'aperitivo che organizziamo a Cormano»





qui c'è passato e presente :(
 
05
lug 2011
ore 09:24
La 'ndrangheta a Roma in Piazza Colonna < >


In piazza Colonna, in fondo, sul lato sinistro di questa foto, c'è un bar sempre affollato, l'Antico Caffè Chigi.
I clienti che più lo frequentano sono i poliziotti che presidiano la piazza e i poliziotti e il personale di Palazzo Chigi, quello che vedete sulla destra della foto, sede della Presidenza del Consiglio.
Bene, la notizia è che l'Antico Caffè Chigi è stato sequestrato questa mattina dagli agenti del Centro Operativo della Direzione Investigativa Antimafia. Il sequestro fa parte di un'operazione su beni per circa 20 milioni di euro di personaggi legati alla 'ndrina dei Gallico di Palmi (Reggio Calabria).
Molti sono i bar e i ristoranti, per non dire degli alberghi di Roma sui quali si sussurra che siano di proprietà delle Mafie.
A Campo dei Fiori ti sussurrano che due bar della piazza sono dei Casalesi, molti bar attorno al Senato sono in odore di Mafia, ma anche altri grandi bar vicino alla Camera e a piazza Colonna e molti mini market del centro di Roma sono chiacchierati.
Ormai da anni le Mafie investono nel settore turistico e io cerco di non frequentare mai locali discussi anche se so benissimo che non serve a nulla.
Certo che notizie così fanno paura perché ormai il settore è profondamente infiltrato da capitali sporchi, tanto più in anni di crisi e di mancanza di capitali puliti.
Stefano Bonilli
 

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