roba vecchia
La ‘ndrangheta conquista la Svizzera
13-07-2011
Nel cantone Vallesem scrive Alan Hall, su “The Times”, i clan cercano di riciclare il denaro sporco, investendo soprattutto in ristoranti e alberghi.
La criminalità organizzata italiana, messa alle strette in patria, si è spostata in Svizzera per riciclare il denaro sporco, organizzare il traffico di esseri umani e investire in affari legali l’enorme patrimonio accumulato con le attività illecite.
Secondo l’ultimo rapporto annuale dell’Ufficio di polizia federale, le forze dell’ordine svizzere, la maggior parte dei malavitosi italiani nel paese fa parte di clan legati alla ‘ndrangheta calabrese. Anche se non è famosa come Cosa Nostra siciliana, la ‘ndrangheta si è affermata negli ultimi vent’anni come l’organizzazione più potente d’Italia.
Tra i suoi esponenti c’è Giovsanni Tegano, 72 anni. Tegano sta scontando una condanna all’ergastolo per omicidio, traffico di armi e associazione a delinquere di stampo mafioso. Poi c’è Giuseppe Nirta, 71 anni, capo del clan Nirta, impegnato in una faida sanguinosa con altri clan da quando una scaramuccia a colpi di uova marce è degenerata in una sequela di omicidi. Nirta è stato scovato dalla polizia nel 2008, nascosto in un bunker.
Oltre a mettere al sicuro i contanti nelle banche svizzere, i clan hanno cominciato a investire, nel territorio della confederazione elvetica, milioni di euro in hotel, ristoranti, abitazioni di lusso e progetti legati al turismo. Gli “emigrati” della malavita italiana hanno inoltre acquistato grandi quantità di azioni in diverse società quotate alla borsa di Zurigo.
In Svizzera i clan italiani non si concentrano su specifici territori come fanno da sempre in patria. Al contrario, secondo il rapporto della polizia svizzera, intrattengono rapporti e fanno affari nelle loro aree in cui hanno interessi in comune. Inoltre i mafiosi sono diventati esperti nell’uso dei computer, e per capire in quali settori e in quali zone conviene investire, hanno messo a libro paga banchieri e consulenti finanzieri svizzeri. Il rapporto sostiene che la mafia italiana è “molto attiva” nel paese e usa la confederazione come “centro logistico e snodo di transito”.
Nicolas Giannakopoulos, che guida l’Osservatorio sul crimine organizzato di Ginevra, ha detto che i mafiosi italiani “sono impegnati in ogni tipo di attività, dal traffico di droga alla truffa ai danni dello stato. Investono in Svizzera per diversi motivi: in alcune zone del paese, come il Canton Ticino, si parla italiano, il sistema bancario è molto efficiente e ci sono molte opportunità di guadagno. Abbiamo bisogno di collaborare di più con gli italiani, e ci vorrebbe una polizia federale più potente, una specie di FBI svizzera in grado di organizzare un programma di protezione dei testimoni efficace”.
Secondo Stéphanie Oesch, autrice di un saggio sul crimine organizzato in Svizzera, negli ultimi anni la ‘ndrangheta ha riciclato enormi somme di denaro investendo nel settore del catering, degli immobili e dell’arte. “Nel cantone Vallese le organizzazioni criminali cercano di riciclare il denaro investendo soprattutto in ristoranti e alberghi. La mafia è particolarmente interessata alla grande proprietà e ai progetti legati al turismo”.