Thread Ufficiale Unificato delle Discussioni Politiche Generali

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favorevole a Monti?

  • si

    Votes: 6 27,3%
  • no

    Votes: 14 63,6%
  • indifferente

    Votes: 2 9,1%

  • Total voters
    22
all'inizio fu una legge ad personam pro Berlusconi voluta da Craxi che schifava anche la DC!

da questo racconto emerge che x Rubysconi tutti i giudici INcoruttibili sono Komunisti

[ame=http://www.youtube.com/watch?v=6oU-hcwoFBk&feature=related]YouTube - La storia di berlusconi e il mausoleo egizio - Promemoria di Marco Travaglio - Parte 1/2[/ame]
 
all'inizio fu una legge ad personam pro Berlusconi voluta da Craxi che schifava anche la DC!

da questo racconto emerge che x Rubysconi tutti i giudici INcoruttibili sono Komunisti
il decreto cosiddetto "berlusconi" che permetteva di trasmettere in contemporanea
lo stesso programma è un decreto sacrosanto
all'epoca mi ricordo bene di come lo sostenessi
d'altra parte è proprio la costituzione che garantisce il diritto di parola
con tutte le forme in cui detto diritto si può esercitare
 
il foglio

12 maggio 2011
La doppia morale dei mozzorecchi


“Voglio sottolineare che sono stato assolto difendendomi nel processo e non dal processo, peraltro senza utilizzare, pur potendolo fare, né lo schermo dell’immunità parlamentare né scappatoie come quella del legittimo impedimento”. A parlare è Luigi De Magistris (Idv), il 24 marzo scorso, pochi minuti dopo essere stato assolto dal reato di omissione d’atti d’ufficio dalla prima sezione del tribunale di Salerno, presieduta da Maria Teresa Belmonte, cognata di Michele Santoro. Un mese e mezzo dopo, l’europarlamentare dell’Idv ha cambiato idea: l’immunità che l’Europarlamento gli ha concesso martedì (anche grazie ai voti del Partito popolare europeo) è un atto dovuto, anzi, “è un modo per continuare a rappresentare chi mi ha votato”.

Se gli si fa notare la contraddizione, lui risponde che si sta facendo “una triviale gazzarra pre elettorale”. Peccato che De Magistris si sia servito dell’immunità per schermarsi, oltre che da una querela dell’ex guardasigilli Clemente Mastella, anche dai procedimenti civili intentati dal dirigente nazionale del Pd Enza Bruno Bossio e del parlamentare pdl Giancarlo Pittelli.
Peccato che la questione dell’immunità sia esplosa sul finire della campagna elettorale per le amministrative “perché lui per sette-otto mesi non si è presentato alla commissione giuridica del Parlamento europeo. Si è presentato soltanto ora, e fa finta che sia un ordinario atto burocratico, arrivato per caso martedì”, dice Mastella, collega di De Magistris a Bruxelles.

De Magistris non è nuovo al cambio etico in corsa – si è candidato alle europee per la legalitaria Idv pur essendo indagato a Roma, ha lasciato la magistratura soltanto cinque mesi dopo esser stato eletto – ma l’abitudine di lavare i panni sporchi a Bruxelles, per poi predicare contro l’immunità in Italia, non è una sua esclusiva. Basta risalire al novembre 2008, quando l’Europarlamento ha garantito l’immunità parlamentare a Massimo D’Alema (Pd), bloccando l’acquisizione delle intercettazioni indirette a suo carico nel processo Unipol. “A sinistra l’immunità non la vogliono, per gli altri”, dice Mastella, che parla di “doppia morale togliattiana”: “Per gli altri valgono regole categoriche, e se uno supera quel confine viene messo alla berlina mediatica. Per se stessi, invece, trovano sempre attenuanti, scuse, alibi”. Lo fanno con disinvoltura, perché, continua Mastella, “si sentono moralmente superiori agli avversari e, se necessario, anche alla legge stessa”.
 
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il foglio

12 maggio 2011
La doppia morale dei mozzorecchi


“Voglio sottolineare che sono stato assolto difendendomi nel processo e non dal processo, peraltro senza utilizzare, pur potendolo fare, né lo schermo dell’immunità parlamentare né scappatoie come quella del legittimo impedimento”. A parlare è Luigi De Magistris (Idv), il 24 marzo scorso, pochi minuti dopo essere stato assolto dal reato di omissione d’atti d’ufficio dalla prima sezione del tribunale di Salerno, presieduta da Maria Teresa Belmonte, cognata di Michele Santoro. Un mese e mezzo dopo, l’europarlamentare dell’Idv ha cambiato idea: l’immunità che l’Europarlamento gli ha concesso martedì (anche grazie ai voti del Partito popolare europeo) è un atto dovuto, anzi, “è un modo per continuare a rappresentare chi mi ha votato”.

Se gli si fa notare la contraddizione, lui risponde che si sta facendo “una triviale gazzarra pre elettorale”. Peccato che De Magistris si sia servito dell’immunità per schermarsi, oltre che da una querela dell’ex guardasigilli Clemente Mastella, anche dai procedimenti civili intentati dal dirigente nazionale del Pd Enza Bruno Bossio e del parlamentare pdl Giancarlo Pittelli.
Peccato che la questione dell’immunità sia esplosa sul finire della campagna elettorale per le amministrative “perché lui per sette-otto mesi non si è presentato alla commissione giuridica del Parlamento europeo. Si è presentato soltanto ora, e fa finta che sia un ordinario atto burocratico, arrivato per caso martedì”, dice Mastella, collega di De Magistris a Bruxelles.

De Magistris non è nuovo al cambio etico in corsa – si è candidato alle europee per la legalitaria Idv pur essendo indagato a Roma, ha lasciato la magistratura soltanto cinque mesi dopo esser stato eletto – ma l’abitudine di lavare i panni sporchi a Bruxelles, per poi predicare contro l’immunità in Italia, non è una sua esclusiva. Basta risalire al novembre 2008, quando l’Europarlamento ha garantito l’immunità parlamentare a Massimo D’Alema (Pd), bloccando l’acquisizione delle intercettazioni indirette a suo carico nel processo Unipol. “A sinistra l’immunità non la vogliono, per gli altri”, dice Mastella, che parla di “doppia morale togliattiana”: “Per gli altri valgono regole categoriche, e se uno supera quel confine viene messo alla berlina mediatica. Per se stessi, invece, trovano sempre attenuanti, scuse, alibi”. Lo fanno con disinvoltura, perché, continua Mastella, “si sentono moralmente superiori agli avversari e, se necessario, anche alla legge stessa”.


Lo fanno con disinvoltura, perché, continua Mastella, “si sentono moralmente superiori agli avversari e, se necessario, anche alla legge stessa”.

strano ma ...
si può essere d'accordo con Mastella :) tranquillamente :up:
 
l'altra Moratti Milly è con Pisapia
 

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Non solo. La Moratti ha voluto fare la capziosa: "Ho citato una sentenza - ha poi aggiunto perché dimostrava quello che intendevo dimostrare, la frequentazione di terroristi".
Già, solo che quella sentenza NON DIMOSTRA QUELLO. Anche se l'argomento della sciura può avere una certa presa tra coloro che nulla sanno di diritto (e ce ne sono diversi anche tra gli avvocati, ma su questo casomai ci torno più sotto), la sentenza accerta solo i fatti che si suppone integrino fattispecie di reato, la responsabilità dell'imputato e basta. Mi spiego meglio: se io sono accusato di furto e nella sentenza si dice che io ho frequentato dei ladri ma (non) ho rubato, le uniche cose giuridicamente accertate sono - appunto - la sussistenza del fatto di reato "furto" e la mia responsabilità, cioè se io stesso (non) abbia rubato. E basta. Perché? Perché il processo non deve accertare chi io abbia frequentato ma se io abbia rubato.
Voglio dire che se la moratti avesse davvero voluto dire quanto affermato nel virgolettato sopra sarebbe bastato un più banale "ha frequentato terroristi in gioventù" e non "è stato giudicato responsabile dalla corte di assise per furto di un veicolo per il sequestro ed il pestaggio di un giovane" (prego notare che ieri di terroristi manco se ne accenava).

E passiamo agli avvocati, ovvero a colui che ormai ha rubato a de laurentis lo scettro del consumo di coca: l'onorevole ministro larussa. Sul Corriere l'on. avv. inquilino della farnesina mente oppure, come sopra ipotizzato, non sa niente di diritto. Cerca infatti di sottilizzare: "Io che faccio l'avvocato - ha osservato la russa - vi assicuro che tra un amnistiato e uno che fa ricorso contro l'amnistia c'è una differenza ma non è una differenza grande". Ora, premesso che l'avv. ignazio faceva il civilista e che in realtà non ci spiega nulla di questa supposta somiglianza (fidatevi, sono un avvocato, digiamo), comunque, come vi può dire chiunque abbia superato l'esame di procedura penale anche a Camerino, la differenza c'è ed è enorme: l'amnistia non cancella né il fatto né la responsabilità ma è una semplice rinuncia a punire estinguendo il reato (accertato), una sentenza di assoluzione "per non aver commesso il fatto", invece, implica l'esistenza del fatto storico ma - in breve - esclude che sia stato l'imputato a commetterlo. Questo independentemente dall'amnistia.
Ma tanto l'avv. la russa, facendosi scudo del titolo, può ben dire tutte le fesserie che gli passano tra i metaboliti della coca ed essere creduto.
 
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